Amici immaginari parte 2
di
Biblioteca di Macondo
genere
pulp
AMICI IMMAGINARI parte 2
“Tu dimmi come è possibile sta cosa”
“Ne so quanto te. Forse siamo come in Matrix e stiamo vivendo un’esperienza virtuale” scuote la testa Kristal “O forse stiamo subendo un’invasione aliena. O siamo in una fase di contrappasso. O siamo in coma. Oppure.. Mi sta venendo il mal di testa”
“Ci vorrebbe un po’ di sesso” l’ho detto ad alta voce “Eh, scusa”
“Come quelle eroine degli hentai” sorride “Hai il permesso di uscire da qui?”
“No, ma ho abbastanza libertà nel fare certe cose. Basta che li avvisi”
“Mi stai chiedendo di fare sesso con te?”
“Spudoratamente sì”
Lei arrossisce “Beh, immagino sia giunto il momento di provare la differenza tra Mauro illusione e Mauro reale”
Nella mia stanza, dopo aver fornito a Kristal un tesserino con scritto Visitatore, ci ritroviamo nel bianco asettico che poco tempo prima ha visto me e Giulia fare… “Bello, spartano” allarga le narici “Odore di sesso”
“Come?”
“Ah, ho un senso dell’olfatto abbastanza sviluppato” si tocca il lato destro del naso con l’indice “Hai scopato con qualcuna”
“Ah, sì” faccio imbarazzato “Giulia”
“Visitatrice, Infermiera o paziente?”
“Paziente”
“Ti dai da fare, vecchio”
“E dai con sto vecchio” lo dico ridendo “Ti dimostro quanto non sono vecchio” l’afferro per i fianchi e la isso su una cassettiera. Ora ho il suo viso altezza mio. Ci guardiamo con intensità. Poi, labbra che si sfiorano, lingue che si studiano. Lei si discosta “Ah, non sono da lingua idrovora”
“Idem”
“Nel senso: mi piace che mi lecchino i capezzoli,o la mia fica ma, lingua su lingua” rabbrividisce
“Diavolo, pensavo di essere il solo a cui non piacesse la lingua intrecciata”
“A te piace se uso la mia sul tuo uccello?”
“Piace, piace” e mi chiedo cosa sarebbe un menage a tre tra me, Kristal e Giulia.
Nudi, la mia faccia è già tra le sue gambe, ad assaggiare quella succosa albicocca che è la sua fica. Lei geme e si appoggia al muro, mentre mi tocca con le sue mani, mentre mi arriccia i capelli. Mi alzo, le mordo l’ombelico, lecco la curva dei suoi piccoli seni, mordicchio i capezzoli. Poi su, fino a toccare le labbra, le lingue prima frenetiche che si sfiorano appena “E adesso?” chiede lei con un sorriso
“E adesso” afferro il sesso e lo guido dentro di lei, affondando quasi di prepotenza e strappando un gemito di piacere e di dolore. Le, braccio al collo, mi fissa negli occhi “Non fermarti, vecchio”
E, quel vecchio, mi manda in berseker e comincio a muovere i fianchi come una locomotiva. Lei urla di piacere, affonda le unghie nella carne. Poi esplode dentro di lei e lascio che i nostri respiri si mescolano ai nostri umori, macchiando la placca lucida della cassettiera “Non male, vecchio”
“Ah” faccio sprezzante sedendomi sul letto. Afferro il cazzo e lo scuoto verso di lei “Vuoi favorire?”
Non si fa pregare due volte. Scende dalla cassettiera e si inginocchia davanti a me. “Si sta sgonfiando” e me lo ingoia famelica, fino all’ultima goccia.
Siamo seduti uno accanto all’altra, nudi e felici. Kristal si toglie una goccia di sperma da un angolo della bocca “Pentita?”
“MA che dici?” ride. Abbassa lo sguardo verso il mio sesso ridotto ad uno straccio “Non hai la ripresa veloce, eh?”
“Non sono un porno attore”
Lei allunga la mano sinistra e me lo cialocca un po’ “Dieci minuti?”
