Puttana senza rimorso

Scritto da , il 2010-03-09, genere etero

Sono ancora la vostra bella porcona Miriam, ho pensato di titolare così quest’altra mia confessione perché nonostante ne abbia combinate di cotte e di crude, non mi sono mai pentita di quello che ho fatto. Nemmeno di aver fatto male a delle persone che forse non lo meritavano. Spesso le persone confondono il sesso con l’amore... E’ così forte l’istinto di accoppiarsi, di chiavare selvaggiamente con qualcuno che sembra quasi appartenenza, sentimento, amore.
Io ho sempre distinto bene ciò che sentiva la mia fica da ciò che sentiva il mio cuore.
Qualche giorno dopo la mia bravata con i due fratelli, avevo ancora voglia di cazzo, e stavolta non volevo aspettare l’occasione.
C’erano tanti ragazzi che mi venivano dietro, ma scoparmeli pubblicamente voleva dire essere additata da tutto il paese e quindi... Non poter più scopare liberamente.
Tutti vogliono la ragazza facile, ma quando è troppo facile, non piace più a nessuno. L’uomo è pur sempre un predatore.
Una mattina uscii per prendere un pò d’aria, dissi ai miei che non mi sentivo troppo bene. In realtà ero troppo arrapata e volevo appartarmi in qualche posto per masturbarmi.
In casa mia c’era sempre qualcuno che entrava e usciva dalla mia stanza e solo di notte potevo farlo. Mentre camminavo per cercare affannosamente un angolo appartato, i capezzoli duri premevano contro la camicetta scollata e la fica mi faceva quasi male, avevo il clitoride gonfio.
Arrivai a una casa disabitata... I miei mi avevano sempre detto di non andarci mai, perché era un covo di drogati e di prostitute.
Appena entrata sentii un leggero odore di urina e vidi diversi preservativi per terra.
Trasalii quando vidi che oltre a me c’erano due uomini, in fondo alla casa. Erano due manovali, un ragazzo di colore e uno bianco, a giudicare dai jeans sporchi che avevano addosso e gli stivali sporchi di terra. Erano girati e respiravano affannosamente. Capii subito che si stavano segando.
Pensai di scappare ma ero troppo arrapata, quella vista mi fece perdere definitivamente la ragione.
Mi appoggiai al muro appena a destra della porta, in modo da non essere vista. Cominciai a toccarmi i seni, a scoprirmeli, e la mia mano scese ancora più in basso...
All’improvviso il ragazzo di colore si girò... Subito lasciò il grosso cazzo spaventato, forse pensava che era la polizia. Poi appena vide che ero una ragazza, disse “Wowww!” e attirò l’attenzione del suo amico “Guarda... C’è una ragazza là!”
La sua grossa mazza nera mi puntava, era ancora bello dritto... Mi leccai le labbra istintivamente.
L’amico si girò anche lui e mi chiese: “Che bella sorpresa! Dai vieni qui che ci divertiamo!”
Anche il suo cazzo non era niente male, con una grossa cappella paonazza che sporgeva.
Mi diressi subito verso di loro. Il nero cominciò a baciarmi e slinguazzarmi, con le sue labbra enormi e succose. L’altro mi palpava le tette e si strusciava sulle mie gambe.
“Sei proprio una porcellina... Ahh... Senti com’è duro il mio cazzo... Tutto per te.”
Poi sentii una forte fitta ai capezzoli e mi accorsi che me li stava succhiando avidamente, e mi leccava tutto intorno le areole.
Dopo un pò anche il nero si era attaccato a una tetta.
Sentivo che era eccitatissimo... La conferma la ebbi quando mi mise il suo cazzone in mano, era veramente grosso! Cominciai a menarglielo freneticamente... E mi bagnai ancora di più... Stavo quasi per venire da sola.
Sembra assurdo che possa succedere, ma a volte ci sono situazioni così tremendamente porche che... La mia fica era tutto un fuoco.
A un certo punto il bianco mi fece inginocchiare e mi piazzò il suo cazzo in bocca.
“Succhiamelo dai... Lo so che ti piace...”
Senza farmelo ripetere, lo imboccai tutto fino alle palle e presi ad andare su e giù, succhiavo come una pazza e leccavo tutta la cappella.
