Suonano alla porta
di
Brat
genere
gay
Mi chiamo Michael,
sono un venticinquenne, molto bello secondo quanto dicono: biondo, basso, circa 1.60, occhi verdi, magro e minuto, una bellezza tascabile; stile molto semplice, toni freddi, camicie azzurre, jeans chiari; laureato in economia lavoro in una banca allo sportello.
Un giorno tornato a casa da lavoro e mi butto sul divano, metto davanti a me una sedia per appoggiare i piedi ma mi bussano alla porta,
apro
rimango di sasso:
Un dio nero della mia età o poco più grande
volto ancora giovane e simpatico, alto sopra il metro ottanta, cresta di capelli neri sulla testa, sulla fronte una bandana rossa;
spalle enormi e petto ampio su cui si apre la camicia rossa, jeans neri e sotto stivali neri da cow boy; portava una valigetta di merce da vendere, era un vu cumprà.
Gli dico, meglio balbetto, che non voglio comprare nulla ma se vuole entrare a bere qualcosa, non so cosa mi prenda, lui invece entra tranquillo e sicuro si siede sul divano e appoggia le gambe sulla sedia mentre io riempio e gli porgo un bicchiere d’acqua.
Mi siedo su una sedia di fronte a lui e inizio a chiacchierare del più e del meno, proprio mentre mi ta spiegando con la sua voce calda del perché non poteva più rimanere in Uganda, noto che ha tolto da prima stivali e calze e che ora ha una gamba piegata sulla sedia davanti al divano e una stesa sulla stessa sedia…
non riesco a staccare lo sguardo dalla pianta rosa carico di quel piede che sarà un 46/47 enorme a pianta larga.
Lui si accorge che non lo sto più ascoltando e che sto guardando la pianta del suo piede, si zittisce, scopre un sorriso diabolico e uno sguardo sadico, e con voce divertita mi dice "inginocchiati puttana";
Immediatamente cado in ginocchio davanti a quel piede divino, lui allunga anche l'altra gamba mostrando anche l'altra pianta, dello stesso rosa carico della precedente, nel mentre toltosi la cintura me la mette attorno al collo come un guinzaglio dicendomi "avevo capito che ti piacevano, non distoglievi lo sguardo dal mio piede"
"Oh si si, si, come ti chiami?"
E lui, sorridendo beffardo "chiamami padrone"
"Oh si, si padrone!"
"Leccami i piedi troia"
Subito affondo il mio piccolo viso nella pianta del suo maestoso piede destro, annuso a pieni polmoni l'odore di quel piede, pulito, odora di sapone, ma anche di uomo, bacio la pianta con devota sottomissione e poi tiro fuori la lingua con voluttà e comincio a leccare quel piede stupendo, bacio e lecco ogni centimetro di quel piede e giunto alle dita inizio a succhiarle partendo dal mignolo, e poi guardo lui, il mio muscolico sovrano, stupendo, mi sorride divertito e eccitato.
Succhio tutte le dita arrivando all'alluce, per poi dare tutto me stesso nella venerazione dell'altra pianta, arrivato anche a quella alle dita arrivo all'alluce, e a quel punto lui mi pone l'altro piede sulla testa, senza schiacciare, semplicemente per sottolineare il suo dominio su di me.
Quando mi stacco dall'alluce sposta la sedia si cui aveva appoggiato le gambe e si alza in piedi, lasciando cadere a terra i suoi pantaloni slacciati, mi guarda con dolcezza e fa cadere anche i boxer facendo svettare il suo cazzo come una torre di carne che proietta l'ombra sul mio viso piccolo e pallido "ti piace il cazzo, schiavo?" "Oh si padrone, si padrone" e lui con la sua manona mi prende il viso da un lato, mi mette il pollice in bocca, lo succhio, mi apre la bocca e ci sputa dentro, poi inizia a schiaffeggiarmi la faccia e passarmi sulla fronte e sulla faccia la sua cappella rossa cantando a bassa voce una cantilena in una lingua sconosciuta.
