Onde d'erba 1
di
Sterling
genere
fantascienza
Premessa:questo racconto è un tributo al maestro Toriyama, venuto a mancare qualche settimana fa. Enjoy!
Stava camminando ormai da più di un'ora. Il terreno era cambiato di poco in quel tempo e all'orizzonte si vedevano solo altre colline verdi , un mare di erba a perdita d'occhio.
La navicella doveva essere da quelle parti secondo i suoi calcoli ma senza la sua attrezzatura non poteva esserne sicura.
Cali sentì il proprio olezzo di sudore arrivarle alle narici da sotto l'armatura presa da quei selvaggi.
Come diavolo riuscivano a sopportare il puzzo proprio non se lo spiegava .
Ma dopotutto i Verfellen erano un popolo di barbari violenti e rozzi, non c'era da meravigliarsi tanto della poca cura verso l'igiene personale.
La marcia l'aveva costretta a sudare in copiose quantità e , dopo qualche attimo di esitazione ,decise di togliersi quella bardatura ingombrante e prendersi un attimo di libertà.
Bevve dalla borraccia che si era portata dietro soppesando il rischio di rimanere in quel punto allo scoperto sapendo che quella bestia del capo Verfellen poteva essere ancora nei paraggi.
Ma non poteva essere.
Tornare alla propria navicella per leccarsi le ferite dopo la batosta che aveva preso da Gikan , sembrava la cosa più logica però lo aveva visto schizzare via in volo dall'altra parte delle colline quindi le probabilità che fosse già lì erano bassissime.
Ma se pure non lo fossero state, Cali sapeva che la tecnologia presente su quella capsula sarebbe potuta essere l'unica loro possibilità di fuggire da quel pianeta maledetto.
I Verfellen avevano messo i villaggi dei nativi a ferro e fuoco e nemmeno Gikan avrebbe potuto salvarli tutti.
No, doveva rischiare.
Con l'armatura sotto braccio, si rimise in marcia scrutando la marea verde in cerca di una macchia nera scintillante al sole perenne di Nimeria.
Dieci minuti più tardi finalmente la vide.
La navicella stava al centro di quello che doveva essere il cratere creato dall'atterraggio.
Con uno urletto eccitato , buttò la cautela alle ortiche e corse verso l'affossamento nel terreno , scivolando sulla parete scoscesa e strappandosi le calze su rocce accuminate nella discesa.
Finalmente raggiunse quel magnifico pezzo di tecnologia Verfelliana.
La navicella era tonda e piccola, adatta ad ospitare un solo passeggero , ma le mani di Cali erano esperte e non le ci sarebbe voluto più che pochi minuti per prendere i pezzi necessari per riparare il proprio vascello.
Con un pò di fortuna sarebbero stati sulla strada verso casa entro la notte , lasciandosi alle spalle quel maledetto pianeta , i Verfellen e la loro mattanza.
Con una smorfia di senso di colpa pensò "Meglio vivere oggi per combattere domani... non possiamo fare nulla per loro da morti. E comunque, una volta per strada potremo chiamare rinforzi e salvare più Nimeriani possibile."
Fece il giro della capsula , cercando il portellone di accesso .
Lo trovò spalancato e già si preparava a lanciarcisi dentro quando notò un piede sporgere dell'abitacolo.
Il suo cuore accelerò ma mantenne la calma mentre si sporgeva pensando
" Fa che sia morto...ti prego, fa che sia morto!"
Si avvicinò con cautela dalla sinistra quasi sino a trovarsi completamente di fronte alla nave spalancata e, quando finalmente riuscì a vedere l'interno dell'abitacolo , trattenne uno strillo di terrore a fatica.
Lui era lì, sdraiato scompostamente sul sedile reclinato del pilota.
Il principe Verfellen era immobile, l'armatura quasi sbriciolata addosso, i segni dello scontro su tutte le sezioni di pelle visibili attraverso le bruciature dei vestiti.
Era bellissimo e terribile . I capelli corvini lisci, lunghi e scarmigliati gli incorniciavano un viso affilato e cinereo. Gli occhi chiusi e le labbra rosse dischiuse su un'espressione di dolore.
