Colleghi 2
di
Domcurioso64
genere
dominazione
L'autunno era infine giunto, Marco (commesso trentenne) arrivò al parcheggio del supermercato per il suo turno del mattino, l'aria era fresca e umida, si chiuse il giubbotto tirando su la zip fin sotto il mento, salutò con un gesto della mano altri colleghi che stavano giungendo e si avviò all'ingresso del personale. Molte foglie erano cadute rendendo l'asfalto viscido e lui distratto dai propri pensieri scivolò andando a capitombolare a terra, una scena da trasmissione televisiva, si rialzò in fretta con la speranza che nessuno avesse assistito anche se ci credeva poco e infatti sentì le risate di alcuni colleghi che lo schernivano per l'accaduto, lui replicò con insulti a raffica ma era comunque ironico nella sua risposta.
Si stava ripulendo con la mano la parte posteriore dei pantaloni quando con la coda dell'occhio notò che tra i presenti c'era anche Rachel (venticinquenne commessa anche lei), stava ridendo e parlottando con gli altri guardando nella sua direzione, lui fece finta di niente ed entrò nell'edificio andando a prepararsi per il turno.
Il lavoro era proseguito senza altre sorprese sino alla pausa, Marco mangiò il proprio panino di malavoglia, qualcosa gli rodeva dentro come un tarlo, attese che Rachel uscisse dalla sala comune e le fece cenno di seguirlo, cosa che lei fece. Una volta giunti in magazzino lui le si piantò davanti guardandola serio “dimmi stronza, che avevi da ridere stamattina?” “scusami Padrone, non volevo, sono stata quasi costretta dalla situazione” replicò lei “situazione un cazzo, ridevi di me!! Ora la pagherai” e dicendolo prese in mano il telefono “no no no Padrone ti prego non lo fare. Perdonami”
“perdonami?? ma chi ti credi di essere? Sei solo una troia, la MIA troia e la MIA cagna”. Rachel chinò lo sguardo continuando a scusarsi e chiedere il perdono. “Non credere che sia finita qui puttana, stasera alle 21,30 a casa mia chiaro? E non scordarti di arrivare col collare” ordinò rimettendosi il cellulare in tasca “si Padrone scusa. Ci sarò, perdonami”.
Nel pomeriggio per Marco le cose andarono un po' meglio, probabilmente il fatto di aver cazziato la stronza lo aveva tranquillizzato e poi alla prima occasione aveva raggiunto Eleonora (cassiera di quarant'anni) in cassa per avvisarla dell'appuntamento serale “cavolo, spero di potermi liberare, un preavviso così breve mi mette un poco in crisi ma ci provo ... -e poi sussurrò avvicinandosi a lui- ... Padrone” fu la risposta della donna aggiungendoci un grande sorriso.
Giunto l'orario di fine turno Marco tornò a casa e dopo essersi fatto una doccia preparò un po di cose che gli occorrevano per la sessione, sperava di non ricevere la telefonata di Eleonora che avvisava di non poter venire.
Alle 21.20 Ele arrivò e poco dopo anche Rachel che indossava il collare anche se lo aveva mascherato un un foulard “buongiorno Padrone, ciao Ele” salutò lei e il primo ordine arrivò subito “bene troia, spogliati e mettiti come devi”. Marco ed Ele si erano seduti sul divano e la guardavano, Rachel si spogliò posando gli abiti su una sedia e si mise in ginocchio in attesa di subire ciò che il Padrone voleva farle pagare. Solamente dopo diversi minuti in cui i due seduti avevano chiacchierato, riso e scherzato tra loro Marco si alzò, si chinò per avvicinarsi meglio alla ragazza e dopo averle agganciato il guinzaglio la prese per i capelli sollevandole il capo “non vanno bene i capelli cosi cagna, adesso Ele ti farà la coda e per te oggi lei sarà la tua Padrona, hai capito troia?” “si Padrone e … si Padrona” rispose Rachel dopo aver deglutito amaro.
Ele sistemò in fretta i capelli della schiava e non mancò di strattonarli facendolo, cosa che parve darle molto piacere, si stava per sedere nuovamente quando Marco la fermò dicendo “Ele, se guardi nel mobile troverai cose che potrebbero interessarti” accompagnò un occhiolino alle sue parole e la donna gli sorrise andando a vedere. Prese delle clamp e non quelle classiche ma quelle a morsetto, decisamente più brutali e anche un gancio anale e una piccola fune. Sadicamente li andò a posare a terra davanti alla schiava.