Finita la cantilena mi spiega "ti sto consacrando al mio cazzo" e poi mi ordina "mettilo in bocca", e inizio a succhiarlo con voluttà, piano piano riesco a mettere in bocca tutta l'asta, lui vedo prende una sigaretta dal mio pacchetto appoggiato al poggia braccio del divano e se la accende, per poi fare cadere la cenere sulla mia testa, la cosa mi eccita un botto e inizio a pompare ancora di più, lui mi prende la testa con una mano, tenendomela ferma e spingendomelo in gola con vigorosi colpi di bacino, nel frattempo fuma e mi scenera sulla testa:
mi fanno male le ginocchia e la mascella, ma a un certo punto il dolore sparisce, rimane solo il ritmo dei suoi colpi, io divento solo strumento del suo piacere, e la cosa mi eccita estremamente.
Lui probabilmente se ne accorge, dato che mi mette un piede sull'erezione e la schiaccia, cosa che mi eccita ulteriormente.
Finito di fumare getta il mozzicone nel bicchiere, poi mi tira fuori il cazzo dalla bocca, mi prende per i capelli, mi alza alla sua altezza e mi sputa in faccia e mi mette a pancia in giù sul tavolo, con le gambe a penzoloni e il culo che sporge, si succhia le dita e me le inserisce piano piano nell'ano, mi chiede con dolcezza "ti fa male" "no" e inserisce un altro dito fino a arrivare a quattro, li estrae e si mette un preservativo, mi infila un suo calzino in bocca e iniziò piano piano a infilarmelo in culo.
A un certo punto, godendo alzo la testa, lui con la mano me la spinge giù e mi dice "sottomettiti e godi puttana" piano piano iniziò a dare colpi, godo tantissimo, era caldo e dolce con questi colpi spinti con dolcezza. e vede che mi sono abituato inizia a dare colpi più vigorosi, godo tantissimo…
Si gira gli anelli verso l'interno della mano e comincia a sculacciarmi, mi fa malissimo, ma intuisco che stringendo il culo per il dolore lui gode ancora di più, e sento che quello è l' importante, e che lui goda per il mio dolore, e la cosa mi fa eccitare tantissimo,
A un certo punto me lo toglie dal culo, prendendomi per i capelli mi mettee in ginocchio per terra e mi passa il suo maestoso piede destr, che lecco con voluttà, sula faccia per togliermi il calzino dalla bocca, e ora mi trovo qui, ancora in ginocchio, col suo cazzo enorme che troneggia su di me mentre lui se lo sega… non posso fare a meno che baciargli con devota sottomissione la cappella infuocata e dirgli "oh si, si, marchiami con il tuo seme, come una tua conquista, io sono tuo, e tu appartieni soltanto a te stesso, e mi prendi e mi lasci quando vuoi"
Ridendo continua a segarsi finché non mi scarica un tale quantitativo di sborra sulla faccia da trasformarla in una maschera di sperma, mi prende per i capelli e mi trascina in bagno mettendomi in ginocchio nella doccia dove mi piscia addosso, incurante che avessi addosso i vestiti e la sua cintura al collo:
il suo getto caldo mi piace tantissimo, riesco anche a prendere dei sorsi in bocca, mi sembra di essere lavato con dell'acqua divina.
Finita la pisciata si pulisce le gocce sulla mia lingua che ho tirato fuori, poi si tira su boxer e pantaloni dicendomi: "torno settimana prossima stesso giorno alla stessa ora, preparati a farmi godere come hai fatto oggi" e uscito dal bagno tenendosi i pantaloni, sento che in salotto si rimette le calze e gli stivali e presa una cintura dalla sua mercanzia se la mette e esce senza salutare.
E io rimango lì, ancora estasiato, facendomi finalmente una sega liberatoria e non vedendo l'ora di rivederlo.
Settimana dopo, sapendo che stesse per arrivare, preparo la porta aperta, e mi preparo nudo, in ginocchio, con la sua cintura al collo... Arrivato lui capisce, entra la porta servendosi da bere, e poi mi domina e mi sottomette come la prima volta, e così per svariati mesi finché non si presenta col suo nome e finalmente riusciamo a frequentarci anche in altri momenti.
