L’s story. Capitolo 13. Vacanza finita, inizia una nuova vita

Scritto da , il 2022-12-21, genere dominazione

Dopo 14 giorni di Luna di Miele sono sfinita: ho perso circa un chilo e mezzo di peso, ma Leòn, Ercole e Claudio mi dicono che sono tonica. Per fortuna ho solo una leggerissima abbronzatura e ho conservato la pelle bianchissima, come vuole Leòn.

In questi 15 giorni ho imparato a ubbidire, ubbidire, ubbidire. Sono stata sommersa di umiliazioni, ogni giorno, quasi ogni ora: sono certa che questo era lo scopo di farmela fare. E mi sembra di essere riuscita a conservare il mio pudore. Sulla terza parola che mi hanno raccomandata non so bene: penso che mi ci vorrà anche tempo per desiderare il seme maschile, almeno ai livelli che credo si aspettino loro.

Alle 15:00 siamo sull’automobile che ci porta a Montego Bay in aeroporto: noto appena che Claudio è di nuovo vestito da uomo, poi dopo mezzo secondo crollo addormentata. Mi risvegliano per il check-in e adempimenti vari ma nella sala d’attesa luxury mi rimetto a dormire. L’altoparlante è al massimo e non riesco ad avere un sonno profondo: impietosito, Leòn mi lascia salire in braccio e mi accoccolo contro la sua spalla.
Cominciano a parlare tra loro, non capisco tutto e per giunta sono stremata, ma colgo tantissime cose importanti sulla mia futura vita: parla Ercole, Leòn dà le indicazioni, Claudio prende appunti per le cose pratiche che dovrò fare.

Comincia Ercole che dal suo taccuino spiega al maestro che, nelle ultime due settimane, sono stata usata, penetrata o sodomizzata da almeno 70-75 uomini: il conto è impreciso perché alcune volte mi hanno presa in tanti, come il primo giorno in spiaggia. Non mi sono ribellata a niente e nessuno; docilità totale. Al massimo qualche pianto o strillo. Umiltà, pudore e modestia quasi invariati.
L.: “Buon risultato. A questa nuova aspirante do nove. Lasciatela dormire finché vuole, anche domani domenica. Per il futuro rallentate, non facciamo come con altre che sono diventate delle scrofe”. Ridacchiano.
E.: “Solo nove, Maestro? Claudio è stato posseduto da nemmeno la metà”.
L.: “Sì, solo nove perché non è riuscita a prendere completamente in bocca il mio cazzo. Né a farsi penetrare davanti. Figuriamoci dietro. Ma va bene così, è molto perbenina e sensibile. Non dobbiamo rovinarla né fisicamente, né soprattutto nella testa. Invece, il dieci lo darei a Claudio che, per giunta è diventata ubbidientissima, carina e molto femminile. Per le lezioni siamo a posto?”.

E.: “Sì, tutto pronto: saranno lezioni non regolari. Un insegnante di economia domestica: cucito, pulizie di casa, ecc. per entrambi. Stessa cosa per il cuoco e l’insegnante di galateo, buone maniere e cerimoniali di sottomissione. Uno psicologo per eventuali crisi. Ginnastica non l’hai voluto, quindi due maestri di ballo, uno ciascuna. Ho aggiunto un maestro di Yoga, in particolare per Claudio. Tutti maschi, tutti che , se vorranno, hanno il permesso di usare il frustino per le negligenze o lo scarso impegno: comunque, tutti chiedono di poter usare le due schiave sessualmente quando siano libere o alle loro lezioni”.
L.: “Ottimo. Ricordiamoci le analisi mediche per tutti. Penserà Claudio ad organizzare orari e calendari dei loro impegni, giusto? Soldi ne avete abbastanza?”
E.: “Giusto. Per i soldi rispondi tu, Claudio”.
C.: “Sono arrivati i primi bonifici dell’accordo extra-giudiziale [vedi capitolo 7], hanno pagato tutti”.
L.: “Bene, così anche la madre è sistemata in un posto decoroso ed L. potrà dedicarsi al proprio miglioramento, senza preoccupazioni. Mi raccomando a entrambi per il guardaroba di L. I primi mesi dovrete spendere tanto, andate in questo week-end. Se vi servono soldi ditemelo che contribuirò. Deve essere sexy, anche molto, ma senza volgarità né apparire come battona”.
E.: “Certamente Maestro, farà spese con Claudio che così affinerà i propri gusti e potrà prendere spunto”. Ridacchiano i due dominanti.

