Dietro la porta in bagno 4

di
genere
etero



In breve tempo mi preparai.
Ero pronta!
Prima di andare diedi un ultimo sguardo attento di controllo:

Ai piedi stivaletti da biker di foggia maschile.
Tuta da meccanico grigio chiaro chiusa da una zip che dall'inguine arrivava al colletto alla coreana.
Occhiali dalla larga montatura di tartaruga con lenti scure che mio marito usava di estate in barca,cappellino rosso con visiera calata messo un po'di sghembo da cui spuntavano i miei capelli
che già da qualche giorno avevo provveduto a sistemare con un irresistibile taglio alla garconne.

Le mani le avevo sfregate con un po'del grasso nero che mi ero portata su uno straccio che avevo insozzato nel mio garage.
Di fuori ero perfetta.
Anzi ero perfetto!
Aprii la chiusura lampo per ultimare la mia ispezione:
Calze autoreggenti nere,
Tanga , filiforme tra le natiche e sgambatissimo davanti, con uno striminzito triangolo di stoffa che stava quasi per intero immerso tra le grandi labbra che debordavano oltre il tessuto.
Intorno alla vita era serrata la cintura di pelle nera del più bel regalo di Natale che mi fossi mai fatta.
Si, perché era già da un po' di mesi che avevo pianificato tutto,e da Natale mi ero procurata uno splendido strapon dotato di
un fallo eretto che la confezione descriveva come realistico e mi aveva, con le sue generose dimensioni, fatto scadere ancora di più ai miei occhi la considerazione che avevo di mio marito!
Lo piegai a sx come facevo con il pisello del mio bambino fino a pochi anni prima.
Oramai era alle soglie della pubertà ed un composto sentimento di riserbo aveva interrotto le mie amorevoli carezze materne.
L'ombelico,che le gravidanze non avevano sformato, limitava la fasciatura stretta intorno al torace che mi ero imposta per contenere il mio seno e respingere indietro i capezzoli che se avessero potuto manifestare la loro eccitazione avrebbero emesso un urlo che perfino Tarzan si sarebbe spaventato.

Erano ormai quasi le 20!

Aprii la porta lentamente, una rapida occhiata,un balzo ed ero fuori nel corridoio comune delle toilette da uomo e da donna!
Nessuno mi guardava.
Nessun commento.
Nessuno sguardo interrogante scrutava quello strano ibrido a cui avevo dato vita.
Varcare la soglia dei bagni maschili mi diede un brivido che dall'osso sacro mi risalì lungo la schiena...
Una vocina petulante leggeva un verbale di indagine della polizia giudiziaria,di quelli che mio marito si porta a casa nel week end,e che a me hanno sempre indotto
da un lato curiosità per l'utilizzo di termini improponibili in qualsivoglia contesto comunicativo, e dall'altro mi suscitava
una tenera empatia per quelle persone,le cui vite,i cui più intimi avvenimenti e sentimenti erano violati in nome di un patto costitutivo
stipulato da uomini illustri lontanissimi dalla meschinità di comportamenti che definire miserabili era una atto di grande generosità.
Ora in quell'umanità dolente ero scivolata anche io...
Infatti quella nenia alienata da redattore di rapporti , era tutta nella mia testa,e raccontava di una prof, madre di due figli, moglie di un noto magistrato, che era stata fermata nei bagni da uomo in autogrill, travestita....
La possibilità di essere sorpresa dalle forze dell'ordine invece di farmi desistere mi accese ancora di più il desiderio...

Ero in gioco. Avevo messo in conto che era un gioco pesante in cui mettevo a repentaglio tante cose: la mia reputazione,il mio matrimonio, la mia famiglia...Ero certa che mio marito mi avrebbe tolto anche i figli.
Il fatto mi atterriva ma, ero in preda ad una forsennata tempesta di ormoni che mi impediva di fermarmi.
Consapevole di tutto ciò Serrai la mascella e con decisione entrai nel primo box .
La puzza di piscio,il water schizzato di giallo e sporco dei residui di una recente e profumata defecatio, stavano per sopraffarmi!
Richiusi la porta e scritto a pennarello lessi un numero telefonico che mano di artista aveva posto tra due zizzoni e il disegno di una donna con le cosce spalancate .
Era il numero di cellulare di Tina, la mia collega insegnante di matematica.
Dunque non ero stata la sola ad essere coinvolta in questo giochino.
Si però la Tina, madre e moglie esemplare, assidua frequentatrice della sua parrocchia, non aveva mai cambiato numero...
Uhm!
Entrai nel secondo bagno, per fortuna meno sporco del primo e lessi dietro la porta il numero dell'insegnante di lingue.
E così negli altri scompartimenti.
C'eravamo tutte!
Anche colleghe, come ad esempio la nostra preside, che a vederla da vicino, nella sua relativa senilità aveva perso qualsiasi connotazione sessuale...
Ma questo non lo potevano certamente sapere i frequentatori di quelle latrine
e ,....
anche lei non aveva cambiato numero...
Mi sentivo sollevata da quelle considerazioni e volli avvicinarmi agli urinatoi a muro in fondo al locale.
Urtai un piccoletto che frettoloso cercava di guadagnare l'uscita mentre ancora si sistemava la cintura dei pantaloni.
Girai l'angolo e notai di spalle un tipo biondo cenere, abbastanza alto e credo con al massimo 25 anni,con la faccia al muro ed i pantaloni e le mutande scese fino ai piedi.
Le chiappe biancolatte, sode, tonde ed invitanti.
Sentendomi arrivare piegò il busto in avanti ed allargò le cosce mettendosi a 90 gradi.
Un invito esplicito.
Farfugliò qualcosa in una lingua slava... cercavo il suo sguardo ma non sembrava affatto deciso a voltarsi.
Mi fermai dietro di lui.
Allungai la mano e mi imbrattati di sperma che colava dal suo buco .
Ripulii le dita sulla sua camicia di flanella, gli misi la mano destra sulle labbra a tappargli la bocca,con la sinistra tirai giù la zip della tuta che indossavo.
Il dildo, non più bloccato dal tessuto scatto' fuori come una molla.
Divertita pensai di aumentare l'eccitazione di quel frocetto con un sonoro sputo sulla punta del mio sex toy, lo indirizzai all'apertura oscena che quel ragazzo mi offriva alla vista,e con forza,con sadico piacere glielo ficcai tutto dentro.
Il suo retto tentò una resistenza ma niente avrebbe potuto fermarmi!
Spingevo. Con rabbia spingevo.
Il mio compagno di gioco ansimava e mi leccava avidamente le dita.
Lo strapon funzionava a meraviglia...lo scroto di silicone non era il suo terminale posteriore.
Infatti, per mia ulteriore godimento,l'attrezzo aveva un suo simmetrico doppio: un inebriante cazzo infisso interamente nella mia vagina.
Così ad ogni poderosa spinta pelvica producevo molteplici risultati.
1)mi scopavo un uomo,mugulante di perverso piacere.
2)ad ogni rapida e profondissima penetrazione mi rivenivano a galla i racconti strazianti di milioni di donne sottomesse, umiliate e stuprate.
Costrette a vivere nel terrore convinte di non meritare una vita felice, persuase ogni giorno dalle botte e dai patimenti inflitti loro da aguzzini spietati .
E tante tantissime volte non si trattava di sconosciuti violenti ma di integerrimi mariti, papà premurosi, fidanzati affettuosi.
3) Quel doppio dildo procurava alla mia bollente patatina delle sollecitazioni notevoli di cui dettavo ,finalmente libera e consapevole,il ritmo .
di
scritto il
2023-08-28
8 6 9 visite
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