“Posso fare io o preferisci …?” chiese Ele “fai tu, la cagna è tua per ora”. La donna non aspettava altro, prese il gancio e ordinato alla ragazza di aprire la bocca ci infilò il bulbo, rigirandolo per inumidirlo di saliva poi si pose dietro di lei “giù puttana, a quattro zampe” ordinò a Rachel che si mise in posizione. Il bulbo del gancio si posò sullo sfintere della ragazza e si infilò con una spinta, che le strappò un gemito, legata poi la fune all'anello, Ele legò all'altra estremità la coda dei capelli, tendendola bene cosi che la testa rimanesse ben sollevata e la posizione decisamente scomoda poi ripassò davanti alla schiava ”tirati su in ginocchio, porca schifosa” la apostrofò e lei ubbidì a fatica poiché la fune molto tesa le faceva tirare il gancio infilato nel retto.
Non appena sollevata Rachel ricevette un sonoro ceffone sul viso, seguito da uno sputo “mi fai schifo puttana, non meriti niente altro che dolore” disse Ele e presa una clamp la andò a chiudere sul capezzolo della cagna badando bene di stringere il più possibile la vite di serraggio. Altri gemiti di dolore giunsero dalla ragazza quando, dopo un altro schiaffo, l'altra clamp si strinse sull'altro capezzolo “ecco, così stai davvero molto bene visto che sei una lurida cagna” disse Ele mentre si rimetteva in piedi e ammirava il suo lavoro.
“Direi che puoi portare a spasso la tua cagna ora” consigliò Marco ed Ele annuì andando a prendere il guinzaglio da terra e portando in giro per la stanza Rachel che a ogni movimento percepiva dolore per il gancio oltre che per le clamp serrate strettamente e alla passeggiata la donna aggiungeva scudisciate col guinzaglio, sputi ed insulti alla sua schiava. “Posso portarla in bagno ora? Ho voglia di … “ disse Ele sorridendo maliziosamente “certo, andiamo” acconsentì Marco alzandosi e precedendo le altre due.
Una volta giunti nella stanza e la cagna sistemata in ginocchio, Ele aprì e tolse le clamp strofinando forte i capezzoli di Rachel che non si trattenne lanciando più di un grido ed iniziando a lacrimare “che hai cagna? Non fare tutto questo rumore che stai disturbando” le disse la donna schernendola “rispondi zoccola! Quando la tua Domme ti fa una domanda. Non sei comoda forse?” “scusa Padrona perdonami. Non farmi più male, ti prego” rispose la ragazza singhiozzando.
Marco finora non aveva partecipato più di tanto facendo solamente l'osservatore ma doveva ammettere che Ele se la stava cavando piuttosto bene, era una dominante abbastanza crudele e la cosa lo stava soddisfacendo, voleva che Rachel soffrisse in ogni modo, psicologicamente e fisicamente, disse a Ele “ma non dovevi pisciare o avevo capito male io?” “si in effetti ho lo stimolo”, quindi Marco si rivolse alla ragazza “molto bene cagna … adesso chiederai alla tua Padrona di fartela in bocca e voglio che lo chiedi come si deve, come la grandissima porca che sei. CHIARO?”.
La posizione in cui era costretta Rachel, con il gancio anale legato alla coda, le teneva la testa sollevata per cui era messa perfettamente per eseguire l'ordine, si asciugò le lacrime e deglutì più volte “Padrona, per favore pisciami in bocca”, un ceffone di Ele, ancora più forte dei primi, le fece voltare il capo e tendere la fune e il gancio “puttana! Cosa ti ha detto il Padrone? Sei una porca quindi fai la porca e chiedilo meglio” “scusate Padroni … per favore Padrona, sono una cagna in calore, la vostra puttana e vorrei tanto ricevere una pisciata nella bocca” rispose Rachel singhiozzando nuovamente.
Ele si volse a fissare Marco che sollevò gli occhi al cielo e poi alzò le spalle come a dire -per ora accontentiamoci-. La donna si tolse le scarpe, i pantaloni e le mutande e poi diede le spalle alla ragazza appoggiandosi al lavandino e porgendole le natiche “leccami il culo per iniziare, svelta”, Rachel si avvicinò a fatica e facendo smorfie per la scomodità di muoversi così, posò le mani sui glutei della Padrona e prese a passare la lingua nel solco, Marco le spinse e tenne il capo contro Ele “non ti ha detto di lavarle la schiena, puliscile il culo, cagna”, la ragazza cominciò a leccare lo sfintere e spinse la lingua nel buco per diversi minuti.