“Almeno venti”
“Troppo. Faresti delusione ad una ninfomane”
Bussano alla porta “Non sono presentabile” la porta si apre ed entra Giulia di volata
“Ciao Mauro volevo dirti che..” e rimane lì, con io e Kristal nudi sul letto a fissarla imbarazzati “Porca troia!”
“Non ti ho detto entra pure” ribatto
“Oh.. pensavo che il sesso con le allucinazioni le avresti ignorate per un po’”
“Non sono un’allucinazione” risponde Kristal
“Sì, certo”
“E’ la verità, chiedi a Stefano lì in corridoio”
“Non c’è Stefano in corridoio. Tu sei?”
“Kristal”
“Ah, quella Kristal che ti ha fatto finire fuori strada?”
“Sì..no”
“Un attimo” prende il cartello non disturbare e lo appenda fuori dalla porta. Poi comincia a spogliarsi e rimane nuda “Mi sento a disagio se, tra nudi io sono l’unica vestita” guarda verso Kristal “Ti fai problemi?”
“Nessun problema”
“Bene, raccontate”
“Questo è il momento in cui qualcuno deve dire: ma che cazzo sta succedendo?” fa Giulia guardando prima me e poi Kristal “Ma come diavolo è possibile?”
“O siamo veramente pazzi” alzo lo sguardo alla stanza dove siamo “Oppure…”
“Oppure?” chiede Kristal
“Non lo so: è folle”
“Sì, su questo non ci piove” dice Giulia
“Tu che dici June?” chiede rivolta alla mia allucinazione
June si stringe nelle spalle e ci osserva perplessa “Non saprei che dirvi. Forse è vero che siete pazzi”
“E perché noi ti vediamo?” chiede Kristal “Dovresti essere un’allucinazione di Mauro. Eppure ti vedo io e ti vede Giulia”
“E dove sono le altre?” chiede Giulia
“In giro” fa evasiva June
“Cosa ci nascondi?” chiedo
“Nulla”
“Comincio a credere che siamo davvero in Matrix” commento
“E il Mondo là fuori è un’apocalisse di macchine?” chiede Kristal
June se n’è andata “Lo sapevo” faccio “Qui c’è qualcosa che non va”
-I soggetti manifestano anomalie di grado 3-la voce metallica del Senziente riecheggia nella mente del dottor S.
-Interessante- rispond il dottore pensieroso fissando gli schermi –Ha la consapevolezza delle percezioni oniriche-
-Procediamo con la chiusura della Breccia?-
-No. No. Lasciamolo così. Vediamo fino a che punto si spinge-
-E le altre due?-
-Fanno parte del gioco. Lasciale giocare-
-E l’Entità June?-
-Che agisca come meglio creda-
“C’era una volta in un Mondo lontano lontano” la donna si ferma a guardare i presenti che la guardano meravigliata. Truccata da clown, sui pattini a rotelle come il mago di quei famosi biscotti di quella pubblicità “Un Mondo fatto di pensieri e idee che nascevano dalla mente degli uomini. Questi pensieri erano carne e ossa, parlavano e mangiavano come facciamo noi. Un giorno, uno di loro, riuscii a percepire di essere anomalo grazie ad un incidente che gli capitò. Lui riusciva a vedere attraverso uno squarcio dimensionale, il Mondo che viveva attraverso. Allora l’uomo decise di studiare quello squarcio per capire cosa lo originasse. Fu così che scoprì l’origine del suo Mondo e decise di saperne di più. Cominciò con dei piccoli esperimenti, cercando di comunicare la sua presenza nella mente dei soggetti che riusciva ad intercettare. Ma le persone di questo Mondo non riusciva a capire poiché, per loro, quelli erano sogni strani, menti immaginarie.
