Dalla chat al reale
di
Conos
genere
gay
Un po’ per noia, un po’ per curiosità, avevo iniziato a frequentare siti di incontri.
Poi un giorno, ho deciso di entrare nella sezione degli incontri tra uomini.
Era particolare di quanto fossero espliciti gli annunci rispetto tutte le altre sezioni e soprattutto di quanto esprimessero le perversioni che volevano sfogare. Girando poi ancora, ho trovato le chat erotiche. Queste erano mille volte meglio e in pochi minuti, ho subito iniziato a chattare con perfetti sconosciuti.
Le cose che venivano scritte erano a volte veramente assurde.
Eppure, mi eccitavano da matti per il solo fatto di poterle esprimere liberamente. Con alcuni di questi utenti, ho stretto presto una piccola sorta di amicizia e ritornando nei giorni a seguire in quella chat, era bello poterli ritrovare per continuare discorsi sempre più piccanti.
Il tema era più che chiaro e scontato.
Si trattava sempre di scopare.
Ma il bello è che era sempre condito da punizioni, torture e da situazioni talmente perverse e a volte imbarazzanti che spesso mi provocavano la pelle d’oca. Come fosse un vero e proprio mix tra paura ed eccitazione, senza quasi toccarmi, il mio cazzo liberava quantità ingenti di eccitazione.
Da quando ho scoperto che raccogliere l’eccitazione che sgorga dal mio cazzo per poi leccarla mi manda il cervello in tilt (come fosse un vero e proprio afrodisiaco), non sono più riuscito a rinunciare a farlo ogni volta.
Ad oggi ho 38 anni.
Tutti quelli che alla fine sono diventati miei amici di chat, superano tutti i 45 – 50 anni.
Le perversioni che mi confessano, sono a volta talmente assurde da mettermi le mani tra le gambe, per stringermi con forza il cazzo per evitare di venire subito. Ma a parte questo, non ero mai arrivato a incontrare nessuno di loro.
Tutto però cambia, quando incontro un certo Max.
Lui era davvero spinto, sboccato e soprattutto molto volgare.
Inizialmente mi aveva dato quasi fastidio oltre che paura di essere un vero e proprio stalker. Ma poi, con il passare dei giorni, si capisce un po’ di più di chi sia quella persona, anche tramite una semplice chat.
Lui comunque, voleva di più.
La chat non gli bastava.
Lui voleva foto, voleva video.
Ma non cose a caso, li voleva fatti da me ed il soggetto, dovevo essere io.
La situazione mi eccitava a tal punto, che alla fine accettai di inviargli il mio contatto di messaggistica personale. Con quest’ultimo, iniziammo a scriverci molto più rapidamente e non mi serviva essere per forza di fronte un computer per poterlo contattare, ma bastava il mio telefonino.
Dopo poche ore, la situazione iniziò subito a scaldarsi quando mi chiese di mandargli qualche foto.
- Che foto vorresti ?
- Cazzo, culo e capezzoli. Muoviti troia.
Nei messaggi è abbastanza telegrafico, ma nonostante questo, mi ha sempre eccitato il suo modo volgare.
Rapidamente mi spoglio nudo con una prepotente erezione tra le gambe e senza esitazione, faccio le foto richieste e le invio.
- Bella troia. Ma ora fammi vedere il buco del culo.
- Hai detto che ti masturbi con i tuoi dildo, ora voglio la conferma che non mi dici cazzate.
Sono eccitato, è vero.
Mi inginocchio a terra e sporgendo indietro il culo, le chiappe si aprono abbastanza da potermi fotografare l’ano.
Senza esitare, invio la foto.
- Allora dicevi la verità.
- Però si vede che è ancora da sfondare.
Passa qualche minuto e ricevo una foto.
Quando la apro, in primo piano vedo un cazzo davvero maestoso e scappellato. Il pube è privo di peli e le palle sono veramente grosse.