“Basta cosi, ora tieni la bocca spalancata e cerca di bere più che puoi, puttana, ti conviene” disse la donna voltandosi e aprendo le gambe, la ragazza si fece avanti e aprì la bocca in attesa. L'urina cominciò a sgorgare ma non era facile impedire che andasse a colare sul corpo di Rachel e a terra, lei tentò di inghiottirne il più possibile perchè immaginava il seguito. Marco intanto andò in soggiorno e ritornò con un dildo di notevoli dimensioni, quando Ele ebbe terminato, lui liberò la coda dei capelli dalla fune e tolse i gancio “mettiti giù ora e pulisci il pavimento tanto sai già come fare” disse porgendo il dildo a Ele e ammiccandole. La donna comprese le sue intenzioni e dopo che la ragazza si fu messa carponi, si portò dietro di lei e senza la minima grazia le spinse nel culo il dildo strappandole l'ennesimo strillo.
Era davvero appagante guardare la cagna leccare l'urina dalle piastrelle mentre Ele le sfondava il culo, Marco era compiaciuto ed in verità anche molto eccitato, attese che la ragazza leccasse per un po' e poi si andò a mettere dietro di lei “basta Ele, ora ci penso io, tu tieni la faccia della troia sul piscio”. Si aprì i pantaloni e prese il membro eretto con la mano, attese che la donna sfilasse il dildo e infine posò un ginocchio a terra e posata la cappella sul buco spinse il cazzo nel culo iniziando a scoparla rudemente, intanto la donna era andata davanti e teneva il capo di Rachel posato a terra con la guancia nell'urina rimasta.
Il trattamento non andò avanti per molto perchè Marco era già molto eccitato, si tolse all'ultimo e si portò di fronte alla ragazza “in ginocchio cagna, lecca e non sprecare niente” ordinò. A farla sollevare sulle gambe ci pensò Ele che la strattonò per i capelli e le tenne la testa ferma mentre Rachel passava la lingua sul membro del Padrone, non molto dopo le arrivarono anche lunghi e abbondanti fiotti di sperma che per sua fortuna ingoiò completamente.
“Finisci di pulire il cazzo del tuo Padrone, zoccola schifosa, non vorrai lasciarglielo sporco di sborra e merda vero?” disse la donna tirando bruscamente per i capelli la ragazza che ubbidì leccando e succhiando a dovere.
Mentre Rachel eseguiva Marco fissò Ele e le posò la mano tra le gambe “non avevo dubbi che fossi bagnata -sorrise maliziosamente- sei proprio una maiala” la donna rispose sorridendo a sua volta e trattenendo la mano di lui che prese a massaggiarle il clito. “Posso legare la cagna?” chiese Ele e quando il Padrone assentì, lei prese il guinzaglio e lo legò al termosifone “in ginocchio e zitta” le disse tornando da Marco, si mise in ginocchio di fronte a lui e prese tra le labbra il membro semieretto, non andò avanti molto poiché sentì che l'erezione era di nuovo al massimo, a quel punto si rialzò e si voltò appoggiandosi al lavandino. “Padrone potresti scopare la tua schiava?” chiese Ele già sapendo la risposta.
Marco prese a fottere Ele mentre le stringeva forte i fianchi, lei cominciò presto a gemere e sospirare sempre più forte “Padrone posso venire?” domandò “sì schiava, godi” autorizzò lui e poco dopo la donna venne quasi urlando, quando i sospiri calarono di intensità la donna si volse e dopo aver sorriso all'uomo, si lasciò scivolare in ginocchio, si rigirò e gli ripulì il cazzo poi girò lo sguardo verso Rachel continuando a sorridere “cagna, scommetto che sei bagnata e che volevi essere al mio posto” la ragazza, che non si era persa niente, abbassò lo sguardo “si Padrona, è vero, sono bagnata e si volevo essere scopata”, forse per la prima volta da quando era stata sottomessa dai due era stata sincera al cento per cento, era davvero eccitatissima.
A quel punto intervenne Marco “tu sei solamente una lurida porca, una grandissima troia e non puoi decidere un cazzo, sarò io a decidere SE e quando potrai godere. Adesso devi far godere me” disse avvicinandosi alla ragazza legata al calorifero, aveva una mezza idea per punirla ulteriormente. Le si piazzò davanti e presa Rachel per i capelli le infilò il membro eretto in bocca, scopandola velocemente. Quando si rese conto di essere prossimo a venire si sfilò dalle labbra e terminò di godere schizzandola sul viso ma soprattutto nei capelli, poi soddisfatto del risultato si infilò sotto la doccia. Ele aggiunse del suo andando a sputare varie volte sul volto della cagna poi chiesto il permesso raggiunse Marco sotto la doccia.