Coloro che non davano retta a quei pensieri giustificavano i fatti come pure invenzioni della mente. Ma, quelli che cercavano di percepire il significato, finivano per farsi trascinare in un vortice senza fine, che li portava alla follia”
“Sembra anche a te che sia la storia della nostra vita?” Kristal accanto a me. Non ha più il badge del visitatore e questo mi porta a pensare che lei non sia quella vera ma la mia illusione. Mi manca un pezzo di giornata. Mi ricordo che eravamo nella mia stanza con Kristal, Giulia e June e stavamo cercando di capire se le illusioni erano tali oppure no. Sul perché anche io, o Kristal o Giulia, riuscissero a vedere le une le allucinazioni degli altri
“Porte nella mente” continua il clown “E da lì che gli uomini di quel Mondo venivano a farci visita. Causandoci gravi incomprensioni e facendoci rinchiudere qui, in posti come questi”Il clown è una ragazza. Sotto il pesante trucco e la parrucca riccia e rossa, si intuisce un viso giovane e un corpo ricco. “Non siete pazzi. Voi siete vittime di un incontro alieno” si afferra il cappello con una mano, lo fa volteggiare in aria e poi, un inchino alla platea che scoppia in un applauso
“Chi è quel clown?” chiedo a Kristal
“Non lo so. Puoi sempre chiederglielo”
Il clown si allontana e io mi alzo per seguirla. La storia che ha raccontata è troppo simile alla condizione mentale in cui mi trovo. Stefano l’infermiere mi ferma a mezza strada “Ehi, Mauro, il dottor S ti stava cercando”
“Io, andrò da lui ma prima..”
“Non c’è un prima. Vai da lui”
Guardo sconsolato la ragazza clown che sparisce in fondo al corridoio
“La seguo io” dice Kristal
“Illusione o realtà?” chiedo a Stefano indicando Kristal che si allontana
“Realtà” sorride Stefano “Non riconosci più la tua infermiera personale?”
La mia infermiera personale?
Sdraiato sul lettino, il dottor S mi parla con voce suadente “Come si sente oggi?” mi chiede il dottore
“Normale. Come gli altri giorni”
“Allora, non troppo normale” sorride
“Sì, continuo ad avere le mie visioni”
“Ci fa sesso anche”
“Per me sono piuttosto reali”
“Come la signorina Giulia”
“Lei è reale”
“Ma ci ha fatto sesso”
“Uno dei pochi vizi che mi posso prendere qui”
“Sì, vero” ride complice. Vecchio porco “E con le sue percezioni?”
“Illusioni”
“Sì, certo”
“Perché percezioni?”
“Non si distragga e risponda alla domanda” mi esorta, quasi irritato
“Cosa vuole sapere?”
“Le ha ancora?”
“Sarei qui altrimenti?”
Si ritrae sulla sedia, soppesandomi quasi fossi un insetto da studiare al microscopio “Com’è stato incontrare la vera Kristal?”
“Le rispondo con un’altra domanda: da quand’è che Kristal fa l’infermiera qui?”
“Da poco”
“E non l’ho mai vista?”
“Può essere. Perché è così sospettoso?”
“Perché Kristal ha chiesto di incontrarmi e si è fatta passare per visitatrice?”
“Un po’ paranoico, oggi?” sorride sardonico
“Abbiamo fatto sesso. Poi è arrivata Giulia e ci siamo messi a parlare delle nostre illusioni”
“Interessante. E che deduzioni avete edotto?”
“Credo che lei sappia più di me”
“Io?”
Storno il suo sguardo derisorio “Chi è la ragazza clown?”
“Un’altra illusione?”
“No, credo sia reale. Almeno, gli infermieri mi dicono che è reale”
“Ah, la nuova paziente intrattenitrice” sorride “Faceva parte di un circo. Curioso l’incidente che l’ha portata qui. Due acrobati stavano volteggiando in aria e, ad un certo punto, uno di loro manca la presa e precipita al suolo. Dieci metri di caduta libera. SPLAT! E sotto c’era lei, la ragazza clown” scuote la testa “Bruttissima esperienza. Indossava uno di quei cappelli in plastica rigida che si usano di solito per segnalare buche in strada. Si, simili ai birilli. Lei ne aveva fatto un cappello. Se l’era messo in testa e stava provandolo mentre faceva roteare in aria delle palline colorate. L’acrobata cadde e finì sulla punta del suo cappello” scuote ancora la testa “Io l’ho voluta. E’ adatta per i pazienti”
“Sì, sa intrattenere”
“Dunque, mi parli delle sue illusioni”
A me il dottor S non la conta giusta. Lo ripeto a Giulia quando la ritrovo in giardino che passeggia sotto il porticato. Insieme a lei c’è Tommy Aku, alias Uomo Tigre II. Lui mi vede e mi saluta con un cenno, prima di allontanarsi “Guastafeste” mi fa la linguaccia Giulia
“Avrai modo” minimizzo “Hai visto Kristal?”
