Tutto per i miei bambini. Cap.2

Scritto da , il 2013-02-08, genere incesti


Per i miei figli, tutto e di più
By Chiodino

Cap 2


Un pranzo piuttosto silenzioso, sono, siamo tutti e tre incerti tra la la coscienza della gravità di quanto successo e qualcosa d'altro che da parte mia definirei la fine dell'incubo, no la fine dell'incubo no, ecco, l'inizio della speranza. Sono vostra madre, vorrei dire, e siamo stati a letto insieme perchè non c'era altro da fare. Non dovete vergognarvene, pensateci su e decidete. Posso benissimo continuare, a me è piaciuto.. che mi sia piaciuto poi è ridicolo e se anche fosse, non avrei mai il coraggio di ammetterlo neppure a me stessa. Mi manca ovviamente il coraggio persino per cominciare un discorso così. Lasciar loro poi una decisione del genere significa caricarli di una responsabilità, di un peso che rischierebbe di distruggerli. A dire la verità, hanno già deciso, hanno detto che non vanno a vedere la partita tra le loro classi. Il perchè è ovvio. Vogliono passare il pomeriggio con me...a scopare. Non va bene, non devo stancarli, se ne disgusterebbero rapidamente magari, di me e delle donne, tornerebbero ai loro “giochi” Adesso è una novità, quello che li ha angosciati, incuriositi... Voglio poi restare un poco sola ed infine viene la mia amica. Non vorrei si tradissero. Sanno che è il mio ginecologo, è ridicolo ma mi secca far vedere che mi faccio visitare. li ho convinti ed escono dopo avermi aiutata a rigovernare e riordinare, una grande novità. Puntuale come sempre arriva Marisa, compagna di classe dalla prima media, qualche volta compagna di banco, grande amica, l'unica amica. L'ho chiamata al telefono dal bagno questa mattina. Ciao Cecilia scusa ma non ho tempo, aveva esordito. Senza lasciarla continuare ho detto le poche parole necessarie, sapevo che bastavano: questa mattina ho avuto un rapporto completo e non protetto. Due volte. Cosa devo fare? Un attimo di silenzio e poi l'appuntamento a casa mia, oggi stesso, appena finito il suo turno in ospedale. Non è la prima volta che mi visita a casa, le solite cose. Finita la parte ufficiale e messami a posto di farmaci per i prossimi mesi mi sorride. Così hai deciso finalmente di piantarla di succhiarti il dito, non ci credevo più, son contenta per te. Dici di essere sicura di lui, che non ti ha impestata, ti credo, ma lo stesso farò fare un controllo sui campioni che ho prelevato. Manda giù questa adesso. La seconda tra otto ore e la terza tra sedici ore. Sarai coperta per quel che riguarda gravidanze fino al secondo mestruo. Alla fine del primo comincia a prendere la pillola, queste qui, una al giorno, leggiti le istruzioni. Poi cerca di farmi “cantare” su chi, come e perchè. Racconto la palla che mi sono preparata e che giustifica un assoluto riserbo. Direi che se la sia bevuta. D'altronde è la mia amica, da sempre, sa che mi fido di lei, perchè dovrei mentirle allora e perchè non dovrebbe credermi? Come spesso succede nei non frequenti nostri incontri ci abbandoniamo ai vecchi ricordi comuni. A lei mi ero rivolta per conforto quando temevo di essere incinta dopo aver fatto l'amore la prima volta con Claudio. La prima volta in senso assoluto. Ora, dopo un poco, persino la sua presenza mi disturba e sono lieta che quasi subito, scusandosene, debba andar via. Nessun problema per la cena, nessun problema di lavoro ed