Può un doposcuola farmi innamorare?

Scritto da , il 2022-12-01, genere tradimenti

Mi chiamo Luca e ho 24 anni. La situazione economica e sociale mondiale è allo sfascio. Lo sanno tutti ed è così per tutti. La crisi ha colpito anche me. Alle soglie del 2021, da studente universitario, avevo bisogno di arrotondare per arrivare a fine mese. Giusto quel poco per restare indipendente, senza rompere troppo le scatole ai miei genitori

Fu così che, tramite un giro di conoscenze comuni, riuscì a trovare un bambino delle scuole elementari a cui fare doposcuola. Mi contattò la madre. Ed è proprio di lei che vi volevo parlare

Quanto sto per raccontare è una storia vera. Solo i nomi saranno ovviamente inventati.

Allora... Chiara. Una donna bellissima. 42 anni, mamma sposata, capelli lunghi e castani, un corpo magro e alto, ma magra al punto giusto. Non era uno scheletro insomma. Una pelle bianca, incredibilmente bianca. Aveva degli occhi bellissimi, di un verde ipnotico e delle labbra che lasciavano presagire pensieri fin troppo peccaminosi. Ma il suo piatto forte, e quello che a me faceva impazzire, erano le sue misure: una quarta di seno e un sedere enorme. No sul serio, era enorme ma ben fatto nonostante lei fosse abbastanza esile

Insomma, già la prima volta che la incontrai le fantasie nella mia testa non mancarono. Ma erano solo fantasie, dopotutto era sposata... erano fantasie fino a un mese fa.

Per quasi due anni il "lavoro" è andato bene. Io facevo fare i compiti al figlio, lui a scuola era migliorato tantissimo e lei mi pagava puntualmente senza alcun problema. Fino a due mesi fa. Per la prima volta ritardò il pagamento, mi disse che si era dimenticata, poi che doveva ricaricare la carta per farmi il bonifico, insomma trovava delle scuse e io lo avevo capito. Non mi sono alterato, non era giusto. Dopotutto è sempre stata corretta e puntuale con me, ci stava un intoppo per un mese solo. Non ci ho fatto molto caso insomma. Poi una settimana fa, finisco di far fare i compiti al figlio e ricevo una sua telefonata. Mi chiede se per favore potevo accompagnare io il figlio a casa perchè lei aveva avuto dei problemi con l'auto

Un po' scocciato (lo ammetto) accetto di farlo. Eravamo già a un mese di ritardo dal pagamento e mi toccava pure fare da taxi al figlio? Strana richiesta

Fatto sta che arrivai a casa sua con il bambino, suonammo al citofono e sentì la sua voce: "Sì Luca, sali! Dì a Giuseppe che può andare a giocare con gli amici al parco, Luca se mi fai un favore e mi porti su lo zainetto per piacere?"
Ok, ammetto che qui nella mia testa cominciò a profilarsi qualcosa ma ripeto: erano solo fantasie. Magari voleva solo pagarmi di persona. Beh non ci ero andato lontano. È sul metodo di pagamento che sbagliai alla grande.

Insomma, salgo su. Mi apre la porta e... visione celestiale! Era in vestaglia. Una vestaglia di lino sembrava, leggerissima e semi trasparente. Non dico che vedevo tutto ma quasi e sì... sembrava non avere maglietta o reggiseno sotto quella vestaglia. Mi disse di accomodarmi cinque minuti, sarebbe andata a prendere i soldi che mi doveva dalla sua camera da letto. I cinque minuti diventarono dieci, poi quindici... onestamente cominciai a preoccuparmi. E si fosse sentita male?

