L’altra me - capitolo 4 - il nostro destino
di
Aida50
genere
tradimenti
Erano passate alcune settimane da quel pomeriggio a casa di Gaia e di un suo nuovo contatto non c’era stata ombra… L’avevo pensata molto, sia come la maledetta intrusa nella mia vita di coppia, sia come la passione più travolgente da molto tempo a quella parte.
Il comportamento di Massimo a casa era cambiato. Per un periodo era stato più scontroso, teso… avevo pensato fosse per via di quanto accaduto tra noi, anche se non c’era stata alcuna confessione. Poi si era trasformato nel perfetto marito e amante, premuroso, attento, voglioso.
Quella mattina ero sola in bagno, dopo essermi fatta una doccia mi asciugavo i capelli guardandomi allo specchio.
Massimo entrò per vestirsi e passando dietro di me mi abbracciò baciandomi la schiena. Ricambiai il bacio del buongiorno e sentii poco dopo la sua presa più rigida sui fianchi. Capii il suo intento e ridendo sporsi il bacino verso di lui sentendolo abbastanza eccitato appoggiarsi sulla mia coscia.
Mia figlia nell’altra stanza faceva colazione, così guardai Massimo dallo specchio e gli misi subito una mano nei boxer.
Lo presi stretto in mano portandolo tra le gambe e mentre lo baciavo facevo scivolare la cappella sulle mie labbra. Massimo mi strinse forte i fianchi spingendolo subito dentro. Mi fece spalancare la bocca dal piacere di quella penetrazione inaspettata e di li a poco mi bagnai. Guardavo la porta del bagno pregando che non si aprisse e mi aggrappai al mobile per contenere i colpi che mi arrivavano da dietro…
Nello specchio vedevo il mio seno dondolare avanti e indietro ogni volta che mi spingeva, fino a che non sentii le sue mani stringerlo con forza… misi una mano dietro di me per prendere la sua testa, gli misi le dita tra i capelli… contenevo i gemiti per non farmi sentire ma avrei voluto gridare la mia voglia… sentii la sua voce soffocata mentre di colpo mi venne dentro.
Il suo sperma mi riempi scaldandomi e mi sentii completamente bagnata e calda.
Mi girai baciandolo e dopo un bacio voglioso mi ributtai in doccia… il lavoro aspettava entrambi!
La giornata passò noiosamente, tra colleghi, meeting, telefonate… fino a che tornata a casa non mi ritrovai seduta in cucina bevendo un bicchiere di vino.
Il telefono di Massimo squillò e il nome del mittente di quel messaggio non mi lasciò indifferente: Gaia.
Feci finta di nulla, ma più tardi quella sera presi il telefono di Massimo e cercai subito quella conversazione.
Mentre leggevo capii tutto e il sangue mi si gelò nelle vene.
Da molto tempo non si sentivano e quello di poche ore prima era un messaggio nel quale Gaia chiedeva un incontro a mio marito rivelandogli quanto gli era mancato.
Andai a ritroso scoprendo della gravidanza di lei, dichiarata a Massimo circa tre mesi prima. Il bambino pareva essere del marito di Gaia ma questa notizia mi lasciò comunque impietrita. Evidentemente era il motivo per il quale Gaia e Massimo non si erano più visti… fino a quello che (forse) sarebbe stato l’incontro che Gaia aveva chiesto a Massimo per il giorno seguente.
La notte fu molto agitata e insonne, di punto in bianco ero piombata di nuovo nel tormento. Vedevo la mia famiglia sgretolarsi un altra volta, sentivo già le scuse di mio marito per allontanarsi da me, le serate passate da sola davanti alla tv pensando che lui fosse al lavoro.
Dall’altro lato sentivo un tormento interno che toccava le mie corde più sensibili, dovuto al fatto che per la prima volta dopo tempo avevo percepito la possibilità di rivederla.
Era un giovedì mattina, le 11.00 circa.
Vidi la macchina di Massimo nel parcheggio di via Roma e così, approfittando degli orari di apertura del negozio sotto casa, entrai nel portone e salii per le scale.
Mi fermai dietro la porta per sentire se dei rumori provenivano da dentro l’appartamento ma non riuscivo a sentire nulla. Non so per quanto tempo rimasi lì, incollata alla porta in una tensione surreale, con i miei pensieri in testa, mi sentivo una stupida per quello che stavo facendo.
Mi guardai, mi ero persino messa un vestito corto e nonostante il freddo le mie gambe erano volutamente nude.
“Respira” mi dissi…
Ruotai la maniglia e spinsi la porta, nessuno aveva chiuso a chiave.
