Diario di una crociera episodio 3 "Rita e la confessione sconvolgente di una notte da schiava."

Scritto da , il 2022-12-29, genere dominazione



Ciao a tutti, sono nuovamente qui, è passato qualche giorno dalla notte folle che io e Rita abbiamo trascorso in compagnia dei due magnifici stalloni neri.
Ho ricevuto parecchi commenti, e mi avete fatto i complimenti. Allora ne approfitto per ringraziarvi per esservi appassionati a questa nostra avventura. Per premiare il vostro affetto, e anche la voglia di qualcosa di bollente, questa sera (è sera mentre scrivo), ho deciso di stuzzicare un po’ la vostra fantasia raccontandovi qualcosa di nuovo.
La nostra crociera prosegue in modo spedito, e siamo quasi alla metà dei quindici giorni di durata del tour.
A dire il vero dopo l’ultima scorribanda ci siamo prese qualche giorno di relax, un po’ perché alla mia amica l’indigestione di cazzi extralarge ha procurato qualche problemino al buchetto del culetto, diciamo che è ancora molto arrossato, e poi perché avendo fatto parecchi scali nei porti (vi consiglio Castries, Antille, da non perdere), ci siamo stancate con visite estenuanti alle bellezze dei luoghi visitati, e quindi alla sera ci siamo dedicate più al relax che al divertimento trasgressivo.
Voglio però raccontarvi qualcosa di interessante, si tratta di una confessione della mia amica Rita, qualcosa che personalmente mi ha sconvolta, ma anche incuriosita, per non dire eccitata. Un fatto che le è accaduto qualche tempo fa, e che ieri notte mi ha voluto confidare in via del tutto esclusiva. Cercherò di riportare tutto ciò che ricordo e raccontarvelo con semplicità, spero che vi piaccia. Fatemi sapere.
Come ricorderete, ho già accennato dello stile di vita “libertina” della mia amica, lei è una donna emancipata, una milf che proprio come è successo a me, ha visto naufragare il suo matrimonio a causa di un marito infedele e purtroppo anche un po’ manesco. Adesso ha riscattato le sue sofferenze, diventando imprenditrice di se stessa, proprietaria di un importante store di abbigliamento nel centro di Torino, ma soprattutto con le idee chiare; divertirsi a trecentosessanta gradi, come le pare e con chi le pare, senza nessun coinvolgimento sentimentale. Giusto o sbagliato che sia, io imparato a non giudicare le sue scelte, e oggi più che mai, grazie alla sua filosofia, ad avere maggiore rispetto per me stessa e a godermi la vita in modo pieno e soddisfacente.

Era quasi mezzanotte, stese in accappatoio sul nostro lettone, stavamo parlando del più e del meno, poi abbiamo iniziato a commentare della nottata trascorsa con Mark e Kristien, di come quell’esperienza abbia aperto per la sottoscritta nuovi orizzonti sulla propria sessualità, fino a quel momento inesplorati, una bella scoperta che ovviamente in futuro sarò felice di approfondire.
Io: « E’ incredibile come mi sia eccitata nel vederti scopare con quei due ragazzi, sai? Io che sono sempre stata così pudica e morigerata, nella vita come nel sesso. Ma cosa ancora più pazzesca è stato scoprire come mi piace essere trattata da troia»
mi scappa da ridere, e anche Rita sghignazza
«più quel bastardo di Kristien mi dava sberle sul culo più godevo, più mi strapazzava e più mi prendeva la voglia di scatenarmi! Ma secondo te sono normale?»