L.: “Per la casa? I lavori sono finiti? Posso aiutare con qualunque cifra se serve”.
E.: “Se vuole domani facciamo un salto riportando alla villa le due schiave”.
L.: “Io non so ce la faccio, non ero mai riuscito a star via 14 giorni, puoi immaginarti cosa mi aspetta alla Holding”.
E.: “Capisco. Allora riassumo le cose principali. L’entrata riservata mi dicono sia perfetta: si entra da dietro la villa, tramite una strada bianca adiacente le mura medievali, e si arriva nei garage ricavati dalle cantine. Il percorso è protetto da un viale con tanti abeti e alte piante di gelsomino. Al primo e secondo piano i 6+6 appartamenti sono finiti, ammodernati e resi perfettamente indipendenti. Per quello delle ragazze, TV a circuito chiuso, solo film erotici; stessa cosa per riviste. Niente libri, come hai voluto. Al piano terreno abbiamo ricavato una cucina più grande e adattato dei salottini indipendenti per rapporti anche di lunga durata. Per le sveltine avevi detto che dovranno essere sempre pubbliche, nell’ingresso in modo da umiliarle maggiormente. Una stanza in fondo, 30 mq insonorizzati per le eventuali punizioni. Uno studio di 130 mq per lavoro o altro. Infine, una saletta da 70 mq per le lezioni di ballo”.

L.: “Eccellente. Per la sicurezza cosa hai pensato?”.
E.: “Un manager nostro socio è fallito. Lo conosci, è Massimo, le tue aziende hanno usufruito della sua. È un ex corpi speciali paracadutisti, ha il porto d’armi e si intende di circuiti d’allarme. La moglie porta il nostro collare, lui sa usare il frustino. È contento di fare da guardia al complesso, ma serve un giardiniere. Ristrutturata la foresteria dove andrà a vivere. Come stipendio si accontenta, ma qui serve il tuo aiuto. In cambio chiede di poter usare L. quando sarà libera”.
L.: “Sì, mi ricordo di Massimo: una forza della natura anche a 50 anni. Hai trovato una soluzione ottima, non vedo nessun problema. Da ultimo il lavoro per L. Sei stato attento? Abbiamo una soluzione prudente?”.
E.: “Ho cercato di fare il meglio possibile, ma ci sono rischi. Il tuo vice è il Provveditore agli Studi e può assumere una archivista. Il fatto è che L. non ha alcun titolo di studio e serve un diplomino da archivista. La cosa si risolverebbe frequentando un minicorso che sarà in un liceo di Cento e un corso finale a Pesaro. Ma il Preside di Cento non è nostro socio, e qui sta il rischio. A Pesaro, invece, ci sarà il Provveditore. Se autorizzi, il tempo previsto per l’operazione è un mese”.
L.: “Autorizzo se Adelmo, attraverso le sue conoscenze, può vigilare: ad L., se è sola, può succedere di tutto. In ogni caso, hai fatto un lavoro eccellente. Grazie a nome di tutti gli altri anziani. C’è altro?”.

Claudio chiede di parlare brevemente.
C.: “Maestro, sono sicuro che L. si sia innamorata persa di lei. Basta che lei le stia vicino e si bagna. Potrebbe soffrire molto se non la vede con regolarità”.
L.: “L’ho notato anche io, Non nascondo che la cosa mi fa piacere. Io farò il possibile, ma non deve fissarsi su un uomo solo. L. è fatta per tanti, più avanti dovrai trovare il modo di gestire un bel numero di, diciamo, ‘fidanzati’ fissi, che lei dovrà servire con regolarità. Ci chiamano al gate, andiamo”.
Non connetto bene, sono stanchissima. Ma mi sforzo di memorizzare le regole della mia futura vita. Chiederò lumi a Claudio quando mi sarò ripresa.

Decolliamo alle 18, arrivo previsto alle 05:00 ora giamaicana, a Malpensa saranno le 16:00. Mi lasciano dormire le 11 ore del volo. Istintivamente cerco il corpo del mio signore: mi addormento con la bocca contro la sua patta, felice.
All’aeroporto di Milano c’è il solito macchinone. Sto meglio, ho ancora bisogno di dormire ma connetto. So che non vedrò il mio signore forse per molto tempo, ho il cuoricino triste, ma lo nascondo. Il cuore mi spinge a prostrarmi ai suoi piedi durante il viaggio, davanti agli altri due e all’autista che ci vede dallo specchietto. Non mi muovo da lì, loro non dicono niente ma forse han capito che so. Leòn è buono, lascia passare qualche istante, poi: “Va bene, puoi farmi un bocchino. Ma mi raccomando: ubbidienza, pudore, sperma. Sempre!”.

Volo tra le sue gambe forti, slaccio, sbottono, abbasso… la spada del mio signore è a riposo: allaccio le manine dietro la schiena, userò solo la bocca. Questa volta devo essere talmente brava da non farmi dimenticare. Lo accolgo subito in bocca, lo spingo dentro finché è barzotto, stavolta riesco ad accoglierne un pochino più della metà. Lo lecco tutto dall’interno e poi succhio... Succhio come se non ci fosse un domani. Succhio con amore disperato. L’uccellone si erge in tutta la sua arroganza dopo poco. So che devo respirare col naso, trovare la giusta inclinazione della testa prima che sia completamente gonfio e rigido… Succhio per dirgli tipo: ti amo padrone, ma oggi ti farò impazzire. E stavolta lui sta già gemendo per il piacere!