I due aguzzini si erano docciati, asciugati e scambiato baci, il tutto di fronte a Rachel che era sempre legata in attesa, Marco le si avvicinò e si abbassò senza toccarla “fai davvero schifo, sei sporca, sudata e puzzi di piscio. Lo sai vero che dovrai tornare a casa cosi?” la ragazza sperava non dovesse andare cosi ma lo temeva e non riuscì nemmeno a rispondere limitandosi ad annuire “adesso, prima di lasciarti andare ti darò un promemoria cosi non avrai più voglia di fare la spiritosa. Capito cagna?” “si Padrone” rispose lei.
“Che hai in mente?” domandò Ele “lo vedrai” replicò Marco ammiccandole e andando nell'altra stanza, quando tornò teneva un plug nella mano e celava qualcos'altro nell'altra mano. Slegò la ragazza e la trascinò per i capelli nel mezzo del bagno “spalle a terra e culo all'aria troia” senza un fiato Rachel si mise come ordinato, lui sganciò il guinzaglio dal collare e lo usò per sferzarla tre volte sul culo, altre grida le sfuggirono oltre alle lacrime. Marco disse poi a Ele di tenere le natiche della troia ben aperte mentre lui la penetrava diverse volte col plug, infine aprì il vasetto che aveva preso prima e intinte le dita unse lo sfintere di Rachel, che riprese quasi subito a lamentarsi, lui spinse nuovamente il plug nel culo della ragazza e le mollò una sculacciata secca. Il peperoncino con cui l'aveva unta stava facendo effetto e la ragazza prese a piangere.
“Adesso puoi andare puttana. Svelta, vestiti e vattene fuori dai coglioni. Potrai togliere collare e plug solamente quando sarai a casa, capito troia?”, tra lacrime e singhiozzi lei rispose “si Padrone … ho capito”. Rachel andò mestamente nell'altra stanza e appena rivestita andò via, sempre singhiozzando.
“Siamo stati troppo cattivi?” chiese Ele quando la porta si chiuse “assolutamente … no!” replicò Marco e scoppiarono a ridere “però adesso non ti fare idee strane eh, oggi è andata cosi ma tu resti sempre la mia schiava”, dicendolo lui l'avvolse col braccio e le strinse entrambi i polsi nella mano “si Padrone, non chiedo di meglio, adoro essere al tua puttana”.
“Direi che è il caso di controllare se la stronza è ubbidiente” affermò Marco prendendo il cellulare e facendo il numero di Rachel “dove sei troia?” chiese lui “ho parcheggiato e sono quasi a casa … Padrone”, la sua voce era sempre rotta dai singhiozzi, “appena entri in casa richiamami in video, capito cagna?” “si … Padrone”. Qualche minuto dopo il telefono squillò e videro la ragazza sullo schermo, aveva ancora il collare e si notavano i capelli sporchi, Marco annuì “sei stata ubbidiente troia, meglio per te. Come sta il tuo culo rotto?”, si notavano gli occhi lucidi per il pianto quando la ragazza rispose “fa malissimo … Padrone … brucia in modo insopportabile” “molto bene cagna, così deve essere. Buonanotte troia” salutò lui “buonanotte Padrone … Padroni”.
Vedere Rachel cosi aveva nuovamente eccitato Marco, baciò Ele e poi le sussurrò all'orecchio “ho voglia della mia schiava” la donna sorrise, certamente ancora eccitata anche lei “anche io Padrone ho voglia di essere usata. fottimi, inculami, scopami la bocca Padrone, sono tua”. Un sorriso si aprì sul volto di Marco, mise la mano tra le gambe della sua schiava, trovandola di nuovo bagnata e cominciò a massaggiarle il clito, lei prese ad ansimare sonoramente “che cosa sei?” le chiese “sono la tua puttana Padrone, fai di me cosa vuoi … tutto!”. Marco chinò il capo e preso un capezzolo nella bocca lo strinse tra le labbra e poi lo morse piuttosto forte strappando un gemito ad Ele. Quando i sospiri diventarono ancora più sonori lui si fermò e fissandola in viso ordinò “prendilo in bocca, veloce” “si Padrone subito”.
Ele si mise in ginocchio e si infilò il membro del Padrone tra le labbra succhiando e facendolo scivolare nella sua bocca “toccati ma non puoi godere” disse Marco e lei gli fece comprendere di aver capito con uno sguardo, prese a toccarsi massaggiandosi e poi penetrandosi con tre dita. Lui l'afferrò per i capelli guidandola nei movimenti fino a venirle direttamente in gola, lei ingoiò, leccò la cappella e l'asta del Padrone per ripulirlo poi sollevò lo sguardo e domandò “Padrone la tua troia può godere?” scuotendo il capo lui le negò il permesso “fermati ora e rivestiti. Potrai godere solamente quando io te lo permetterò e non sarà oggi. Chiaro?” “si Padrone tu come ordini”.