Entrai lentamente e camminai nel corridoio silenzioso senza vedere nessuno.
Nell’aria solo il rumore dei miei tacchi sul pavimento in legno e del mio respiro agitato.
Vidi una porta in fondo al corridoio e un ombra che si rifletteva sbiadita sulla parete.
Mi avvicinai prendendo coscienza di ciò che stavo probabilmente per affrontare.
Una volta sulla soglia della porta vidi Massimo. Era seduto di spalle su una sedia, nudo.
Davanti a lui potevo vedere solo in parte Gaia, in ginocchio mentre chiaramente teneva la testa tra le sue gambe intenta a succhiarlo.
Non badavo all’istinto di vendetta, o di rivalsa, al piacere o alla pugnalata che questa scena mi stava infliggendo.
Mi sentii svuotata mentre entravo nella stanza in silenzio, mettendomi dietro alla sedia di Massimo.
Gli presi la testa inclinandola all’indietro e guardai i suoi occhi sbarrati vedendomi.
Mi chinai e lo baciai. Mentre sentivo la risposta della sua lingua nella mia bocca allungai una mano verso le sue gambe e presi letteralmente in mano il suo cazzo mentre Gaia accorgendosi della mia presenza si spostò.
Nessuno ebbe il coraggio di parlare, nessuno di replicare. Gaia prese la mia mano, mi guardò… Capì il mio stato d’animo e piano si avvicinò nuovamente alle gambe di Massimo, per continuare il suo lavoro.
Leccava il suo cazzo e la mia mano, sentivo la sua lingua tra le dita e cercavo la sua bocca mentre mi muovevo su e giù…
Smisi di baciare Massimo per spostarmi e guardai Gaia mentre la raggiungevo.
Era cambiata, le sue forme più morbide mostravano l’avanzamento della gravidanza. Il suo seno era più gonfio, la sua pancia più grande, se pur contenuta e proporzionata al suo fisico, il suo viso era più rotondo.
Mi inginocchiai davanti a lei e aspettai che li togliesse il vestito scoprendomi il seno. Volevo baciarla, lei voleva baciare me. I miei capezzoli contro i suoi, mentre la mia lingua cercava la sua… ci baciammo intensamente mentre le toccavo il seno e nello stesso momento vidi la sua mano continuare a muoversi su e giù stringendo il cazzo di Massimo. Le accarezzai la pancia, poi tra le gambe. Come la volta precedente notai la perfetta depilazione, a tal punto che le mie dita scivolarono subito tra le sue labbra.
Mentre lo facevo Massimo si spostò in avanti posando la cappella tra le nostre bocche. Entrambe iniziammo a leccarlo, mischiando il suo sapore nelle nostre bocche. Leccavo i testicoli mentre sentivo le labbra di Gaia stringerlo in bocca. Risalivo lentamente trovando e metà strada la lingua di Gaia e fermandomi su di lei per baciarla. Era incredibile come questa nuova esperienza non mi turbasse, come se quello che stava succedendo fosse già successo nella mia testa altre decine di volte, sembrava che tutti e tre sapessimo esattamente cosa fare, come muoverci per dare piacere a tutti.
Gaia si alzò prendendomi per mano mi portò a letto.
Sì sdraiò e mi misi subito sopra di lei. Le sue nuove forme erano intriganti… mi ricordavo di quando anche io al suo posto venivo sorpresa da sbalzi ormonali che mi eccitavano a dismisura, credevo di sapere cosa volesse. Rimasi in ginocchio sopra di lei e la baciai mentre sentivo Massimo che prendeva posto dietro di me.
Mentre limonavamo rimase a bocca aperta gemendo nella mia bocca, capii che Massimo la stava penetrando… iniziò a spingerla e io guardavo il suo seno muoversi al ritmo delle spinte… presi un capezzolo tra le labbra mentre con una mano le stringevo l’altro seno… la leccavo, e la guardavo godere con la voglia di chi si stava trattenendo da troppo tempo. Sentivo le sue mani tra i capelli, mi voleva almeno quanto io volessi lei.
Mi girai guardando Massimo, anche io volevo la mia parte… Subito si spostò e uscendo da Gaia si mosse verso il mio culo.
Con entrambe le mani apri le mie cosce ed entrò, con forza.
Adesso era Gaia ad essere pienamente concentrata su di me, sulla mia bocca e sul mio corpo. Mi leccava mentre vedevo che con una mano tra le gambe si toccava ancora presa dall’eccitazione del cazzo del quale aveva appena goduto… sentii i capelli nel pugno di Massimo, i suoi fianchi sbattere contro il mio culo e la bocca di Gaia sul mio collo. Quanto avrei voluto godere, troppe fantasie scorrevano nella mia mente ma pensavo solo a noi.