“L’ho vista andare via poco fa”
“Ma tu te la ricordi come infermiera?”
“Io.. No”
“Che strano. Tutti la conoscono come infermiera tranne noi”
“Tutto è strano, ricordi” indica con un cenno davanti a noi. C’è Akane in lingerie che si sta baciando con la versione femminile di Ranma ½
“E della ragazza clown?”
“Sì, te ne volevo parlare. Hai sentito quella storia che ha raccontato? Non ti sembra verosimigliante con quanto ci sta accadendo?”
“Verosimigliante non saprei. Di certo, stimola parecchio la nostra mente”
“Pensi sia una di noi?”
“Andiamo a cercarla?”
“Sai che aspetto ha sotto quel pesante trucco?”
“No”
“MM, Kristal le è corsa dietro ma, prima di riuscire a fare qualcosa, sono stato chiamato dal dottor S. Che, tra l’altro, mi convince poco”
“Sì, mi ha sempre dato l’impressione del vecchio porco. Mi sbircia sempre sotto la gonna per vedere se ho le mutandine”
“E le hai?”
“Certo che no” ridacchia
“Comunque, io intendevo altro. Sai come ha chiamato le nostre illusioni? Percezioni”
“percezioni” fa pensierosa
“E quando gli ho fatto notare la definizione, lui ha minimizzato, dicendo che era lo stesso”
“Percezione e non illusione. Siamo in Matrix. O qualcosa che gli assomiglia”
“Porte della mente” ripeto ricordandomi quello che aveva detto la ragazza clown “E se fosse veramente così?”
“Alieni?”
“Boh. O forse siamo veramente pazzi e stiamo cercando di giustificare la nostra follia”
“Qui c’è da uscire pazzi” e scoppia a ridere da quella battuta
“Quando torna Kristal, riunione in camera mia”
“Facciamo sesso?”
“Sì, giusto per tenerci svegli”
=FINE PARTE 3=
AMICI IMMAGINARI
Parte 4
La ragazza clown è in camera mia, sul mio letto, completamente nuda. Il suo trucco da clown le nasconde i reali lineamenti mentre, cappello e parrucca sono appesi ad un attaccapanni “Ti stavo aspettando, zuccherino”
“Anch’io ma, non pensavo di trovarti qui. Come ti devo chiamare ragazza clown?”
“Mirtilla ma, il mio nome vero è Reika”
“Come l’assistente di Aran Banjo” sorrido sedendomi accanto a lei “Notevole”
Lei allunga una mano verso la patta dei miei pantaloni e comincia ad accarezzare “Anche qui sento qualcosa di notevole”
“Bene Mirtilla alias Reika. Immagino che prima di parlare tu voglia scopare”
“Sei un tipo intuitivo uomo” sorride tirandosi su a sedere e slacciandomi i pantaloni “Ehilà” lo libera facendolo balzare fuori come un pupazzo a molla “Ah” e si abbassa ingoiandomelo tutto.
Sto lì a godermi il momento, con la sua lingua che saetta sulla pelle esposta mentre sembra volermi inglobare tutto.
Due mani si poggiano dietro di me. La pelle è scura e sa di caffelatte. Non ho bisogno di guardarmi indietro per capire che è June. Sempre lei, sempre presente, la più fedele delle mie illusioni. O è una percezione?
Nude entrambe, mi strusciano addosso. Ora sdraiato, Con Reika che continua a stantuffare di bocca e June con la fica appoggiata alla mia faccia, che prende a strusciarla sulla mia faccia. E io che cerco di mordere quella succosa albicocca, lanciando fuori la lingua e percependone gli umori
“Oh, ma c’è una festa qui?” è la voce di Giulia che è entrata quasi di soppiatto “Ehi, lasciatene un po’ anche per me” e la sento che mi cavalca, mettendosi tra June e Reika “E vai!” ulula
L’orgasmo nella bocca della ragazza clown, il trucco che si scioglie e scivola sulla faccia insieme al cerone. June si è alzata, lasciandomi sulla bocca il sapore della sua fica.