«Perché mi fai questa domanda Dory? Nel sesso, tutto è normale se fatto in due! Cosa credi, anche io ero una mogliettina fedele e passiva nel letto. Comandava lui, faceva ciò che voleva, ma io non ero me stessa, sentivo che avrei voluto attenzioni diverse. Per mio marito il massimo era mettermelo nel culo, dieci colpi e tutto era finito. Gli uomini sono così, leccata veloce per le più fortunate, pompino, figa culo, finto orgasmo e chi si è visto, si è visto. La verità è che ogni donna, se trova l’uomo giusto, può diventare la più grande delle troie, una puttana o amante, non necessariamente la deve dare a tutti, anche solo al proprio marito, ne abbiamo diritto come loro di godere e di essere zoccole quanto ci pare. Il problema è che loro, i maschietti, le mogli le vogliono remissive disponibili, e le amanti devono essere lo sfogo delle loro perversioni, puttane e disposte a tutto. Normale o no, io adesso faccio quello che mi pare, mi diverto e prendo tutto ciò che c’è da prendere, ma soprattutto ho deciso di fare tutte le esperienze possibili, anche le più estreme!»
Ed io con tono curioso «Allora dici che non sono pazza? Forse solo un po’ perversa.»
E lei «Tu perversa? Solo perché ti piace farti scopare in modo rozzo? Ma fatti furba suor Dory! Le sberle sul culo, qualche parolaccia e una tiratina di capelli, sono normali nel sesso! Solo un po’ di peperoncino… Confronto a quello che mi è successo a me… acqua di rose tesoro!»
«Ma che cazzo dici Rita, mi fai paura! Cosa avrai mai fatto di più estremo nella vita, mi sembrava che la doppia con i cioccolatini fosse già il top delle porcate! O no?»
«Si certo, il trio è stata una bella esperienza, devo ammettere che era la prima volta che mi facevo due cazzi in un solo colpo, ma… ma in passato… Credo di avere fatto di peggio.»
Ed io sgranando gli occhi basita
«Di peggio? Racconta, dai sorellina sputa il rospo, sono curiosa…»

«E’ successo qualche tempo fa, mi ero separata da poco, non avevo ancora smaltito i postumi della rabbia per avere scoperto i tradimenti di Geraldo mio marito, mi sentivo depressa, incazzata con il mondo, rancorosa e con la voglia pazza di vendicarmi di quel verme.
Ai tempi non avevo una vita mondana, conoscevo poca gente e avevo smesso anche di frequentare amiche. Ero terrorizzata dall’idea di rimanere da sola, di non poter ritrovare un compagno con il quale invecchiare, o condividere i miei giorni futuri. Insomma, ero disperata, e quando sei disperata è facile fare stupidaggini. Una sera navigando per il web, trovai casualmente la pubblicità di un sito per incontri, si insomma, incontri di sesso…»
« Non dirmi che lo hai fatto? Non sarai finita su uno di quei siti…?»
«Sì, l’ho fatto tesoro, mi sono iscritta! Per curiosità, per il semplice gusto di flirtare con qualcuno e sentirmi ancora una volta corteggiare, sicuramente non avrei mai incontrato qualcuno, comunque mai uno sconosciuto.»
«E quindi? Cos’è successo?» dissi io
«E’ successo che invece ho iniziato a chattare con un certo Rafael, un signore della mia età, diceva di essere un artista, uno scrittore in cerca di avventure con donne speciali, disponibili e pronte ad ogni tipo di esperienza. Dalle foto l’ho subito trovato affascinante, non aveva un grande fisico, non molto alto, carino, ma non bello. Eppure aveva un modo di fare, intrigante, si capiva subito che era una persona intelligente, con le idee chiare. Continuava a scrivermi che gli piacevo, che avevo la faccia da furbetta, gli occhi della ribelle, e che lui sapeva come domare una come me. Capisci? Mi sono subito montata la testa, ero curiosa di scoprire cosa avrebbe fatto per “domare la diavoletta”, come diceva lui.»
«Non dirmi che lo hai incontrato? Rita non sarai andata a fare un incontro al buio con uno che ti vuole domare? Con un cazzo di maniaco!»
«Ci sono andata, Dory, cazzo ci sono andata!»
«Ma tu sei scema! Sei andata a letto con uno sconosciuto?»