- Ti voglio conoscere. Domani pomeriggio sei libero per un caffè?
In pochi minuti, concordiamo il posto dove vederci e l’orario. Poi mi promette che sarà molto tranquillo ed educato tra la gente.
Quando ci salutiamo, le mani mi tremano dall’eccitazione nonostante sia un incontro solo di conoscenza.
Il giorno seguente, mi reco all’appuntamento con un discreto anticipo e raggiunto il bar indicato, lo trovo chiuso. Non sapendo se sia il posto giusto o se abbia sbagliato, provo a scrivergli. Attendo la sua risposta diversi minuti, ma vedo che non visualizza il messaggio.
A questo punto inizio a pensare che sia uno scherzo o che comunque questa persona non verrà mail all’appuntamento. Ad un certo punto però, una persona si avvicina alla serranda chiusa e dopo uno sguardo rapido nella mia direzione, prende in mano il cellulare.
In pochi attimi il mio cellulare vibra.
- Ciao cagna. Visto che il bar è chiuso, seguimi.
L’uomo inizia a camminare.
Io a questo punto, con il cuore in gola inizio a seguirlo.
Solo dopo aver fatto parecchi metri, si gira a guardarmi di sfuggita.
Il telefono vibra ancora.
- Brava cagna. Ero sicuro fossi tu.
L’uomo è vestito con un lungo cappotto spesso e marrone che copre le sue forme. All’apparenza sembra abbastanza in forma ma dalla corporatura massiccia. Con barba e baffi il suo viso è abbastanza irriconoscibile con il suo cappello abbassato fin sulle sopracciglia.
Continuando a camminare, giungiamo in piazza e prese le scale, scendiamo nel parcheggio sotterraneo.
Con un discreto timore, lo seguo a distanza e aperta la porta tagliafuoco dei parcheggi, entriamo all’interno.
Mentre camminiamo, siamo rimasti soli io e lui.
Dopo il grosso muro in cemento, svoltiamo verso destra e qui, il posto è stretto. Alcuni posti auto sono liberi e diversi pilastri rendono la zona abbastanza complessa per il parcheggio.
L’uomo si dirige proprio dietro uno di questi pilastri per poi aspettarmi.
Mentre mi avvicino, mi rendo conto di quanto sia appartato il posto e non avendo più tanto timore di essere notato da altri passanti, mi avvicino a lui.
- Ciao
Lo saluto con un filo di voce.
- Ciao cagna
Risponde sorridendo
- Sei meglio di quanto mi aspettassi! Mi spiace che il bar fosse chiuso, non era previsto. Ma a quel punto ne ho approfittato per poter tornare al parcheggio.
Continua senza darmi modo di replicare.
- Sinceramente pensavo che fosse uno scherzo quando ho visto il bar chiuso. Ma poi sei arrivato per fortuna.
Riesco a rispondere mentre mi fissa con insistenza.
- Senti. Ti va se il caffè lo prendiamo a casa mia? Ti va di salire in macchina con me?
Domanda estraendo dalla tasca un mazzo di chiavi.
- Mi provo a fidare. Va bene.
Rispondo con il cuore che sembra essere arrivato in gola.
Premendo il tasto del telecomando, l’auto affianco a noi suona e lampeggia. L’uomo raggiunge il posto di guida, mentre mi invita a sedere in quello del passeggero.
Chiusa le portiere, dopo che l’auto viene avviata, l’uomo mi guarda sorridente.
Basta uscire dal parcheggio perché finalmente il clima si sciolga e finalmente iniziamo a parlare.
Ricordiamo delle nostre chat e parliamo di qualche esperienza passata, ma rimaniamo sempre molto sul vago senza mai spingerci nei dettagli come invece si faceva per messaggio.
Questo parlare fa si che il tragitto passi rapidamente e quando si parcheggia in una traversa di un corso molto trafficato, mi invita a scendere dall’auto.
Il portone di fronte a noi, è il suo e fatta scattare la serratura, mi invita all’interno.
