L’altra me - Capitolo 2 - via Roma, numero 10

di
genere
tradimenti

Cazzo…
Mi sedetti di nuovo sul letto, cercai con lo sguardo l’orologio sul comodino, segnava le 9.30.
Avevo poche ore per pensare, anche se in cuor mio era ovvio che una decisione era già stata presa, dovevo solo metabolizzare quanto avrei fatto quel giorno e dove questo mi avrebbe portato.
Sono sempre stata una ragazza che amava divertirsi, non mi sono fatta mancare serate pazze, sbronze, qualche esperienza forte a livello sessuale… da 8 anni sono sposata con Massimo e da 5 sono mamma di Emma e sono sempre stata una moglie fedele, senza particolari sforzi o grilli per la testa.
Mi reputo una donna attraente, so di esserlo e lo sa anche mio marito, il quale non manca di farmi notare quando una gonna è secondo lui troppo corta, o quando qualcuno mi guarda mentre passeggiamo.
Anche lui è un uomo con una grande autostima e di bell’aspetto, poco più grande di me, con un passato molto simile al mio e un presente che non ha mai destato in me dubbi o particolari gelosie.
Quanto stava per accadere rischiava però di scoperchiare un vaso pieno di insidie, forse pericolose ma sicuramente invitanti.
Dopo aver chiamato in ufficio avvisando che sarei mancata tutto il giorno uscii di casa.
L’intimo della lettera ovviamente indossato, coperto da un paio di shorts in cotone neri e una camicetta beige.
Infilai degli stivaletti in velluto neri, presi le chiavi ed uscii di casa… la direzione era in Via Roma al n10.
Parcheggiai proprio lì di fronte, la destinazione sembrava un appartamento in una palazzina storica, sopra a un negozio di vestiti.
Due i campanelli, uno dei quali era riservato al negozio quindi sembrava che la scelta fosse facile.
Mi avvicinai e prendendo un bel respiro premetti l’altro citofono, sulla targhetta non era riportato nessun nome.
Il portone scattò e alle 14.05 varcai la soglia di quel luogo che pensavo avrebbe cambiato qualcosa nella mia vita recente.
Salii una rampa di scale, suonai il campanello dell’unica porta al primo e ultimo piano e poco dopo qualcuno apri, rimanendo come una statua immobile di fronte a me.
Rimasi anche io impietrita vedendo con grande stupore che la persona che avevo di fronte era una donna, sulla trentina, di bell’aspetto. Era alta circa quanto me, portava un caschetto castano, occhi verdi e teneva la bocca semi aperta di chi voleva dire buongiorno ma si era fermato con un leggero imbarazzo… la corporatura era molto simile alla mia, indossava una t-shirt oversize rosa infilata in un paio di pantaloni blu morbidi, mi accoglieva scalza sulla soglia del suo appartamento.
Capii che tutti i film nella mia testa si stavano sgretolando quando vidi che i suoi occhi fissavano il pizzo che si intravedeva sotto la mia camicetta, cadendo poi sulle mie gambe coperte dalle collant che probabilmente lei stessa mi aveva recapitato.
Forse la lettera non era per me… era per Massimo.
Fece cenno di entrare mentre con la voce insicura mi salutò: “immagino tu sia Aida” mi disse.
nella mia testa i pensieri si stavano rapidamente riassestando, quello che poteva essere un pomeriggio intrigante si stava trasformando in una discussione che avrebbe inevitabilmente cambiato le cose.
Quello che non era cambiato era il battito accelerato del mio cuore, dal momento in cui ho suonato il campanello un mix di adrenalina ed eccitazione mi pervadeva e il tutto si protraeva adesso che ero in piedi davanti a… “tu sei?” Dissi.
“Mi chiamo Gaia”.
Con gentilezza mi porse un bicchiere d’acqua e si sedette su una poltrona in tessuto scuro del salotto. Toccai le sue mani prendendo il bicchiere, erano morbide, curate, notai il dettaglio di unghie color porpora e una fede al dito.
Mi sedetti davanti a lei, “credo che noi due dovremmo parlare”.
