Colleghe d'ufficio

di
genere
sentimentali

Finalmente i lavori erano finiti, la casetta dei miei sogni era terminata. In poco meno di 80mq c’era tutto quello che avevo sognato. Soggiorno con angolo pranzo, piccola cucina, camera, bagno e studio che all’occorrenza poteva diventare camera per ospiti. Il giardino di circa 400mq era già piantumato con alcuni grandi alberi, la chicca che avevo voluto ad ogni costo era la piscina 8x4 che iniziava dopo il portico. Sono Maurizio, ho 53 anni e sono impiegato in un ente pubblico, dopo che 2 anni fa sono rimasto vedovo ho deciso di trasferirmi dalla città a questo piccolo borgo distante 15 minuti in macchina, adesso che sta iniziando l’estate e visto che il mio orario di lavoro finisce alle 14 mi posso godere la mia nuova sistemazione, ho deciso anche che passerò a casa le ferie, anche perché parecchie coppie di amici sono impazienti di farmi compagnia.
Eravamo a metà luglio, in ufficio eravamo a ranghi ridotti, quel venerdì mattina, Elisa, la mia capo ufficio mi aveva convocato nel suo ufficio dovevo aiutarla a finire una pratica urgente entro la giornata. Con Elisa eravamo molto in confidenza, ero l’unico a cui era concesso, vista anche l’anzianità lavorativa, di dargli del tu. Elisa aveva 5 anni meno di me, era ancora una bella donna con un bel corpo, la cosa che mi aveva intrigato sempre di lei, era il fatto che non portava mai calze, anche in pieno inverno, poi aveva polpacci muscolosi un particolare delle donne che trovavo molto eccitante. Avevo saputo da Mary, la collega con cui condividevo l’ufficio che Elisa aveva un amante ormai da anni, non potevo dire se fosse vero o no ma Mary era conosciuta per essere informata su tutto e su tutti ed i suoi pettegolezzi avevano sempre un fondo di verità.
Con Mary condividevamo l’ufficio da almeno una decina di anni, eravamo molto amici, lei quando ero rimasto vedovo mi era stata molto vicina. Era una splendida amicizia e niente più. Anche se ci confidavamo tutto non l’avevo mai vista dal lato sesso. Mary era la classica donna normale, né bella né brutta, né magra né grassa, ne stupida ma nemmeno troppo intelligente diciamo la classica donna media. Grazie a lei, dopo mesi che corteggiavo, Giovanna, una bella ragazza addetta alle pulizie con una ditta esterna, eravamo riusciti a organizzare una cena in 3 a casa mia, la ragazza non si fidava a venire da sola, Mary mi era stata molto di aiuto e per convincerla si era offerta di accompagnarla. Avevamo organizzato quasi tutto, mancavano dettagli per la serata, era quasi l’orario di chiusura e non avevo avuto il tempo di parlare con Mary, era stata lei che era venuta nell’ufficio di Elisa e mi aveva detto
- Per domani sera è tutto confermato. Io verrò un po' prima ad aiutarti a preparare la cena.
- Ok ti ringrazio. Vi aspetto per l’ora di cena.
Elisa, non aveva detto nulla, poi quando Mary era andata, aveva fatto una battuta
- Organizzate sempre cene fra colleghi ma non mi invitate mai.
- Non è niente di particolare siamo solo in 3 è una cena senza pretese.
- Mi hanno detto che hai un gioiellino di casa, perfino con piscina.
- In effetti è venuta molto bene piccola ma perfetta per me. La adoro.
- Dovresti invitarmi a vederla, anche per un bagno in piscina.
- Puoi venire quando vuoi, non serve invitarti. Questa estate me la voglio godere. Non andrò via in ferie, resto a godermi il mio giardino la mia casa e la mia piscinetta.
- Se dici così ti prendo subito in parola. Oggi abbiamo fatto un bel lavoro. Che ne dici appena finito, vengo da te ordiniamo delle pizze e restiamo in piscina. Io sono libera fino a sera.
- Per me va benissimo non c’è problema. Nemmeno io ho impegni oggi.