La sua pelle era liscia, pallida e sudata e dava l'idea di essere dura e impenetrabile, tanto da ricordare una statua di marmo sotto la pioggia.
E proprio come una statua, Vergit non respirava.
Cali rimase immobile per quelle che sembrarono ore ad osservare quel corpo longilineo e terrificante stare inerte e scomposto, chiedendosi se avrebbe mai osato spostarlo per prendere ciò per cui sera arrivata fin lì.
Si guardò attorno nella vana speranza di scorgere Gikan avvicinarsi alla sua posizione ma sapeva che lui era lontano kilometri e kilometri da lì, sul campo di terra brulla dove aveva combattuto Vergit.
Ma come diavolo aveva fatto ad arrivare sin lì così velocemente?!
"Dovrai fare tutto da sola ragazza mia , come al solito. " pensò riportando l'attenzione sul corpo del condottiero. "Sperare in Gikan non ti ha mai portato altro che.."
Si immobilizzò.
Nulla era cambiato nell'immagine di pochi secondi prima se non un fatale, singolo, terribile dettaglio.
Gli occhi di Vergit erano aperti e vigili e la stavano fissando.
Cali lanciò un trillo mentre inciampava all'indietro dallo spavento e atterrava sulle natiche, stracciandosi le calze ancora di più.
Le sue armi, dov'erano?!!
Con una delusione cocente si rese conto di averle lasciate indietro insieme all'armatura quando era scivolata all'interno del cratere.
"Pensa cretina, pensa!!"
Atterrita ,vide Vergit alzarsi con grazia e piazzarsi eretto dinnanzi a lei, i suoi movimenti non tradivano minimamente dolore o scomodità, come se le sue ferite non avessero nessun effetto su di lui.
La guardò per lunghi attimi con sguardo incuriosito e poi, finalmente, un ghigno crudele e divertito si stampò sui suoi lineamenti regali.
La transizione fù istantanea e quell'espressione gli si addiceva perfettamente, come se fosse il suo stato naturale.
Lo stato naturale di un assassino che prova piacere nell'uccidere.
Lentamente incrociò le braccia sul petto e inclinò il capo da un lato, osservandola.
- E così stavi cercando di fare il lavoro sporco per il tuo amichetto , eh? Che c'è, Gikan è davvero così debole da mandare la sua femmina a tagliarmi la gola nel sonno piuttosto che affrontarmi direttamente?- disse il barbaro ammiccando.
-Io non sono la sua femmina!! E non stavo facendo nessun lavoro sporco per lui!- gridò Cali mentre cercava di guadagnare tempo, ma l'oltraggio nel suo tono era vero e non poteva essere frainteso.
Vergit si portò un dito al mento ,blandamente indeciso, ma poi fece spallucce e replicò - In realtà non importa, alla fine della giornata sarai comunque solo un altro cadavere. E se con questo posso danneggiare qull'idiota senza cervello di Gikan, tanto meglio. Addio ragazzina..- alzò una mano mirando con l'indice la fronte della ragazza, pronto a scagliare una delle sue scudisciate di energia.
-Aspetta!! Non sei curioso di sapere perché sono qui?- Cali aveva infine capito quale fosse l'unica possibilità per uscire viva da quella situazione.
Dopotutto Vergit era famoso per due cose: la brutalità e l'ego...
Il principe guerriero la guardò vagamente interessato mentre abbassava il dito e incrociava nuovamente le braccia muscolose.
Sorrise e le fece cenno di proseguire con quel suo ghigno compiaciuto.
Cali si alzò con lentezza, ritardando inutilmente il momento in cui avrebbe dovuto attuare il suo piano.
Si stampò un sorriso ammiccante sul viso e , con la voce più calda e allusiva possibile disse -Sono qui per te..-
Si avvicinò a Vergit ancheggiando , cercando di trattenere i tremiti della paura cocente che la stavano investendo.
Piazzò una mano sul petto del principe e con l'altra cominciò a sganciarsi la chiusura zip della tuta dall'alto fino a metà della sua lunghezza.
Il suo petto scoperto era ancora madido di sudore, coi seni svettanti stretti ai lati dalla tuta.
