Il prete sadico capitolo quarto lo strangolamento della parrochiana

di
genere
sadomaso

Il prete sadico , capitolo quarto, lo strangolamento della parrocchiana
Dopo quegli accadimenti, il prete giustificò l’assenza dei due ragazzi dicendo: “che volete, andate a fare del bene, un bel giorno si sono presi i soldi della cassa delle offerte e se ne sono andati”; per quanto riguarda la fantesca, la polizia venne a fargli delle domande, per chiedergli se quel tale giorno la donna fosse venuta da lui e lui disse di averla attesa invano.
Dopo qualche tempo, Don Luigi aveva voglia di fottere e di strangolare qualche donna. Un giorno, venne una parrocchiana a confessarsi, una donna sui quaranta anni, piccola, molto carina. Don Luigi, attraverso la grata, si sentiva già il cazzo in fiamme, guardando la donna che, nel sedersi, mostrava un bel pezzo di cosce e , dato che stava con le gambe aperte, mostrava una mutandina bianca molto succinta dalla quale spuntavano i peli della fica bruna. La donna, dopo le frasi di rito, prese a raccontare:
“Don Luigi, devo dire una cosa …”
“Dite tutte così, quando avete fatto qualche marachella, dimmi tutto senza tralasciare niente”
“una mattina ero a casa, sola, mio marito era andato a lavorare, stavo facendo i servizi quando ha bussato l’idraulico , che noi avevamo chiamato …. Lui ha cominciato ad armeggiare sotto al lavandino, era steso supino, aveva dei calzoncini molto corti …”
“e mostrava qualcosa …? Sii sincera, hai guardato, donna di bassa lega?”
“si padre, lo sapete, è una cosa involontaria, si guarda lì …”
“si guarda lì quando si è una poco di buona, ricordati che tu hai giurato fedeltà a tuo marito …”
“ma una guardatina … ho pensato che di non fare niente di male …”
“ mostrava il pene, lui ?”
“ si padre, due … palle rosa e un … c.. insomma un cazzo duro …scusatemi”
“modera il tuo linguaggio, ma che sei una prostituta? ..,.hai un linguaggio da donna di strada..”
“Mi sono avvicinata, perché lui mi chiedeva di passargli una pinza e ho visto che lui mi guardava e siccome ero in piedi davanti a lui, mi guardava …”
“dove ti guardava, svergognata?”
“lì ..”
“lì dove..?”
“mi vergogno , padre …”
Il prete aveva voglia di fottersela su due piedi :“senti, aspetta un po’, c’è altra gente che aspetta, quando ho finito, io vado in canonica, tu senza fartene accorgere, sai qua si parla facile, dopo un po’ vieni, così parliamo da vicino, sarà più facile, per te, liberarti del peso che hai in gola”
“va bene padre”
Dopo un’oretta, Don Luigi, finito di confessare, si ritirò in canonica e dopo un po’ ecco comparire la donna, al secolo Luisa Zanetti. Il prete la fece sedere di fronte a lui, erano entrambi su due sgabelli bassi,ginocchia contro ginocchia, la donna mostrava cosce e sotto le cosce (la bassezza dello sgabello costringeva a stare a cosce aperte) un pube appena coperto da una mutandina bianca striminzita; Don luigi, senza dare a vedere, ogni tanto si beava della visione di quei peli neri che spuntavano dalla mutandina.
“Allora?”
“allora, dicevo l’idraulico da sotto mi guardava , io gli porgevo la pinza e lui sembrava non volerla prendere mai, io avevo la gonna corta, che potevo fare, aspettavo che lui finisse di guardare, invece… “
“avanti, invece “
“lui ha steso una mano e non ha preso la pinza, mi ha messo una mano sulla gamba ..”
“la gamba? Questa qui ?” le toccò un po’ una gamba
“no più su ..”
“allora vuoi dire la coscia, non ti vergognare,dì le cose con il loro nome “
“si “ sospirò lei “si.. la coscia …mi accarezzava, padre noi siamo fatti di carne .. come si dice ..la carne è debole … mi sentivo fremere …io guardavo …mi avete detto che devo parlare chiaro? .. ,insomma guardavo il suo …pesce … era grosso ..”
“aspetta, per capire bene” il prete si alzò “facciamo così, io sono l’idraulico, mi stendo e tu ti metti come stavi allora ..”
Luisa acconsentì, anche se trovava insolita quella procedura, ma valli a capire questi religiosi . Il prete si stese:
“aspetta , mi scopro e che il signore mi perdoni” così Don Luigi,supino, sollevò la tonaca e mostrò lo slip, dal quale si intravedeva il cazzo, già durissimo “tu mettiti sopra di me …mm …le cosce aperte” la donna eseguì, vergognandosi un po’, però non potè fare a meno di guardare il grosso uccello di Don Luigi; ora lui allungò una mano e le toccò una coscia: “poi che fece, quello sciagurato?” Lei, già molto arrapata, per quella mano che la palpava nell’interno della coscia, disse, con voce strangolata: “mi lisciava .. mi palpava” .Lui: “così?” Ora la scena non era più mimata, Don Luigi , scopertamente, la palpava dovunque, risalendo con la mano lungo la coscia, fino al pube e girando con la stessa mano intorno al culo tondo della donna, poi prese una mano della donna e la trascinò su di sé: “tu sei il demonio tentatore, guarda dove mi hai condotto, puttana di trivio” “Ma Don luigi, siete stato voi, che potevo fare…?” “Ora zitta, siamo andati troppo oltre, non posso più fermarmi,non ti muovere e fa quel che dico” .La donna non gradiva molto, quel prete grasso, con quella pancia, quell’odore di prete, sentiva anche che la mutandina del prete odorava, come di piscia, pensò di scappare: “Lasciatemi, lasciatemi, porco, siete tutti uguali voi uomini, degli sporcaccioni”cercò di alzarsi,ma il prete la teneva ferma per la mano,si sollevò e la costrinse a stendersi, poi le mise una mano attorno al collo, mentre con l’altra la frugava dappertutto, strusciando il suo cazzo, ancora coperto dalla mutandina,sul corpo di lei: “Ti ho detto che sei il demonio, zocola, non ti muovere ,se no giuro su…” si morse un labbro “puttana mi stavi facendo nominare il nome di Dio invano; giuro che ti strangolo” la stringeva forte al collo, Luisa si sentiva annaspare, il prete le era sopra con tutta la sua imponente persona ,la pancia grassa che la schiacciava, si era abbassato lo slip e aveva sfoderato un cazzo enorme, poi le aveva tirato giù la mutandina e , con un solo colpo di reni, l’aveva penetrata, sbattendosi avanti e indietro sopra di lei, con entrambe le mani alla gola e con il viso vicino al suo, labbra sulle labbra e lingua che sembrava affogarla, tanto che le andava giù fino alla gola. La donna, alla fine, sentì venirle da dentro un desiderio intenso, quella pancia grassa ora aveva su di lei un forte stimolo sessuale, si sentiva sciogliere dentro,le scendeva un fiotto di sugo di femmina, quella mano grassa che la strozzava finiva per farla arrapare di più, cercò di girare con le mani sotto al culo del prete, ficcandogli le unghie nella natica e afferrandogli il pacco delle palle enormi, gonfie che sembravano volere scoppiare. L’uomo avvertì un po’ di dolore, si incazzò un poco e la strinse di più alla gola; la donna era tutta rossa, gonfiava le labbra, sentiva di non poter respirare, cercava di irrigidire i muscoli del collo, le mancava l’aria, il cervello si stava annebbiando; afferrò più decisamente lo scroto dell’uomo con l’intenzione di fargli sentire dolore e di farlo smettere: quel demonio di prete la stava strangolando;ma lui sembrava insensibile, fotteva e strangolava, sempre più forte e svuotò le palle nella fessa bagnata di lei;la sensazione di calore che le dava la sborra fu un segnale per lei, urlando come una forsennata, tanto che il prete si vide costretto con una mano sulla bocca a soffocarle le urla in gola,si scuoteva tutta, scossa da una serie violenta di orgasmi,prima che lui finisse di strangolarla ebbe modo di gridare “porco maiale di prete, figlio di zoccola,mi stai chiavando , disgraziato, mi fotti, la sborra calda dentro di me, puttano, ti devo denunciare, chiavami delinquente, mi strangoli, ,ahhhhhh ggggg,lo dico a mio marito, ti faccio strangolare, ti faccio scannare,come un porco,ti strappo le palle di montone puttaniere,mmmmm”Poi, lui stringeva forte, molto forte, lei era tutta rossa, spalancò la bocca, le usciva la bava, la lingua sporgente, finalmente lei si irrigidì sotto di lui e guardò nel vuoto.
L’aveva strangolata.
Con difficoltà, lui si sollevò , il cazzo ancora grosso e, seduto sulla pancia della donna, ormai insensibile, se lo menò ancora un poco , per farne uscire le ultime stille di sperma, poi pisciò sopra di lei, liberando la vescica gonfia; pensò “a volte, pisciare procura un godimento maggiore che chiavare”
Luisa Zanetti precipitò nel pozzo, come quelli che l’avevano preceduta.
Di seguito, con modalità simili, il prete, periodicamente, ogni volta che sentiva il cazzo che lo richiedeva, aveva attirato altre donne in canonica, così che altre erano state violentate e brutalmente strozzate.

scritto da sadie strangler strangolatore31@yahoo.it
di
scritto il
2012-12-10
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