Un attimo prima di uscire dall’ufficio avevamo telefonato per ordinare le pizze, poi eravamo passati a ritirarle. Elisa mi aveva seguito in macchina, arrivati avevo apparecchiato nel patio a bordo piscina, Elisa aveva fatto un giretto nel giardino ed in casa, mi aveva fatto molto complimenti per la casa. Per l’occasione avevo tirato fuori una bottiglia di vino bianco, lo avevamo bevuto tutto, alla fine, aggiungendo doppia razione di limoncello eravamo un po' euforici. Era stata Elisa a dire
- Adesso ci vorrebbe un bel tuffo per rinfrescarsi.
- Hai costume? Io non ne ho da darti.
- Ho mutande e reggiseno, vanno bene anche come costume, che ne dici?
- Beh in effetti hai ragione. Per solidarietà anche io farò bagno in mutande.
Elisa si era alzata ci aveva meso solo un attimo a sfilarsi il vestito, sotto aveva un completo reggiseno e mutandine in pizzo bianco, mi era venuto subito spontaneo dirgli
- Quelle mutandine bianche appena ti bagni è come non averle diventano trasparenti.
- Allora tanto vale che tolgo anche questi.
Con mia grande sorpresa in un baleno aveva tolto reggiseno e mutandine e si era tuffata in acqua. Anche io, nel frattempo, avevo già tolto camicia e pantaloni, ero in procinto di sfilare e mutande, quando il mio sguardo si sposta sul condominio di fronte, sul balcone dell’appartamento dell’ultimo piano, uno dei pochi posti da cui era visibile la piscina, una signora era intenta a stendere i panni. Avevo notato che ci spiava di nascosto, avevo rinunciato a togliere mutande e mi ero tuffato
- Così non vale, io mi sono tuffata nuda tu hai tenuto le mutande.
- Volevo toglierli ma sul balcone del condominio difronte c’è una signora che ci osserva.
- Che problemi ti fai? Siamo a casa tua in privato e siamo adulti consenzienti
- Cosa vuoi dire con la frase “adulti consenzienti”?
- Ma ti ci sei o ci fai? Sono venuta da sola a casa tua, adesso sono nuda davanti a te, pensi che sono qui solo per fare un bagno in piscina?
Mentre diceva quelle parole si era avvicinata ed aveva infilato una mano dentro le mie mutande e mi aveva afferrato il cazzo mentre mi baciava. Avevamo iniziato a limonare in acqua, la mia mano era andata subito alla sua figa mentre gli avevo preso un capezzolo in bocca. Per un paio di minuti ci eravamo limitati a pomiciare poi Elisa, con il respiro sempre più ansimante mi aveva detto
- Hai un bel cazzo. Mettimelo dentro, è quasi un mese che non lo prendo, scopami, ho voglia.
- Vieni entriamo dentro, staremo più comodi a letto. La vicina impicciona è ancora sul balcone.
Mi aveva seguito in camera, anche se avrebbe voluto iniziare a scopare in piscina e poi andare sul lettino del gazebo. Appena ci eravamo sdraiati sul letto, aveva preso in bocca il mio cazzo in bocca mentre io gli leccavo la figa. Era molto brava a succhiare, quando mi ero spostato per andargli sopra e scoparla, aveva voluto venirmi sopra lei. Si era impalata al mio cazzo iniziando a cavalcarmi, si era piegata a baciarmi e nel frattempo aveva messo le sue mani intorno al mio collo. Quando aveva iniziato a godere, si muoveva sopra di me come se fosse in preda a delle convulsioni, mi cavalcava in modo più frenetico. Ormai mi stava quasi soffocando, avevo iniziato a divincolarmi ma lei non mollava la presa, mi mancava l’aria, continuava a urlare e godere, ma nello stesso tempo sentivo le sue mani strette intorno al collo. Più godeva più la stretta diventava forte, aveva iniziato a fare male, ma non sembrava avesse intenzione di lasciare la presa avevo tentato di togliergli le mani dal mio collo ma non mollava, avevo iniziato ad avere paura, a quel punto gli avevo mollato una forte sberla, aveva mollato la presa ed avuto gli ultimi spasmi di un forte orgasmo. Il cazzo mi si era ammosciato.