Ora ha un lavoro, viviamo assieme, lui mi ama, mi venera, mi vizia, tra le sue braccia mi sento un principe protetto da poderose mura, ma quando scopiamo lui torna a essere il mio signore e padrone che mi domina e mi sottomette, e io la sua sporca puttana, la sua fottuta troia, il suo schiavo leccapiedi
sono un venticinquenne, molto bello secondo quanto dicono: biondo, basso, circa 1.60, occhi verdi, magro e minuto, una bellezza tascabile; stile molto semplice, toni freddi, camicie azzurre, jeans chiari; laureato in economia lavoro in una banca allo sportello.
Un giorno tornato a casa da lavoro e mi butto sul divano, metto davanti a me una sedia per appoggiare i piedi ma mi bussano alla porta,
apro
rimango di sasso:
Un dio nero della mia età o poco più grande
volto ancora giovane e simpatico, alto sopra il metro ottanta, cresta di capelli neri sulla testa, sulla fronte una bandana rossa;
spalle enormi e petto ampio su cui si apre la camicia rossa, jeans neri e sotto stivali neri da cow boy; portava una valigetta di merce da vendere, era un vu cumprà.
Gli dico, meglio balbetto, che non voglio comprare nulla ma se vuole entrare a bere qualcosa, non so cosa mi prenda, lui invece entra tranquillo e sicuro si siede sul divano e appoggia le gambe sulla sedia mentre io riempio e gli porgo un bicchiere d’acqua.
Mi siedo su una sedia di fronte a lui e inizio a chiacchierare del più e del meno, proprio mentre mi ta spiegando con la sua voce calda del perché non poteva più rimanere in Uganda, noto che ha tolto da prima stivali e calze e che ora ha una gamba piegata sulla sedia davanti al divano e una stesa sulla stessa sedia…
non riesco a staccare lo sguardo dalla pianta rosa carico di quel piede che sarà un 46/47 enorme a pianta larga.
Lui si accorge che non lo sto più ascoltando e che sto guardando la pianta del suo piede, si zittisce, scopre un sorriso diabolico e uno sguardo sadico, e con voce divertita mi dice "inginocchiati puttana";
Immediatamente cado in ginocchio davanti a quel piede divino, lui allunga anche l'altra gamba mostrando anche l'altra pianta, dello stesso rosa carico della precedente, nel mentre toltosi la cintura me la mette attorno al collo come un guinzaglio dicendomi "avevo capito che ti piacevano, non distoglievi lo sguardo dal mio piede"
"Oh si si, si, come ti chiami?"
E lui, sorridendo beffardo "chiamami padrone"
"Oh si, si padrone!"
"Leccami i piedi troia"
Subito affondo il mio piccolo viso nella pianta del suo maestoso piede destro, annuso a pieni polmoni l'odore di quel piede, pulito, odora di sapone, ma anche di uomo, bacio la pianta con devota sottomissione e poi tiro fuori la lingua con voluttà e comincio a leccare quel piede stupendo, bacio e lecco ogni centimetro di quel piede e giunto alle dita inizio a succhiarle partendo dal mignolo, e poi guardo lui, il mio muscolico sovrano, stupendo, mi sorride divertito e eccitato.
Succhio tutte le dita arrivando all'alluce, per poi dare tutto me stesso nella venerazione dell'altra pianta, arrivato anche a quella alle dita arrivo all'alluce, e a quel punto lui mi pone l'altro piede sulla testa, senza schiacciare, semplicemente per sottolineare il suo dominio su di me.
Quando mi stacco dall'alluce sposta la sedia si cui aveva appoggiato le gambe e si alza in piedi, lasciando cadere a terra i suoi pantaloni slacciati, mi guarda con dolcezza e fa cadere anche i boxer facendo svettare il suo cazzo come una torre di carne che proietta l'ombra sul mio viso piccolo e pallido "ti piace il cazzo, schiavo?" "Oh si padrone, si padrone" e lui con la sua manona mi prende il viso da un lato, mi mette il pollice in bocca, lo succhio, mi apre la bocca e ci sputa dentro, poi inizia a schiaffeggiarmi la faccia e passarmi sulla fronte e sulla faccia la sua cappella rossa cantando a bassa voce una cantilena in una lingua sconosciuta.