Alla loro mercé, la bocca umida di sperma, prendono a baciarmi con passione mentre Giulia, in basso, si accontenta di risucchiare le ultime gocce rimaste “Rivivi” dice al mio cazzo Reika
Io l’afferro e la sbatto a culo in su, mentre Lui rinasce a poco. L’appoggio tra le sue chiappe e comincio a strofinare con vigore. Lei sente tutto e gode, premendo di più il culo contro di me, mentre June e Giulia hanno preso a baciarsi e a masturbarsi con le dita
“Quindi, parlami di questo ‘C’era una volta’” dico a Reika dopo l’orgia. Siamo sedute tutte e tre a terra, appoggiati di schiena contro il letto. June si è alzata ed ora se ne sta vicino alla finestra. Mette il broncio, fa finta di nulla.
“Io so che non è solo una storia. Ma non sa dare spiegazioni” scuote la testa Reika “Il dottor S mi ha detto che posso usare questa storiella per rallegrare i pazienti. E io lo faccio”
“Anche tu con le visioni” dico
“Ho un pensiero pazzesco che mi gira nella testa” dice Reika
“Siamo nel posto giusto”
“Credo che sia tutto vero ma, non so dare una spiegazione razionale”
“Siamo in un manicomio, gioia. La razionalità è andata a farsi fottere” commenta Giulia
“MA perché sei convinta che sia realtà quello che racconti?”
“Perché ho un ricordo legato al dottor S e a quello che ho raccontato”
“Che genere di ricordo?”
“Sono in una stanza al buio. C’è una luce al neon e la faccia del dottor S. Mi sta parlando in maniera suadente = Rilassati cara. Ricordati: la tua mente percepisce in maniera diversa da chi incontrerai = E poi una vaga immagine di gente immerse in vasche piene di un liquido simile a placenta, con dei caschi sulla testa e tubi che escono da ogni dove”
“Fantascienza” mormoro
“L’ho detto, siamo in Matrix” dice Giulia
Diavolo se non ci sto capendo una minchia. Sono seduto fuori, su una delle panchine del parco interno. Ci sono pochi pazienti in giro a quell’ora.
Kristal mi raggiunge e si viene a sedere accanto a me “Allora, com’è andata con la ragazza clown?”
“Si chiama Reika e prima lavorava in un circo” rispondo “Abbiamo fatto un’orgia a quattro prima di fare due chiacchiere”
“Peccato non esserci stata”
“Già, saresti stata perfetta”
“Quindi, tu, lei, immagino Giulia e poi?”
“June”
“Ok, dopo il sollazzo, cosa vi ha raccontato?”
“Che la favola che racconta ai pazienti è vera”
“Siamo in Matrix allora?”
“Cosa ricordi del Mondo là fuori?”
“Beh, tutto”
“Io solo frammenti. Mi ricordo di quando ho avuto il primo incidente. Mi ricordo che tu eri la mia ragazza. Che ho fatto l’incidente mentre mi facevi un pompino. E che sono finito qui. Ma non come sono finito qui”
“Che intendi?”
“Tu sei venuta a cercarmi come visitatrice ma, il giorno dopo, tu eri un’infermiera”
“Io son un’infermiera”
“Ma non quando ti ho vista nella recption. E il dottor S mi ha detto che lavori qui da poco tempo. Ma tu mi hai detto che, questo posto, l’hai cercato”
“Io.. ho detto questo?”
“E’ come un reset. Impercettibile ma c’è. Solo che io e Giulia sembriamo gli unici ad accorgerci di questi reset”
“Quindi siamo in Matrix?”
“Una specie. E il dottor S è il Core di questa farsa”
“Perché farebbe questo?”