inevitabilmente i miei pensieri seguono il binario obbligato. Ho fatto bene o male? La risposta è non so, non sono sicura di niente. Cosa potevo fare d'altro? Non lo so, forse aspettare che il Dottore tornasse. Cercarne un altro? Scusi, ho paura che i miei figli si inculino a vicenda, non sa indicarmi...Ho provato disgusto? Non so, di certo all'inizio, un poco, ed ho dovuto farmi forza per andare avanti, ma come posso provare disgusto nell'aiutarli? Mi è piaciuto, almeno un poco? Mi dico di no e poi di si, poi di nuovo di no. E' certo che il mio organismo in qualche modo se pur poco ha reagito, e ricordo bene quanto fossi portata a queste cose. Non lo volevo e mi fa rabbia. Con Claudio la prima volta ero rimasta non delusa, lo amavo, mi aspettavo però di più, molto di più. Avevo sentito un poco di dolore che mi aspettavo. Mi aspettavo anzi fosse molto peggio e temevo di sanguinare come una fontana. Tre macchioline di sangue. Una grande quanto una monetina da un euro le altre due molto più piccole. Una fitta, quasi un pizzicotto quando si è presa la mia verginità e, prima che finissimo, un poco di bruciore. Il vero piacere quella volta l'ho provato in testa, vedendo quanto gli piacessi , quanto piacere gli avessi dato e quanto fosse felice. Si impara a fare l'amore. Si impara a goderne, si impara a darlo il piacere. Io almeno ho imparato tutto questo, ed anche in fretta. Ma questi sono i miei figli...l'incesto...vietato, giudicato immondo presso tutti i popoli, sempre. No gli egiziani sposavano le proprie sorelle. Non è esatto. Le sposavano più che altro per evitare di darle in moglie ad altri che avrebbero poi potuto accampare diritti dinastici...e poi l'incesto è pericoloso per la specie, per le procreazioni endogamiche...i gruppi, i clan che non si attenevano al divieto avevano alla lunga figli gracili, malati, idioti; si estinguevano. Non è il nostro caso. Non intendo certo partorire loro dei figli. L'incesto crea, potrebbe creare casini, con padri costretti a scacciare i maschi alla pubertà per restare l'unico gallo del pollaio ed evitare una coltellata da uno dei figli stessi. Padri e figli che si fanno tutte le femmine di casa. Mi viene da sorridere. Se Claudio fosse qui, nessun problema. Avrebbe...non so cosa avrebbe fatto, ma certo non avrebbe permesso che la situazione arrivasse a questo punto; tanto meno me li sarei dovuti spupazzare...o avrei potuto potuto spupazzarmeli. Non è un pomeriggio facile per me. Certo ora diventeranno più sicuri, meno ansiosi con le ragazze, ma... Sono poi certa che basti? Smetteranno di fare la lotta? Così l'hanno chiamata. Dicono fosse la prima volta. Può essere. Anche così...se era la prima volta, se non è successo niente, poi me li sono portati a letto una volta, una volta o due volte, che differenza fa? Me li porto a letto e me li scopo fin quando serve, se serve. Che mi sia piaciuto o meno non importa. Guardo l'ora ed è più tardi del previsto, Dovrebbero essere già a casa. Arrivano poco più tardi e le mie paure passano, svaniscono, sciolte dal torrente di parole e di allegria che mi sommerge. Abbiamo vinto...e poi l'allenatore ha invitato anche noi...e Cicci, quella che fila con...Scompaiono per prepararsi per cena. Per qualche tempo i miei timori saranno sopiti; mi conosco bene purtroppo, come sempre i fantasmi si rintanano in attesa del momento buono per mordermi ancora.