«A letto, non direi, diciamo che ho accettato un invito a cena, poi abbiamo deciso di andare nel suo studio privato, un bellissimo loft in cima ad un antico palazzo di Torino. Credevo semplicemente di farci una bella scopata, era la mia vendetta no?»
«E invece? Cos’è successo?» esclamai io
«E’ successo che siamo andati in questo loft, era la prima volta che andavo con un altro uomo e che facevo un incontro di quel tipo, mi sentivo tesa come una corda di violino, ma nello stesso tempo ero anche eccitata. Una volta entrati nel locale, mi ha offerto gentilmente da bere, abbiamo scambiato quattro chiacchiere, si capiva che si trattava di una persona affidabile,davvero squisita. Poi ad un certo punto inizia a farmi spogliare, cioè mi toglie la giacca che indossavo, e senza dirmi nulla tira fuori da un cassetto un foulard nero, si posiziona alle mie spalle e improvvisamente mi benda gli occhi, e mentre lega il fazzoletto stretto con alcuni nodi dietro alla nuca mi dice:
“Adesso giochiamo un po’ mia cara diavoletta, ti ho detto che ti avrei voluto domare… da questo momento tu sarai a mia completa disposizione. Ti farò impazzire, vedrai.”
Prima ancora che io rispondessi mi ha preso per i due avambracci, e ho sentito ai polsi qualcosa di metallico, ho subito capito che si trattava di manette. Non ho fatto in tempo a reagire, mi ha colto di sorpresa, e non sapevo nemmeno io cosa fare.
Accertatosi che le manette fossero ben chiuse, tenendomi dalle spalle mi ha guidato in un'altra stanza, ho sentito che chiudeva la porta a chiave, allora ho iniziato ad agitarmi, così gli ho chiesto cosa voleva fare, che intenzioni aveva. E lui mi ha risposto:
“non devi avere paura amore mio, non sono un maniaco e nemmeno un pazzo, ti voglio solo far vivere un’esperienza indimenticabile, qualcosa di forte. Io riconosco subito, quando sotto l’abito della donna apparentemente pudica e timida, si nasconde una puttana che non vede l’ora di essere trattata come si deve. Hai mai sentito parlare di sottomissione? Di bondage? Si lo so, tu conosci solo il sesso tristissimo che il tuo maritino ti ha insegnato. Fidati di me cara… questa notte ti cambierò la vita.”»
«Dio mio Rita, ma quello era un pazzo! Manette, occhi bendati? E tu cos’hai fatto? Gli hai dato un calcio nei coglioni e sei scappata?»
«Scappata? Ma che cazzo dici Dory! Tu non sai cosa significa sentirsi prigioniera di un uomo così, solo a sentirlo parlare mi sono eccitata a tal punto che la mia figa era già inzuppata prima ancora che mi toccasse.»
«Ma veramente? Allora racconta che sono curiosa, cosa è successo quella notte?»
«E’ successo che mi ha portata in un punto ben preciso della stanza, che io non potevo vedere a causa della benda sugli occhi. Sotto ai miei piedi c’era, o una moquette, o un tappeto, qualcosa di molto morbido. Poi sono rimasta con le mani ammanettate dietro alla schiena e gli occhi bendati. Per qualche minuto non è successo nulla, sembrava sparito, ma probabilmente era ancora dietro di me che mi osservava, non saprei. Ad un certo punto sento le sue labbra sul collo, mi è preso un brivido improvviso che mi ha attraversato tutta la schiena, era dolcissimo; ha iniziato a baciarmi dietro le orecchie, sul decoltè e infine rigirandomi su me stessa mi ha abbracciata e baciato in bocca. Un lunghissimo bacio, con la lingua, un contatto piacevole e anche molto eccitante. Poi si ritrae, passa ancora qualche istante, e sento la sua voce che esclama:
“inginocchiati Rita, adesso ti voglio in ginocchio!”
