Cinzia4
di
cp18
genere
prime esperienze
Da questo primo incontro con Stefano comunque mi portati dietro anche un’altra verità che mi fece sentire meno in colpa, quella che aveva scopato anche con mia sorella e quindi visto le corna le aveva fatte le poteva anche ricevere, oltre al fatto che sotto sotto non ero l’unica finta mammina diversa da come sembrava, ma questi sono argomenti che racconterò in altri momenti visto che poi per pura curiosità avevo indagato sulla questione e che la scopata con Daniela non fosse solo stata millantata. Una cosa invece che mi piace sottolineare non è che dal maggio 2020, data del primo racconto, ad oggi tutti i giorni ho scopato e mi sono esibita, molti giorni sono stati grigi ed insignificanti, la mia sicurezza nei rapporti e negli atteggiamenti è cresciuta di esperienza in esperienza facendo emergere la mia parte porca, avrei voluto iniziare almeno 10 anni prima ma indietro non si torna.
Torno un po’ indietro nel tempo, il giugno successivo al primo “incontro” con il cognato, fine settimana in cui sarei stata sola a casa con Matteo a Perugia e la bambina a Milano, mia sorella al mare (i miei genitori avevano ed hanno una casina al mare fra Follonica e Castiglion della Pescaia nella bassa Toscana) con i nostri genitori ed i figli così vengo invitata a passare il sabato e la domenica con loro viaggiando con Gianluca sia il sabato mattina e cha domenica sera, in ferie c’era solo mia sorella, dovendo rientrare a lavoro.
Sabato prima partì di mattina presto Matteo direzione Perugia mentre Gianluca passò a prendermi verso le 9, io mi presentai all’appuntamento pronta per andare direttamente alla spiaggia, ciabattine infradito che mettevano in risalto i piedi curati nel dettaglio ed il rosso delle unghie smaltate, gonnellina a soffietto leggera a coprire lo slip bianco, pancia scoperta e top senza maniche bianco con abbondante scollo che metteva in mostra la forma e l’abbondanza del seno, che si chiudeva davanti con 3 bottoni chiaramente senza reggiseno del costume sistemato al momento nella borsa di paglia (da spiaggia appunto), sistemai la borsa con i cambi e le cose per questi due giorni nel baule dell’auto e mi sistemai sul sedile accanto al guidatore dell’auto sportiva di mio cognato, non so dire marca e modello ma era molto bassa e per questo una volta seduta le gambe erano molto allungate tanto che la gonna morbida saliva fino a far notare lo slip, “WAHU!!! – fu il buongiorno – SEI UNA BOMBA SEXY! MI VERREBBE VOGLIA DI PORTARTI IN CASA INVECE DI PARTIRE, MANNAGGIA!”; “SI, SI, PRENDI IN GIRO CHE MI SENTO GRASSA ED ORRIBILE” gli risposi dicendogli la mia verità.
Rise alla mia risposta e mi disse che il mio giudizio era condizionato dalle critiche che da anni riceveva in casa (marito) e che nessuno avrebbe mai notato se avevo un paio di chili in più affermando che me ne avrebbe dato la prova in un attimo visto che ci saremmo fermati a prendere un caffè prima di partire. Entrammo nel bar pasticceria che lui ed i suoi amici erano soliti frequentare, nonostante l’ora mattutina del sabato il locale era popolato da qualche uomo ed a loro si rivolse Gianluca “PRIMA CHE VI FACCIATE IDEE STRANE, SI CHIAMA CINZIA LA MOGLIE DI MATTEO E MIA COGNATA, STIAMO ANDANDO AL MARE DA MIA MOGLIE!” raccontò mettendo le mani avanti ma attirandoli verso di me, tutti vennero a presentarsi o salutarmi ed effettivamente come anticipato da Gianluca mi stavano mangiando con gli occhi, soprattutto ebbe grande effetto il fatto che mi aveva fatto slacciare il primo bottone del top mettendo ancora più in mostra le tette; diversi mi fecero complimenti e battute del tipo “mi sembrava strano una donna così bella con te!”, “però mi sembrerebbe troppo anche per Matteo” e così con altre battute a doppio senso.