- Tu sei tutta matta. Mi hai fatto male mi stavi soffocando.
- Scusami è stato un raptus. Quando ho orgasmi così intensi divento una mantide.
- Tu sei tutta matta. Fatti curare, a scoparti si rischia la vita. Mi stavi strozzando.
- Scusami. Il piacere è stato molto intenso. Ma tu hai sborrato?
- Pensi che avevo voglia di sborrare? Mi si è perfino ammosciato il cazzo per la paura.
Eravamo rimasti a chiarirci per un po', lei si era prodigata a farmi le scuse promettendo che non sarebbe più successo, mi aveva tranquillizzato, poi aveva iniziato a succhiarmi il cazzo. Una volta che era venuto di nuovo duro, non mi ero fidato ad andargli sopra. L’avevo fatta mettere a pecorina, poi l’avevo afferrata per i capelli ed avevo iniziato a scoparla.
- Non mi fido a venirti sopra, sei una matta. Una troia matta.
- Si sono una troia. Tirami capelli mi eccita. Se vuoi mettimelo nel culo mi piace.
- Non avrei mai immaginato che fossi così troia e perversa.
- Smettila di pensare scopami inculami ma fammi godere.
Quando stavo per godere l’avevo accontentata. Avevo sfilato il cazzo dalla figa e glielo avevo messo in culo. Ero entrato senza sforzo, era palese che lo prendeva regolarmente, aveva goduto con il cazzo in culo, e quando stavo per sborrare io, avevo voluto completare la scopata. Glielo avevo sfilato dal culo e glielo avevo infilato in bocca, avevo sborrato e lei aveva ingoiato tutto. Anche per me era stata una sborrata intensa, nonostante tutto era stata una scopata come poche.
- Ascolta, ti chiedo una cosa, in ufficio pretendo che non cambi nulla. Devi comportarti come se oggi non fosse successo nulla. Io ho già un amico con cui scopo, ma hai un bel cazzo e mi hai fatto godere bene. Se riesci a essere discreto e non far trapelare nulla ci rivedremo.
- Tranquilla, sono molto riservato. Per me va bene rivederci, ma evita di tentare di strozzarmi.
Dopo che era andata, ero andato in bagno, sul collo avevo 2 piccoli graffi, e dei segni rossi. I graffi potevano sembrare piccoli tagli nel fare la barba, i segni presto sarebbero scomparsi.
La sera dopo, all’orario d cena, come da accordi, Mary era arrivata in anticipo, dalla sua espressione avevo capito che qualcosa non andava, infatti, mi aveva subito messo al corrente che Giovanna non sarebbe venuta, da alcune battute avevo capito che con la scusa della cena aveva organizzato di vedersi con il suo amante facendo il bidone a me. Avevo cercato di prenderla con filosofia ed evitare di far trasparire la mia delusione. Mary per l’occasione era andata dal parrucchiere, in più indossava un abito a tubino di colore nero che la rendevano elegante. Anche se non c’era Giovanna avevamo apparecchiato nel patio, avevamo messo delle candele e poi spento le luci del patio. Mary era molto eccitata dall’atmosfera romantica.
Durante la cena Mary aveva spettegolato molto su Giovanna, in parole povere gli aveva dato della troia. Poi aveva iniziato a spettegolare su tutto l’ambiente dell’ufficio, praticamente era più informata di un giornale scandalistico, e prima della conclusione della cena sapevo tutte le tresche.
- Non avrei mai immaginato che il nostro ufficio fosse un puttanaio.
- Tutte le donne hanno voglia di scopata extra e qualcuno lo trovano per togliersi capriccio.
- Tutte? Allora anche tu ti sei tolta qualche capriccio?
- Con te vogliono essere sincera. È successo tanti anni fa prima che arrivasse tu ma solo una volta, era il vecchio capo ufficio. Adesso c’è uno che mi piace ma lui non si accorge.