Mentre saliamo però, iniziano i primi apprezzamenti.
- Bel culo. Ora che sei davanti a me, si vede proprio che è quello delle foto.
Nonostante i pantaloni della tuta, con i gradini per salire mostro in modo accentuato il culo all’uomo alle mie spalle.
Giunti al secondo piano, ci fermiamo e aperta la porta alla nostra destra, mi invita a entrare in casa.
La porta sbatte rumorosamente alle nostre spalle. Subito è tutto buio, ma quando accende la luce, un lungo corridoio si mostra di fronte a me.
L’uomo toglie il lungo cappotto e lo appende all’appendiabiti. Finalmente vedo quanto effettivamente sia massiccia la sua costituzione e di grasso, ammetto che non ne vedo affatto.
Anche io tolgo la giacca mostrandomi con una semplice tuta di colore nero, ma dopo che l’appendo all’appendiabiti come fatto da lui in precedenza, l’uomo mi ferma.
- Senti. Capisco che ci stiamo conoscendo, però vorrei che prendiamo il caffè alle mie regole.
Afferma sorridendo e rimanendo a qualche passo da me.
- In che senso?
Domando guardandolo in modo interrogativo.
- Vorrei tu sia totalmente nudo.
Afferma lasciandomi a bocca aperta.
- Ma prometto, che fino a quando non abbiamo fatto un patto, non ti posso fare niente.
Conclude per poi incrociare le braccia in attesa del mio verdetto.
Non riesco a parlare e mi sento il volto infuocato mentre inizio a togliermi la felpa per poi lasciarla cadere in terra. Il secondo pezzo è la mia maglietta ad essere tolta.
Le scarpe le calcio via in pochi attimi per poi prendere pantaloni e boxer e toglierli con un unico gesto.
Appena mi rialzo con addosso solo i calzini, il mio cazzo totalmente eretto molleggia tra le gambe e l’uomo lo fissa quasi ipnotizzato.
- Anche i calzini
Mi ordina senza distogliere lo sguardo
Tolti anche quest’ultimi, finalmente mi invita a seguirlo.
- Prego siediti, ma tieni le gambe larghe. Mi piace il tuo cazzo.
Questo è l’invito che ricevo giunti in cucina.
Lui intanto ha acceso la macchinetta del caffè e prese le cialde, aspetta che l’acqua si riscaldi.
Ancora una volta ci mettiamo a parlare di tante cose. Anche io, inizio finalmente a sciogliermi un po' e quando beviamo il caffè, quasi mi sto abituando ad esser nudo di fronte lui ancora totalmente vestito.
- Adesso però, vieni qui. Dai, voglio conoscerti meglio.
Alla sua richiesta, non riesco a dire di no e alzandomi dalla sedia, mi avvicino a lui.
Appena sono abbastanza vicino, con una mano impugna con forza il mio cazzo, mentre con l’altra, stretto un gluteo, mi attira a se.
- Bello. Mi piaci.
Mentre dice questo, mi ha già scappellato il cazzo per poi toccarlo in tutta la sua lunghezza con le dita.
Intanto con l’altra mano non impiega molto per raggiungere l’ano e con le dita, spinge per entrare.
- Come mai non riesco a entrare ?
Domanda continuando a spingere con le dita.
- Non sei lubrificato
Rispondo ansimando per la situazione in cui mi trovo
A questo punto le dita mi vengono portate alla bocca e subito spinte all’interno.
Le insalivo come meglio posso, fino quando tornano sul mio culo e questa volta, quando spinge, entra senza difficoltà.
- Hmmmmm. Mi piace!
Afferma quando l’indice e il medio sono dentro abbondantemente.
- Allora ti posso sfondare il culo? Voglio farti diventare la mia puttana.
Esclama quando ha iniziato a segarmi il cazzo con forza.
Io sto letteralmente impazzendo dall’eccitazione e con il fiato corto riesco a fermarlo.