La donna si rialzò e si rivestì poi si avvicinò al Marco e si rimise in ginocchio davanti a lui, gli prese la mano e la leccò e baciò “grazie Padrone, per tutto” lui le fece una carezza e le sorrise “vai ora” ed Ele si rialzò, prese la borsa ed uscì.
Si stava ripulendo con la mano la parte posteriore dei pantaloni quando con la coda dell'occhio notò che tra i presenti c'era anche Rachel (venticinquenne commessa anche lei), stava ridendo e parlottando con gli altri guardando nella sua direzione, lui fece finta di niente ed entrò nell'edificio andando a prepararsi per il turno.
Il lavoro era proseguito senza altre sorprese sino alla pausa, Marco mangiò il proprio panino di malavoglia, qualcosa gli rodeva dentro come un tarlo, attese che Rachel uscisse dalla sala comune e le fece cenno di seguirlo, cosa che lei fece. Una volta giunti in magazzino lui le si piantò davanti guardandola serio “dimmi stronza, che avevi da ridere stamattina?” “scusami Padrone, non volevo, sono stata quasi costretta dalla situazione” replicò lei “situazione un cazzo, ridevi di me!! Ora la pagherai” e dicendolo prese in mano il telefono “no no no Padrone ti prego non lo fare. Perdonami”
“perdonami?? ma chi ti credi di essere? Sei solo una troia, la MIA troia e la MIA cagna”. Rachel chinò lo sguardo continuando a scusarsi e chiedere il perdono. “Non credere che sia finita qui puttana, stasera alle 21,30 a casa mia chiaro? E non scordarti di arrivare col collare” ordinò rimettendosi il cellulare in tasca “si Padrone scusa. Ci sarò, perdonami”.
Nel pomeriggio per Marco le cose andarono un po' meglio, probabilmente il fatto di aver cazziato la stronza lo aveva tranquillizzato e poi alla prima occasione aveva raggiunto Eleonora (cassiera di quarant'anni) in cassa per avvisarla dell'appuntamento serale “cavolo, spero di potermi liberare, un preavviso così breve mi mette un poco in crisi ma ci provo ... -e poi sussurrò avvicinandosi a lui- ... Padrone” fu la risposta della donna aggiungendoci un grande sorriso.
Giunto l'orario di fine turno Marco tornò a casa e dopo essersi fatto una doccia preparò un po di cose che gli occorrevano per la sessione, sperava di non ricevere la telefonata di Eleonora che avvisava di non poter venire.
Alle 21.20 Ele arrivò e poco dopo anche Rachel che indossava il collare anche se lo aveva mascherato un un foulard “buongiorno Padrone, ciao Ele” salutò lei e il primo ordine arrivò subito “bene troia, spogliati e mettiti come devi”. Marco ed Ele si erano seduti sul divano e la guardavano, Rachel si spogliò posando gli abiti su una sedia e si mise in ginocchio in attesa di subire ciò che il Padrone voleva farle pagare. Solamente dopo diversi minuti in cui i due seduti avevano chiacchierato, riso e scherzato tra loro Marco si alzò, si chinò per avvicinarsi meglio alla ragazza e dopo averle agganciato il guinzaglio la prese per i capelli sollevandole il capo “non vanno bene i capelli cosi cagna, adesso Ele ti farà la coda e per te oggi lei sarà la tua Padrona, hai capito troia?” “si Padrone e … si Padrona” rispose Rachel dopo aver deglutito amaro.
Ele sistemò in fretta i capelli della schiava e non mancò di strattonarli facendolo, cosa che parve darle molto piacere, si stava per sedere nuovamente quando Marco la fermò dicendo “Ele, se guardi nel mobile troverai cose che potrebbero interessarti” accompagnò un occhiolino alle sue parole e la donna gli sorrise andando a vedere. Prese delle clamp e non quelle classiche ma quelle a morsetto, decisamente più brutali e anche un gancio anale e una piccola fune. Sadicamente li andò a posare a terra davanti alla schiava.
“Posso fare io o preferisci …?” chiese Ele “fai tu, la cagna è tua per ora”. La donna non aspettava altro, prese il gancio e ordinato alla ragazza di aprire la bocca ci infilò il bulbo, rigirandolo per inumidirlo di saliva poi si pose dietro di lei “giù puttana, a quattro zampe” ordinò a Rachel che si mise in posizione. Il bulbo del gancio si posò sullo sfintere della ragazza e si infilò con una spinta, che le strappò un gemito, legata poi la fune all'anello, Ele legò all'altra estremità la coda dei capelli, tendendola bene cosi che la testa rimanesse ben sollevata e la posizione decisamente scomoda poi ripassò davanti alla schiava ”tirati su in ginocchio, porca schifosa” la apostrofò e lei ubbidì a fatica poiché la fune molto tesa le faceva tirare il gancio infilato nel retto.
