L'ingegnere - Parte 3 - Finale

di
genere
etero

Entrammo in un locale lì vicino  e ordinammo da bere. Arnaldo mi raccontò della sua vita,della sua ex,di sua figlia,ma anche di come gli pesava la solitudine, delle difficoltà quotidiane e del suo lavoro che amava ma che lo costringeva a stare per lunghi periodi in giro per il mondo.< Questo forse è stato il motivo per cui alla fine mia moglie se n'è andata.> Volle poi sapere di me,e io in un'intimità che mai avrei creduto possibile con un estraneo,gli raccontai della mia vita,dei miei amori,dei miei sogni e dolori. Gli dissi che ero attratta da lui e che mi piaceva, anche se mi rendevo conto che potevo sembrare un'adolescente alla prima cotta. Mi disse che stava provando le stesse emozioni poi mi baciò. Un lungo bacio,che mi  fece fremere tutta. Gli dissi che se non  si fermava non avrei saputo rispondere delle mie azioni. Uscimmo e andammo verso la sua macchina. Mi disse di salire.< Ma ho la mia qua vicino> ribattei. < Passiamo domattina a prenderla> fece lui sorridendo. L'idea di passare la notte da lui mi spaventava un po' e insistei per seguirlo. Durante il tragitto ero percorsa da pensieri contrastanti. Il mio corpo urlava di desiderio,la mia testa mi diceva di andare cauta, di non fare sciocchezze. Purtroppo non riuscii a controllarmi perché appena entrati nel suo appartamento ci baciammo avidamente mentre le mani esplorarono i nostri corpi. Mi tolse la camicetta e si tuffò con il viso tra i seni. Io mi slaccia il reggiseno mentre lui con la lingua roteava sui capezzoli. Le sue mani mi accarezzavano i fianchi e le chiappe. Mi slacciò i jeans e li abbassò quel poco che gli permetteva di appoggiare la sua mano sulla mia rosa bagnata. Per poco non urlai. Mi scostò le mutandine ,si inginocchiò e vi appoggio la bocca. Leccò le labbra che colavano miele. Pensavo di svenire,era da tanto tempo che un uomo mi leccava la passera. Mi prese in braccio con una forza che non immaginavo e mi sdraiò sul letto. Mi tolse le scarpe, mi sfilò i pantaloni e le mutandine,poi si mise sdraiato e mi leccò la fica . Devo dire che leccare non è il termine giusto,la assaporava,bevendone gli umori,poi succhiava,mordicchiava teneramente, stuzzicava il clitoride con la punta della lingua .Arnaldo ci sapeva fare, mi stava facendo impazzire e io con la mano sulla sua testa lo tenevo fermo  perché non volevo  smettesse.Mi misi le dita in bocca per non urlare,mentre lui inserí le sue nella mia fica bagnata. Doveva avere un controllo fenomenale perché mi continuò a leccare  per svariati minuti ancora vestito. Probabilmente aveva il cazzo che gli stava per esplodere ma sembrava non gli importasse. Solo dopo avermi sfinita di piacere si rialzò e potei vedere il suo uccello che gonfiava i pantaloni . Non aspettai altro ,glieli slacciai e quando gli abbassai gli slip,mi si parò davanti agli occhi una cappella tutta bagnata,sembrava fosse già venuto. Lo presi in bocca e lui mugolò di piacere. Con le mie dite,in verità non molto lunghe,ero ben lontana da prenderlo in mano completamente data la circonferenza,a malapena infatti arrivavo a stringerlo per  metà. Era caldo,duro,era il sogno che ogni donna desidera, inoltre si scappellava  completamente come piace a me . Gli ricambiai il servizio con un lungo,lento,appassionato pompino. Le palle sembravano dalle dimensioni due kiwi,  e mi prodigai a leccargliele con trasporto. Quel cazzo mi stava facendo impazzire. Non ricordo per quanto tempo glielo ho succhiato,mi faceva male la mandibola per quanto lo avevo tenuto in bocca,fino a quando con il suo cazzo in mano lo guardai e gli dissi con la voce roca< Arnaldo,lo voglio dentro,ora> . Si tolse gli  indumenti in un nano secondo, mi sdraiò sul letto, mi prese le gambe, le apri e le spinse verso di me che le afferrai con le mani , poi appoggiò la punta sulla fica rorida e lentamente.Poi mi alzò le gambe in alto tenendole chiuse, così la mia fica era ancora più stretta e lui iniziò a trapanare prima a destra,in profondità poi a sinistra. Credevo di svenire dal piacere,il suo cazzo era intriso dei miei umori che fuoriuscivano in gran quantità. Poi mi girò e mi prese da dietro,in una pecorina fantastica,con la fronte appoggiata al letto e il culo in alto. Ogni tanto si fermava per leccarmi per poi ricominciare. Penso che sia stata la scopata più lunga che avessi mai fatto, più intensa e appagante che potessi desiderare. Quando fu pronto per venire lo estrasse ,mi girò e da dove era mi schizzò direttamente sul viso. Glielo presi in bocca e lo pulii completamente inghiottendo quello che potevo. Il suo sapore mi piaceva. Ci guardammo e ci mettemmo a ridere poi ci mettemmo sotto una coperta e ci sedemmo sul divano a guardare un po' di TV. Ci coccolammo guardando un film,poi prendemmo sonno.Ormai era quasi mattino e l'idea di dover andare al lavoro mi annientò. Telefonai che non stavo bene,poi dissi ad Arnaldo che dovevo ritornare a casa. Facemmo colazione in una pasticceria,poi ci salutammo con un bacio e ci demmo appuntamento la sera. Quando entrai in casa,ero distrutta. Dormii di un sonno profondo come non facevo da tempo. Purtroppo dopo pochi mesi partì per lavoro in Sudafrica. Lo rividi solo tre volte in un anno. L'ultima che lo vidi,mi disse che si era rimesso insieme alla sua ex. Sapevo che prima o poi sarebbe finita così per questo non ne feci un dramma. Con lui ho ricominciato a vivere. Molti uomini sono venuti dopo di lui grazie a lui, che mi ha fatto riscoprire  come donna piacente, sensuale e provocante.Al cineforum sono ritornata, e spesso ho pensato a lui,e a quanto gli devo. Grazie Arnaldo.

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scritto il
2023-02-13
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