Mamma, più tardi possiamo venire da te? Me lo chiedono fianco a fianco, per farsi forza a vicenda. Non deve essere facile per loro chiederlo. Ve lo ho detto: quando e come volete. Non dico siano raggianti ma certo non ne sono scontenti anche se fingono indifferenza o quasi. Temevano e forse continueranno a temere che cambi idea. Di nuovo mi servono il caffè. Devo decisamente spiegare come usare la macchinetta, ma sono contenta, queste piccole attenzioni mi fanno molto piacere. E' relativamente presto, sospirando per dover indossare gli occhiali, agucchio, attacco un bottone, cucio una fodera, le solite cose. I due vogliono vedere un giallo che a me non interessa. Dò loro la buona notte dicendo che leggerò un poco. Avrei dovuto ripetere l'invito a raggiungermi? Non sono certa mi vogliano abbastanza da superare le restanti remore ed arrivino in camera mia senza un nuovo esplicito invito. E' stato però più forte di me. Non sono riuscita a parlare. Se non vengono...li farò venire domani, me ne dispiacerebbe però. Una mezz'oretta serve sempre per prepararmi. Mi guardo allo specchio in bagno, di beltà vestita, forse dovrei dire vestuta se ben ricordo il vecchio scrittore , ma non me ne frega un cazzo. Sto tornando al linguaggio della ginnasiale che lo mandava in estasi? E perchè mai? Comunque non ho altro addosso se non le pantofole di plastica ormai asciutte che porto sotto la doccia.

Toc, toc. Sono già qui. Mi sto spazzolando i capelli, avanti. Mi faccio forza per non guardare verso la porta mentre la aprono. Oh mamma, scusa. Solo ora e fingendo una indifferenza che non provo mi giro un poco. E' Arturo ed anche solo direi. Scusarti di cosa? Ho detto io di entrare. Non c'è nessuno in casa oltre noi tre. Sta immobile come un cero e dello stesso colore ma vestito per la notte come un damerino da film. La vestaglia nuova il pigiama bello, quello per le gite scolastiche o per qualche invito a casa di compagni e le pantofole destinate solo alle occasioni di quel genere. Usate pochissimo ed ora un poco piccole. Ha le gote arrossate, forse si è rasato. Tutto per me! Ne sono un poco commossa, povero caro. Franco è stanco non viene, io posso restare? Ma certo. Qualche altro colpo di spazzola. Ovviamente si sono messi d'accordo. Ma ad una certa ora mi...un attimo infinitesimale, mi lasci stare, non voglio stancarti. Stavo per dire che mi doveva lasciare sola ma è troppo presto, non mi fido, non sono certa di loro. Gli scompiglio i capelli. Fingendo una completa indifferenza per la mia nudità e tenendo sul braccio la camicia da notte lo precedo in camera. Forse sculetto più del normale e mi sento non poco vacca. Una vacca persino un poco eccitata, di certo strana. Mi sta guardando il sedere? Difficile che non lo faccia. Con Claudio evitavo di farlo, certe idee gli venivano anche senza particolari incentivi. Mi son dovuta fare forza, poco fa, per decidere di riceverli senza niente addosso, ora però non sento più il problema. L'avevo subito superato con mio marito quando, non era ancora mio marito, mancavano anni al nostro matrimonio; con Claudio anzi il problema non era in pratica neppure sorto. Mi son fatta corteggiare a lungo prima di lasciarmi solo dare un bacio. In seguito sono stata meno severa. Le prime carezze sopra i vestiti che mi mandavano subito in estasi. Poco tempo dopo il resto, tutto il resto ed anni di felicità infinita. Lo amavo conscia di essere amata. Offrirmi ai suoi occhi era una cosa piacevolissima ed eccitante, in attesa del resto. Troppi pudori non li abbiamo mai avuti. Li supereranno in fretta anche loro, smetteranno in fretta di sentire vergogna e di coprirsi, gioendo anzi della nudità con le loro donne se saranno fortunati e troveranno, ciascuno, quella giusta. Una vestaglia girando per casa, basta ed avanza, più per motivi igienici