Il gioco

di
genere
etero

Il gioco
-ciao Tommaso
-ciao- imbarazzo. Non la vedevo da tanto tempo.
Lucrezia all’inizio era stata solo la sorellina piccola della mia ragazza, al tempo del ginnasio. Sempre innamorata di me (come se non me ne fossi accorto). Poi con sua sorella era finita, io ero cresciuto, andato all’università in un’altra città. L’avevo rincontrata dopo dieci anni che era dottoranda.
Ci eravamo scritti messaggi, eravamo usciti un paio di volte, andati ad un concerto jazz, una sera era venuta da me per fermarsi a dormire ma io nel frattempo avevo conosciuto un’altra e le avevo detto che era meglio non vedersi più.
Un bacio era tutto quello che c’era stato tra noi.
Perché? Me lo sono domandato spesso successivamente.
Mi aveva spaventato, mi sembrava complicata, era intelligentissima, forse una delle poche persone che consideravo più intelligente di me. Si era laureata in filosofia alla Normale, poi un dottorato in Germania e una borsa da ricercatrice.
Io in quel momento della vita lavoravo ma avevo pulsioni autodistruttive, bevevo e fumavo tantissimo, mi stordivo di droghe e non dormivo mai, ero in crisi per la fine di una storia complicata e lei, anziché rappresentare un’ancora di salvezza, mi era sembrata una possibile complicazione.
Avevo bisogno di leggerezza e Lucrezia era troppo complessa per me.
Poi in quei giorni conobbi Giulia, una ragazza molto giovane, persino più di lei, che aveva appena finito il liceo, dolce. Alla fine mi misi con lei e mi curó il cuore… ma questa è un’altra storia.
Negli anni Lucrezia ogni tanto l’avevo casualmente incontrata, sfiorata in un turbine di conoscenze comuni.
Qualche volta vedevo anche sua sorella, la mia ex, che abitava nel mio quartiere -ciao-ciao-come stai?-come sta Lucrezia? -bene ma la conosci anche tu, è incasinata-
E ora eccola. In bicicletta davanti alla libreria da cui sono appena uscito.
-tutto bene?- fingo disinvoltura ma sono in imbarazzo
-che caldo qui in città!-
-già. Mia moglie è al mare coi bambini e mia suocera, io sono solo per due settimane e allora ho preso qualche libro-
cazzo cazzo perchè l’ho detto? Perché ho voluto farle sapere che sono solo?
-oh. Che libri hai preso?-
E così eccoci a parlare di libri, e poi un caffè seduti all’aperto.
-hai qualcuno?- le chiedo
-no. Più o meno single. Si. Insomma ho una relazione con uno sposato. Più grande. Un mio professore. O meglio, ormai un collega in effetti… -ride- ora sono associata-
-più grande quanto?- faccio mentalmente i calcoli. Io 42 anni, lei 36.
-68- sorride imbarazzata. Mi dice il nome. Effettivamente chi non lo conosce? Intellettuale, politico, saggista, opinionista. Ospite fisso dei salotti televisivi.
La guardo incredulo…
-è un genio- mi dice- la persona più intelligente che conosca-
-pensavo di essere io- le rispondo
-mmmmm… più di te. È molto affascinante sai… Però tu Tommi sei più sexy- mi sorride.
-lo dici perché sei sempre stata innamorata di me- scherzo
-oh si. Fin da ragazzina, quando stavi con Costanza e venivi a casa nostra avevo una cotta pazzesca per te. Ed ero gelosissima… perché pensi venissi sempre a disturbarvi quando vi chiudevate in camera?-
-ah ecco. Eri tremenda-
momento di silenzio imbarazzato.
Ci pensa su.
-ho un’idea. Vieni a cena da me domani sera, cucino e chiacchieriamo… sei libero no? A casa da solo-
-Va bene. Dammi l’indirizzo. Porto il vino-
Mi segno l’indirizzo e ci salutiamo.
-domani alle otto-
-a domani- e la guardo pedalare via, una cascata di riccioli biondi che si allontana.
In che casino mi stavo andando a ficcare!

