Il collega 3 ( la promessa)
di
Molly
genere
etero
I giorni passano con una lentezza inesorabile, la voglia cresce sempre di più, non vi è notte in cui non penso a lui. Ormai anche quel mio tocco non mi sazia più, mi provoca in piacere incompleto, insoddisfatta per certi versi. Voglio tornare ad essere l’oggetto delle sue attenzioni, dei suoi tocchi, essere semplicemente sua.
Sul lavoro qualche battuta, qualche palpata veloce e di nascosto, gli occhi dei colleghi sempre in agguato e non so se siano peggio loro o le telecamere di sorveglianza. La frenesia del lavoro non ci ha concesso un attimo per noi, a casa nel mio comodino non c’è oggetto che mi abbia trasmesso ciò che avevo provato con lui. Quei suoi baci fugaci, le poderose strette al mio fondoschiena sono solamente una tortura.
Arriva giugno, il titolare come sempre si assenta per andare in vacanza e lascia tutto in mano a lui, giornate piene di lavoro frenetiche e tocca andare a lavoro anche durante il giorno di riposo. Come consueto ogni settimana controllo il registro prenotazioni alla disperata ricerca di uno spiraglio di calma, ma sempre tutto affollato. Arriva un messaggio dal titolare chiedendomi se potevo recarmi a pranzo lunedì durante il mio turno di riposo, un mio collega non stava bene. Dovevo arrivare per le 11 ma alle 10.20 ero già davanti alla porta del locale. Controllo le auto nel parcheggio e vedo che c’è solo la sua, mi fiondo dal citofono ed inizio a suonare come una matta, quasi come se fossi inseguita da dei maniaci. Eccolo che mi apre la porta, sei solo? Certo ti aspettavo almeno un’ora fa …
Il tempo di riceve la sua risposta e già la mia lingua era nella sua bocca, avevo talmente tanta voglia che i miei baci si sono trasformati presto in morsi. Ci leviamo dall’ingresso e dirigiamo in cucina, mi alza da terra e mi adagia sul tavolo, mi solleva la gonna fino all’ombelico, il gelido del tavolo a contatto con il sedere mi fa scappare un sussulto, mi sfila il perizoma e tuffa il suo viso tra le mie cosce.
Finalmente ero di nuovo sua. Con la bocca afferra con avidità la mia carne, la sua lingua esplora completamente ogni singola fessura del mio sesso, prende dolcemente con i denti il mio clitoride e inizia a schiaffeggiarlo con la sua lingua, mi sto dirigente rapidamente verso l’apice, si uniscono anche le sue dita, e quasi come una macchina inizia a scavare dentro di me. La superfice gelida sotto di me si trasforma in breve tempo in un piano rovente completamente umido, le mie gambe e le mie braccia non gli permettono di scostarsi da me, quasi come se dovessi mangiarlo con la mia figa, pochi minuti e vengo, strofino con foga il mio sesso sul suo viso e mi lascio cadere con la schiena sul tavolo.
Vengo trascina verso di lui le mie gambe vengono completamente sollevate verso il cielo, il suo tocco e sul mio fondoschiena, qualcosa di gelido e grande invade il mio orifizio. Si scosta da me, le gambe tornano verso il suolo, mi solleva dal tavolo, mi riposiziona in piedi, mi abbassa la gonna e con un energico sculaccione mi invita ad andare a preparare i tavoli, da lì a poco sarebbero arrivati i clienti. Quella cosa e ancora dentro di me, sento che piano piano inizia a scaldarsi, lui si infila il mio perizoma in tasca, mi dà un bacio, riconosco il mio sapore nella sua bocca, mi dirigo in sala sculettando come mai avevo fatto. Faccio un salto in bagno, dovevo fare pipi e volevo controllare, mi guardo nello specchio e vedo un brillante rosso ricoprire il mio ano, mi aveva messo un plug anale.