Il ghigno sul volto di Vergit vacillò mentre capiva le intenzioni della donna e i suoi occhi correvano dal suo viso ai suoi capezzoli rosa con una velocità impressionante.
- Vorresti farmi credere che sei venuta fin qui per questo? Non sono così stupido , femmina. - le disse ringhiando.
Cali era terrorizzata, sapeva di star giocando col fuoco ma non aveva scelta se non giocarsi il tutto per tutto.
- Perché non mi metti alla prova allora? Sai benissimo che se stessi cercando un modo per svignarmela o colpirti alle spalle, potresti uccidermi in un attimo.- gli rispose avvicinandosi ancora di più a lui. "Brava , continua a lusingarlo... ancora un pò "
-Vero- le concesse lui - Ma se davvero queste sono le tue intenzioni, allora perché puzzi di paura?-
- Conoscendo la tua fama, ho pensato potessi apprezzare..- Cali si allontanò di un passo e alzò lo sguardo su di lui. Era decisamente più alto di lei .
Vergit la squadrò, soffermandosi a guardarle il seno per pochi istanti e inclinando nuovamente la testa mentre le chiedeva - Quindi non ti spavento?-
E per la prima volta da quando le aveva parlato, Cali non mentì mentre rispose -Oh no, mi spaventi da morire.-
Temette di aver detto la cosa sbagliata quando lui non accennò a rispondere.
Finalmente lui si mosse, allungò una mano al suo collo e fece pressione. Tanta pressione.
Cali cominciò a boccheggiare in cerca d'aria, le lacrime agli occhi.
Il suo piano non aveva funzionato e sarebbe morta lì, lontana da casa, in quel pianeta maledetto per mano di un killer bestiale e tronfio.
Annaspò , una mano colpiva il petto del bruto cercando di allontanarlo e l'altra scendeva in basso disperata.
Si agitò così finché la mano libera non toccò qualcosa di duro e, con sorpresa , si accorse di star stringendo il cazzo eretto del suo aggressore.
- Bene- le sussurrò lui all'orecchio.
In quel momento la pressione sul suo collo diminuì sino a sparire, facendola crollare in ginocchio, scossa dalla tosse.
Stava camminando ormai da più di un'ora. Il terreno era cambiato di poco in quel tempo e all'orizzonte si vedevano solo altre colline verdi , un mare di erba a perdita d'occhio.
La navicella doveva essere da quelle parti secondo i suoi calcoli ma senza la sua attrezzatura non poteva esserne sicura.
Cali sentì il proprio olezzo di sudore arrivarle alle narici da sotto l'armatura presa da quei selvaggi.
Come diavolo riuscivano a sopportare il puzzo proprio non se lo spiegava .
Ma dopotutto i Verfellen erano un popolo di barbari violenti e rozzi, non c'era da meravigliarsi tanto della poca cura verso l'igiene personale.
La marcia l'aveva costretta a sudare in copiose quantità e , dopo qualche attimo di esitazione ,decise di togliersi quella bardatura ingombrante e prendersi un attimo di libertà.
Bevve dalla borraccia che si era portata dietro soppesando il rischio di rimanere in quel punto allo scoperto sapendo che quella bestia del capo Verfellen poteva essere ancora nei paraggi.
Ma non poteva essere.
Tornare alla propria navicella per leccarsi le ferite dopo la batosta che aveva preso da Gikan , sembrava la cosa più logica però lo aveva visto schizzare via in volo dall'altra parte delle colline quindi le probabilità che fosse già lì erano bassissime.
Ma se pure non lo fossero state, Cali sapeva che la tecnologia presente su quella capsula sarebbe potuta essere l'unica loro possibilità di fuggire da quel pianeta maledetto.
I Verfellen avevano messo i villaggi dei nativi a ferro e fuoco e nemmeno Gikan avrebbe potuto salvarli tutti.
No, doveva rischiare.
Con l'armatura sotto braccio, si rimise in marcia scrutando la marea verde in cerca di una macchia nera scintillante al sole perenne di Nimeria.
Dieci minuti più tardi finalmente la vide.
La navicella stava al centro di quello che doveva essere il cratere creato dall'atterraggio.
