Sottomesso del capo (Cap. 4) Il processo. Quinta parte finale.
di
Sebaservizio
genere
dominazione
La violenza dei colpi è forte subito del primo socio, d’altra parte è quello che ha fatto da carceriere che mi ha raggiunto per portarmi in aula tribunale e me lo aveva detto che non sarebbero stati buoni. Il dolore secco delle cinghiate si trasformano in adrenalina che mi esplode dalla bocca in urli di richiesta pietà e di fermarsi ma non vengo ascoltato. I primi 40 colpi sono insopportabili. Al centesimo colpo mi scappa dalla bocca un esclamazione che non avrei mai dovuto dire: “Bastardi!” Il capo prima di iniziare la sua serie che sarebbe stata l’ultima, capisce la parola chiara e forte e mi prende per i capelli, li tira forte per alzarmi la faccia e sentenzia: “I prossimi venti colpi ti faranno pentire di quello che ci hai detto. Voi preparatevi, appena finisco con l’ultima scudisciata ne diamo altri venti colpi a testa senza sosta uno dietro l’altro in senso orario. Come si stacca una cinghia si deve abbassare un'altra! Sei finito frocetto. Cosi impari a stare al tuo posto!”
Duecentoquaranta colpi senza sosta, un grido non stop dal primo all’ultimo colpo. Sento le natiche in fiamme e senza accorgermene sull’ultimo colpo sento il cazzo che sborra da solo. Se ne accorgono anche i miei aguzzini che iniziano a ridere e coprono il rumore del mio pianto e dei miei singhiozzi. Il Capo si avvicina e mi slega mani e caviglie, mi fa scendere in piedi e inaspettatamente mi da un abbraccio e mi tiene stratto tra le sue braccia. “E’ tutto finito, per oggi. Sei stato bravo anche se bastardi te lo saresti dovuto risparmiare. Non mi piace punirti nemmeno a me, ma è per il tuo bene cosi sarai uno schiavo devoto e come si deve. Sta a te evitare che ti punisca.” Mi lascia da quell’inaspettato abbraccio e mi accorgo che i soci sisono seduti. Il capo riprende posto: “Bene, signori, la sentenza e la condanna sono state eseguite. Frocetto tra poco riceverai un ultima direttiva, dopodiché i signori se ne andranno quindi tu risistemerai il tutto e poi ti incateno al tuo posto. A partire da oggi avrai tre giorni per pensare a quello che ti sto per dire e poi mi darai la tua risposta e agiremo di conseguenza organizzando il tutto. Voglio che tu sia mio ufficialmente. Fino a qui era tutto una cosa tra di noi detta a voce, ma alla luce degli ultimi fatti ho deciso che voglio tu sia mio a tutti gli effetti. Il tuo corpo, il tuo essere e ogni tua singola decisione. Per questo ho deciso che voglio stendere un contratto con te che entrambi firmeremo e da quel preciso istante tu sarai mio e non deciderai mai più nulla per te. Ogni cosa chiederai a me e solo io deciderò.”
Un contratto di proprietà. Sto ancora soffrendo per le torture subite e il capo mi accoltella con questa proposta. Mi sento sminuito alla sola spiegazione ma inaspettatamente……….mi sento eccitato dalla cosa.
Avrò un contratto di schiavitù. Vorrei già rispondere si ma forse è meglio pensarci bene. Contratto si o contratto no?
Ma questo un altro capitolo di questa storia.
Duecentoquaranta colpi senza sosta, un grido non stop dal primo all’ultimo colpo. Sento le natiche in fiamme e senza accorgermene sull’ultimo colpo sento il cazzo che sborra da solo. Se ne accorgono anche i miei aguzzini che iniziano a ridere e coprono il rumore del mio pianto e dei miei singhiozzi. Il Capo si avvicina e mi slega mani e caviglie, mi fa scendere in piedi e inaspettatamente mi da un abbraccio e mi tiene stratto tra le sue braccia. “E’ tutto finito, per oggi. Sei stato bravo anche se bastardi te lo saresti dovuto risparmiare. Non mi piace punirti nemmeno a me, ma è per il tuo bene cosi sarai uno schiavo devoto e come si deve. Sta a te evitare che ti punisca.” Mi lascia da quell’inaspettato abbraccio e mi accorgo che i soci sisono seduti. Il capo riprende posto: “Bene, signori, la sentenza e la condanna sono state eseguite. Frocetto tra poco riceverai un ultima direttiva, dopodiché i signori se ne andranno quindi tu risistemerai il tutto e poi ti incateno al tuo posto. A partire da oggi avrai tre giorni per pensare a quello che ti sto per dire e poi mi darai la tua risposta e agiremo di conseguenza organizzando il tutto. Voglio che tu sia mio ufficialmente. Fino a qui era tutto una cosa tra di noi detta a voce, ma alla luce degli ultimi fatti ho deciso che voglio tu sia mio a tutti gli effetti. Il tuo corpo, il tuo essere e ogni tua singola decisione. Per questo ho deciso che voglio stendere un contratto con te che entrambi firmeremo e da quel preciso istante tu sarai mio e non deciderai mai più nulla per te. Ogni cosa chiederai a me e solo io deciderò.”
Un contratto di proprietà. Sto ancora soffrendo per le torture subite e il capo mi accoltella con questa proposta. Mi sento sminuito alla sola spiegazione ma inaspettatamente……….mi sento eccitato dalla cosa.
Avrò un contratto di schiavitù. Vorrei già rispondere si ma forse è meglio pensarci bene. Contratto si o contratto no?
Ma questo un altro capitolo di questa storia.
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Sottomesso del capo. (Cap. 4) Il processo. Quarta parte.racconto sucessivo
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