- Prima fammi vedere il tuo cazzo. Poi ti dico si o no.
Senza fiato, ma sono riuscito a parlare.
- Va bene. Te lo faccio vedere, ma solo se prima lo prendi in bocca.
Afferma togliendosi la sciarpa dal collo per poi avvolgerla attorno i miei occhi.
- Va bene
Affermo mentre mi sta già spingendo in ginocchio a terra.
Sento i suoi pantaloni aprirsi e presto cadere in terra.
Il suo cazzo sbatte sul mio viso, lo riconosco dall’odore della sua eccitazione e da quanto è soffice la pelle.
Ancora pochi attimi e la sua mano e dietro la mia testa mentre qualcosa spinge tra le mie labbra.
Appena apro la bocca, il cazzo mi viene spinto con forza fino in gola.
Tossisco, respiro a fatica e poi, la mano dietro il mio capo viene tolta.
- Succhia
Ordina con il fiato corto.
Il sapore del suo cazzo è buono e dopo pochi attimi eseguo l’ordine.
Basta poche pompate per sentirlo ansimare e subito dopo, la sciarpa mi viene tolta da davanti gli occhi.
Il suo pube depilato è di fronte a me.
Alzando gli occhi, ora l’uomo è totalmente nudo.
Il fisico è asciutto e abbastanza muscoloso e sorridendo torna a posare la mano sulla mia testa per aumentare il ritmo della pompa.
Lo ammetto, mi piace.
Dopo diversi minuti, finalmente mi stacca dal suo cazzo e allontanandomi si va a sedere.
- Ora hai visto il mio cazzo. Cosa ne dici, mi dai il culo o vuoi tornare a casa?
Silenziosamente mi alzo in piedi, raggiungo il tavolo e chiudendo gli occhi mi ci piego sopra a novanta.
Allargate le gambe, con le mani prendo i lati del tavolo e stringo i denti.
L’uomo mi è dietro.
Sputa più volte sul culo e poi sento la cappella appoggiarsi al mio ano.
-
questa è la mia fantasia, se vuoi scrivimi conos142@email.com
Poi un giorno, ho deciso di entrare nella sezione degli incontri tra uomini.
Era particolare di quanto fossero espliciti gli annunci rispetto tutte le altre sezioni e soprattutto di quanto esprimessero le perversioni che volevano sfogare. Girando poi ancora, ho trovato le chat erotiche. Queste erano mille volte meglio e in pochi minuti, ho subito iniziato a chattare con perfetti sconosciuti.
Le cose che venivano scritte erano a volte veramente assurde.
Eppure, mi eccitavano da matti per il solo fatto di poterle esprimere liberamente. Con alcuni di questi utenti, ho stretto presto una piccola sorta di amicizia e ritornando nei giorni a seguire in quella chat, era bello poterli ritrovare per continuare discorsi sempre più piccanti.
Il tema era più che chiaro e scontato.
Si trattava sempre di scopare.
Ma il bello è che era sempre condito da punizioni, torture e da situazioni talmente perverse e a volte imbarazzanti che spesso mi provocavano la pelle d’oca. Come fosse un vero e proprio mix tra paura ed eccitazione, senza quasi toccarmi, il mio cazzo liberava quantità ingenti di eccitazione.
Da quando ho scoperto che raccogliere l’eccitazione che sgorga dal mio cazzo per poi leccarla mi manda il cervello in tilt (come fosse un vero e proprio afrodisiaco), non sono più riuscito a rinunciare a farlo ogni volta.
Ad oggi ho 38 anni.
Tutti quelli che alla fine sono diventati miei amici di chat, superano tutti i 45 – 50 anni.
Le perversioni che mi confessano, sono a volta talmente assurde da mettermi le mani tra le gambe, per stringermi con forza il cazzo per evitare di venire subito. Ma a parte questo, non ero mai arrivato a incontrare nessuno di loro.
Tutto però cambia, quando incontro un certo Max.