Conoscevo mio marito, sapevo che di lì a poco sarebbe venuto e non lo volevo dentro di me. Così mi spostai, mi sedetti di fianco a Gaia ed entrambe iniziammo a toccarci a vicenda… la sua mano dentro di me, la mia mano dentro di lei… era eccitante vederle il pancione mentre la penetravo… stringeva le braccia per spingere a fondo tre dita dentro me, leccavo il suo seno abbondante succhiandole i capezzoli.
Capii che entrambe stavamo per venire e subito sentii il cazzo di Massimo vicino… alzai lo sguardo, lo vidi da sotto tutto nella bocca di Gaia. Guardavo Massimo spingere più forte e sentivo lei soffocare succhiandolo.
Lo presi in mano muovendolo rapidamente mentre godevo nella mano di Gaia… ansimavo insieme a lei bagnandola tutta e guardavo lui pronto a spingere tutto fuori, addosso a noi.
Gaia stava godendo mentre a bocca aperta e inconsapevolmente prese il primo schizzo di sperma sulla lingua.
La baciai immediatamente sentendo e condividendo il sapore di Massimo, ingoiando tutto quanto.
Intanto sentivo il resto colare sulla mia guancia, sul mio seno… mi staccai dalla bocca di Gaia solo per prendere un ultima volta in bocca tutto quanto il cazzo di Massimo e ripulirlo da quanto aveva appena finito di fare addosso a noi.
Ingoiai l’ultima volta e poi mi guardai attorno. Tutti e tre eravamo bagnati, sudati, sporchi e soddisfatti.
Gli schizzi di Massimo colavano sulla faccia di Gaia e sul suo seno, uno ricopriva un suo capezzolo cercando di cadere a terra… notai soltanto un secondo dopo un dettaglio dietro Gaia. Sul letto sfatto c’era un perizoma nero semitrasparente… delle calze… un bustier nero… uguali a quelliche settimane prima avevo trovato nella mia cassetta delle lettere e che mi avevano accompagnato in questa avventura… solo che ora erano sporchi di sperma, di voglie, di sesso, di noi tre.
@aidaracconta
Il comportamento di Massimo a casa era cambiato. Per un periodo era stato più scontroso, teso… avevo pensato fosse per via di quanto accaduto tra noi, anche se non c’era stata alcuna confessione. Poi si era trasformato nel perfetto marito e amante, premuroso, attento, voglioso.
Quella mattina ero sola in bagno, dopo essermi fatta una doccia mi asciugavo i capelli guardandomi allo specchio.
Massimo entrò per vestirsi e passando dietro di me mi abbracciò baciandomi la schiena. Ricambiai il bacio del buongiorno e sentii poco dopo la sua presa più rigida sui fianchi. Capii il suo intento e ridendo sporsi il bacino verso di lui sentendolo abbastanza eccitato appoggiarsi sulla mia coscia.
Mia figlia nell’altra stanza faceva colazione, così guardai Massimo dallo specchio e gli misi subito una mano nei boxer.
Lo presi stretto in mano portandolo tra le gambe e mentre lo baciavo facevo scivolare la cappella sulle mie labbra. Massimo mi strinse forte i fianchi spingendolo subito dentro. Mi fece spalancare la bocca dal piacere di quella penetrazione inaspettata e di li a poco mi bagnai. Guardavo la porta del bagno pregando che non si aprisse e mi aggrappai al mobile per contenere i colpi che mi arrivavano da dietro…
Nello specchio vedevo il mio seno dondolare avanti e indietro ogni volta che mi spingeva, fino a che non sentii le sue mani stringerlo con forza… misi una mano dietro di me per prendere la sua testa, gli misi le dita tra i capelli… contenevo i gemiti per non farmi sentire ma avrei voluto gridare la mia voglia… sentii la sua voce soffocata mentre di colpo mi venne dentro.
Il suo sperma mi riempi scaldandomi e mi sentii completamente bagnata e calda.
Mi girai baciandolo e dopo un bacio voglioso mi ributtai in doccia… il lavoro aspettava entrambi!
La giornata passò noiosamente, tra colleghi, meeting, telefonate… fino a che tornata a casa non mi ritrovai seduta in cucina bevendo un bicchiere di vino.
Il telefono di Massimo squillò e il nome del mittente di quel messaggio non mi lasciò indifferente: Gaia.