Per concludere la cena, avevamo deciso di berci un limoncello e ci eravamo spostati nel gazebo a bordo piscina. Avevo spento più luci possibili, lasciando solo quelle della piscina, non era per rendere l’atmosfera romantica, ma per evitare che la vicina impicciona spiasse. Mary si era sdraiata sul letto del gazebo ed io mi ero steso acanto, l’atmosfera devo ammettere che era molto romantica, finito di sorseggiare il limoncello Mary mi aveva chiesto:
- Ti è dispiaciuto molto che Giovanna ti ha fatto bidone?
- Ascolta a me Giovanna andava bene tanto per fare una scopata. Non ha voluto? Pazienza.
- Se al posto mio in questo momento ci fosse lei cosa avresti fatto?
- Ti dico la verità? Me la sarei inculata a sangue, farmi organizzare festa e darmi buca mi ha fatto incazzare. Se fosse stata una persona corretta avrebbe potuto benissimo dire di no.
Mary non aveva commentato, eravamo rimasti in silenzio, ma vedevo che era un po' agitata, come se volesse dire qualcosa e non avesse il coraggio di farla, poi guardandomi negli occhi:
- Riusciresti, chiudendo gli occhi, a far finta che io sia Giovanna?
Aveva detto tutto in un fiato, poi anticipandomi aveva chiuso gli occhi. Non avevo affatto preventivato he la serata avrebbe preso quella piega. Non era mia intenzione scoparmi Mary, anche per le possibili ripercussioni sul luogo di lavoro. L’avevo osservata meglio per un attimo, non era affatto male come donna, e vista anche l’atmosfera della serata mi ero lasciato andare. Appena mi ero avvicinato a lei posandogli una mano sul seno, mi aveva attirato a sé ed iniziato a baciarmi, avevo corrisposto, la mia mano era scesa alla sua figa. Era senza mutandine e reggiseno, questo mi aveva fatto capire che per lei era tutto preparato, mi aveva fatto perfino fatto dubitare del forfait di Giovanna all’ultimo minuto, avevo avuto il sospetto che avesse organizzato tutto lei. Ma non importava nulla ormai, il cazzo era diventato duro e volevo scoparla.
- Ascoltami, però dobbiamo mettere in chiaro una cosa. Se ti va ti scopo, ma non devi metterla sul sentimentale. Fino a che si tratta di sesso mi sta bene ma niente sentimenti.
- Mi va bene lo stesso. Per me è importante poter far l’amore con te.
Ci eravamo spogliati, fisicamente non era affatto male, aveva due bei seni sodi ed una figa contornata da folto pelo nero. Per rendere tutto meno romantico gli avevo messo il cazzo in bocca
- Prima ti avevo detto che se ci fosse stata Giovanna l’avrei inculata. Posso farlo con te?
- Puoi fare quello che vuoi, voglio farti godere il più possibile. Fai quello che ti piace.
Quando gli ero andato sopra ed il mio cazzo gli era entrato in figa aveva emesso un lungo sospiro di godimento. Non volevo essere totalmente stronzo e per il suo primo orgasmo l’avevo scopata in modo dolce e romantico. Aveva goduto, gli avevo fatto riprendere fiato, poi gli avevo chiesto di farmi un pompino. Come aveva detto, era pronta a soddisfare ogni mio desiderio e lo aveva fatto. Anche a prenderlo nel culo non aveva avuto remore. Avevamo scopato a lungo e goduto tantissimo, quando infine era arrivato l’orario di andare via, aveva voluto salutarmi con lunghi baci. L’accordo che avevamo era di una relazione di solo sesso ma in libertà, io ero libero di frequentare altre, e lei lo stesso. Quando stava salendo in macchina mi aveva detto
- Mi hai fatto felice. Ho goduto tantissimo è stato fantastico. Ma ti prometto che ti aiuterò a scoparti Giovanna.
- Non ha importanza, mica la figa la ha solo lei.
- Non dire così, si capisce subito che vuoi scoparla.
Era partita sorridendomi, anche se non mi credeva, Giovanna non era anche così importante anche perché lei non sapeva che il giorno prima avevo scopato con Elisa. Anche io adesso facevo parte dell’ufficio troiaio. Dopo quello che ero venuto a sapere pensavo che ci sarebbe stato da divertirsi.
di
scritto il
2023-08-21
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