Lui era davvero spinto, sboccato e soprattutto molto volgare.
Inizialmente mi aveva dato quasi fastidio oltre che paura di essere un vero e proprio stalker. Ma poi, con il passare dei giorni, si capisce un po’ di più di chi sia quella persona, anche tramite una semplice chat.
Lui comunque, voleva di più.
La chat non gli bastava.
Lui voleva foto, voleva video.
Ma non cose a caso, li voleva fatti da me ed il soggetto, dovevo essere io.
La situazione mi eccitava a tal punto, che alla fine accettai di inviargli il mio contatto di messaggistica personale. Con quest’ultimo, iniziammo a scriverci molto più rapidamente e non mi serviva essere per forza di fronte un computer per poterlo contattare, ma bastava il mio telefonino.
Dopo poche ore, la situazione iniziò subito a scaldarsi quando mi chiese di mandargli qualche foto.
- Che foto vorresti ?
- Cazzo, culo e capezzoli. Muoviti troia.
Nei messaggi è abbastanza telegrafico, ma nonostante questo, mi ha sempre eccitato il suo modo volgare.
Rapidamente mi spoglio nudo con una prepotente erezione tra le gambe e senza esitazione, faccio le foto richieste e le invio.
- Bella troia. Ma ora fammi vedere il buco del culo.
- Hai detto che ti masturbi con i tuoi dildo, ora voglio la conferma che non mi dici cazzate.
Sono eccitato, è vero.
Mi inginocchio a terra e sporgendo indietro il culo, le chiappe si aprono abbastanza da potermi fotografare l’ano.
Senza esitare, invio la foto.
- Allora dicevi la verità.
- Però si vede che è ancora da sfondare.
Passa qualche minuto e ricevo una foto.
Quando la apro, in primo piano vedo un cazzo davvero maestoso e scappellato. Il pube è privo di peli e le palle sono veramente grosse.
- Ti voglio conoscere. Domani pomeriggio sei libero per un caffè?
In pochi minuti, concordiamo il posto dove vederci e l’orario. Poi mi promette che sarà molto tranquillo ed educato tra la gente.
Quando ci salutiamo, le mani mi tremano dall’eccitazione nonostante sia un incontro solo di conoscenza.
Il giorno seguente, mi reco all’appuntamento con un discreto anticipo e raggiunto il bar indicato, lo trovo chiuso. Non sapendo se sia il posto giusto o se abbia sbagliato, provo a scrivergli. Attendo la sua risposta diversi minuti, ma vedo che non visualizza il messaggio.
A questo punto inizio a pensare che sia uno scherzo o che comunque questa persona non verrà mail all’appuntamento. Ad un certo punto però, una persona si avvicina alla serranda chiusa e dopo uno sguardo rapido nella mia direzione, prende in mano il cellulare.
In pochi attimi il mio cellulare vibra.
- Ciao cagna. Visto che il bar è chiuso, seguimi.
L’uomo inizia a camminare.
Io a questo punto, con il cuore in gola inizio a seguirlo.
Solo dopo aver fatto parecchi metri, si gira a guardarmi di sfuggita.
Il telefono vibra ancora.
- Brava cagna. Ero sicuro fossi tu.
L’uomo è vestito con un lungo cappotto spesso e marrone che copre le sue forme. All’apparenza sembra abbastanza in forma ma dalla corporatura massiccia. Con barba e baffi il suo viso è abbastanza irriconoscibile con il suo cappello abbassato fin sulle sopracciglia.
Continuando a camminare, giungiamo in piazza e prese le scale, scendiamo nel parcheggio sotterraneo.
Con un discreto timore, lo seguo a distanza e aperta la porta tagliafuoco dei parcheggi, entriamo all’interno.
Mentre camminiamo, siamo rimasti soli io e lui.
Dopo il grosso muro in cemento, svoltiamo verso destra e qui, il posto è stretto. Alcuni posti auto sono liberi e diversi pilastri rendono la zona abbastanza complessa per il parcheggio.