Non appena sollevata Rachel ricevette un sonoro ceffone sul viso, seguito da uno sputo “mi fai schifo puttana, non meriti niente altro che dolore” disse Ele e presa una clamp la andò a chiudere sul capezzolo della cagna badando bene di stringere il più possibile la vite di serraggio. Altri gemiti di dolore giunsero dalla ragazza quando, dopo un altro schiaffo, l'altra clamp si strinse sull'altro capezzolo “ecco, così stai davvero molto bene visto che sei una lurida cagna” disse Ele mentre si rimetteva in piedi e ammirava il suo lavoro.
“Direi che puoi portare a spasso la tua cagna ora” consigliò Marco ed Ele annuì andando a prendere il guinzaglio da terra e portando in giro per la stanza Rachel che a ogni movimento percepiva dolore per il gancio oltre che per le clamp serrate strettamente e alla passeggiata la donna aggiungeva scudisciate col guinzaglio, sputi ed insulti alla sua schiava. “Posso portarla in bagno ora? Ho voglia di … “ disse Ele sorridendo maliziosamente “certo, andiamo” acconsentì Marco alzandosi e precedendo le altre due.
Una volta giunti nella stanza e la cagna sistemata in ginocchio, Ele aprì e tolse le clamp strofinando forte i capezzoli di Rachel che non si trattenne lanciando più di un grido ed iniziando a lacrimare “che hai cagna? Non fare tutto questo rumore che stai disturbando” le disse la donna schernendola “rispondi zoccola! Quando la tua Domme ti fa una domanda. Non sei comoda forse?” “scusa Padrona perdonami. Non farmi più male, ti prego” rispose la ragazza singhiozzando.
Marco finora non aveva partecipato più di tanto facendo solamente l'osservatore ma doveva ammettere che Ele se la stava cavando piuttosto bene, era una dominante abbastanza crudele e la cosa lo stava soddisfacendo, voleva che Rachel soffrisse in ogni modo, psicologicamente e fisicamente, disse a Ele “ma non dovevi pisciare o avevo capito male io?” “si in effetti ho lo stimolo”, quindi Marco si rivolse alla ragazza “molto bene cagna … adesso chiederai alla tua Padrona di fartela in bocca e voglio che lo chiedi come si deve, come la grandissima porca che sei. CHIARO?”.
La posizione in cui era costretta Rachel, con il gancio anale legato alla coda, le teneva la testa sollevata per cui era messa perfettamente per eseguire l'ordine, si asciugò le lacrime e deglutì più volte “Padrona, per favore pisciami in bocca”, un ceffone di Ele, ancora più forte dei primi, le fece voltare il capo e tendere la fune e il gancio “puttana! Cosa ti ha detto il Padrone? Sei una porca quindi fai la porca e chiedilo meglio” “scusate Padroni … per favore Padrona, sono una cagna in calore, la vostra puttana e vorrei tanto ricevere una pisciata nella bocca” rispose Rachel singhiozzando nuovamente.
Ele si volse a fissare Marco che sollevò gli occhi al cielo e poi alzò le spalle come a dire -per ora accontentiamoci-. La donna si tolse le scarpe, i pantaloni e le mutande e poi diede le spalle alla ragazza appoggiandosi al lavandino e porgendole le natiche “leccami il culo per iniziare, svelta”, Rachel si avvicinò a fatica e facendo smorfie per la scomodità di muoversi così, posò le mani sui glutei della Padrona e prese a passare la lingua nel solco, Marco le spinse e tenne il capo contro Ele “non ti ha detto di lavarle la schiena, puliscile il culo, cagna”, la ragazza cominciò a leccare lo sfintere e spinse la lingua nel buco per diversi minuti.
“Basta cosi, ora tieni la bocca spalancata e cerca di bere più che puoi, puttana, ti conviene” disse la donna voltandosi e aprendo le gambe, la ragazza si fece avanti e aprì la bocca in attesa. L'urina cominciò a sgorgare ma non era facile impedire che andasse a colare sul corpo di Rachel e a terra, lei tentò di inghiottirne il più possibile perchè immaginava il seguito. Marco intanto andò in soggiorno e ritornò con un dildo di notevoli dimensioni, quando Ele ebbe terminato, lui liberò la coda dei capelli dalla fune e tolse i gancio “mettiti giù ora e pulisci il pavimento tanto sai già come fare” disse porgendo il dildo a Ele e ammiccandole. La donna comprese le sue intenzioni e dopo che la ragazza si fu messa carponi, si portò dietro di lei e senza la minima grazia le spinse nel culo il dildo strappandole l'ennesimo strillo.