Intanto continuavo a smanettare il nero, che a un certo punto, senza preavviso, sborrò e mi schizzò tutta la sborra sulla mano e anche in faccia.
Per un attimo smisi di spompinare l’altro e mi leccai le dita, pulendole tutte dallo sperma caldo. Non volevo perderne nemmeno una goccia!
“Dai porca, sbocchinami ancora, voglio venire anche io!” mi ingiunse il bianco.
Prendere quel grosso cazzo in bocca era una tortura per la mia povera fichetta.
Il nero si accorse dei miei fremiti e decise di aiutarmi...
Alzò la gonna, scostò le mutandine e mi infilò il dito medio tutto nel buchetto.
Mi masturbava sapientemente...
Cominciai a gemere come una troia sotto quel tocco morbido.
Ma il nero voleva aiutarmi ancora di più... Mi fece mettere a pecora, aprì la fica con due dita e appoggiò lì la cappella calda, ancora sporca di sperma.
Possibile che ce l’aveva ancora così duro??
Che bello sentire la carne calda contro la mia...
Sapevo che era un rischio ma non me ne fregava in quel momento.
Ero una ragazzina arrapata e incosciente.
“Mmmh... Scopami dai...” dissi con il cazzo del bianco ancora in bocca
“Che hai detto troia?” chiese il nero prendendomi per i capelli.
“Dalle il cazzo dai... Non vedi che soffre?...” disse il suo amico sorridendo.
Il nero mi penetrò con forza. Urlai di piacere... Era stupendo quel cazzo.. Aderiva tutto alle pareti della mia fica e pulsava...
“Scopamiii!” urlai sempre più arrapata.
Il nero cominciò a pomparmi con forza, stringendo forte il mio culo.
“Non te ne basta solo vero?” ansimò il bianco “Sei proprio una puttana... Mi fai impazzire!”
Aumentai il ritmo della succhiata, volevo la sua sborra in gola, e inarcai ancora di più la schiena, la mazza del nero mi sfondava la passera senza tregua.
Dopo giorni di sete mi sembrava di essere arrivata a un’oasi fantastica...
Il bianco era sempre più eccitato... Mi prese la testa e me lo infilò fino in gola... Mi scopava la bocca, quasi stavo per soffocare... E poi venne...
“Godooo!! Mmmh... Bevi troia!!”
Leccare quella grossa asta di carne bagnata mi fece perdere ogni controllo... e venni anche io... La mia fica si contrasse tutta su quell’altro cazzo che mi penetrava...
“Sei venuta zoccola.. Che brava...” disse il nero.
Mi tolse la mazza dalla fica e prese a masturbarsi davanti alla mia faccia, sembrava quasi che se lo staccasse... Mi fece aprire la bocca e a fatica ci piazzò la cappella...
Era veramente troppo grosso. Cercai di resistere, ma lui mi tenne in quella posizione, prendendomi ancora per i capelli.
“E no troia! Adesso bevi anche la mia sborra.”
Dopo nemmeno trenta secondi venne anche lui...E io ingoiai tutto, aveva un sapore leggermente aspro, ma non mi faceva schifo.
Dopo questa bellissima scopata a tre, i due ragazzi si distesero stremati, ma prima ognuno di loro mi baciò sulla bocca.
“Non ho mai chiavato così bene in vita mia!” disse il ragazzo nero.
Il bianco invece mi chiese il mio numero di telefono. Io non dissi nulla.
“E dai tesoro non farti pregare, vogliamo rivederti! Come ti chiami?”
Io non dissi nulla e me ne andai. Ero la tipa da botta e via nel vero senso della parola!
Vedere lo stesso cazzo più di una volta, già lo sentivo in quelle prime esperienze, mi avrebbe annoiato.
Mi sciacquai la faccia e la bocca a una fontanina, ma mi portai dietro l’odore del maschio, l’odore dei cazzi. Per fortuna, nessuno se ne accorse.
La discrezione è la prima cosa quando si tratta di chiavare. Viviamo ancora in un paese molto moralista... Quanto vorrei che tutti rispettassero le donne libertine...
In ogni caso, la mia giovinezza è stata bella lo stesso e forse, allo scoperto, non sarebbe stato tutto così trasgressivo.
Presto vi racconterò altre mie porcate, in particolare quando mi sono scopata il prete del paese e... c’è stato anche un piacevole imprevisto!
Un bacio a tutti da Miriam!

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