Io subito ho tergiversato, non capivo bene cosa dovevo fare, poi ho pensato che volesse farsi fare un pompino, e invece, visto che temporeggiavo, improvvisamente sento un colpo secco su una natica, non era uno schiaffo, ma qualcosa di rigido, probabilmente un frustino o una verga. Immediatamente dopo mi sento afferrare per i capelli, e ancora lui che mi sussurra con voce rabbiosa:
“forse non mi sono spiegato diavoletta, è ora che impari ad obbedire al tuo padrone.
Quando io do un ordine, tu devi obbedire, altrimenti sarò costretto a punirti ogni volta che trasgredisci.”
Io cerco di capire dove lui si trova e rivolgendomi a quella direzione gli dico:
“Ma che razza di gioco è questo, io non mi piego proprio con nessuno, tu non sei il mio padrone…”
Non faccio in tempo a finire la frase, che mi arriva un altro colpo secco sull’altra natica.
Ma sai qual è la cosa strana? Non erano colpi forti, più che dolore sentivo come un lieve bruciore, e ad ogni colpo, percepivo una strana eccitazione salire, non era esattamente concentrata in mezzo alle gambe, ma in ogni parte del corpo.
Insomma alla quinta o sesta scudisciata, non ricordo bene, quando ormai sentivo il mio culo andare in fiamme, cedo, e mi metto in ginocchio. Ma sempre senza mai un solo lamento.
Passano ancora un paio di minuti e il silenzio viene rotto nuovamente dalla voce di Rafael che mi ordina di mettermi giù con il busto appoggiato sul tappeto dove eravamo in quel momento. Questa volta obbedisco senza recriminare.
Quella sera avevo indosso un vestitino molto corto, un tubino mini, senza maniche di colore rosso, con sotto un perizoma dello stesso colore, quindi immagina in quella posizione, con i polsi bloccati dietro la schiena, e il culo sollevato ed esposto al massimo, quale spettacolo stesse deliziando la vista di quel pazzo. Poi sento che mi solleva fin sulla schiena il vestito, e mi abbassa alle ginocchia le calze a rete, lasciando il culo scoperto. Le sue mani iniziano a massaggiare la parte superiore dei glutei, scendono lentamente fino a lambire la mia figa, scosta il filo del perizoma e inizia a sfiorare lentamente le mie grandi labbra.
“Senti la puttanella come è tutta fradicia» mi dice «allora ti piace la frusta vero? Adesso giochiamo ancora un po’ amore mio…”
A quel punto mi aspettavo che mi penetrasse, o comunque che approfittasse di quella posizione così oscena per farmi la festa. E invece, sento che mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra:
“Apri la bocca diavoletta, che è arrivato il momento di fare sul serio, dai spalanca bene la tua boccuccia.”
Io ingenuamente spalanco la bocca, credendo che da un momento all’altro mi infilasse il suo cazzo, ma ancora una volta mi prende alla sprovvista, sento accostare qualcosa di freddo sulle mie labbra, poi spingere forte, tanto da costringermi a spalancare ancora di più le labbra. Non era una cappella, ma una pallina in gomma, che subito dopo sento ancorare dietro alla mia nuca con dei cinghietti. Ho capito dopo che si trattava di una gag bal, sai quei bavagli per la bocca con la pallina?»
Ed io stupita «Un bavaglio con la pallina? Si a dire il vero so di cosa si tratta, un giorno ti spiegherò…»
E lei stupita «Ha, non pensavo che conoscessi certi attrezzi… Comunque come ti dicevo, mi mette questo bavaglio, facevo fatica a respirare, ma porca miseria Dory! Non sai quanto mi stava eccitando quella situazione. Ma il meglio doveva ancora arrivare. Non passa un minuto, che sento nuovamente il porco trafficare con il mio culo. Capisco che sta massaggiando il buchino con del gel, qualcosa di molto viscido, poi inizia a penetrarmi lentamente con un dito, lo spinge su e giù, sempre più con forza, non contento, sento che ne fa entrare due, lo sfintere ormai si sta dilatando, e la mia vulva inizia a sgocciolare.