“COLAZIONE DIVERTENTE” gli dissi una volta in auto in direzione mare, poi riprendemmo a parlare del più e del meno ma l’argomento principale rimaneva il sesso; si divertiva ad incalzarmi con domande cercandomi di mettermi in difficoltà o comunque di stuzzicarmi anche utilizzando vocaboli molto spinti come se fossero fra uomini. Voleva sapere che effetto mi aveva fatto essere in un locale dove diversi uomini mi guardavano con bramosia e che mi avrebbero scopata anche subito, gli confessai che la cosa mi stava piacendo molto e che anzi le tette mi sarebbe piaciuto fargliele proprio vedere, era come se da quel sabato mi si fossero aperte delle porte del mio cervello che fino a quel momento avevo ignorato. Quando lasciammo la strada principale della Siena/Grosseto passando dalla strada interna da paesini sconosciuti di Ribolla ed altri, mi disse che visto il mio piacere a mostrarmi potevo slacciarmi anche gli altri bottoni del top mettendomi in mostra anche se glielo avrei fatto venire duro e che forse prima di Castiglione mi avrebbe scopata sulla strada.
Visto la maiala che stavo diventando non ci pensai due volte e slacciai i bottoni liberando al ballo ondeggiato le tette comandate dal dorso stradale; quando passavamo dai centri abitati o anche incrociavamo delle auto o camioncini (in questo caso essendo più alti mi vedevano pure le cosce) Gianluca rallentava volendo che gli altri avessero modo di capire cosa li si prospettava davanti, se poteva nel contempo allungava la mano e le palpava alternandole con le cosce arrivando a mettermi la mano sempre più vicina alla fica (sempre più bollente e piana di umori). Eravamo ancora nel mezzo al niente quando mi chiese avessi voluto “alzare il livello di porcaggine”, gli risposi che a me andava bene se lui lo riteneva fattibile ma sinceramente non avevo capito cosa avesse in mente.
Quando in lontananza vedemmo un distributore di benzina mi disse ti togliermi del tutto il top ed anche lo slip del costume e di gettarli sul sedile di dietro in modo che non avrei potuto avere ripensamenti, detto fatto e così con me praticamente nuda si fermo a fare benzina, eravamo gli unici clienti, si fermò alla pompa servita scendendo dall’auto in attesa dell’addetto. Vidi arrivare un uovo in tuta uscire dall’officina meccanica a fianco del casottino, si salutarono per nome (conoscenti? Amici?), gli chiese il pieno e poteva controllargli anche l’olio, ci raggiunse anche un altro addetto (probabilmente richiamato dal suo collega) e mentre uno metteva benzina l’altro puliva i vetri. Ero seduta nuda in auto e mi stavo mostrando a sconosciuti, ero eccitatissima tanto che per stare calma mi stavo mordendo le labbra. Fatto il pieno il benzinaio entrò al posto di guida e dicendo che per fare i controlli richiesto dovevano portare l’auto in officina mentre la sua mano era già a strizzarmi con forza la coscia. Spostò l’auto e una volta dentro mi invitò a scendere dovendo mettere l’auto sul ponte, tutte cose false ma stavamo tutti recitando la parte per arrivare a scopare. Scesi dall’auto completamente nuda, anche la gonna aveva raggiunto gli altri indumenti, le mani nude e ruvide dei due uomini che nemmeno avevo guardato in faccia presero a palparmi con forza attratti dalle tette e dai capezzoli duri come chiodi, anche io iniziai a darmi da fare cercando con le mani i loro pacchi sentendoli in tiro duri come il marmo. Non so spiegare bene come mi sono sentita al momento (in quei momenti in generale) è come se mi si accendesse un fuoco dentro che posso spengere solo lasciandomi andare all’atto sessuale senza essere capace di controllarmi ed eventualmente negarmi, come se al momento godessi di essere un loro oggetto a disposizione.