“sono l’amante di tuo marito, da circa un anno.” Mi disse senza troppi giri di parole.
“Ho recapitato un messaggio, pensando che solo lui avrebbe potuto riceverlo, oggi sarebbe stato da me e nessuno l’avrebbe saputo.
Mi dispiace”
Mentre parlava pensavo a loro due, chissà quante volte in questo appartamento mi aveva tradito mentre io conducevo la mia monotona vita tra ufficio, casa e figli.
Guardavo la sua bocca senza quasi sentire il suono delle sue parole, pensando a quante volte Massimo l’aveva baciata.
Gaia teneva le sue mani sulle gambe ma non riuscivo a non pensare che a quest ora sarebbero potute essere tra le gambe di Massimo.
Non mi ero mai trovata in una situazione simile ma inaspettatamente mi sentivo più disorientata che arrabbiata. Come se le certezze che mi accompagnavano fossero ora cadute e fossi sola con questa unica nuova sensazione da interiorizzare.
Non avevo sentito una parola di quello che Gaia stava dicendo ma vidi che si sporgeva in avanti per prendere il bicchiere vuoto dalle mie mani e inginocchiandosi sul tappeto mi chiese “scusa”.
La guardavo nei suoi occhi verdi con uno sguardo vuoto, sentivo le sue mani attorno alle mie e attorno al bicchiere.
La baciai, così a stampo sulla bocca carnosa che sapeva di lucidalabbra un po’ sbiadito.
Notai lo stupore in lei, ma anche in me, mentre rimasi vicina alla sua bocca per qualche secondo.
Poi un altro bacio, suo… stavolta più consapevole e intimo.
Una lacrima bagnava i miei occhi mentre aprivo la bocca insieme a Gaia trovando la sua lingua. Scendeva sul mio viso e sentii il suo sapore salato in bocca mentre lei tremava esplorando questa dimensione apparentemente nuova per entrambe.
Servi qualche minuto perché le mie lacrime si asciugassero e perché il tremore nella bocca e nelle mani di Gaia si fermasse… poi ci guardammo occhi negli occhi e realizzai che volevo vivere quel preciso istante. Non esisteva Massimo, non esisteva ciò che avevo appena scoperto, solo il suo sguardo che penetrava il mio, è la sua bocca che mi chiamava.
Ripresi a baciarla, e la cosa esa diventata adesso più guidata, consapevole.
La sua lingua era morbida, come la sua bocca, si intrecciava con la mia sbavandomi il rossetto… sentivo le sue mani sui fianchi, poi tra i capelli. Tolsi la sua t-shirt dai pantaloni e la alzai sentendo per la prima volta il suo seno nudo contro di me.
La guardavo, e più lo facevo e più capivo che ciò che indossavo sarebbe stato in realtà destinato al suo corpo… tenevo un seno nella mano e lo massaggiavo mentre mi baciava in collo, sentii i bottoni della camicetta aprirsi mostrando quel corsetto che mi faceva tanto sexy.
Feci cadere i suoi pantaloni a terra e facendo un passo per uscirne Gaia mi fece sdraiare sul divano.
Era sopra di me, sentivo la sua terza di seno schiacciata contro il mio e toccavo le sue gambe lisce e le sue cosce erano toniche.
Mi abbassò gli shorts e commentò il mio intimo… “ti sta bene come sarebbe stato addosso a me, sei molto bella”
Appoggiai una gamba sulla sua spalla mentre mi abbassava le calze scoprendo la mia pelle.
Tirò la calza dal mio piede allungandola e facendola poi saltare… fece la stessa cosa con l’altra gambe mentre ci guardavamo negli occhi.
Sì ripiegò sopra di me e le presi la testa… dopo un altro bacio veloce si abbassò tra le mie gambe aperte e iniziò a toccarmi.
Non era la prima volta che una donna mi toccava ma da quei peccati di gioventù erano passati molti anni ed era la prima volta che ero consapevole davvero di quanto lo volessi.
Leccava il mio inguine mentre mi accarezzava sopra gli slip… guardava le mie labbra lisce, con le dita le sentiva, iniziava a conoscerle… spostò il tessuto e infilò la lingua tra di loro aprendole… dal basso verso l’alto risalì scoprendomi bagnata, fino ad arrivare al clitoride.