Decisi di alzarmi e andare a vedere. Con calma e di soppiatto, non volevo passare per un guardone. Arrivato sulla soglia della camera da letto, sentì dei singhiozzi... stava piangendo. Bussai e chiesi se andava di tutto bene. Nessuna risposta. Allora aprì lentamente la porta e sbirciai dentro: era seduta sul letto, con la sua vestaglia ben chiusa. Bellissima anche col volto solcato dalle lacrime. Forse ancora più bella, provai una profonda tenerezza

Mi avvicinai cauto e mi sedetti sul letto. Le chiesi cosa fosse successo, se avessi commesso io qualche errore e se potevo rimediare. Lei continuava a singhiozzare senza sosta, io non sapevo che fare. Le dissi allora che ero di troppo e che l'avrei lasciata sola, per il pagamento poi avremmo risolto un altro giorno. Mi alzai dal letto, stavo per aprire la porta e andare via e... lei parlò. Fece un profondo respiro e mi raccontò tutto d'un fiato

Per riassumere, il marito aveva problemi lavorativi. Da tempo non riusciva a trovare clienti (era un tecnico odontoiatrico, riparava le attrezzature dei dentisti insomma) e negli ultimi due mesi avevano dovuto tirare la cinghia. Lei era disperata perchè non riusciva a stare dietro alle spese, pagava le bollette in ritardo e non riusciva a pagare le spese accessorie, come me.

Ascoltai tutto ma le dissi con molta sincerità che non doveva preoccuparsi di me, che eravamo tutti sulla stessa barca e che non me la sarei presa per uno o due mesi di ritardo nel pagamento

Di tutta risposta lei mi chiese di nuovo di sedermi sul letto. Mi disse, una volta seduto, che non se lo sarebbe mai perdonata questo ritardo nei pagamenti perchè io avevo fatto già troppo per suo figlio. Onestamente, col senno di poi, mi sono chiesto se questa non fosse stata tutta una scusa perchè insomma... mica avevo salvato il figlio da un incendio, lo aiutavo solo a fare i compiti!

In quel momento, Chiara fece una mossa. Una cosa che ancora oggi mi sembra quasi di aver sognato: Chiara sbottonò la vestaglia e lasciò in bella vista la sua generosa scollatura. Il mio sguardo inevitabilmente cadde su quel ben di Dio. Intravidi un seno enorme, leggermente pendente ma ancora bello sodo, bianco come la neve. Distolsi subito lo sguardo ma notai che lei sorrideva. Il mio amichetto nelle mutande intanto si era risvegliato.

Chiara, quella magnifica donna, madre e moglie, mi prese il mento, mi fissò negli occhi e mi disse: "Sei libero di fare quello che vuoi. Questo è il tuo pagamento per questo mese."

Vi dirò, nonostante io sia una persona con sani principi, in quel momento non stavo aspettando altro

Presi il suo volto tra le mie mani e la baciai. La baciai come non facevo da tempo e lei ricambiò. Le nostre lingue e salive si intrecciavano, le sue labbre mangiavano le mie... anche lei non stava aspettando altro. Cominciai a scendere giù, le baciai il mento, poi il collo e arrivai fino al solco intermammario. In quel momento Chiara si sbottonò del tutto la vestaglia e lasciò cadere sul letto. Aveva ancora le mutandine ma non ci badai molto. Avevo altro da vedere. Mi trovai davanti dei seni... delle tettone enormi! E avevo ragione: erano sode nonostante l'età. Ma quello che più mi colpì fu il colore. Non scherzo. I suoi seni erano bianchi come la neve, la sua areola di un rosa leggermente più pallido che si riusciva a distinguere solo una volta avvicinato quel ben di dio alla tua bocca. E i capezzoli... dio mio. No, non erano enormi, nè sporgenti. Erano grandi il giusto ed erano quasi piatti. Una roba mai vista prima.

Vi dirò, in quel momento il mio istinto da maschio non capì più nulla: mi fiondai su quelle tettone. Le baciai, le leccai, giocai con i suoi capezzoli mordendoli leggermente, rimasi un sacco di tempo immerso in quel ben di Dio. E lei gemeva, oh se gemeva. Gemiti soffusi ma sensuali. Adorava il mio lavoro. Non che io fossi chissà che esperto ma probabilmente era molto sensibile al tocco dei suoi seni

Chiara si sdraiò, io pure continuando a divertirmi con quelle due mammellone. Andò avanti così per un po' e poi mi fermai. Pensavo la ricompensa fosse solo quella. Chiara invece di tutta risposta cominciò a sbottonarmi il jeans e mi disse (quasi ordinò) di togliermi tutto. Rimasi così nudo, con il mio pene eretto all'inverosimile, lei invece si era tolta le mutandine. Si sdraiò sul letto, mi guardò e mi disse "Adesso ti prego scopami".