Fui appoggiata su una specie di tavolo da lavoro ed in modo molto rude uno dei due iniziò a penetrarmi mentre l’altro mi fermò la testa con le mani ed iniziò a scoparmi la bocca, anche Gianluca si era avvicinato, sentivo le sue mani strizzarmi tette e capezzoli fino quasi a farmi male. “GUARDA COME GODE QUESTA TROIA! GLI PIACE PROPRIO IL CAZZO” li sentivo parlare, quello che mi scopava in fica ogni tanto mi colpiva le natiche a mano aperta caricandosi, poi ci fu il cambio quello che avevo in bocca prese possesso della fica, Gianluca me lo mise in bocca mentre l’ultimo raggiungeva l’orgasmo sborrandomi sulle tette, continuarono così finché fu mio cognato a metterlo dentro e scoparmi mentre accoglievo in bocca il cazzo del primo che già aveva sborrato facendosi ripulire la mazza non ancora moscia dal sapore mischiato dei miei umori e del suo sudore mentre ricevevo la seconda sborrata sulle tette, questo poi fece raggiungere anche lui la mia bocca per farsi ripulire il cazzo e lasciarmi la sua sborra sulla lingua facendomi girare la testa ora a destra ora a sinistra, poi anche Gianluca mi sborrò sulla pancia.
Prima di ripartire dovevo andare in bagno solo che mi fu concesso ma dovetti tenere la porta aperta perché volevano vedermi piegata a gambe aperte urinare in un gabinetto alla Turca, mi lavai mani e viso in un lavandino asciugandomi con un cencio che certo non ricordava la pulizia, tamponai ed asciugai la fica con dei panni carta, qualcuno lo tenni anche per non fare eventuali macchie sul sedile dell’auto, poi sempre rimanendo nuda con tutta la sborra spalmata sulle tette e la pancia, ripartimmo senza che io guardassi in faccia i due, solo dopo qualche chilometro ci fermammo in una rientranza un po’ nascosta dove mi fece rimettere slip gonna e top, sempre aperto però, dopo pochi chilometri dalla nuova ripartenza mi addormentai beata da quanto avevo goduto.
Torno un po’ indietro nel tempo, il giugno successivo al primo “incontro” con il cognato, fine settimana in cui sarei stata sola a casa con Matteo a Perugia e la bambina a Milano, mia sorella al mare (i miei genitori avevano ed hanno una casina al mare fra Follonica e Castiglion della Pescaia nella bassa Toscana) con i nostri genitori ed i figli così vengo invitata a passare il sabato e la domenica con loro viaggiando con Gianluca sia il sabato mattina e cha domenica sera, in ferie c’era solo mia sorella, dovendo rientrare a lavoro.
Sabato prima partì di mattina presto Matteo direzione Perugia mentre Gianluca passò a prendermi verso le 9, io mi presentai all’appuntamento pronta per andare direttamente alla spiaggia, ciabattine infradito che mettevano in risalto i piedi curati nel dettaglio ed il rosso delle unghie smaltate, gonnellina a soffietto leggera a coprire lo slip bianco, pancia scoperta e top senza maniche bianco con abbondante scollo che metteva in mostra la forma e l’abbondanza del seno, che si chiudeva davanti con 3 bottoni chiaramente senza reggiseno del costume sistemato al momento nella borsa di paglia (da spiaggia appunto), sistemai la borsa con i cambi e le cose per questi due giorni nel baule dell’auto e mi sistemai sul sedile accanto al guidatore dell’auto sportiva di mio cognato, non so dire marca e modello ma era molto bassa e per questo una volta seduta le gambe erano molto allungate tanto che la gonna morbida saliva fino a far notare lo slip, “WAHU!!! – fu il buongiorno – SEI UNA BOMBA SEXY! MI VERREBBE VOGLIA DI PORTARTI IN CASA INVECE DI PARTIRE, MANNAGGIA!”; “SI, SI, PRENDI IN GIRO CHE MI SENTO GRASSA ED ORRIBILE” gli risposi dicendogli la mia verità.
