Questa è la vera storiadicome sono diventata Zeba troietta bisex sottomessa

di
genere
bisex

IO dissi cosa volevo mi facessero e loro mi indicarono come dovevo prepararmi. Completamente rasato, pulito e clisterato. Dovevo attenderli in ginocchio vestito di una mutandina rosa da femminuccia da cui uscivano i coglioni inanellati e un reggi pettino da ragazzina per coprire le tettine con i capezzoli pinzati.
Il fratello grande Alì mii chiavava la bocca mentre il minore Murat (16 anni ma che cazzo) aveva iniziato a educarmi e sottomettermi. Mi strappò via le mutandine e reggipetto gridando che un finocchio come me nuda doveva stare. Toccami mi disse e mise il cazzo nelle mie mani ammanettate dietro la schiena e poi mentre io lo masturbavo, prese con la sinistra i miei coglioni stringendoli forte. E con la destra torceva il mio capezzolo sinistro. Avrei voluto urlare per il dolore ma avevo la bocca spalancata. Con orrore mi resi conto che il doloro mi aveva procurato una erezione. Sentivo in bocca il cazzo di Alì fremere e pensavo che sarebbe venuto.
Ma lui sorrise e disse niente paura frocetto sino a domano mattina ti useremo. Alì usci dalla mia bocca e stavo rimpiangendo quel pompino quando Mustafà prese il suo posto. La sua nerchia era più corta di quella del fratello ma più larga. Quasi mi slogai la mascella per farla accomodare. Le mani di Mustafà strizzavano i miei capezzoli era doloroso ma mi abituai al ritmo cazzo dentro strizzata di capezzoli cazzo fuori schiaffo sulle tette. Intanto Alì aveva preso il tubetto di glicerina e sapientemente mi ungeva la fighetta anale. Con le dita sfiorava le crespe e poi piano poco per volta entrava.” Così ti sfonderò facilmente” rise.
Le labbra della mia fighetta orale e la lingua lavorarono con tanta libidine il cazzo di Mustafà che mi sborrò in gola.” Bevi tutto” mi intimò. Non lo avevo mai fatto ma quella crema bianca e calda mi scese in gola facilmente. Sentii che arrossivo per il pacere. Mustafà disse al fratello “mi ha fatto sborrare senza permesso dobbiamo punirla.” Mi fecero alzare e poi si parlarono all’orecchio Alì annui e prese dal tavolo il righello di plastica. Vide che era molto elastico e sorrise. “Finocchia, lo sai che ti puniremo . Lo sai come?” Non lo sapevo ma la cosa mi eccitava. Sentivo che il mio cazzo pardon clitoride si era indurito e puntava al cielo come mai negli anni precedenti.
Mi tolsero le mollette dai capezzoli attaccandole invece alla pelle dei coglioni. “In piedi” disse Alì “allarga le gambe” e inizio a colpirmi con il righello. Mustafà mi artigliò e torse crudelmente i capezzoli perché stessi ferma. Un colpetto di righello sulle palle., un colpo forte sul buchino due colpi di fila sulle chiappe. Ero tutta un dolore ma sentivo di godere. . Mi sentivo troia. Poi dopo 50 colpi Alì mi ordino, togliendomi le manette di tenere le mie tettine in modo che il capezzolo sporgesse bene. “Questa è la vera punizione. Mustafa fai tu” disse. Ora il ritmo era cambiato. Con il righello Mustafà colpiva il capezzolo destro e poi quello sinistro. Alì con lo stesso ritmo mi sculacciava. A Mezzogiorno il culetto era così dolorante e bruciante che non osavo sedermi mentre i capezzoli da minuti che erano, erano diventati due ciliegine. “Toccateli” disse Mustafa . Lo feci e una fitta di dolore mi attraversò il corpo ma dentro la mia fighetta anale sentii una fitta di piacere che mi fece serrar le gambe.” Godi vero puttanello ad averle tettine lavorate dalle mani di un vero maschio.” “SII” risposi quasi miagolando mentre Alì aveva ripreso a penetrarmi con un dito.
Bene per questa mattina basta. Troietta ora dacci da mangiare.
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2024-06-10
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