Stanco dopo una giornata di lavoro vengo umiliato ancora una volta ai piedi di mia figlia Simona di 22 anni: da impiegato a schiavo delle sue unghie viola

Scritto da , il 2022-12-16, genere dominazione

''PAPIIIIIINOOOOOO...sei in ritardo, oggi, in netto ritardo...che cazzo combini? E' mezz'ora che ti aspetto, vieni qui, cucciolo, che ho bisogno di te...''

A parlare così è mia figlia Simona, 22 anni di pura troiaggine, divina principessa di cui sono schiavo fedele, laido porco leccapiedi. Sono un uomo maturo, appena superati i sessanta, eppure non sono altro che un cane drogato dei piedi di mia figlia, che ho ovviamente scopato e sverginato alla grande. Ma il nostro rapporto va al di là del sesso, è amore puro, lei è una splendida regina sadomaso, giovanissima ma espertissima (ma dove avrà imparato? sui porno? a qualche corso? oppure le viene proprio naturale? Sospetto sia l'ultimo punto), lei mi seduce, mi trasforma in un topo strisciante, in un omuncolo inutile e fallito.

Due sere fa, rientrando dal lavoro, ho sentito la sua voce di micetto nervoso e crudele provenire dal salone. Sapevo a cosa corrispondeva quel tono incazzato: voleva una sessione, voleva avermi ai suoi piedi, e voleva avermi SUBITO. Poso le chiavi sull'ingresso. Tremo. Poi mi dirigo al salone e dico: ''ehi principessa...'' ma non faccio in tempo a terminare che i miei occhi si stagliano sull'amore della mia vita in un completino fetish in lattica che le avvolge il busto e le arriva all'altezza della gonna. Nero, forte, deciso, seducente. Ma ciò che mi sconvolge è quel che vedo abbassando lo sguardo. Smalto viola sulle sue splendide unghie dei piedi, viola, un colore che non usa spesso, la troia, specie d'inverno. Sbavo. Il cazzo inizia a indurirsi. Simona muove sinuosamente le dita dei piedi mimando una sega. Il suo tono di voce e il suo sguardo carico di odio e di dominazione, pronto a umiliarmi, non cambia:

''Stupido sgorbio, dove sei stato? Hai detto che saresti rientrato alle 8, sono le 8.30, coglione. Ti sembra modo di farmi aspettare? Ci siamo dimenticati i ruoli, eh, stupido porco? E io che mi sono fatta bella per te, papi, ho passato un'ora in bagno a prepararmi, a mettermi il rossetto, a sistemarmi i capelli, a scegliere il vestitino adatto e...lo smalto, adatto. Sai, oggi ho trovato questo smalto in offerta da Sephora, l'ho comprato (ovviamente con la tua carta, puttanella) e l'ho voluto provare. Che ne dici? Che ne dici di vedere che effetto ti fa, lupacchiotto? Su, da bravo, vatti a cambiare, mettiti la maschera e spogliati e, insomma, preparati per stare a cuccia da Simo...''
''Ma, tesoruccio'' faccio io, esitante, sudando, il cazzo sempre più duro, travolto dal suo sguardo di micio crudele, ''io vorrei prima farmi una doccia, rinfrescarmi, poi scenderò da te...''
Sospira: ''Forse non ci siamo capiti...devi venire SUBITO...ho una voglia matta di averti ai miei piedi divini, di avere il tuo cazzo bollente tra le mie unghie viola e, magari, dico magari, di avere il tuo uccello nella mia topa o nel mio culo per una sveltina, se mi va, dopo la sessione...'' E si abbassa la spallina...e si tocca la figa. Cedo, perché non potrei fare altrimenti...

Torno dopo pochi istanti, completamente nudo e con la mia solita maschera...gattono verso Simona, arrivo ai suoi piedi ma non posso ancora toccarli, né adorarli, né annusarli, né leccarli né tantomeno poggiarli sul mio cazzo, che li desidera, oh se li desidera...''che bravo cucciolo che sei, proprio bravo, papi...''
Poi mi mette il collare e tiene stretta la catena. Ora sono in suo pugno. Nelle mani crudeli della divina Simona. MIA FIGLIA. La mia troia. La mia regina. Non contenta, prima della sessione, Simona scarabocchia sulla mia schiena e sul mio petto con un pennarello rosso, a caratteri cubitali, rispettivamente le seguenti parole: ''DADDY SCHIAVO DI SIMO'' (schiena) e ''PAPI PIGGY LECCAPIEDI'' (petto).
''Perché è questo che sei, non è vero, fuffy? Da quando sono diventata maggiorenne non hai smesso di gattonare come un lurido porco ai miei piedini per adorarmi come tua regina...dimmi, cosa sono io per te, lurido slave, cosa sono le mie unghie che accendono il tuo cazzo e lo fanno scoppiare di passione, stupido topo?''
''Tu per me sei il cielo e la terra, mia regina, tu per me sei il senso della vita, i tuoi piedi sono seta d'oriente, mia dea, e la mia lingua è indegno fiume che attraversa i sentieri d'amore che mi schiavizzano e...''
''Uh che poeta! Abbiamo un poeta'' e tira più forte la catena, le scorre come mani come un serpente...''potevi darti alla letteratura invece di fare l'impiegato, coglione...su, da bravo, abbiamo perso già tanto tempo...tu sai quello che devi fare....''
E sono giù ai suoi piedi. Prima in ginocchio, poi sdraiato e me li mette in faccia. Le sue unghie viola mi possiedono, passo la lingua sotto le sue suole, tra le sue dita, mentre tira la catena e mi umilia...poi mi accorgo che al piede destro ha una cavigliera con...beh ci crederete? Gliel'ho regalato (ha voluto che le regalassi) per il suo 19esimo compleanno e c'è scritto DADDY con un piccolo osso tipo quello dei cani nei cartoni animato legato alle perline della cavigliera...
Lei ride, mi deride, me ne dice di tutti i colori...e dice...''Che cane che sei...'' con voce di troia, ridendo come una principessa e sistemandosi i capelli... ''che uomo sei? che razza di sgorbio sei? Ma guardati! Guardati come scodinzoli, perdente, guarda come sei in balia, guarda come sei ridicolo, pezzo di merda...proprio non ce la fai''...
E i suoi piedini dalle unghie viola passano dalla mia bocca al mio cazzo, poi un piede in bocca e l'altro sul membro pulsante...''sei un animale, stai sgocciolando tutto...Guardati...GUARDATI! Con il cazzo in mano per tua figlia, sotto la tua divina regina che ti farà sborrare....oh papi, oh papi, oh cucciolo come mi lecchi i piedi tu, sei totalmente mio, ti posso fare qualunque cosa, stronzo...'' e continua a ridere, stringendo la catena, facendomi impazzire, e io sempre più duro, sempre più sconvolto, sempre più perdente...alla fine la principessa, vedendomi disumanamente provato nell'eccitazione e incapace di resistere, fa: ''Uff, e va bene, cucciolo, puoi venire sui miei piedi, ma attento a non schizzare fuori, cagnetta...''
E io sborro abbondantemente sui piedi principeschi di mia figlia Simona, croce e delizia, amore e diavolo del mio cuore. Lei ride, mentre mi guarda con il membro dritto tra le mani e fiumi di sperma maturo inondano le sue estremità. ''Pulisci!'' mi ordina. Il minimo che possa richiedere, il privilegio che solo un porco come me può meritare. Slave della propria figlia universitaria.

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