Fornitori, postino e corriere, nemmeno un secondo di tregua, mi siedo un attimo alla cassa per accendere musica e pc. Mi dondolo un po’ e lo sento muoversi, mi dà un insolito piacere, inizio a dondolarmi sullo sgabello cercando i punti più piacevoli ma vengo interrotta dall’arrivo del primo cliente. Lo accompagno al tavolo, il tempo di portare i menù ed iniziano ad arrivare i restanti commensali. Gli lascio alcuni minuti per scegliere mentre lontano dal loro sguardo torno dal mio sgabello. Vado a prendere la comanda, sono lenti ed indecisi, sento una goccia scendere con estrema lentezza dalle mie cosce, spero che non si noti niente, gli metto un po’ pressione, e appena presa l comanda corro in corridoio a passarmi uno Scottex tra le gambe. Erano lenti in tutto anche a mangiare seduti a tavola alle 12, sono ormai le 14.30 e non accennano ad alzarsi, sempre cosi quando hai fretta. Sono quasi tutte coppie giovani sulla trentina, loro molto truccare e con la puzza sotto a naso, i ragazzi i classici tipi che passano ore davanti allo specchio a pettinarsi e a vantarsi di quanto sono fighi. Verso le 15.30 dopo il 3 giro di grappa lentamente se ne vanno. Inizio a sparecchiare velocemente il tutto, lavo i bicchieri e stendo le tovaglie pulite. Ad un certo punto il silenzio della sala viene interrotto dal rumore della porta della cucina che sbatte, quasi contemporaneamente vengo afferrata per il collo e distesa a forza sul tavolo, un tocco forte deciso ma non troppo violento. I miei seni sono schiacciati tra il peso della mia schiena e la superfice del tavolo, la gonna mi viene sollevata nuovamente e l’oggetto misterioso mi sviene sfilato, mi sento aperta, il mio ano spalancato che si contrae, il plug anale mi viene posizionato davanti al viso, completamente d’acciaio e con un vetro tagliato simil diamante di colore rosso che avevo già visto. Una pressione nuova si presenta, caldo e ben inumidito, si affaccia ed inizia ad entrare, scosse di dolore come se la mia pelle crepasse, una piacevole sensazione di pienezza, una lenta ed infinita entrata, quei 20 cm mi son sembrati 2 metri, il suo bacino ormai sfrega contro i miei glutei, sento le viscere premere sul ventre, il dolore leggermente attenuato dal suo calore, era il mio primo cazzo nel culo.
Il peso del suo copro si sovrappone il mio, mi sento completamente in trappola, movimenti lenti, inizia a mancarmi il respiro, sensazione strana, a tratti fastidiosa ma piacevole. Il ritmo aumenta sempre di più, il turbinio di emozioni si e stabilizzato, provo una piacevole sensazione pienezza, un massaggio eccitante ma non troppo, forse il tutto un po’ accentuato dall’eccitazione del momento. Mi solleva il busto dal tavolo, mi infila un dito in bocca e porta la mia testa indietro, incrocio il suo sguardo, l’altra mano mi sbottona lentamente la camicia e fa scivolare il reggiseno al di sotto del mio seno che riceve subito le sue attenzioni, la sua mano poi si porta giù sul mio pube, le sue dita iniziano a giocare con il mio clitoride mentre col il palmo della mano accompagna i movimenti. Quella nuova angolazione e la sua mano rendono il tutto molto più piacevole. Le sue dita ormai hanno un ritmo frenetico, come un bassista che si lancia in un assolo, l’orgasmo pervade il mio corpo, i tremori vengono placcati dalla sua presa, mentre un insolito calore mi si riversa nelle interiora.
Restiamo in posizione alcuni secondi, percepisco il diminuire della pressione sul mio ano, scivola fuori, riacquisto la capacita di respirare mentre sento scendere un liquido caldo dalla fessura del mio sedere.
Mi chiede se avevo programmi per la giornata, o se preferivo restare lì con lui fino a sera…
Sul lavoro qualche battuta, qualche palpata veloce e di nascosto, gli occhi dei colleghi sempre in agguato e non so se siano peggio loro o le telecamere di sorveglianza. La frenesia del lavoro non ci ha concesso un attimo per noi, a casa nel mio comodino non c’è oggetto che mi abbia trasmesso ciò che avevo provato con lui. Quei suoi baci fugaci, le poderose strette al mio fondoschiena sono solamente una tortura.
Arriva giugno, il titolare come sempre si assenta per andare in vacanza e lascia tutto in mano a lui, giornate piene di lavoro frenetiche e tocca andare a lavoro anche durante il giorno di riposo. Come consueto ogni settimana controllo il registro prenotazioni alla disperata ricerca di uno spiraglio di calma, ma sempre tutto affollato. Arriva un messaggio dal titolare chiedendomi se potevo recarmi a pranzo lunedì durante il mio turno di riposo, un mio collega non stava bene. Dovevo arrivare per le 11 ma alle 10.20 ero già davanti alla porta del locale. Controllo le auto nel parcheggio e vedo che c’è solo la sua, mi fiondo dal citofono ed inizio a suonare come una matta, quasi come se fossi inseguita da dei maniaci. Eccolo che mi apre la porta, sei solo? Certo ti aspettavo almeno un’ora fa …
Il tempo di riceve la sua risposta e già la mia lingua era nella sua bocca, avevo talmente tanta voglia che i miei baci si sono trasformati presto in morsi. Ci leviamo dall’ingresso e dirigiamo in cucina, mi alza da terra e mi adagia sul tavolo, mi solleva la gonna fino all’ombelico, il gelido del tavolo a contatto con il sedere mi fa scappare un sussulto, mi sfila il perizoma e tuffa il suo viso tra le mie cosce.
Finalmente ero di nuovo sua. Con la bocca afferra con avidità la mia carne, la sua lingua esplora completamente ogni singola fessura del mio sesso, prende dolcemente con i denti il mio clitoride e inizia a schiaffeggiarlo con la sua lingua, mi sto dirigente rapidamente verso l’apice, si uniscono anche le sue dita, e quasi come una macchina inizia a scavare dentro di me. La superfice gelida sotto di me si trasforma in breve tempo in un piano rovente completamente umido, le mie gambe e le mie braccia non gli permettono di scostarsi da me, quasi come se dovessi mangiarlo con la mia figa, pochi minuti e vengo, strofino con foga il mio sesso sul suo viso e mi lascio cadere con la schiena sul tavolo.
