Il compleanno di mia moglie

di
genere
etero

Oggi è il quarantacinquesimo compleanno di mia moglie e come ogni anno organizza il pranzo con i suoi genitori e con sua sorella.
Mia cognata è divorziata ormai da qualche anno ma, a parte qualche "cagnetto" che le giro attorno, se ne stà da sola perchè dice "stare meglio".
Mia moglie è molto gelosa di lei perchè una volta mi sono lasciato scappare un apprezzamento sul suo culo e ogni volta che incrocio il suo sguardo lo faccio in maniera sfuggente e solo per pochi istanti.
Durante il prando di oggi l'avevo di fronte e mentre le voci dei commensali si sovrapponevano tra loro io sognavo ad occhi aperti.
Sognavo di percorrere lo stretto vialetto che giunge fino all'ultima villetta dove vive mia cognata, la potevo intravedere con un paio di leggings neri mentre stendeva il bucato. I lunghi capelli lisci e i seni nascosti dal largo maglione di lana sporgevano sui fili del bucato mentre il sole colpiva le payette argento lanciando piccoli riflessi a richiamo del mio sguardo.
Il sogno sembra così reale che la vedo rientrare in casa mentre salgo le scale fino al pianerottolo di ingresso deciso a suonarle il campanello ma mi trovo immobile davanti alla sua porta.
Lei è una donna sulla cinquantina, slanciata e di bella presenza, una quarta di seno e un culetto da palestra. Ha una piccola imperfezione accanto al naso che nasconde sapientemente con del trucco.
Sento il pene rigonfiarsi mentre la mano sfiora il campanello e, dopo pochi istanti, si apre la porta di casa con lo sguardo incredulo di mia cognata Monia.
"Ciao" mi saluta con voce interrogativa, "come mai da queste parti?".
Un leggero imbarazzo mi arrossa le guance e vedo gli occhi di mia cognata abbassare lo sguardo sui miei jeans mentre qualcuno più in basso inizia a farsi sempre più duro.
"Non mi fai entrare che qui fuori fa freddo?" le chiedo sussurrando per paura che i vicini possano sentire.
Mi fa cenno con un sorriso amaro e appena entrato, mentre ancora chiude la porta, appoggio ai suoi gluetei il mio pene che oramai fatica a respirare stretto nei pantaloni.
Inizio istintivamente a baciarle il collo vicino al tatuaggio mentre le mani si infilano sotto al maglione accarezzando la dolcevita che a fatica nasconde i capezzoli turgidi. Allora avevo capito bene che era una troia.
Tutto questo tempo mi sono ammazzato di seghe, il suo sfuggire agli sguardi, il suo vestire nascondendo le forme, la sua indifferenza ai miei sorrisi, tutte stronzate.
Sento la figa bagnarsi mentre si infila due dita nelle mutande ed inizia a masturbarsi.
Le abbasso i leggings e la piego a pecorina sul tavolo in vetro al centro del suo appartamento e inizio a leccarla da dietro come mai ho leccato nessuna.
Quel gusto dolciastro della sua figa che sogno ogni volta che la vedo, quelle gote arrossate che ho sempre sperato di vedere, quel respiro affannato che segue la mia lingua mentre la infilo nel culo.
I pantaloni oramai sono talmente stretti che si slacciano da soli e il pene esce di lato dai boxer elasticizzati.
Lo ammetto non ho il ventre a tartaruga ma il pene non mi manca.
Preso dall'eccitazione la spingo sul divano accanto al tavolo e dopo averle tolto maglione e dolcevita inizio a leccarle i capezzoli mentre le dita cercano il clitoride che si fà trovare senza fatica.
Inizia a sudare mentre il rossore in volto è sempre più intenso e cerca di trattenere a stento un orgasmo ma sento la mano bagnarsi in un lago di piacere.
Non riesco più a trattenermi e glielo infilo in bocca mentre il divano oramai è tutto bagnato.
Con due mani lo tiene stretto alle sue labbra, con una mi masturba lentamente mentre la lingua avvolge la cappella e con l'altra mi accarezza i testicoli rendendo tutto più duro del previsto.
Perchè non l'abbiamo mai fatto prima? Perchè aspettare tutti questi anni?
In preda all'eccitazione la giro a quattro zampe sul divano e mentre la vedo specchiata sul vetro del caminetto di fronte, dove una piccola fiamma brucia illuminandole il volto, non resisto dal metterglielo in culo e spingerlo fino in fondo mentre le stringo i fianchi e i seni dondolano sotto di lei.
Un gemito esce dalla sua bocca, non l'aveva mai preso nel culo, ma sento le sue dita mentre si masturba e le unghie dell'altra mano infilzarmi i glutei e stringere al suo corpo il mio pene che oramai sta per venire.
Sente l'affanno nel mio respiro e si gira svelta, vuole ingoiare tutto senza perderne una goccia. Continua a masturbarmi mentre la sua bocca si riempie di sperma ma il mio amico non ne ha abbastanza. Pur eiaculando una buona quantità l'eccitazione accumulata in questi anni non smorza la voglia di far godere mia cognata e, con suo stupore, la sistemo sul bracciolo del divano e la penetro dal davanti mentre la mia lingua lecca i suoi seni sensibili come non mai.
La sento squirtare e bagnarmi tutto il basso ventre, non mi era mai successo con nessun'altra donna. Scendo piano piano fino alla fontana del piacere e con carezze delicate e piccoli colpi di lingua le asciugo le fatiche assaporando finalmente il sogno di una vita.
Ritorno con la mente al pranzo domenicale mentre il pene è rimasto in preda ai sogni. Si è fatto tardi oramai e bevuto il caffè e pagato il conto usciamo dal locale insieme. Mentre tutti si salutano e rinnovano gli auguri di buon compleanno a mia moglie sento mia cognata che furtivamente mi sussurra nell'orecchio: "grazie del sogno".
scritto il
2023-12-12
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