Finita la cantilena mi spiega "ti sto consacrando al mio cazzo" e poi mi ordina "mettilo in bocca", e inizio a succhiarlo con voluttà, piano piano riesco a mettere in bocca tutta l'asta, lui vedo prende una sigaretta dal mio pacchetto appoggiato al poggia braccio del divano e se la accende, per poi fare cadere la cenere sulla mia testa, la cosa mi eccita un botto e inizio a pompare ancora di più, lui mi prende la testa con una mano, tenendomela ferma e spingendomelo in gola con vigorosi colpi di bacino, nel frattempo fuma e mi scenera sulla testa:
mi fanno male le ginocchia e la mascella, ma a un certo punto il dolore sparisce, rimane solo il ritmo dei suoi colpi, io divento solo strumento del suo piacere, e la cosa mi eccita estremamente.
Lui probabilmente se ne accorge, dato che mi mette un piede sull'erezione e la schiaccia, cosa che mi eccita ulteriormente.
Finito di fumare getta il mozzicone nel bicchiere, poi mi tira fuori il cazzo dalla bocca, mi prende per i capelli, mi alza alla sua altezza e mi sputa in faccia e mi mette a pancia in giù sul tavolo, con le gambe a penzoloni e il culo che sporge, si succhia le dita e me le inserisce piano piano nell'ano, mi chiede con dolcezza "ti fa male" "no" e inserisce un altro dito fino a arrivare a quattro, li estrae e si mette un preservativo, mi infila un suo calzino in bocca e iniziò piano piano a infilarmelo in culo.
A un certo punto, godendo alzo la testa, lui con la mano me la spinge giù e mi dice "sottomettiti e godi puttana" piano piano iniziò a dare colpi, godo tantissimo, era caldo e dolce con questi colpi spinti con dolcezza. e vede che mi sono abituato inizia a dare colpi più vigorosi, godo tantissimo…
Si gira gli anelli verso l'interno della mano e comincia a sculacciarmi, mi fa malissimo, ma intuisco che stringendo il culo per il dolore lui gode ancora di più, e sento che quello è l' importante, e che lui goda per il mio dolore, e la cosa mi fa eccitare tantissimo,
A un certo punto me lo toglie dal culo, prendendomi per i capelli mi mettee in ginocchio per terra e mi passa il suo maestoso piede destr, che lecco con voluttà, sula faccia per togliermi il calzino dalla bocca, e ora mi trovo qui, ancora in ginocchio, col suo cazzo enorme che troneggia su di me mentre lui se lo sega… non posso fare a meno che baciargli con devota sottomissione la cappella infuocata e dirgli "oh si, si, marchiami con il tuo seme, come una tua conquista, io sono tuo, e tu appartieni soltanto a te stesso, e mi prendi e mi lasci quando vuoi"
Ridendo continua a segarsi finché non mi scarica un tale quantitativo di sborra sulla faccia da trasformarla in una maschera di sperma, mi prende per i capelli e mi trascina in bagno mettendomi in ginocchio nella doccia dove mi piscia addosso, incurante che avessi addosso i vestiti e la sua cintura al collo:
il suo getto caldo mi piace tantissimo, riesco anche a prendere dei sorsi in bocca, mi sembra di essere lavato con dell'acqua divina.
Finita la pisciata si pulisce le gocce sulla mia lingua che ho tirato fuori, poi si tira su boxer e pantaloni dicendomi: "torno settimana prossima stesso giorno alla stessa ora, preparati a farmi godere come hai fatto oggi" e uscito dal bagno tenendosi i pantaloni, sento che in salotto si rimette le calze e gli stivali e presa una cintura dalla sua mercanzia se la mette e esce senza salutare.
E io rimango lì, ancora estasiato, facendomi finalmente una sega liberatoria e non vedendo l'ora di rivederlo.
Settimana dopo, sapendo che stesse per arrivare, preparo la porta aperta, e mi preparo nudo, in ginocchio, con la sua cintura al collo... Arrivato lui capisce, entra la porta servendosi da bere, e poi mi domina e mi sottomette come la prima volta, e così per svariati mesi finché non si presenta col suo nome e finalmente riusciamo a frequentarci anche in altri momenti.
Ora ha un lavoro, viviamo assieme, lui mi ama, mi venera, mi vizia, tra le sue braccia mi sento un principe protetto da poderose mura, ma quando scopiamo lui torna a essere il mio signore e padrone che mi domina e mi sottomette, e io la sua sporca puttana, la sua fottuta troia, il suo schiavo leccapiedi
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