Claire, il suo corpo e il sesso
di
Carlo78
genere
etero
Ormai sono diversi anni che il sesso con mia moglie (che qui chiamerò Claire) si è abbastanza arenato. Per dire la verità, in questo periodo di vacanze estive siamo in fase di risalita. Ultimamente abbiamo fatto alcune scopate meravigliose. Tuttavia, a parte queste, la situazione generale è, dal punto di vista erotico e sessuale, abbastanza ferma. Ho intenzione di rilanciarla cercando di coinvolgerla in un trio con un'altra donna. In alternativa, se questa prima strategia dovesse fallire e la situazione non dovesse risollevarsi, per la prima volta da molto tempo considero il tradimento.
Quello che scrivo qui è vero. Lo scrivo perché ho bisogno di condividerlo con qualcuno e al momento non posso farlo con nessuno.
Mi moglie oggi è una bella donna francese di 38 anni. Capelli castani chiari/rossi, occhi chiari, pelle chiarissima, un bellissimo viso e un bel corpo sul quale da poco ha ricominciato a lavorare. Quando la ho conosciuta, dieci anni fa, era semplicemente strepitosa. Aveva un corpo che sembrava troppo bello per essere vero, unito a una bellezza del viso classica e raffinata. La cosa che mi eccitava di più era la sua pancia piattissima e tesa, e la pelle chiarissima. Me ne innamorai subito, appena la vidi.
Già una delle primissime volte che facemmo l'amore mi confessò che di recente era stata, da sola, in un club privé a Parigi. La cosa inizialmente mi scombussolò. Non riuscivo ad associare la sua bellezza classica e raffinata al club privé, in cui peraltro non ero mai stato ma che istintivamente associavo alla volgarità e alla sporcizia. Andarci da sola sembrava inoltre un gesto di disperazione: e lei (giovane, bella in modo strepitoso, di successo) poteva avere gli uomini che voleva quando voleva. Letteralmente chiunque. Mi spiegò: fin dai suoi 17 anni era stata con una sola persona, che aveva lasciato solo tre mesi prima. Il sesso con questa persona (mai soddisfacente) si era fermato molti anni prima. Uscita da quell'unica lunghissima relazione in cui la dimensione erotica non c'era mai stata e in cui il sesso era finito così tanto tempo fa, volle sottoporsi a uno "choc erotico". Così decise di andare al privé da sola. Con la sua giovane età e bellezza, non oso immaginare cosa sia successo. Non glielo ho mai chiesto, per paura di soffrire di gelosia credo. Le chiesi però di descrivermi il privé: cosa fosse esattamente, cosa succedeva e come, senza entrare nei dettagli di quello che è successo le due volte che ci andò lei da sola. Via via che me lo raccontava, mi eccitavo sempre di più. Lungi dall'essere (quel posto particolare a Parigi) un posto sporco e volgare, era un posto elegante e raffinato, dove le persone avevano la possibilità di lasciarsi andare alla lussuria. Scoprii anche che a Parigi c'è una sorta di cultura del privé: molte coppie ci vanno abbastanza regolarmente. Mentre mi raccontava la penetrai di nuovo. Le chiesi di continuare a raccontarmi. E mi feci promettere che ci saremmo andati insieme.
All'epoca avevamo una relazione a distanza: lei viveva a Parigi e io in Italia. Io non ne avevo mai abbastanza di lei. Quando ero da lei a Parigi, la scopavo di continuo, guardandole la pancia piatta, bianca, asciutta e tesa mentre la penetravo, e quei capezzoli turgidi chiarissimi e che si confondono con la pelle chiara intorno, come piacciono a me. Aveva le tette più belle che avessi ami visto. La scopavo talmente tanto e talmente forte che cominciò ad avere dei dolori, delle irritazioni (preciso che ho un cazzo più largo e lungo della media, e da quanto mi ha detto enormemente più grande del suo ex).