La sera dopo, venerdì, suono alla porta puntuale, alle otto.
Una bottiglia di Taittinger gelato in mano e un mazzo di fiori.
Carino l’appartamento, piccolo ma pieno di libri. Colmo di libri, dappertutto. Lei veramente bella, un abito rosso corto, scalza, le unghie dei piedi dipinte di nero, i capelli biondi e ricci e gli occhi verdi senza trucco.
Stappiamo il vino, brindiamo e ceniamo, risotto, involtini.
-sei felice Lucrezia?-
-si. Insegno, frequento persone interessanti-
-non vorresti una famiglia? Una qualche situazione stabile?-
-tu che ce li hai sei felice?-
-si. Anche se ho un rimpianto-
-quale?-mi chiede
-vorrei aver scopato con te tredici anni fa-
-sai che mi sono sempre chiesta perchè non l’hai fatto? Perché non siamo stati insieme?-
-avevo paura-
-paura?-
-si. Paura della situazione complicata con tua sorella, che fosse una sorta di rivalsa inconscia nei suoi confronti, paura di gettarti addosso il mio malessere, di ferirti, di venire a letto con te e poi scoprire che non poteva funzionare. Ero distrutto in quel momento-
-forse- mi dice -però credo che avremmo potuto provarci. A stare insieme, al di là di tutto il resto. E che ci sarebbe stato davvero del sesso incredibile tra noi. C’era una tensione elettrica, mi venivano i brividi quando mi sfioravi-
-si, quello avrebbe sicuramente funzionato-
-hai presente come finisce Fiesta? "Noi due saremmo stati bene assieme"... Sarebbe stato bello, dice Brett. Si,sarebbe stato bello- sospira e rimaniamo in silenzio
-"Già ... non è bello pensare così?" Peccato non poter tornare indietro-
-scusami un attimo- dice e sparisce in bagno.
La aspetto, pensando che forse ho bevuto e detto troppo.
Esce dal bagno.
Completamente nuda.
Mi guarda sbarazzina. L’inguine depilato, cammina verso di me e mi si mette davanti sfrontata.
-facciamo finta che questi tredici anni non siano ancora passati- dice -scopiamo per tutto il weekend, poi lunedì torneremo al presente-
Rimango seduto e allungo una mano. Gliela appoggio sull’ombelico poi scendo, le tocco le grandi labbra, umide, le apro delicatamente e ci infilo un dito. Dio che profumo che ha… lei geme, freme, si contrae. Mi prende la mano e spinge più a fondo le dita.
-spogliati- mi dice inginocchiandosi- come dolce c’è la specialità della casa- e me lo prende in bocca.
Lecca lenta, mi fissa negli occhi muovendo ed arricciando la lingua
-ti sembra familiare? Un po’?-
perché il primo pompino me lo ha fatto sua sorella a quindici anni, non fu un granché in effetti, prima volta per lei e per me. Troppi denti e troppo veloce io… ma del resto eravamo così giovani, così inesperti e così eccitati quel pomeriggio estivo adolescenziale.
Ora tanto, tutto è cambiato e davvero Lucrezia è una maestra. Mi stupisco quando molti minuti dopo, quando sto per venirle tra le labbra, l’orgasmo già in arrivo, lo sperma pronto ad inondarle la bocca, mi preme fortissimo due dita alla base del pene e blocca tutto.
Stacca la bocca sorridendo
-non che non ne abbia voglia, anzi, non vedo l’ora tu mi venga in faccia, però non subito… abbiamo tre giorni! Questo si chiama edging… lo conosci? Di sicuro non lo conosceva mia sorella- sorride maliziosa.
Si alza
-vieni, facciamo un gioco-
-quale?-
-scriviamo tre bigliettini a testa. Ognuno una fantasia, un desiderio. L’altro può bocciarne uno se non gli va di fare quello che c’è scritto ma gli altri due si mettono in pratica-
-va bene-
Prendiamo un foglio di carta e lo dividiamo in sei parti.
Tre a testa.
Scrivo i miei, dopo averci pensato un attimo.
Li mettiamo sul tavolo.
Lei spinge i suoi verso di me, io le allungo i mei:
-prego, prima tu-
Apre il primo
-footjob. Interessante- mi sorride - questo lo approvo. Tocca a te-
Prendo quello in mezzo dei suoi tre e leggo a voce alta
-scopata legata al letto e bendata. Uh… si. Si può fare- le faccio l’occhiolino.
-tocca a me… dunque dunque … ah… vuoi incularmi? Si ok. Mi eccita l’idea… magari lo uniamo al “legata e bendata” che dici?-
Mi sembra di esplodere.
Apro il secondo biglietto
-vuoi che ti masturbi con un… cetriolo? Davanti allo specchio? Questa fa ridere!- dico
-ognuno ha i suoi gusti… o forse pensi che non sia vagamente ridicola l’idea di farti una sega con le dita dei piedi?-
-touchè-
-appunto-
Prende il terzo bigliettino
-questa poi… sesso a tre?-
Arrossisco
-puoi cassarlo se vuoi- rispondo con un filo di voce
-no no, mi incuriosisce… anzi - ride - apri l’ultimo biglietto mio-
Leggo “Sesso con te e una mia amica”
-andiamo d’accordo… un’amica? E chi avevi in mente?-
-mia sorella?-
Mi vede impallidire
-scherzo… sarebbe strano per me. Ed è così santerellina, così borghese… però, chissà, se glielo chiedessi tu scommetto che accetterebbe… del resto col marito credo non scopino da tre quattro anni. Le farebbe un gran bene . Ma no, in realtà avevo in mente una mia amica francese che sta facendo da visiting professor qui. Scommetto che la sa leccare davvero bene!-

Si prospettavano tre giorni molto intensi.
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scritto il
2023-03-16
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