Era davvero appagante guardare la cagna leccare l'urina dalle piastrelle mentre Ele le sfondava il culo, Marco era compiaciuto ed in verità anche molto eccitato, attese che la ragazza leccasse per un po' e poi si andò a mettere dietro di lei “basta Ele, ora ci penso io, tu tieni la faccia della troia sul piscio”. Si aprì i pantaloni e prese il membro eretto con la mano, attese che la donna sfilasse il dildo e infine posò un ginocchio a terra e posata la cappella sul buco spinse il cazzo nel culo iniziando a scoparla rudemente, intanto la donna era andata davanti e teneva il capo di Rachel posato a terra con la guancia nell'urina rimasta.
Il trattamento non andò avanti per molto perchè Marco era già molto eccitato, si tolse all'ultimo e si portò di fronte alla ragazza “in ginocchio cagna, lecca e non sprecare niente” ordinò. A farla sollevare sulle gambe ci pensò Ele che la strattonò per i capelli e le tenne la testa ferma mentre Rachel passava la lingua sul membro del Padrone, non molto dopo le arrivarono anche lunghi e abbondanti fiotti di sperma che per sua fortuna ingoiò completamente.
“Finisci di pulire il cazzo del tuo Padrone, zoccola schifosa, non vorrai lasciarglielo sporco di sborra e merda vero?” disse la donna tirando bruscamente per i capelli la ragazza che ubbidì leccando e succhiando a dovere.
Mentre Rachel eseguiva Marco fissò Ele e le posò la mano tra le gambe “non avevo dubbi che fossi bagnata -sorrise maliziosamente- sei proprio una maiala” la donna rispose sorridendo a sua volta e trattenendo la mano di lui che prese a massaggiarle il clito. “Posso legare la cagna?” chiese Ele e quando il Padrone assentì, lei prese il guinzaglio e lo legò al termosifone “in ginocchio e zitta” le disse tornando da Marco, si mise in ginocchio di fronte a lui e prese tra le labbra il membro semieretto, non andò avanti molto poiché sentì che l'erezione era di nuovo al massimo, a quel punto si rialzò e si voltò appoggiandosi al lavandino. “Padrone potresti scopare la tua schiava?” chiese Ele già sapendo la risposta.
Marco prese a fottere Ele mentre le stringeva forte i fianchi, lei cominciò presto a gemere e sospirare sempre più forte “Padrone posso venire?” domandò “sì schiava, godi” autorizzò lui e poco dopo la donna venne quasi urlando, quando i sospiri calarono di intensità la donna si volse e dopo aver sorriso all'uomo, si lasciò scivolare in ginocchio, si rigirò e gli ripulì il cazzo poi girò lo sguardo verso Rachel continuando a sorridere “cagna, scommetto che sei bagnata e che volevi essere al mio posto” la ragazza, che non si era persa niente, abbassò lo sguardo “si Padrona, è vero, sono bagnata e si volevo essere scopata”, forse per la prima volta da quando era stata sottomessa dai due era stata sincera al cento per cento, era davvero eccitatissima.
A quel punto intervenne Marco “tu sei solamente una lurida porca, una grandissima troia e non puoi decidere un cazzo, sarò io a decidere SE e quando potrai godere. Adesso devi far godere me” disse avvicinandosi alla ragazza legata al calorifero, aveva una mezza idea per punirla ulteriormente. Le si piazzò davanti e presa Rachel per i capelli le infilò il membro eretto in bocca, scopandola velocemente. Quando si rese conto di essere prossimo a venire si sfilò dalle labbra e terminò di godere schizzandola sul viso ma soprattutto nei capelli, poi soddisfatto del risultato si infilò sotto la doccia. Ele aggiunse del suo andando a sputare varie volte sul volto della cagna poi chiesto il permesso raggiunse Marco sotto la doccia.
I due aguzzini si erano docciati, asciugati e scambiato baci, il tutto di fronte a Rachel che era sempre legata in attesa, Marco le si avvicinò e si abbassò senza toccarla “fai davvero schifo, sei sporca, sudata e puzzi di piscio. Lo sai vero che dovrai tornare a casa cosi?” la ragazza sperava non dovesse andare cosi ma lo temeva e non riuscì nemmeno a rispondere limitandosi ad annuire “adesso, prima di lasciarti andare ti darò un promemoria cosi non avrai più voglia di fare la spiritosa. Capito cagna?” “si Padrone” rispose lei.