Un vero maestro del piacere, che però una volta interrotto quel massaggio, mi riserva qualcosa di molto più ardito. Sento nuovamente qualcosa appoggiarsi al mio buchino, non capisco di cosa si tratta, sicuramente non è un uccello, perché non percepisco alcun calore. Dopodichè una mano si posa su una natica, mi allarga il solco, ed ecco che quel coso inizia a penetrarmi. Il mio sfintere si allarga sempre più, inizio a gemere, un po’ per il dolore, e un po’ per il piacere, e proprio quando pensavo che mi sfondasse il mio povero buchino, con un solo colpo il coso si infila fino in fondo, come se fosse risucchiato, lasciando che lo sfintere si richiuda su un’appendice che resta comunque fuori. Era un plag, un enorme plag, che Rafael mi ha piantato nel culo senza pietà.
Non capivo più nulla, era una situazione surreale, avevo paura di cosa sarebbe successo dopo, ma ero eccitatissima, avrei voluto urlare, ma ero trepidante, nell’attesa che capitasse qualcosa di ancora più intrigante.
Ed io « Tu devi essere pazza tesoro mio! Io al tuo posto sarei scappata, anche se devo ammettere che questo racconto mi sta mettendo un calore addosso… Ma non ti faceva male quel coso nel culo?»
«Male? Dopo qualche minuto, morivo dal desiderio di sentirlo muovere, stavo godendo solo all’idea, e speravo che finalmente il mio porcone lo estraesse per sbatterci dentro il suo cazzone!
Tanto che ho avuto la bella idea gesticolando di farmi abbassare il bavaglio, per fargli capire che volevo parlare. Lui slaccia leggermente la gag ball, e io inizio a urlare.
“ Dai scopami, ti prego Rafael, scopami, che ho voglia di te!”
Non volevo più aspettare, e invece quel sadico cosa fa?»
Ed io in tono curioso « Cosa ti ha fatto? …scommetto che non ti ha fatto nulla! Non dirmi che era impotente!»
«Ma quale impotente Dory! Aspetta non avere fretta. Mi ha subito tappato la bocca.
Avevo ancora gli occhi bendati, le manette e un siluro piantato nel culo, ma non bastava.
Mi accorgo che sta manovrando attorno al mio collo con qualcosa di morbido che faceva un rumore metallico, tipo una catenella, e mentre sento avvolgere il collo da questo nuovo attrezzo, lui mi urla vicino alle orecchie.
“ Allora non ci siamo capiti piccolo demonio! Tu non puoi chiedere a me di scoparti!
Il gioco lo comando io, adesso sarò costretto a punirti. Intanto ti metto un collare, in modo che tu sia più ubbidiente, si mia cara, dovrai essere ubbidiente come una cagna! La mia cagna! Perché io sono il tuo padrone, capito! E poi adesso passiamo alle maniere forti.
Ti faro diventare quel culetto tutto a strisce rosse, mia piccola ribelle, dieci frustate, che ti insegneranno a non trasgredire le regole.
Non sapevo più cosa fare, ero in balìa di un sadico, ma mi sentivo elettrizzata all’idea di essere dominata in quel modo.
E comunque la punizione alla fine si rivelò un ulteriore piacere, tutto cerebrale, visto che i colpi di frusta erano praticamente impercettibili, quanto bastava per rigare di rosso le mie natiche e provocare un leggero bruciore, che presto si trasformava in brivido lungo tutto il corpo.
Per non parlare del collare, più lo sentivo tendere, più dovevo alzare la testa, maggiore era la goduria nell’essere dominata e trattata come una vera cagna.
Ma se credi che questo fosse l’ultimo step prima di essere scopata, aspetta che ti racconto il resto, perché non potrai mai immaginare in quale situazione mi sono cacciata; prima però devo bere qualcosa di forte sorellina...»