Feci finta di nulla, ma più tardi quella sera presi il telefono di Massimo e cercai subito quella conversazione.
Mentre leggevo capii tutto e il sangue mi si gelò nelle vene.
Da molto tempo non si sentivano e quello di poche ore prima era un messaggio nel quale Gaia chiedeva un incontro a mio marito rivelandogli quanto gli era mancato.
Andai a ritroso scoprendo della gravidanza di lei, dichiarata a Massimo circa tre mesi prima. Il bambino pareva essere del marito di Gaia ma questa notizia mi lasciò comunque impietrita. Evidentemente era il motivo per il quale Gaia e Massimo non si erano più visti… fino a quello che (forse) sarebbe stato l’incontro che Gaia aveva chiesto a Massimo per il giorno seguente.
La notte fu molto agitata e insonne, di punto in bianco ero piombata di nuovo nel tormento. Vedevo la mia famiglia sgretolarsi un altra volta, sentivo già le scuse di mio marito per allontanarsi da me, le serate passate da sola davanti alla tv pensando che lui fosse al lavoro.
Dall’altro lato sentivo un tormento interno che toccava le mie corde più sensibili, dovuto al fatto che per la prima volta dopo tempo avevo percepito la possibilità di rivederla.
Era un giovedì mattina, le 11.00 circa.
Vidi la macchina di Massimo nel parcheggio di via Roma e così, approfittando degli orari di apertura del negozio sotto casa, entrai nel portone e salii per le scale.
Mi fermai dietro la porta per sentire se dei rumori provenivano da dentro l’appartamento ma non riuscivo a sentire nulla. Non so per quanto tempo rimasi lì, incollata alla porta in una tensione surreale, con i miei pensieri in testa, mi sentivo una stupida per quello che stavo facendo.
Mi guardai, mi ero persino messa un vestito corto e nonostante il freddo le mie gambe erano volutamente nude.
“Respira” mi dissi…
Ruotai la maniglia e spinsi la porta, nessuno aveva chiuso a chiave.
Entrai lentamente e camminai nel corridoio silenzioso senza vedere nessuno.
Nell’aria solo il rumore dei miei tacchi sul pavimento in legno e del mio respiro agitato.
Vidi una porta in fondo al corridoio e un ombra che si rifletteva sbiadita sulla parete.
Mi avvicinai prendendo coscienza di ciò che stavo probabilmente per affrontare.
Una volta sulla soglia della porta vidi Massimo. Era seduto di spalle su una sedia, nudo.
Davanti a lui potevo vedere solo in parte Gaia, in ginocchio mentre chiaramente teneva la testa tra le sue gambe intenta a succhiarlo.
Non badavo all’istinto di vendetta, o di rivalsa, al piacere o alla pugnalata che questa scena mi stava infliggendo.
Mi sentii svuotata mentre entravo nella stanza in silenzio, mettendomi dietro alla sedia di Massimo.
Gli presi la testa inclinandola all’indietro e guardai i suoi occhi sbarrati vedendomi.
Mi chinai e lo baciai. Mentre sentivo la risposta della sua lingua nella mia bocca allungai una mano verso le sue gambe e presi letteralmente in mano il suo cazzo mentre Gaia accorgendosi della mia presenza si spostò.
Nessuno ebbe il coraggio di parlare, nessuno di replicare. Gaia prese la mia mano, mi guardò… Capì il mio stato d’animo e piano si avvicinò nuovamente alle gambe di Massimo, per continuare il suo lavoro.
Leccava il suo cazzo e la mia mano, sentivo la sua lingua tra le dita e cercavo la sua bocca mentre mi muovevo su e giù…
Smisi di baciare Massimo per spostarmi e guardai Gaia mentre la raggiungevo.
Era cambiata, le sue forme più morbide mostravano l’avanzamento della gravidanza. Il suo seno era più gonfio, la sua pancia più grande, se pur contenuta e proporzionata al suo fisico, il suo viso era più rotondo.
Mi inginocchiai davanti a lei e aspettai che li togliesse il vestito scoprendomi il seno. Volevo baciarla, lei voleva baciare me. I miei capezzoli contro i suoi, mentre la mia lingua cercava la sua… ci baciammo intensamente mentre le toccavo il seno e nello stesso momento vidi la sua mano continuare a muoversi su e giù stringendo il cazzo di Massimo. Le accarezzai la pancia, poi tra le gambe. Come la volta precedente notai la perfetta depilazione, a tal punto che le mie dita scivolarono subito tra le sue labbra.