che per pudore. Di nuovo ballonzola sui piedi. Che fai, non ti spogli? Poi, su, vieni qua. Mentre fa il giro del letto, seguendo una idea improvvisa indosso la camicia e subito dopo la vestaglia che per abitudine, preparando il letto per la notte, poso sul mio lato, cioè a sinistra entrando, dal lato opposto al bagno. Ho conservato da allora questa abitudine, io sono abitudinaria. Arturo mi guarda senza capire. Vieni caro, spogliami tu. Lo fa con poca grazia e glie lo faccio notare. Piano caro, lentamente, devi imparare per il futuro, con le altre donne che avrai. Sopratutto le prime volte, ma anche dopo, sempre, un po' di tenerezza è indispensabile. Tenerezza e dolcezza. Per cominciare un bacio leggero, tenero, adesso via la vestaglia. Lasciala cadere a terra se vuoi, non importa, si suppone che tu sia tutto preso da lei, un altro bacio...una carezza, un altro bacio poi la camicia da notte. Baciami la gola, fai scorrere le labbra sul collo, giù fino ai seni, i capezzoli, tenendomi per la vita. Si così, ma le mani usale, muovile. Improvvisa, anche adesso. Dai fianchi le mani scendono ai glutei, le labbra scendono fino allo stomaco, un poco più giù ma non osa andare oltre. Mi stringe con vigore e tenerezza; è più alto di me ed il glande eretto e duro è caldo contro il mio stomaco, un palo da vigna, mi piace. Ora esita ma deve essere una lezione ed una lezione sarà. Ora amore farò la parte dell'uomo io. Tutto più o meno come prima a parte che io scendo con le labbra la bocca e la lingua al suo inguine. Se non facessi la parte dell'uomo e lui della donna lo imboccherei succhiandolo come...gli piaceva e piaceva a me. Posso farlo lo stesso. Meglio di no. Lo sospingo con gentile determinazione sul letto, lo abbraccio e lo copro di baci sbizzarrendomi nelle carezze più audaci del mio variegato repertorio. Si fa più audace, replica carezza a carezza bacio a bacio, andando anzi oltre fino a gravarmi addosso. Sto per bloccarlo, per dirgli qualcosa ma è lui a trattenersi e persino a scusarsi. No caro, non devi scusarti non stavi facendo nulla di male, di sbagliato. Seguivi il tuo istinto il desiderio e volevi possede la tua donna, non siamo qui per questo? Cerco di alleggerire l'atmosfera che si è fatta di colpo greve. Non risponde. Poi mi sorride e di nuovo mi si fa appresso, cerca il mio corpo. Mi bacia lentamente mi carezza a lungo ed ovunque, alla ricerca di nuove scoperte mentre io, pur baciandolo e carezzandolo, evito di eccedere nell'eccitarlo, lo è già abbastanza di suo ora, mi carezza tra le cosce, sempre più in alto. Mi dispongo in modo di agevolarlo e sento le dita lievi schiudere le grandi labbra. Ora preme sull'orifizio ma subito ne rifugge, poi più su sfiorandomi appena fino a farmi fremere quando esplora titillandolo il puntino. Dovrei dirgli di inumidire...ma taccio. Mi vuole, non sa più trattenersi ed io non ho più voglia di aspettare. Caro, si adesso, sono pronta. Mi fermo. Aspetta. Si ferma con uno sguardo interrogativo. Ho sbagliato di nuovo, mamma? No caro, certamente no. Forse è meglio ti dica qualcosa. Senti, non sempre e penso mai la prima volta che fate l'amore, una donna ti dirà di essere pronta. Fisime di noi donne, capisci?. Devi capire tu a che punto sia. Ma se è venuta a letto con me...ci può ripensare, gli rispondo. Cosaaa? Capita, credimi. Per lei potrebbe essere la prima volta. Cioè vergine, dici? Perché no? Oppure può prenderle la paura, non essere più certa di volerlo fare od essersi... ricordata di dover fare altro. Ride e rido anche io. Devi coccolarla, parlarle e, se mai, cercare di farla parlare per capire quali sono le sue paure, le sue fisse. E non solo questo. Può temere di restarci. Restarci? Si che la metti incinta, capita con questi giochini: Come credi che siate stati messi al mondo tu e Franco? Solo