“Ah, non saprei. Per quel che vale, direi che il Mondo là fuori è una colossale illusione e, davvero, come in Matrix, noi viviamo attaccati a macchine, mentre fuori il Mondo brucia. O forse è un Mondo di transizione. Oppure gli alieni stanno giocando con le nostre menti”
“O forse è un colossale Nulla e noi siamo qui a speculare sulle nostre visioni” dice lei
“Vero” ammetto alzando lo sguardo al cielo e guardando le stelle. Migliaia di lucciole che galleggiano nello spazio profondo, estinte chissà quando. Magari lì ci sono Mondi alieni, con esseri simili a noi, che pensano, mangiano, dormono, uccidono
“Percezioni sovrapposte” è la voce di June che mi coglie di sorpresa. Devo essermi appisolato. Kristal se n’è andata e, al suo posto, c’è June. Ma non siamo più sulla panchina ma seduti a cavalcioni di un grande albero biforcuto, alto e sinuoso che mi ricorda i colli possenti di un brachiosauro “E’ questo quello che stai vivendo”
“Percezioni sovrapposte?”
“Molti pensieri onirici collegati tra loro e sovrapposti. Questo noi siamo” risponde June “Un concetto difficile da spiegare così”
“Allora siamo in una sorta di Matrix?”
“Se così vuoi metterla, sì”
“Perché?”
“Hai ragione tu. Il Mondo là fuori è cambiato. Sovrappopolazione, inquinamento, surriscaldamento globale. Gli scienziati della Terra hanno fatto una scoperta, un sistema solare a circa cinquantanni luce di distanza dalla terra. Negli anni hanno costruito un’arca che avrebbe accolto milioni di noi e li avrebbe mandati nello spazio. Dopo la prima spedizione, l’Arc si è messa in movimento. Noi, su di essa, siamo stati addormentati in vasche criogeniche che ci avrebbero mantenuti in animazione sospesa per tutto il viaggio. E le menti collegate a vivere in un Mondo fittizio prima del risveglio. Ma, c’è stato un guasto. Nulla di grave. Ma le griglia di memoria si sono scollegate e mescolate, influendo sulla psiche dei degenti” si tocca un lato della testa “Percezioni sovrapposte. I sogni, le illusioni, i pensieri: tutto si confondeva nella Rete e si mescolava. Tu vedi me: sono reale ma, al contempo, un’illusione. E gli altri non si accorgono di me, o di Akane, o di Candy Candy solo perché, non lo percepiscono. MA voi no. Grazie all’anomalia, voi percepite la nostra presenza e interagite con noi”
“Quindi tu sei una persona dormiente dentro quest’Arca”
“Sì”
“Perché assomigli a June”
“La mia faccia, le tue fantasie”
“Kristal?”
“Fa parte tutto del pacchetto” sorride
“Quindi, mi stai dicendo che ora, siamo in viaggio su una nave spaziale?”
Diavolo, sono dentro Interstellar!
“Sì”
“Da quanto?”
“Diciamo che sei quasi arrivato alla meta”
“Questa cosa mi frulla il cervello ancora di più”
“vedrai: al tuo risveglio avrai le idee più fresche”
Mi chiedo solo se vorrò svegliarmi e affrontare la cruda realtà esterna “Il dottor S?”
“Lui è colui che si preoccupa che tutto vada come deve”
Che spiegazione assurda. Ancora non mi capacito. Il giorno dopo la racconto a Giulia, decidendo di lasciare Kristal all’oscuro “Ma tu ci credi?”
“A questo punto, una cosa vale l’altra”
“Ma dai” fa lei “Percezioni sovrapposte: è assurdo”
“Come stare qui dentro”
“Ma perché un manicomio?”
“Boh, saranno le nostri menti che tessono una storia plausibile. Oppure è il dottor S che si sta divertendo, gli si bruci il culo”
“Quindi, cosa dovremmo fare secondo la tua June?”
“Fare quello che abbiamo fatto fino ad ora. Mangiare, dormire, scopare”
“Ti sento rassegnato”
“Una buona scopata mi tirerà su il morale”
Lei sorride e salta su, saltellando come una bambina felice “Ok vecchio. In camera tua?”
Non so quanto tempo è passato. Giorni o anni. Sono lì a chiedermelo mentre sto sfondando di brutto la fichetta di Giulia. June non si vede da qualche giorno. E le altre percezioni vagano apparentemente senza meta per i corridoi o nel parco. Sembra che, dopo la rivelazione di June, abbiano perso interesse per noi.