“Che hai in mente?” domandò Ele “lo vedrai” replicò Marco ammiccandole e andando nell'altra stanza, quando tornò teneva un plug nella mano e celava qualcos'altro nell'altra mano. Slegò la ragazza e la trascinò per i capelli nel mezzo del bagno “spalle a terra e culo all'aria troia” senza un fiato Rachel si mise come ordinato, lui sganciò il guinzaglio dal collare e lo usò per sferzarla tre volte sul culo, altre grida le sfuggirono oltre alle lacrime. Marco disse poi a Ele di tenere le natiche della troia ben aperte mentre lui la penetrava diverse volte col plug, infine aprì il vasetto che aveva preso prima e intinte le dita unse lo sfintere di Rachel, che riprese quasi subito a lamentarsi, lui spinse nuovamente il plug nel culo della ragazza e le mollò una sculacciata secca. Il peperoncino con cui l'aveva unta stava facendo effetto e la ragazza prese a piangere.
“Adesso puoi andare puttana. Svelta, vestiti e vattene fuori dai coglioni. Potrai togliere collare e plug solamente quando sarai a casa, capito troia?”, tra lacrime e singhiozzi lei rispose “si Padrone … ho capito”. Rachel andò mestamente nell'altra stanza e appena rivestita andò via, sempre singhiozzando.
“Siamo stati troppo cattivi?” chiese Ele quando la porta si chiuse “assolutamente … no!” replicò Marco e scoppiarono a ridere “però adesso non ti fare idee strane eh, oggi è andata cosi ma tu resti sempre la mia schiava”, dicendolo lui l'avvolse col braccio e le strinse entrambi i polsi nella mano “si Padrone, non chiedo di meglio, adoro essere al tua puttana”.
“Direi che è il caso di controllare se la stronza è ubbidiente” affermò Marco prendendo il cellulare e facendo il numero di Rachel “dove sei troia?” chiese lui “ho parcheggiato e sono quasi a casa … Padrone”, la sua voce era sempre rotta dai singhiozzi, “appena entri in casa richiamami in video, capito cagna?” “si … Padrone”. Qualche minuto dopo il telefono squillò e videro la ragazza sullo schermo, aveva ancora il collare e si notavano i capelli sporchi, Marco annuì “sei stata ubbidiente troia, meglio per te. Come sta il tuo culo rotto?”, si notavano gli occhi lucidi per il pianto quando la ragazza rispose “fa malissimo … Padrone … brucia in modo insopportabile” “molto bene cagna, così deve essere. Buonanotte troia” salutò lui “buonanotte Padrone … Padroni”.
Vedere Rachel cosi aveva nuovamente eccitato Marco, baciò Ele e poi le sussurrò all'orecchio “ho voglia della mia schiava” la donna sorrise, certamente ancora eccitata anche lei “anche io Padrone ho voglia di essere usata. fottimi, inculami, scopami la bocca Padrone, sono tua”. Un sorriso si aprì sul volto di Marco, mise la mano tra le gambe della sua schiava, trovandola di nuovo bagnata e cominciò a massaggiarle il clito, lei prese ad ansimare sonoramente “che cosa sei?” le chiese “sono la tua puttana Padrone, fai di me cosa vuoi … tutto!”. Marco chinò il capo e preso un capezzolo nella bocca lo strinse tra le labbra e poi lo morse piuttosto forte strappando un gemito ad Ele. Quando i sospiri diventarono ancora più sonori lui si fermò e fissandola in viso ordinò “prendilo in bocca, veloce” “si Padrone subito”.
Ele si mise in ginocchio e si infilò il membro del Padrone tra le labbra succhiando e facendolo scivolare nella sua bocca “toccati ma non puoi godere” disse Marco e lei gli fece comprendere di aver capito con uno sguardo, prese a toccarsi massaggiandosi e poi penetrandosi con tre dita. Lui l'afferrò per i capelli guidandola nei movimenti fino a venirle direttamente in gola, lei ingoiò, leccò la cappella e l'asta del Padrone per ripulirlo poi sollevò lo sguardo e domandò “Padrone la tua troia può godere?” scuotendo il capo lui le negò il permesso “fermati ora e rivestiti. Potrai godere solamente quando io te lo permetterò e non sarà oggi. Chiaro?” “si Padrone tu come ordini”.
La donna si rialzò e si rivestì poi si avvicinò al Marco e si rimise in ginocchio davanti a lui, gli prese la mano e la leccò e baciò “grazie Padrone, per tutto” lui le fece una carezza e le sorrise “vai ora” ed Ele si rialzò, prese la borsa ed uscì.
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