Rita si alzò dal letto per andare nel mobile bar a prendere una bottiglia di wiski con due bicchieri. Io rimasi in silenzio, quella storia mi stava turbando, mi sembrava così assurda, si trattava di un mondo a me sconosciuto, ma che onestamente, a questo punto sarei curiosa di conoscere. Avevo sentito parlare di schiave, di master e bondage, ma non avevo mai avuto l’opportunità di approfondire il tema.
Bevemmo qualche sorso di liquore, poi si stese nuovamente al mio fianco, mi fissò e iniziò a scuotere la testa sorridendo:
«Scusami Dory, oggi mi viene da ridere, perché quando penso a quella notte, mi sento davvero una incosciente, ma alla fine tutto ciò che è successo, lo rifarei, e non è detto che un giorno capiti.
Comunque eravamo rimasti alle frustate. Finito con la punizione, mi sento nuovamente tirare per il guinzaglio, e lui che mi ordina di alzarmi e seguirlo. Mi trascina per qualche metro, io camminavo a passetti perché avevo ancora le calze a rete calate alle ginocchia, mi afferra per le braccia e mi costringe ad appoggiarmi con il sedere a qualcosa di molto morbido, si trattava di un letto, o comunque qualcosa tipo un lettino per i massaggi, perché era molto stretto. Poi mi prende dai fianchi e mi invita a coricarmi, ordine che ovviamente seguo senza fiatare, mi fa sistemare la testa sopra un cuscino, mi prende i polsi con le manette, e sento che li fissa a una corda alle mie spalle, praticamente mi ritrovo le mani allungate dietro alla testa, ero ancora vestita con il mio tubino rosso e il perizoma.
Le sue labbra si avvicinano ad una mia guancia, e mi sussurra a bassa voce: “ Come sei bella Rita, ti devo fare i complimenti, sei stupenda e adesso anche domata come una puledra… ti piace quello che stiamo facendo?” Io, avendo la bocca tappata stavo colando saliva da tutte le parti, non potendo rispondere feci cenno di si con la testa, era la verità, quel gioco mi stava coinvolgendo in modo straordinario, nonostante tutto mi sentivo al sicuro, non sapevo cosa mi aspettasse esattamente, e quel tipo di ansia era una vera bomba di adrenalina.
Mi bacia sul collo, poi con le mani slaccia gli ultimi due bottoni del decolté del vestitino, una per volta, tirando giù il reggiseno mi scopre le mammelle, e le stuzzica stringendole e pizzicando i capezzoli. Sento il mio corpo contorcersi, e la voglia di essere posseduta arrivare al limite.
Passa qualche istante e percepisco il suo spostamento, si posiziona di fronte a me, ai miei piedi, sento nuovamente un rumore metallico, mi prende per le caviglie e mi invita a trascinarmi con il fondo schiena fino al bordo del lettino, con le gambe a penzoloni. E a quel punto succede l’imprevisto. Una per volta mi solleva le gambe, con una cinghia mi blocca le caviglie, obbligandomi ad allargare le cosce il più possibile, sicuramente aveva fissato le due cinghie all’estremità di una barra, costringendomi a tenere le gambe larghe, che poi subito dopo ha sollevato verso l’alto e all’indietro, fino a quando il mio culo e la mia figa sono rimasti esposti e alla portata di chiunque avesse voluto approfittare di quella mia posizione.
Nel silenzio più assoluto sento che delle dita rovistano nel solco del mio sedere, qualcuno sta afferrando l’appendice del plag che tenevo ancora nelle viscere, lo muove lentamente avanti e indietro e poi con un colpo secco lo estrae. Io lancio un urlo, questa volta di dolore, mi sono sentita come svuotare l'intestino, una sensazione fastidiosissima.
Capisco che forse è arrivato il momento di essere posseduta dal mio padrone, o almeno è quello che cerco di immaginare.
Nella mia posizione, e con i nervi a fior di pelle, non posso fare altro che attendere, quasi tremando, ma ansiosa di giungere in qualsiasi modo all’orgasmo tanto agognato in quella mezzora trascorsa con il mio amante.