Con uno urletto eccitato , buttò la cautela alle ortiche e corse verso l'affossamento nel terreno , scivolando sulla parete scoscesa e strappandosi le calze su rocce accuminate nella discesa.
Finalmente raggiunse quel magnifico pezzo di tecnologia Verfelliana.
La navicella era tonda e piccola, adatta ad ospitare un solo passeggero , ma le mani di Cali erano esperte e non le ci sarebbe voluto più che pochi minuti per prendere i pezzi necessari per riparare il proprio vascello.
Con un pò di fortuna sarebbero stati sulla strada verso casa entro la notte , lasciandosi alle spalle quel maledetto pianeta , i Verfellen e la loro mattanza.
Con una smorfia di senso di colpa pensò "Meglio vivere oggi per combattere domani... non possiamo fare nulla per loro da morti. E comunque, una volta per strada potremo chiamare rinforzi e salvare più Nimeriani possibile."
Fece il giro della capsula , cercando il portellone di accesso .
Lo trovò spalancato e già si preparava a lanciarcisi dentro quando notò un piede sporgere dell'abitacolo.
Il suo cuore accelerò ma mantenne la calma mentre si sporgeva pensando
" Fa che sia morto...ti prego, fa che sia morto!"
Si avvicinò con cautela dalla sinistra quasi sino a trovarsi completamente di fronte alla nave spalancata e, quando finalmente riuscì a vedere l'interno dell'abitacolo , trattenne uno strillo di terrore a fatica.
Lui era lì, sdraiato scompostamente sul sedile reclinato del pilota.
Il principe Verfellen era immobile, l'armatura quasi sbriciolata addosso, i segni dello scontro su tutte le sezioni di pelle visibili attraverso le bruciature dei vestiti.
Era bellissimo e terribile . I capelli corvini lisci, lunghi e scarmigliati gli incorniciavano un viso affilato e cinereo. Gli occhi chiusi e le labbra rosse dischiuse su un'espressione di dolore.
La sua pelle era liscia, pallida e sudata e dava l'idea di essere dura e impenetrabile, tanto da ricordare una statua di marmo sotto la pioggia.
E proprio come una statua, Vergit non respirava.
Cali rimase immobile per quelle che sembrarono ore ad osservare quel corpo longilineo e terrificante stare inerte e scomposto, chiedendosi se avrebbe mai osato spostarlo per prendere ciò per cui sera arrivata fin lì.
Si guardò attorno nella vana speranza di scorgere Gikan avvicinarsi alla sua posizione ma sapeva che lui era lontano kilometri e kilometri da lì, sul campo di terra brulla dove aveva combattuto Vergit.
Ma come diavolo aveva fatto ad arrivare sin lì così velocemente?!
"Dovrai fare tutto da sola ragazza mia , come al solito. " pensò riportando l'attenzione sul corpo del condottiero. "Sperare in Gikan non ti ha mai portato altro che.."
Si immobilizzò.
Nulla era cambiato nell'immagine di pochi secondi prima se non un fatale, singolo, terribile dettaglio.
Gli occhi di Vergit erano aperti e vigili e la stavano fissando.
Cali lanciò un trillo mentre inciampava all'indietro dallo spavento e atterrava sulle natiche, stracciandosi le calze ancora di più.
Le sue armi, dov'erano?!!
Con una delusione cocente si rese conto di averle lasciate indietro insieme all'armatura quando era scivolata all'interno del cratere.
"Pensa cretina, pensa!!"
Atterrita ,vide Vergit alzarsi con grazia e piazzarsi eretto dinnanzi a lei, i suoi movimenti non tradivano minimamente dolore o scomodità, come se le sue ferite non avessero nessun effetto su di lui.
La guardò per lunghi attimi con sguardo incuriosito e poi, finalmente, un ghigno crudele e divertito si stampò sui suoi lineamenti regali.
La transizione fù istantanea e quell'espressione gli si addiceva perfettamente, come se fosse il suo stato naturale.
Lo stato naturale di un assassino che prova piacere nell'uccidere.
Lentamente incrociò le braccia sul petto e inclinò il capo da un lato, osservandola.