Un giorno, quando rientrai da fuori, la trovai vestita solo con tacchi a spillo, corsetto di pizzo, calze e reggicalze di pizzo che mi aspettava in piedi in salotto. Io ho da sempre un'autentico feticismo per la lingerie sexy e minimale di pizzo, di cui tuttavia all'epoca non le avevo ancora parlato. Ancora oggi, una delle cose che preferisco è passare ore sui siti di sexy shop a scegliere della lingerie particolarmente minima e trasparente per lei. Ero nel paese dei balocchi.
L'idea di andare insieme al privé non solo non era mai scomparsa ma gliene parlavo quasi ogni volta che la scopavo. Quell'idea rimaneva lì: un po' più di una fantasia, un po' meno di un programma. Un giorno, decidemmo di trasformarla in programma. Decidemmo il giorno. Doveva essere necessariamente un venerdì o sabato sera: gli altri giorni non ci sarebbe stato nessuno. Ma decidemmo soprattutto il modo: dovevamo essere insieme, dovevamo condividere questa esperienza insieme. Se lei avesse avuto la sensazione che io stavo avendo del piacere con un'altra senza essere insieme a lei e condividere quel piacere con lei, senza mettere lei al centro del mio piacere anche se mi scopavo un'altra (e viceversa), tutto sarebbe saltato: non solo la serata ma forse anche la nostra stessa relazione. Eravamo lì per approfondire il nostro rapporto, non per tradirci l'uno davanti all'altra. Le confessai anche che l'idea di vedere due donne fare del sesso mi aveva sempre eccitato da matti, anche se non avevo mai avuto questa esperienza dal vero. Le chiesi se lei lo avrebbe fatto se si fosse presentata l'occasione.
"Forse. Se ti eccita così tanto, forse si" mi rispose.
Così, il venerdì successivo, andammo. Io ero vestito in giacca e cravatta. Lei sexy e elegante. In taxi, le misi una mano sotto la gonna, sulla figa: non aveva le mutandine. Era fradicia. Ci facemmo lasciare dal taxi a dieci minuti a piedi dal posto esatto. Il posto era in un quartiere di Parigi centrale e elegante. Avevo il cuore che batteva sempre più forte via via che ci avvicinavamo. Da fuori, il posto era completamente anonimo. Ci stringemmo più forte la mano. Entrammo...
kjdfe@mailbox.org
Quello che scrivo qui è vero. Lo scrivo perché ho bisogno di condividerlo con qualcuno e al momento non posso farlo con nessuno.
Mi moglie oggi è una bella donna francese di 38 anni. Capelli castani chiari/rossi, occhi chiari, pelle chiarissima, un bellissimo viso e un bel corpo sul quale da poco ha ricominciato a lavorare. Quando la ho conosciuta, dieci anni fa, era semplicemente strepitosa. Aveva un corpo che sembrava troppo bello per essere vero, unito a una bellezza del viso classica e raffinata. La cosa che mi eccitava di più era la sua pancia piattissima e tesa, e la pelle chiarissima. Me ne innamorai subito, appena la vidi.