Rise alla mia risposta e mi disse che il mio giudizio era condizionato dalle critiche che da anni riceveva in casa (marito) e che nessuno avrebbe mai notato se avevo un paio di chili in più affermando che me ne avrebbe dato la prova in un attimo visto che ci saremmo fermati a prendere un caffè prima di partire. Entrammo nel bar pasticceria che lui ed i suoi amici erano soliti frequentare, nonostante l’ora mattutina del sabato il locale era popolato da qualche uomo ed a loro si rivolse Gianluca “PRIMA CHE VI FACCIATE IDEE STRANE, SI CHIAMA CINZIA LA MOGLIE DI MATTEO E MIA COGNATA, STIAMO ANDANDO AL MARE DA MIA MOGLIE!” raccontò mettendo le mani avanti ma attirandoli verso di me, tutti vennero a presentarsi o salutarmi ed effettivamente come anticipato da Gianluca mi stavano mangiando con gli occhi, soprattutto ebbe grande effetto il fatto che mi aveva fatto slacciare il primo bottone del top mettendo ancora più in mostra le tette; diversi mi fecero complimenti e battute del tipo “mi sembrava strano una donna così bella con te!”, “però mi sembrerebbe troppo anche per Matteo” e così con altre battute a doppio senso.
“COLAZIONE DIVERTENTE” gli dissi una volta in auto in direzione mare, poi riprendemmo a parlare del più e del meno ma l’argomento principale rimaneva il sesso; si divertiva ad incalzarmi con domande cercandomi di mettermi in difficoltà o comunque di stuzzicarmi anche utilizzando vocaboli molto spinti come se fossero fra uomini. Voleva sapere che effetto mi aveva fatto essere in un locale dove diversi uomini mi guardavano con bramosia e che mi avrebbero scopata anche subito, gli confessai che la cosa mi stava piacendo molto e che anzi le tette mi sarebbe piaciuto fargliele proprio vedere, era come se da quel sabato mi si fossero aperte delle porte del mio cervello che fino a quel momento avevo ignorato. Quando lasciammo la strada principale della Siena/Grosseto passando dalla strada interna da paesini sconosciuti di Ribolla ed altri, mi disse che visto il mio piacere a mostrarmi potevo slacciarmi anche gli altri bottoni del top mettendomi in mostra anche se glielo avrei fatto venire duro e che forse prima di Castiglione mi avrebbe scopata sulla strada.
Visto la maiala che stavo diventando non ci pensai due volte e slacciai i bottoni liberando al ballo ondeggiato le tette comandate dal dorso stradale; quando passavamo dai centri abitati o anche incrociavamo delle auto o camioncini (in questo caso essendo più alti mi vedevano pure le cosce) Gianluca rallentava volendo che gli altri avessero modo di capire cosa li si prospettava davanti, se poteva nel contempo allungava la mano e le palpava alternandole con le cosce arrivando a mettermi la mano sempre più vicina alla fica (sempre più bollente e piana di umori). Eravamo ancora nel mezzo al niente quando mi chiese avessi voluto “alzare il livello di porcaggine”, gli risposi che a me andava bene se lui lo riteneva fattibile ma sinceramente non avevo capito cosa avesse in mente.