Vengo trascina verso di lui le mie gambe vengono completamente sollevate verso il cielo, il suo tocco e sul mio fondoschiena, qualcosa di gelido e grande invade il mio orifizio. Si scosta da me, le gambe tornano verso il suolo, mi solleva dal tavolo, mi riposiziona in piedi, mi abbassa la gonna e con un energico sculaccione mi invita ad andare a preparare i tavoli, da lì a poco sarebbero arrivati i clienti. Quella cosa e ancora dentro di me, sento che piano piano inizia a scaldarsi, lui si infila il mio perizoma in tasca, mi dà un bacio, riconosco il mio sapore nella sua bocca, mi dirigo in sala sculettando come mai avevo fatto. Faccio un salto in bagno, dovevo fare pipi e volevo controllare, mi guardo nello specchio e vedo un brillante rosso ricoprire il mio ano, mi aveva messo un plug anale.
Fornitori, postino e corriere, nemmeno un secondo di tregua, mi siedo un attimo alla cassa per accendere musica e pc. Mi dondolo un po’ e lo sento muoversi, mi dà un insolito piacere, inizio a dondolarmi sullo sgabello cercando i punti più piacevoli ma vengo interrotta dall’arrivo del primo cliente. Lo accompagno al tavolo, il tempo di portare i menù ed iniziano ad arrivare i restanti commensali. Gli lascio alcuni minuti per scegliere mentre lontano dal loro sguardo torno dal mio sgabello. Vado a prendere la comanda, sono lenti ed indecisi, sento una goccia scendere con estrema lentezza dalle mie cosce, spero che non si noti niente, gli metto un po’ pressione, e appena presa l comanda corro in corridoio a passarmi uno Scottex tra le gambe. Erano lenti in tutto anche a mangiare seduti a tavola alle 12, sono ormai le 14.30 e non accennano ad alzarsi, sempre cosi quando hai fretta. Sono quasi tutte coppie giovani sulla trentina, loro molto truccare e con la puzza sotto a naso, i ragazzi i classici tipi che passano ore davanti allo specchio a pettinarsi e a vantarsi di quanto sono fighi. Verso le 15.30 dopo il 3 giro di grappa lentamente se ne vanno. Inizio a sparecchiare velocemente il tutto, lavo i bicchieri e stendo le tovaglie pulite. Ad un certo punto il silenzio della sala viene interrotto dal rumore della porta della cucina che sbatte, quasi contemporaneamente vengo afferrata per il collo e distesa a forza sul tavolo, un tocco forte deciso ma non troppo violento. I miei seni sono schiacciati tra il peso della mia schiena e la superfice del tavolo, la gonna mi viene sollevata nuovamente e l’oggetto misterioso mi sviene sfilato, mi sento aperta, il mio ano spalancato che si contrae, il plug anale mi viene posizionato davanti al viso, completamente d’acciaio e con un vetro tagliato simil diamante di colore rosso che avevo già visto. Una pressione nuova si presenta, caldo e ben inumidito, si affaccia ed inizia ad entrare, scosse di dolore come se la mia pelle crepasse, una piacevole sensazione di pienezza, una lenta ed infinita entrata, quei 20 cm mi son sembrati 2 metri, il suo bacino ormai sfrega contro i miei glutei, sento le viscere premere sul ventre, il dolore leggermente attenuato dal suo calore, era il mio primo cazzo nel culo.
Il peso del suo copro si sovrappone il mio, mi sento completamente in trappola, movimenti lenti, inizia a mancarmi il respiro, sensazione strana, a tratti fastidiosa ma piacevole. Il ritmo aumenta sempre di più, il turbinio di emozioni si e stabilizzato, provo una piacevole sensazione pienezza, un massaggio eccitante ma non troppo, forse il tutto un po’ accentuato dall’eccitazione del momento. Mi solleva il busto dal tavolo, mi infila un dito in bocca e porta la mia testa indietro, incrocio il suo sguardo, l’altra mano mi sbottona lentamente la camicia e fa scivolare il reggiseno al di sotto del mio seno che riceve subito le sue attenzioni, la sua mano poi si porta giù sul mio pube, le sue dita iniziano a giocare con il mio clitoride mentre col il palmo della mano accompagna i movimenti. Quella nuova angolazione e la sua mano rendono il tutto molto più piacevole. Le sue dita ormai hanno un ritmo frenetico, come un bassista che si lancia in un assolo, l’orgasmo pervade il mio corpo, i tremori vengono placcati dalla sua presa, mentre un insolito calore mi si riversa nelle interiora.
Restiamo in posizione alcuni secondi, percepisco il diminuire della pressione sul mio ano, scivola fuori, riacquisto la capacita di respirare mentre sento scendere un liquido caldo dalla fessura del mio sedere.
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