Una mano enorme mi accarezza i lunghi capelli, poi mi dà il ritmo che preferisce. Finalmente, dopo tanto esercizio, riesco a farmi guidare senza singulti e conati.
Lo supplico con il cuore, senza dir niente: “Spruzza mio signore, onora la tua serva col tuo seme” … pochi secondi ancora e mi inonda la bocca: io inghiotto, quasi mi riempio la gola e la pancina. E subito godo per quel premio, godo con un orgasmo violentissimo, mantenendo le manine allacciate dietro. Sono almeno cinque minuti di orgasmo e, quando passa, non mi stacco. Lo tengo in bocca, sto attentissima perché so che ora è sensibile. Ma non mi stacco.
Mi stacca lui, mi alza il viso, mi guarda con i suoi occhi magnetici. Mi ci perdo, come la prima volta, come sempre. Ho gli occhi umidi, ma riesco a non piangere.

Alle 19:00 siamo alla villa. Il Maestro mi saluta con un bacino sulla fronte, ma non scende nemmeno. Rimasta sola con Claudio, mentre portiamo nell’appartamento al secondo piano le nostre poche cose, scoppio in un pianto disperato.
C.: “Calmati. Gli piaci tanto, posso giurartelo perché non l’ho mai visto trattare altre come fa con te. È che sei nuova, hai tre anni di prova da fare. Dai! Calmati! Ora doccia veloce, poi ci cambiamo e si va a fare shopping fino alle 22:00. Mi han detto che dovrò cercare di umiliarti un po’ anche io, nonostante io sia una persona inferiore, come te. Ricordati che sei mia moglie! [ride dolcemente] Muoviamoci!”.

Io tiro su col naso, prendo una boccata d’aria, ritrovo il mio collare con gli smeraldi, lo allaccio al collo con nostalgia. Mi doccio, indosso ciò che Claudio ha scelto per me. Ormai è fresco in Italia: quindi leggings color écru, leggerissimi e trasparenti. Perizoma a filo e reggiseno pushup rosa tenue. Scarpe con tacco sottile del 9. Maglioncino di lana merinos, aderentissimo, nero. Sopra una giacchina che si ferma in vita: il mio lato B e il davanti sono bene in mostra. Lui resta vestito da maschio.

Claudio sceglie il negozio di intimo e calze dove c’è un commesso maschio. Mi fa cambiare e provare fuori dal camerino. Vengo palpata con discrezione dal commesso, ma dappertutto e praticamente in pubblico. Facciamo incetta di calze di ogni tipo e colore, reggicalze, leggings, corsetti, bustini, guepiere, catsuite e… intimo assolutamente indecente. Prendiamo anche tre tailleur e tre vestiti di buona qualità, mi cadono perfetti. C’è solo da accorciare le gonne: vanno tutte sopra la metà coscia, Claudio prenota la consegna alla villa quando la sartina avrà finito.

Fare shopping è un toccasana per l’umore e la pizza che consumiamo al Centro Commerciale ancora di più! Torniamo alla villa ridendo, scherzando, ricordando quel che abbiamo passato all’Hedonism. Claudio si confida. gliene han fatte veramente di tutti i colori!
Infine, ci precipitiamo a dormire: domani sveglia presto e farsi belle, che alle 11:00 il Preside Ercole ci presenta i nostri sette nuovi insegnanti e l’addetto alla sicurezza.

Domenica, ore 10:55 siamo pronte. Dietro all’angolo, in cima alle scale, ci teniamo per mano come due sorelle. Siamo nude: solo tacchi alti, autoreggenti, collari e, oggi, anche Claudio ha una coda! La sua è una coda da cagnolina, chiara come i suoi capelli. Gabbietta per pene sempre più piccola per lui. Passerina in mostra per me.
Sentiamo la voce di Ercole che dà le ultime istruzioni. Colgo un “punizioni anche frequenti, ma sempre motivate…la femmina è molto sensibile… educazione e rispetto… non sono troie… pretendere ubbidienza senza condizioni…”.
Claudio mi stringe la mano, è il momento. Scendiamo.

Cala il silenzio. Siamo bellissime, da urlo. A occhi bassi e passo lento andiamo davanti agli otto uomini. Ci inginocchiamo. Ci avviciniamo stando a terra. Ci presentiamo, poi lecchiamo il dorso di ciascuno.
Loro spiegano la propria materia e cosa si aspettano da noi. Noi ascoltiamo umilissime, in ginocchio davanti a loro.
Apriamo le porte del salone: c’è un catering che ha predisposto un pranzo in piedi. Come sempre noi non possiamo mangiare: dobbiamo aspettare in ginocchio che ci diano qualcosa.
Mi sento importante quando vedo che le patte di tutti sono gonfie causa erezione: mi vergogno a pensare cosa ci succederà quando saremo sole con qualcuno di quelli.

Quando vanno via tutti corriamo a magie qualcosa: non ci han dato niente.
Un’altra bella dormita e poi di nuovo al Centro Commerciale: il centro estetico ci aspetta.
E lunedì comincio questo nuovo lavoro… dovrò essere perfetta!

Continua

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