Ancora secondi senza che accada nulla, ormai sono al limite. Poi finalmente sento che Rafael manovra dietro alla mia nuca, capisco che sta slacciando quell’aggeggio infernale che mi stava quasi lacerando le labbra, mi sfila la gag ball, e io inizio a rilassarmi.
Ma non ne ho il tempo, una mano mi afferra per i capelli e mi costringe a girare il mio viso su di un lato. Assecondo quel comando, e appena sono in posizione sento qualcosa di caldo,appoggiarsi sulle mie labbra, questa volta capisco che è un cazzo vero, una cappella gonfia e granitica che spinge per penetrare la mia bocca. Con la lingua inizio a stuzzicarla, a baciarla, e successivamente inghiottisco accompagnando il gesto con un grido di piacere, tutta l’asta fino in fondo. Quanto lo desideravo Dory! Quanto ho aspettato di sentire la carne di quell’uomo affondare dentro di me. Ha iniziato a scoparmi la bocca con una lentezza estenuante, dava qualche spinta, poi andava giù fino quando sentivo i suoi testicoli sbattere contro il mio mento, si ritraeva solo nel momento in cui io iniziavo a soffocare.
Tutto mi sarei aspettata quella notte, con uno come Rafael, avevo capito che sarei tornata a casa con un’esperienza senza precedenti, che già così mi aveva sconvolta.
Ciò che non avevo immaginato, è che proprio mentre Rafael mi stava scopando in bocca, ad un certo punto sento delle labbra posarsi sulla mia vulva, in quel momento messa alla gogna senza via di scampo; qualcuno mi stava leccando, qualcuno che non sapevo fosse nella stanza. Ma non era finita lì, perché nei secondi seguenti, iniziai a sentire tutta una serie di mani palpare ogni angolo del mio corpo, e almeno altri due membri avvicendarsi nella mia bocca. Ho cercato in qualche modo di divincolarmi, ma ero bendata e avevo mani e piedi legati, senza nessuna possibilità di movimento. Cercai anche di protestare ma non credo di essere stata convincente, si capiva che era solo una reazione per la sorpresa. Perché subito dopo, gemevo già come una vera cagna. A turno penso che mi abbiano scopata almeno cinque membri diversi, mi hanno sbattuta senza sosta per circa un’ora, sfondando il mio culo con colpi che non dimenticherò mai, così come non scorderò mai la quantità infinita di orgasmi che mi hanno letteralmente devastata. Sono certa che tra loro ci fossero anche almeno due donne, perché annusavo il loro profumo quando mi ficcavano la lingua in bocca, e spesso le sentivo anche gemere e mugolare mentre mi leccavano il mio sesso. Nella sala l’unico rumore che si udiva era quello dei corpi che mi sbattevano e le mie urla di piacere, spesso soffocate dai vari uccelli che dovevo ingoiare fino alla gola. Era un continuo ricevere piacere; nella figa, nel culo, in bocca, non mi hanno concesso tregua fino a quando hanno capito che le forze mi stavano abbandonando. Alla fine uno per volta, i maschietti mi hanno riempito di sperma, Rafael continuava dirmi di tenere la bocca aperta, a volte anche regalandomi qualche colpetto di frustino sulle natiche, ed io obbedivo con immenso piacere, ricevendo così, fiotti di sperma bollente, direttamente in gola, sulle labbra o sulla faccia, ingoiando una quantità incredibile di seme.
Credimi Dory, è stata una notte che mai nella vita dimenticherò, e ogni volta che ci penso, non ti nego che finisco per masturbarmi. Adesso capisci perché ho deciso di fare la mia vita liberamente, perché dopo quella esperienza io non sono più me stessa… ma ho capito esattamente cosa voglio.»

Questa è la confidenza che Rita mi ha fatto ieri sera, io l’ho trovata super eccitante, e mi sembrava giusto condividerla con voi… che ne dite?

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