Mentre lo facevo Massimo si spostò in avanti posando la cappella tra le nostre bocche. Entrambe iniziammo a leccarlo, mischiando il suo sapore nelle nostre bocche. Leccavo i testicoli mentre sentivo le labbra di Gaia stringerlo in bocca. Risalivo lentamente trovando e metà strada la lingua di Gaia e fermandomi su di lei per baciarla. Era incredibile come questa nuova esperienza non mi turbasse, come se quello che stava succedendo fosse già successo nella mia testa altre decine di volte, sembrava che tutti e tre sapessimo esattamente cosa fare, come muoverci per dare piacere a tutti.
Gaia si alzò prendendomi per mano mi portò a letto.
Sì sdraiò e mi misi subito sopra di lei. Le sue nuove forme erano intriganti… mi ricordavo di quando anche io al suo posto venivo sorpresa da sbalzi ormonali che mi eccitavano a dismisura, credevo di sapere cosa volesse. Rimasi in ginocchio sopra di lei e la baciai mentre sentivo Massimo che prendeva posto dietro di me.
Mentre limonavamo rimase a bocca aperta gemendo nella mia bocca, capii che Massimo la stava penetrando… iniziò a spingerla e io guardavo il suo seno muoversi al ritmo delle spinte… presi un capezzolo tra le labbra mentre con una mano le stringevo l’altro seno… la leccavo, e la guardavo godere con la voglia di chi si stava trattenendo da troppo tempo. Sentivo le sue mani tra i capelli, mi voleva almeno quanto io volessi lei.
Mi girai guardando Massimo, anche io volevo la mia parte… Subito si spostò e uscendo da Gaia si mosse verso il mio culo.
Con entrambe le mani apri le mie cosce ed entrò, con forza.
Adesso era Gaia ad essere pienamente concentrata su di me, sulla mia bocca e sul mio corpo. Mi leccava mentre vedevo che con una mano tra le gambe si toccava ancora presa dall’eccitazione del cazzo del quale aveva appena goduto… sentii i capelli nel pugno di Massimo, i suoi fianchi sbattere contro il mio culo e la bocca di Gaia sul mio collo. Quanto avrei voluto godere, troppe fantasie scorrevano nella mia mente ma pensavo solo a noi.
Conoscevo mio marito, sapevo che di lì a poco sarebbe venuto e non lo volevo dentro di me. Così mi spostai, mi sedetti di fianco a Gaia ed entrambe iniziammo a toccarci a vicenda… la sua mano dentro di me, la mia mano dentro di lei… era eccitante vederle il pancione mentre la penetravo… stringeva le braccia per spingere a fondo tre dita dentro me, leccavo il suo seno abbondante succhiandole i capezzoli.
Capii che entrambe stavamo per venire e subito sentii il cazzo di Massimo vicino… alzai lo sguardo, lo vidi da sotto tutto nella bocca di Gaia. Guardavo Massimo spingere più forte e sentivo lei soffocare succhiandolo.
Lo presi in mano muovendolo rapidamente mentre godevo nella mano di Gaia… ansimavo insieme a lei bagnandola tutta e guardavo lui pronto a spingere tutto fuori, addosso a noi.
Gaia stava godendo mentre a bocca aperta e inconsapevolmente prese il primo schizzo di sperma sulla lingua.
La baciai immediatamente sentendo e condividendo il sapore di Massimo, ingoiando tutto quanto.
Intanto sentivo il resto colare sulla mia guancia, sul mio seno… mi staccai dalla bocca di Gaia solo per prendere un ultima volta in bocca tutto quanto il cazzo di Massimo e ripulirlo da quanto aveva appena finito di fare addosso a noi.
Ingoiai l’ultima volta e poi mi guardai attorno. Tutti e tre eravamo bagnati, sudati, sporchi e soddisfatti.
Gli schizzi di Massimo colavano sulla faccia di Gaia e sul suo seno, uno ricopriva un suo capezzolo cercando di cadere a terra… notai soltanto un secondo dopo un dettaglio dietro Gaia. Sul letto sfatto c’era un perizoma nero semitrasparente… delle calze… un bustier nero… uguali a quelliche settimane prima avevo trovato nella mia cassetta delle lettere e che mi avevano accompagnato in questa avventura… solo che ora erano sporchi di sperma, di voglie, di sesso, di noi tre.
@aidaracconta
2
8
voti
voti
valutazione
5.9
5.9
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L’altra me - Capitolo 3 - Massimoracconto sucessivo
Dettaglio di un orgasmo
Commenti dei lettori al racconto erotico