L’uomo si dirige proprio dietro uno di questi pilastri per poi aspettarmi.
Mentre mi avvicino, mi rendo conto di quanto sia appartato il posto e non avendo più tanto timore di essere notato da altri passanti, mi avvicino a lui.
- Ciao
Lo saluto con un filo di voce.
- Ciao cagna
Risponde sorridendo
- Sei meglio di quanto mi aspettassi! Mi spiace che il bar fosse chiuso, non era previsto. Ma a quel punto ne ho approfittato per poter tornare al parcheggio.
Continua senza darmi modo di replicare.
- Sinceramente pensavo che fosse uno scherzo quando ho visto il bar chiuso. Ma poi sei arrivato per fortuna.
Riesco a rispondere mentre mi fissa con insistenza.
- Senti. Ti va se il caffè lo prendiamo a casa mia? Ti va di salire in macchina con me?
Domanda estraendo dalla tasca un mazzo di chiavi.
- Mi provo a fidare. Va bene.
Rispondo con il cuore che sembra essere arrivato in gola.
Premendo il tasto del telecomando, l’auto affianco a noi suona e lampeggia. L’uomo raggiunge il posto di guida, mentre mi invita a sedere in quello del passeggero.
Chiusa le portiere, dopo che l’auto viene avviata, l’uomo mi guarda sorridente.
Basta uscire dal parcheggio perché finalmente il clima si sciolga e finalmente iniziamo a parlare.
Ricordiamo delle nostre chat e parliamo di qualche esperienza passata, ma rimaniamo sempre molto sul vago senza mai spingerci nei dettagli come invece si faceva per messaggio.
Questo parlare fa si che il tragitto passi rapidamente e quando si parcheggia in una traversa di un corso molto trafficato, mi invita a scendere dall’auto.
Il portone di fronte a noi, è il suo e fatta scattare la serratura, mi invita all’interno.
Mentre saliamo però, iniziano i primi apprezzamenti.
- Bel culo. Ora che sei davanti a me, si vede proprio che è quello delle foto.
Nonostante i pantaloni della tuta, con i gradini per salire mostro in modo accentuato il culo all’uomo alle mie spalle.
Giunti al secondo piano, ci fermiamo e aperta la porta alla nostra destra, mi invita a entrare in casa.
La porta sbatte rumorosamente alle nostre spalle. Subito è tutto buio, ma quando accende la luce, un lungo corridoio si mostra di fronte a me.
L’uomo toglie il lungo cappotto e lo appende all’appendiabiti. Finalmente vedo quanto effettivamente sia massiccia la sua costituzione e di grasso, ammetto che non ne vedo affatto.
Anche io tolgo la giacca mostrandomi con una semplice tuta di colore nero, ma dopo che l’appendo all’appendiabiti come fatto da lui in precedenza, l’uomo mi ferma.
- Senti. Capisco che ci stiamo conoscendo, però vorrei che prendiamo il caffè alle mie regole.
Afferma sorridendo e rimanendo a qualche passo da me.
- In che senso?
Domando guardandolo in modo interrogativo.
- Vorrei tu sia totalmente nudo.
Afferma lasciandomi a bocca aperta.
- Ma prometto, che fino a quando non abbiamo fatto un patto, non ti posso fare niente.
Conclude per poi incrociare le braccia in attesa del mio verdetto.
Non riesco a parlare e mi sento il volto infuocato mentre inizio a togliermi la felpa per poi lasciarla cadere in terra. Il secondo pezzo è la mia maglietta ad essere tolta.
Le scarpe le calcio via in pochi attimi per poi prendere pantaloni e boxer e toglierli con un unico gesto.
Appena mi rialzo con addosso solo i calzini, il mio cazzo totalmente eretto molleggia tra le gambe e l’uomo lo fissa quasi ipnotizzato.