Per la seconda volta quel giorno ero bagnata, sentivo la sua bocca muoversi tra le mie gambe e accarezzavo i suoi capelli guidandola.
Si staccò per togliermi le mutandine e anche io tolsi le sue… scoprii una depilazione completa, come la mia… due labbra strette e lisce, pallide come il resto della sua carnagione…
Avevo un desiderio e non mi feci attendere… “sdraiati tu” dissi.
Mi girai e mi misi sopra di lei in un 69.
Adesso la guardavo da vicino, spostai i capelli e posso la lingua tra le sue gambe… potevo sentire perfettamente il suo odore ed era buono, come anche il suo sapore in bocca.
Quanto questa mattina avevo immaginato questa scena, mai avrei pensato di stringere le labbra sul clitoride di un altra donna, e invece tutto ciò stava succedendo ed era estremamente eccitante…
Spingevo la lingua tra le sue labbra e scivolavo bagnandomi il mento tra di loro, sentivo nel frattempo le sue mani che tenevano aperte le mie cosce e la sua bocca attaccata a me.
D’un tratto mi aprii sentendo la sua mano toccarmi… mi spinsi indietro con il bacino per accogliere le sue due dita. Le sentii muoversi dentro di me mentre avevo la sua lingua ancora sul clitoride ormai gonfio di piacere.
Non mi feci attendere e anche io feci lo stesso… era stretta, mentre entrai mi stringeva le dita e sentii che gemeva piano soffocando il lamento tra le mie gambe. Mi mossi dentro di lei, poi dopo qualche secondo uscii per solleticarle il clitoride. Entrambe eravamo bagnate e nella bocca dell’altra, è più la leccavo e più la mia faccia si bagnava… ingoiai due o tre volte la sua eccitazione sentendola scendere in gola, e in tutto ciò sentivo come un martello la sua mano dentro di me che non accennava a fermarsi. Gemevo, insieme a lei, ed era molto intimo.
Sentivo che entrambe eravamo libere e a nostro agio, a tal punto da non voler smettere se non per godere una nell’altra.
La nostra voce sempre più soffocata tra le gambe dell’altra, la voglia alle stelle e le nostre mani e lingue inarrestabili allo lo scopo di far godere il partner.
In un crescendo di intensità sentii il bisogno di spingere tutto fuori, sciogliendomi nella bocca di Gaia che non volle fermarsi fino alla fine… ed era ancora dentro di me quando anche io la sentii godere riempiendo le mie labbra di un liquido caldo che sentii scendere in gola, tutto.
Rimasi sdraiata sopra di lei, guardando le sue gambe aperte che ora lasciava cadere giù dal divano. Il tessuto era in parte bagnato così come il suo corpo. Ed era molto, molto bella.
Mi alzai e mi avvicinai alla sua faccia, presi la sua mano ancora bagnata e le leccai le dita, prendendole tutte in bocca, per poi sorriderle.
Rimanemmo lì sdraiate credo una 15ina di minuti in silenzio, ogni una immersa nei propri pensieri, poi con un certo imbarazzo le dissi “forse dovremmo parlarne domani, credo che la notte schiarirà le idee ad entrambe”.
Mi alzai vedendo la comprensione e approvazione nello sguardo di Gaia, immaginavo che anche per lei poteva essere la stessa cosa.
Mi vestii lasciandola sola e seminuda sul divano e uscendo di casa le chiesi di poter tenere Massimo all’oscuro di quando accaduto. Avevo bisogno di tempo per mettere in ordine il tutto.
Tornai verso casa sentendo ancora il sapore e l’odore di Gaia e scoprii che mio marito era già rincasato.
Entrai, aprii l’acqua della doccia e prima di spogliarmi mi avvicinai a lui.
“Ciao amore, come è andata oggi?” Gli dissi baciandolo, consapevole del fatto che lo stesso sapore e odore, adesso, lo avrebbe sentito anche lui…
di
scritto il
2024-12-31
2 . 8 K
visite
4 6
voti
valutazione
6.1
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.