Quella chat erotica

Scritto da , il 2022-12-06, genere prime esperienze

Tutto cominciò per noia. La sera era stanco, l'ultimo anno del liceo non era facile: troppe versioni, troppi compiti. E poi gli esami. Sarei stato pronto per affrontarli? Fatto sta che la sera ero stremato e avevo bisogno di distrarmi. Fu così che mi collegai con una chat erotica. Scelsi un nikname che sentivo mio: Ragazzo effeminato. Effeminato lo ero davvero e anche carino. E però non avevo avuto ancora esperienze, nemmeno etero. Solamente una volta: un mio zio alla lontana, dopo avermi detto che ero bellissimo, cominciò ad accarezzarmi. La cosa mi piaceva ma prevalse la paura e mentre stava per abbassarmi i jeans scappai dalle sue grinfie lasciandolo con la bava nella bocca. Poi non lo vidi più e quando ci penso mi rammarico per l'occasione mancata: oggi, col senno del poi, mi accorgo che lo desideravo e che non ho avuto il coraggio. Capita, purtroppo.
Il mio nikname aveva successo e molti uomini mi scrivevano. Io rispondevo provocandoli e in loro si scatenava il desiderio. Molti mi chiedevano di mostrargli il culetto ma non avevo il coraggio di farlo. Finché una sera le mie voglie si accentuarono. Mi sentivo una troietta, mi toccavo i capelli, le gambe, il culetto e le foto dei cazzi che mi inviavano mi eccitavano ancora più. Decisi allora di farmi una foto del culetto e la mostrai all'uomo che più mi arrapava. Il suo commento fu "come vorrei aprirtelo". A quel commento se ne aggiunsero altri simili di altri uomini arrapatissimi: "vorrei spaccartelo", "che culo, tutto da sfondare", "non vedo l'ora di metterti a 90 gradi e entrartelo tutto", "voglio ingravidarti".
Dopo quella sera continuai a mostrarlo e il gioco mi piaceva. Le richieste si moltiplicarono: volevano vedere altre parti del mio corpo e li accontentai. Mostrai pure le gambe, il petto, il cazzo minuscolo e infine anche il mio volto. Gli uomini impazzirono: gli piacevo un casino. Mi chiesero pure di vederci in cam e provai anche questa esperienza. Ci vedevamo in chat, io mi spogliavo e loro si masturbavano schizzando da porci. Anch'io venivo e una volta misi il mio dito pieno di sborra in bocca e lo leccai come se facessi un pompino: massima eccitazione tanto che lo rifeci ogni volta che andavo in cam.
Erano tutti uomini lontani dalla mia città e tutto finiva lì. Ma una sera si collegò un trentacinquenne di Palermo, la città in cui vivo. Ci vedemmo in chat e poi quell'uomo - si chiava Rosario - mi chiese un appuntamento. Viveva solo e poteva ospitarmi a casa sua. Lì per lì rifiutai ma ci collegavamo spesso e lui ripeteva sempre quella richiesta. La notte stentavo ad addormentarmi, il giorno faticavo a concentrarmi nello studio, eppure gli esami erano vicini: pensavo sempre a lui, mi piaceva e il desiderio di una prima esperienza era sempre più forte.
Fu così, per la sua gioia, che dissi di sì. Alle sei di sera arrivai a casa sua. Avevo preso l'autobus e mi sembrava che tutti gli uomini mi guardassero. Forse erano i jeans attillati che mi modellavano il culetto, i miei capelli lunghi raccolti nel codino, la mia femminilità che, grazie alla chat, era esplosa al punto che accentuavo le movenze da ragazzina senza neanche accorgermene ed ero sempre più checca (impossibile non notarlo).
Dinanzi al suo portone il cuore mi batteva forte forte. Quando lui mi aprì, mi parve ancora più bono: la barba incolta, gli occhi grigi, lo sguardo arrapato, il corpo muscoloso, la voce suadente e maschia. Ma proprio in quel momento tentai di tornare indietro: avevo voglia ma anche paura. Lui mi fermò stringendomi forte a sé, poi mi fece accomodare, mi offrì da bere, si mise a parlare per mettermi a mio agio. Ci riuscì, fu molto bravo e mi rilassai. Quindi mi accarezzo il volto, mi spostò i capelli dalla fronte (avevo la frangetta) e mi diede un bacio, poi un altro, un altro ancora e tanti da non poterli contare. Mi mise la lingua sulla mia e mi sentii in paradiso quanto mi piaceva. Mi disse "Antonello - questo il mio nome - non sembra affatto che tu non abbia mai baciato un uomo, lo sai fare benissimo e la tua lingua è deliziosa". Mi abbassò o jeans, tirò fuori il mio pisellino e lo prese in bocca. Mi piacque molto quel pompino ma avevo desiderio del suo cazzo. Glielo toccai, oh come era grosso e duro, e più glielo accarezzavo più si faceva duro: il che mi faceva impazzire. Glielo tirai fuori dai pantaloni e insalivai la cappella come avevo visto fare nei tanti filmini che guardavo su siti porno. Ero inesperto e la voglia di cazzo era tantissima, senza che lo volessi lo feci sborrare ingoiando il suo seme caldo e denso: fui troppo irruento, dopo avrei imparato che occorre succhiarlo lentamente inondando il pene di saliva e che, divenuto bravo, potevo decidere io quando farlo sborrare. Con la sborra tra le labbra ci slinguazzammo: che bello!
Fu lui a chiedermi se lo volessi nel culo, se già mi sentissi pronto. Non seppi dire di no, leggevo la sua voglia nel suo volto, nell'emozione con cui mi parlava. Non volevo deluderlo e sì, lo ammetto, volevo provare cosa si provava col cazzo dentro il mio buchino.
Rosario fu bravissimo, mise il preservativo e mi face distendere nudo sul letto pancia in giù con un cuscino sotto. Mi disse di allargare un po' le gambe, cominciò a leccare il buchino (oh come mi piaceva!), poi gli mise un po' di cremina e vi infilò un dito. Dopo lo fece entrare piano piano, provò due tre volte fino a quando il suo cazzo cominciò a penetrami. Entrava sempre di più e mi piaceva tantissimo, poi un colpo secco, deciso: mi fece un po' male. Lui si fermò ma poi riprese e me lo sbatté forte e ritmicamente. Come mi avevano detto, dovevo sforzarmi spingendo come se dovesi fare la cacca e così feci per sentirlo meglio. Gemevo come una troia e anche lui gemeva ed era tutto sudato. Era una sensazione favolosa sentirmi posseduto da lui, sentire che lui era dentro di me e godeva come un ossesso. Mi faceva male sì, ma era naturale la prima volta e il piacere superava il dolore.
Dopo avermi sbattuto per bene, Rosario uscì il suo cazzo dal mio culo, mi girò e me lo fece vedere: il preservativo era pieno di sperma. Fui io a toglierlo e a leccarmi la sua sborra. Ma non bastò a dissetarmi: glielo presi di nuovo in bocca e glielo masturbai con la mano fino a farlo venire di nuovo. Spalancai la bocca e bevvi la sua sborra fino all'ultima goccia.
Grazie Rosario, il primo dei miei uomini, quello che ha svelato il mio talento di troia. Ci incontrammo quasi ogni sera e ogni sera ero sempre più bravo con la bocca e il mio buco si dilatava fino a diventare il nido perfetto per gli uccelli in tiro.
Se non ci credete e vi trovate a Palermo chiedete di Antonello, mi troverete facilmente nei locali gay e nelle saune: la mia bocca e il mio culo vi attendono.

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