- Anche i calzini
Mi ordina senza distogliere lo sguardo
Tolti anche quest’ultimi, finalmente mi invita a seguirlo.
- Prego siediti, ma tieni le gambe larghe. Mi piace il tuo cazzo.
Questo è l’invito che ricevo giunti in cucina.
Lui intanto ha acceso la macchinetta del caffè e prese le cialde, aspetta che l’acqua si riscaldi.
Ancora una volta ci mettiamo a parlare di tante cose. Anche io, inizio finalmente a sciogliermi un po' e quando beviamo il caffè, quasi mi sto abituando ad esser nudo di fronte lui ancora totalmente vestito.
- Adesso però, vieni qui. Dai, voglio conoscerti meglio.
Alla sua richiesta, non riesco a dire di no e alzandomi dalla sedia, mi avvicino a lui.
Appena sono abbastanza vicino, con una mano impugna con forza il mio cazzo, mentre con l’altra, stretto un gluteo, mi attira a se.
- Bello. Mi piaci.
Mentre dice questo, mi ha già scappellato il cazzo per poi toccarlo in tutta la sua lunghezza con le dita.
Intanto con l’altra mano non impiega molto per raggiungere l’ano e con le dita, spinge per entrare.
- Come mai non riesco a entrare ?
Domanda continuando a spingere con le dita.
- Non sei lubrificato
Rispondo ansimando per la situazione in cui mi trovo
A questo punto le dita mi vengono portate alla bocca e subito spinte all’interno.
Le insalivo come meglio posso, fino quando tornano sul mio culo e questa volta, quando spinge, entra senza difficoltà.
- Hmmmmm. Mi piace!
Afferma quando l’indice e il medio sono dentro abbondantemente.
- Allora ti posso sfondare il culo? Voglio farti diventare la mia puttana.
Esclama quando ha iniziato a segarmi il cazzo con forza.
Io sto letteralmente impazzendo dall’eccitazione e con il fiato corto riesco a fermarlo.
- Prima fammi vedere il tuo cazzo. Poi ti dico si o no.
Senza fiato, ma sono riuscito a parlare.
- Va bene. Te lo faccio vedere, ma solo se prima lo prendi in bocca.
Afferma togliendosi la sciarpa dal collo per poi avvolgerla attorno i miei occhi.
- Va bene
Affermo mentre mi sta già spingendo in ginocchio a terra.
Sento i suoi pantaloni aprirsi e presto cadere in terra.
Il suo cazzo sbatte sul mio viso, lo riconosco dall’odore della sua eccitazione e da quanto è soffice la pelle.
Ancora pochi attimi e la sua mano e dietro la mia testa mentre qualcosa spinge tra le mie labbra.
Appena apro la bocca, il cazzo mi viene spinto con forza fino in gola.
Tossisco, respiro a fatica e poi, la mano dietro il mio capo viene tolta.
- Succhia
Ordina con il fiato corto.
Il sapore del suo cazzo è buono e dopo pochi attimi eseguo l’ordine.
Basta poche pompate per sentirlo ansimare e subito dopo, la sciarpa mi viene tolta da davanti gli occhi.
Il suo pube depilato è di fronte a me.
Alzando gli occhi, ora l’uomo è totalmente nudo.
Il fisico è asciutto e abbastanza muscoloso e sorridendo torna a posare la mano sulla mia testa per aumentare il ritmo della pompa.
Lo ammetto, mi piace.
Dopo diversi minuti, finalmente mi stacca dal suo cazzo e allontanandomi si va a sedere.
- Ora hai visto il mio cazzo. Cosa ne dici, mi dai il culo o vuoi tornare a casa?
Silenziosamente mi alzo in piedi, raggiungo il tavolo e chiudendo gli occhi mi ci piego sopra a novanta.
Allargate le gambe, con le mani prendo i lati del tavolo e stringo i denti.
L’uomo mi è dietro.
Sputa più volte sul culo e poi sento la cappella appoggiarsi al mio ano.
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