Già una delle primissime volte che facemmo l'amore mi confessò che di recente era stata, da sola, in un club privé a Parigi. La cosa inizialmente mi scombussolò. Non riuscivo ad associare la sua bellezza classica e raffinata al club privé, in cui peraltro non ero mai stato ma che istintivamente associavo alla volgarità e alla sporcizia. Andarci da sola sembrava inoltre un gesto di disperazione: e lei (giovane, bella in modo strepitoso, di successo) poteva avere gli uomini che voleva quando voleva. Letteralmente chiunque. Mi spiegò: fin dai suoi 17 anni era stata con una sola persona, che aveva lasciato solo tre mesi prima. Il sesso con questa persona (mai soddisfacente) si era fermato molti anni prima. Uscita da quell'unica lunghissima relazione in cui la dimensione erotica non c'era mai stata e in cui il sesso era finito così tanto tempo fa, volle sottoporsi a uno "choc erotico". Così decise di andare al privé da sola. Con la sua giovane età e bellezza, non oso immaginare cosa sia successo. Non glielo ho mai chiesto, per paura di soffrire di gelosia credo. Le chiesi però di descrivermi il privé: cosa fosse esattamente, cosa succedeva e come, senza entrare nei dettagli di quello che è successo le due volte che ci andò lei da sola. Via via che me lo raccontava, mi eccitavo sempre di più. Lungi dall'essere (quel posto particolare a Parigi) un posto sporco e volgare, era un posto elegante e raffinato, dove le persone avevano la possibilità di lasciarsi andare alla lussuria. Scoprii anche che a Parigi c'è una sorta di cultura del privé: molte coppie ci vanno abbastanza regolarmente. Mentre mi raccontava la penetrai di nuovo. Le chiesi di continuare a raccontarmi. E mi feci promettere che ci saremmo andati insieme.
All'epoca avevamo una relazione a distanza: lei viveva a Parigi e io in Italia. Io non ne avevo mai abbastanza di lei. Quando ero da lei a Parigi, la scopavo di continuo, guardandole la pancia piatta, bianca, asciutta e tesa mentre la penetravo, e quei capezzoli turgidi chiarissimi e che si confondono con la pelle chiara intorno, come piacciono a me. Aveva le tette più belle che avessi ami visto. La scopavo talmente tanto e talmente forte che cominciò ad avere dei dolori, delle irritazioni (preciso che ho un cazzo più largo e lungo della media, e da quanto mi ha detto enormemente più grande del suo ex).
Un giorno, quando rientrai da fuori, la trovai vestita solo con tacchi a spillo, corsetto di pizzo, calze e reggicalze di pizzo che mi aspettava in piedi in salotto. Io ho da sempre un'autentico feticismo per la lingerie sexy e minimale di pizzo, di cui tuttavia all'epoca non le avevo ancora parlato. Ancora oggi, una delle cose che preferisco è passare ore sui siti di sexy shop a scegliere della lingerie particolarmente minima e trasparente per lei. Ero nel paese dei balocchi.
L'idea di andare insieme al privé non solo non era mai scomparsa ma gliene parlavo quasi ogni volta che la scopavo. Quell'idea rimaneva lì: un po' più di una fantasia, un po' meno di un programma. Un giorno, decidemmo di trasformarla in programma. Decidemmo il giorno. Doveva essere necessariamente un venerdì o sabato sera: gli altri giorni non ci sarebbe stato nessuno. Ma decidemmo soprattutto il modo: dovevamo essere insieme, dovevamo condividere questa esperienza insieme. Se lei avesse avuto la sensazione che io stavo avendo del piacere con un'altra senza essere insieme a lei e condividere quel piacere con lei, senza mettere lei al centro del mio piacere anche se mi scopavo un'altra (e viceversa), tutto sarebbe saltato: non solo la serata ma forse anche la nostra stessa relazione. Eravamo lì per approfondire il nostro rapporto, non per tradirci l'uno davanti all'altra. Le confessai anche che l'idea di vedere due donne fare del sesso mi aveva sempre eccitato da matti, anche se non avevo mai avuto questa esperienza dal vero. Le chiesi se lei lo avrebbe fatto se si fosse presentata l'occasione.
"Forse. Se ti eccita così tanto, forse si" mi rispose.
Così, il venerdì successivo, andammo. Io ero vestito in giacca e cravatta. Lei sexy e elegante. In taxi, le misi una mano sotto la gonna, sulla figa: non aveva le mutandine. Era fradicia. Ci facemmo lasciare dal taxi a dieci minuti a piedi dal posto esatto. Il posto era in un quartiere di Parigi centrale e elegante. Avevo il cuore che batteva sempre più forte via via che ci avvicinavamo. Da fuori, il posto era completamente anonimo. Ci stringemmo più forte la mano. Entrammo...
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