“Non ti senti un po’ trascurata?” chiedo a Julia
“Un po’ sì. Delle mie percezioni, c’è solo Naoto e Tommy che mi vengono a trovare”
“June non si fa vedere e Kristal sembra scomparsa”
“Stiamo impazzendo?”
“O stiamo guarendo”
Ci addormentiamo uno nelle braccia dell’altro, entrambi nudi, con i nostri sessi che premono uno contro l’altro. La mia mente scivola in condotto nero dove affiorano delle luci.
RISVEGLIO
Apro gli occhi, annaspo come in cerca d’aria. Ho dei tubi che mi avvolgono e io sono dentro una vasca di liquido bianco “Sì calmi, sì calmi” urla qualcuno “Dottore, un dottore”
Riapro gli occhi in una luce abbacinante. Non sono più nella mia stanza del manicomio ma in una stanza dai colori più tenui. Una donna sui sessant’anni, alta e fisico asciutto, tonica come una quarantenne che fa pilates. Ha occhi che sembrano cieli di primavera e lunghi capelli d’argento. Un vistoso taglio a V sul vestito davanti dimostra che ha una pelle molto liscia e un seno per nulla cascante “Bensvegliato Mauro” sorride. Denti bianchissimi, perfetti
“Dove? Dove sono?” chiedo frastornato
In un letto, ma non d’ospedale, con un camice bianco a coprirmi “Sei al sicuro, non ti preoccupare”
“Lei chi è?”
“Mi dai del Lei ora?”
“Ci conosciamo?”
“Abbiamo parlato molto negli ultimi tempi. E fatto altro” sorride “Sono June”
“June..Non è possibile. Lei è..”
“Giovane?” sorride ancora, scuote la testa “Sì, un tempo lo sono stata”
“Quindi, siamo a destinazione?”
“Sì”
“Giulia? E Kristal?”
“Si stanno riprendendo” mi tende la mano “Vieni” gliel’afferro: stretta e sicura. Mi alzo e mi pilota verso una tenda. Lei tira i cordoni “La vostra nuova casa”
Oltre, un Mondo quasi incantato, fatto di torri d’acciaio e di cristallo,una città futuristica attorniata da alte montagne e, più in là, da un mare di un insolito color indaco “La Terra Promessa”
“Beh, incredibile cosa siete riusciti a scoprire in tutti questi anni” faccio stupito
“Vieni con me” fuori, un corridoio, diverse porte. In fondo al corridoio, una grossa porta che June apre. Una luce abbagliante ci avvolge. Fuori, una terrazza con una magnifica panoramica sulla città “Arriveranno in molti”
“E poi cosa farete? Ridurrete questo posto come la vecchia Terra?”
“No, il nostro scopo è quello di preservare il più possibile l’habitat del luogo”
Come no. Conoscendo il genere umano, la storia si ripeterà. Avrei visto giusto un insediamento diverso, come i coloni di un tempo:legno al posto dell’acciaio, terra coltivata, nessuna guerra. Voglio vedere Giulia e Kristal”
“Certo, vieni”
Le trovo in una stanza che sembra uscita dall’800, tutta broccato rosso, talamo con baldacchino. Giulia mi salta direttamente al collo e prende a baciarmi forsennatamente. Kristal si limita ad un abbraccio “E così, ci siamo” dice Kristal “Niente più visioni, niente più manicomi”
“Beh, possiamo fare sesso no?” fa Giulia entusiasta “Non più virtualmente” poi si smolla un po’, aria triste
“Che c’è?”
“Mi spiace non vedere più i miei amici”
Guardo Kristal sconsolato. Già, sarà dura tornare alla realtà. Mi volto verso June e chiedo “Qual è il tuo nome vero?”
“Siobannah” sorride “Siobannah Jones Curtis. Si, nome strano”
“Indiana d’america?”
“Da parte di madre. Cherokee. Mio padre, americano”
“Marito?”