Quando in lontananza vedemmo un distributore di benzina mi disse ti togliermi del tutto il top ed anche lo slip del costume e di gettarli sul sedile di dietro in modo che non avrei potuto avere ripensamenti, detto fatto e così con me praticamente nuda si fermo a fare benzina, eravamo gli unici clienti, si fermò alla pompa servita scendendo dall’auto in attesa dell’addetto. Vidi arrivare un uovo in tuta uscire dall’officina meccanica a fianco del casottino, si salutarono per nome (conoscenti? Amici?), gli chiese il pieno e poteva controllargli anche l’olio, ci raggiunse anche un altro addetto (probabilmente richiamato dal suo collega) e mentre uno metteva benzina l’altro puliva i vetri. Ero seduta nuda in auto e mi stavo mostrando a sconosciuti, ero eccitatissima tanto che per stare calma mi stavo mordendo le labbra. Fatto il pieno il benzinaio entrò al posto di guida e dicendo che per fare i controlli richiesto dovevano portare l’auto in officina mentre la sua mano era già a strizzarmi con forza la coscia. Spostò l’auto e una volta dentro mi invitò a scendere dovendo mettere l’auto sul ponte, tutte cose false ma stavamo tutti recitando la parte per arrivare a scopare. Scesi dall’auto completamente nuda, anche la gonna aveva raggiunto gli altri indumenti, le mani nude e ruvide dei due uomini che nemmeno avevo guardato in faccia presero a palparmi con forza attratti dalle tette e dai capezzoli duri come chiodi, anche io iniziai a darmi da fare cercando con le mani i loro pacchi sentendoli in tiro duri come il marmo. Non so spiegare bene come mi sono sentita al momento (in quei momenti in generale) è come se mi si accendesse un fuoco dentro che posso spengere solo lasciandomi andare all’atto sessuale senza essere capace di controllarmi ed eventualmente negarmi, come se al momento godessi di essere un loro oggetto a disposizione.
Fui appoggiata su una specie di tavolo da lavoro ed in modo molto rude uno dei due iniziò a penetrarmi mentre l’altro mi fermò la testa con le mani ed iniziò a scoparmi la bocca, anche Gianluca si era avvicinato, sentivo le sue mani strizzarmi tette e capezzoli fino quasi a farmi male. “GUARDA COME GODE QUESTA TROIA! GLI PIACE PROPRIO IL CAZZO” li sentivo parlare, quello che mi scopava in fica ogni tanto mi colpiva le natiche a mano aperta caricandosi, poi ci fu il cambio quello che avevo in bocca prese possesso della fica, Gianluca me lo mise in bocca mentre l’ultimo raggiungeva l’orgasmo sborrandomi sulle tette, continuarono così finché fu mio cognato a metterlo dentro e scoparmi mentre accoglievo in bocca il cazzo del primo che già aveva sborrato facendosi ripulire la mazza non ancora moscia dal sapore mischiato dei miei umori e del suo sudore mentre ricevevo la seconda sborrata sulle tette, questo poi fece raggiungere anche lui la mia bocca per farsi ripulire il cazzo e lasciarmi la sua sborra sulla lingua facendomi girare la testa ora a destra ora a sinistra, poi anche Gianluca mi sborrò sulla pancia.
Prima di ripartire dovevo andare in bagno solo che mi fu concesso ma dovetti tenere la porta aperta perché volevano vedermi piegata a gambe aperte urinare in un gabinetto alla Turca, mi lavai mani e viso in un lavandino asciugandomi con un cencio che certo non ricordava la pulizia, tamponai ed asciugai la fica con dei panni carta, qualcuno lo tenni anche per non fare eventuali macchie sul sedile dell’auto, poi sempre rimanendo nuda con tutta la sborra spalmata sulle tette e la pancia, ripartimmo senza che io guardassi in faccia i due, solo dopo qualche chilometro ci fermammo in una rientranza un po’ nascosta dove mi fece rimettere slip gonna e top, sempre aperto però, dopo pochi chilometri dalla nuova ripartenza mi addormentai beata da quanto avevo goduto.
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Cinzia3
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