- E così stavi cercando di fare il lavoro sporco per il tuo amichetto , eh? Che c'è, Gikan è davvero così debole da mandare la sua femmina a tagliarmi la gola nel sonno piuttosto che affrontarmi direttamente?- disse il barbaro ammiccando.
-Io non sono la sua femmina!! E non stavo facendo nessun lavoro sporco per lui!- gridò Cali mentre cercava di guadagnare tempo, ma l'oltraggio nel suo tono era vero e non poteva essere frainteso.
Vergit si portò un dito al mento ,blandamente indeciso, ma poi fece spallucce e replicò - In realtà non importa, alla fine della giornata sarai comunque solo un altro cadavere. E se con questo posso danneggiare qull'idiota senza cervello di Gikan, tanto meglio. Addio ragazzina..- alzò una mano mirando con l'indice la fronte della ragazza, pronto a scagliare una delle sue scudisciate di energia.
-Aspetta!! Non sei curioso di sapere perché sono qui?- Cali aveva infine capito quale fosse l'unica possibilità per uscire viva da quella situazione.
Dopotutto Vergit era famoso per due cose: la brutalità e l'ego...
Il principe guerriero la guardò vagamente interessato mentre abbassava il dito e incrociava nuovamente le braccia muscolose.
Sorrise e le fece cenno di proseguire con quel suo ghigno compiaciuto.
Cali si alzò con lentezza, ritardando inutilmente il momento in cui avrebbe dovuto attuare il suo piano.
Si stampò un sorriso ammiccante sul viso e , con la voce più calda e allusiva possibile disse -Sono qui per te..-
Si avvicinò a Vergit ancheggiando , cercando di trattenere i tremiti della paura cocente che la stavano investendo.
Piazzò una mano sul petto del principe e con l'altra cominciò a sganciarsi la chiusura zip della tuta dall'alto fino a metà della sua lunghezza.
Il suo petto scoperto era ancora madido di sudore, coi seni svettanti stretti ai lati dalla tuta.
Il ghigno sul volto di Vergit vacillò mentre capiva le intenzioni della donna e i suoi occhi correvano dal suo viso ai suoi capezzoli rosa con una velocità impressionante.
- Vorresti farmi credere che sei venuta fin qui per questo? Non sono così stupido , femmina. - le disse ringhiando.
Cali era terrorizzata, sapeva di star giocando col fuoco ma non aveva scelta se non giocarsi il tutto per tutto.
- Perché non mi metti alla prova allora? Sai benissimo che se stessi cercando un modo per svignarmela o colpirti alle spalle, potresti uccidermi in un attimo.- gli rispose avvicinandosi ancora di più a lui. "Brava , continua a lusingarlo... ancora un pò "
-Vero- le concesse lui - Ma se davvero queste sono le tue intenzioni, allora perché puzzi di paura?-
- Conoscendo la tua fama, ho pensato potessi apprezzare..- Cali si allontanò di un passo e alzò lo sguardo su di lui. Era decisamente più alto di lei .
Vergit la squadrò, soffermandosi a guardarle il seno per pochi istanti e inclinando nuovamente la testa mentre le chiedeva - Quindi non ti spavento?-
E per la prima volta da quando le aveva parlato, Cali non mentì mentre rispose -Oh no, mi spaventi da morire.-
Temette di aver detto la cosa sbagliata quando lui non accennò a rispondere.
Finalmente lui si mosse, allungò una mano al suo collo e fece pressione. Tanta pressione.
Cali cominciò a boccheggiare in cerca d'aria, le lacrime agli occhi.
Il suo piano non aveva funzionato e sarebbe morta lì, lontana da casa, in quel pianeta maledetto per mano di un killer bestiale e tronfio.
Annaspò , una mano colpiva il petto del bruto cercando di allontanarlo e l'altra scendeva in basso disperata.
Si agitò così finché la mano libera non toccò qualcosa di duro e, con sorpresa , si accorse di star stringendo il cazzo eretto del suo aggressore.
- Bene- le sussurrò lui all'orecchio.
In quel momento la pressione sul suo collo diminuì sino a sparire, facendola crollare in ginocchio, scossa dalla tosse.
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