“Sono vedova e divorziata”
La guardo a lungo, lei qualcosa intuisce. Forse vede il desiderio che si accende in me. “Bene Siobannah, ci fai vedere il resto di questo nuovo impero?”
Ce lo siamo visti negli occhi. Mesi, forse anni, come avatar di una mia illusione erotica. A fare sesso virtuale senza inibizioni. Le ho letto negli occhi quella voglia rimasta repressa per molto tempo.
Ritorniamo nella stanza dove mi sono svegliato. Io l’afferro da dietro, delicatamente: pelle liscia come seta, la accarezzo sulle braccia, mi abbasso sul suo collo. La bacio, lei si lascia andare all’indietro, offrendomelo. Il vestito cade a terra. Dalla posizione che ho, ho una panoramica parziale della sua nudità: belle tette, piccole e morbide, invidiabile anche ad un corpo più giovane. E un culo favoloso e perfetto. La giro verso di me, ci allacciamo gli sguardi, mi spoglio, resto nudo davanti a lei. Mi inginocchio come se dovessi pregare una divinità. Affondo la faccia sul taglio delle gambe, privo di fitta peluria. Piano, la lingua che saetta ed entra, lei che mugugna appena. Mi alzo, la bacio, premiamo i nostri corpi una contro l’altro. Volteggiamo verso il letto, lei dischiude le gambe. Entro dolcemente e comincio a muovere i miei fianchi. Lei asseconda i miei movimenti , cerca le mie labbra. Baciamo e scopiamo. No, ci baciamo e facciamo l’amore. Un lungo orgasmo. E poi, uno di fianco all’altra, felici di quella nuova esperienza “Desideravo questo momento da molto tempo”
“Sì, anche io” chiudo gli occhi per un istante e chiedo “Però non me la sento di trascurare Giulia e Kristal”
“Sei libero di fare ciò che vuoi” risponde Siobannah
Libero. Finalmente. Mi giro verso di lei e mi addormento…
….
-La Terra promessa è stata raggiunta, dottor S- dice una voce di donna
-Missione compiuta. I soggetti come reagiscono?- chiede il dottor S
-Nessuna ripercussione. Parametri vitali al 100%-
-Direi che questo primo progetto ha avuto buon fine-
-Era necessario?-
-Lo ha visto anche lei, dottoressa-
-Indurre percezioni è stato positivo per le loro menti rotte-
Il dottor S, mani dietro la schiena, si avvicina alla vetrata ed osserva le tre figure immerse nel liquido denso – L’incidente li ha destabilizzati sia mentalmente che fisicamente. Questo esperimento è servito a dare loro un equilibrio interno. L’incidente- scuote la testa – Erano ridotti veramente male-
-Far credere loro che erano parte di un progetto di colonizzazione-
-Una mia fantasia-
-E il manicomio?-
-Il set ideale per giustificare le sue fantasie erotiche degli amici immaginari-
-Vivranno per sempre consapevoli di essere in un Mondo ideale. Un’illusione-
-Sarebbe preferibile che vivere consapevoli di essere ridotti dei vegetali, conseguenti ad un banale colpo di sonno. Ho dato loro uno scopo, una nuova vita-
-Fatta d’illusioni-
-Avrebbe preferito che staccassi la spina?-
-No-
-Ora non ha più bisogno di farsi passare per June, dottoressa Siobannah. Ora è lei nella sua mente. Si è innamorato di lui, vero?-
-Sì-
-Scusabile-
-E la dottoressa Giulia?-
-Dipende dalla sua mente uscire dalla loro. Ha voluto sperimentare come lei ma, a differenza sua, si è immersa completamente nelle fantasie sessuali di Varone. E si è persa. Non si perda anche lei, dottoressa-
-Non mi perderò-
-Voglio crederle. Ora, dottoressa, credo sia meglio che ci spostiamo su altri pazienti-
-Sì, dottore-
“Ehi, Mauro” la faccia di Giulia mi guarda dall’alto verso il basso. Sono nudo e lei a cavalcioni su di me
“Che c’è?”
“Ho avuto una percezione” fa eccitata
“Non puoi, non siamo più sull’Arca”
“E se ti dicessi che, sull’Arca non ci siamo mai saliti?”
=Fine=
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