che noi eravamo sposati e ci fece solo piacere, scoprire che aspettavo un bebè. Comunque è prima, nei preliminari che devi accorgerti di queste cose mentre dopo sarà il momento di altre tenerezze, di paroline dolci, di altre domande inutili ma importanti. Non è di questo che volevo parlare. Io sono la tua ragazza, mi hai spogliata, coccolata, ti sembra sia pronta a fare l'amore, lasciamo da parte le possibili gravidanze ed altri problemi, ne parlerò a tutti e due insieme, se le salti addosso come avete più o meno fatto con me, corri il rischio di farti odiare, che ti ricordi come un orco. Sul serio? Son stato così...maldestro. No caro sei stato solo assatanato. voglioso. Hai cercato solo il tuo soddisfacimento e seguito il tuo istinto. Avevi solo una idea in testa: scopare. Non capisce. Se la forzi, se la possiedi mentre non è ancora convinta, se le entri dentro mentre è ancora asciutta le fai male...e poi devi distinguere i no caro, quei no che vogliono dire si, dai veri no ed in questo voi due, come tutti i ragazzi inesperti, dovrete fare le vostre esperienze ed i vostri sbagli. Una cosa di certo potrai sempre accertare e dovrai accertare, che sia pronta, bagnata, eccitata. Toccami tra le gambe...Seguendo le mie istruzioni mi carezza, poi va oltre. Ero stata io a dirglielo? No di certo e neppure avevo suggerito di...Un uomo, avevo un uomo sopra di me, dentro di me, ed era bello, mi sentivo di nuovo donna, una femmina appagata e sul punto di esserlo ancora di più, dimentica del resto. Si abbatte su di me ansante. Mi stringe tanto da farmi quasi male poi si scosta, al mio fianco, gli occhi socchiusi ed il respiro che torna normale. Un sospiro ed una carezza, lieve, dolce, un poco sovrappensiero: la normale carezza di un maschio soddisfatto alla sua donna dopo averla scopata. Io non sono affatto soddisfatta ma è inutile per ora cercare soddisfazione da lui e non amo i piaceri solitari. Un poco avvilita mi faccio vicina, cerco ed offro calore, spero per un attimo in un miracoloso risveglio dei suoi sensi. I miracoli avvengono ma non in questo caso. Dormo, sogno, lui mi vuole, mi carezza con sapiente esperienza, il mio ventre, tutto il mio corpo ribolle nell'attesa. Sono ben sveglia ora e non è un sogno e non è Claudio ma Arturo. Non importa, il mio sesso ribolle e mi mancano le forze, oppure lo voglio anch'io, mi abbandono mi faccio prendere, penetrare, possedere ed incrocio i talloni oltre le sue reni e lo stringo e gli circondo il collo con gli avambracci e, si, ne godo, splendidamente, infinitamente, mi esaurisco una no due volte espirando l'aria...godo anche quando il mio corpo ed il suo sono uniti ma immobili. Mescoliamo le nostre secrezioni, il sudore, le lacrime. Perché piangi mamma? Perché sono felice e tu? Anch'io e poi. E poi sono anche felice di volerti tanto bene e che tu mi voglia bene in questo modo, anche in questo modo. Sai mà, lo rifarei se solo potessi, ma credo proprio che.... beate voi donne che potete farlo sempre, tutte le volte che volete. Rimando la correzione del suo errore ad altro momento. Il letto è un disastro ma non ce ne frega niente. Quando il sonno sta di nuovo per prendermi, mi abbraccia ancora. Non lo si può proprio fare? Si può provare caro. Un lungo, faticoso e bellissimo pompino che lascia lui esausto ed io emotivamente sazia e soddisfatta. Lo sento respirare pesantemente. Ormai è sulla strada per diventare un uomo senza strane fisse. Ed io sono soddisfatta, molto soddisfatta. Scopo con i miei figli ma è solo per il loro bene. Non è colpa mia se il mio organismo reagisce in questo modo. E poi, ci penserò domani. Nel sonno mi abbraccia ed io cerco la sua virilità che stringo un poco. Di nuovo sprofondo dolcemente nel sonno con il suo cazzo caldo in mano.

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