E chi se lo fece ripetere. Mi gettai su di lei, alla missionaria, puntai il mio amichetto verso quella fessura umida e diedi un colpo secco. Entrai facilmente, la sua vagina era umidissima e scivolosa. Ci guardammo a vicenda, lei si strinse una tetta e io la baciai. A quel punto cominciai a muovermi. A ogni mia spinta corrispondeva un suo gemito, sempre più forte. I gemiti soffusi di prima stavano lasciando il posto a dei versi quasi animaleschi.

Cominciai a rendermi conto che Chiara in realtà non era per niente una timidona. Anzi, a 42 anni suonati sembrava una donna che col sesso ci aveva a che fare tutti i giorni. I miei dubbi furono sciolti all'improvviso: a un certo punto mi afferrò dal collo e mi spinse. Si mise su di me e cominciò a cavalcarmi. Saltava e urlava, il mio pene entrava ed usciva dalla sua vagina con una facilità disarmante. Le sue tettone mi ballavano davanti e lei me le offrì: mentre mi cavalcava si chinò su di me, i suoi lunghi capelli castani coprirono i nostri volti e i suoi seni mi sbattevano in faccia. Gli schiaffi più belli della mia vita.

Dopo un po' di questo gran da fare, decisi di prendere io in mano la situazione. Mi alzai, la presi e la tolsi dal mio pene e la girai a novanta gradi. Ammetto: avrei tanto voluto incularla e farla urlare a squarciagola. Ma fu lei stessa a dirmi di non farlo. Niente anale, non lo aveva mai fatto e non voleva farlo. Ovviamente non lo feci, se era la sua volontà io non ero nessuno (e nessuno dovrebbe esserlo) per non rispettarla

A novanta però scopammo comunque. Glielo infilai nella vagina e ci andammo dentro per altri svariati minuti. Lei era incredibile, la mia Chiara urlava e piangeva per il piacere. Era una donna bellissima ma mai avrei pensato così disinibita

Purtroppo tutte le cose bella prima o poi hanno una fine. A un certo puntò cominciò a tremare, il suo urlo si spezzò e lasciò il posto a un gemito lungo e soffuso. Aveva raggiunto l'orgasmo. Mi fermò e mi disse che dovevamo concludere prima che qualcuno ci potesse scoprire. Uscì da lei e cominciai a masturbarmi per venire. Ma fu Chiara a farmi capire che era sì finita ma sarebbe finita a modo suo: si girò e me lo prese in bocca. Leccava, ingoiava, se lo infilava fino alla gola, scendeva con la lingua fino alla base del pene bagnandolo tutto con la sua saliva: se lo stava mangiando e lo voleva tutto per lei. Le dissi che stavo per eiaculare e di tutta risposta lei mi chiese: "Vuoi venirmi in faccia o sulle tette?"

Io risi e chiesi se si poteva avere entrambe le cose. Oh accettò pure questo, si sdraiò supina e mise il mio pene tra le sue tettone. Mi fece una spagnola incredibile, quei seni bianchi erano di una morbidezza inaudita e il mio pene lì in mezzo era in estasi. Durai poco, ero veramente al limite. Schizzai forse sette o otto volte, le finì tutto addosso: sulle tettone, sul collo, sul mento, in faccia, nei capelli... e lei accolse tutto con piacere.

Mi sdraiai sfinito al suo fianco e la guardai: era bellissima. Anche ridotta in quelle condizioni. I suoi capelli castani erano lucentissimi rivolti verso il sole, la sua pelle bianca la faceva sembrare un essere puro, purissimo. Si girò anche lei, mi fissò con quegli occhi verdi, si avvicinò e mi baciò un'ultima volta

Già, un'ultima volta. Perchè ci alzammo, ci rimettemo in sesto e sulla soglia di casa mi disse: "Luca questo ovviamente rimane tra noi. E non accadrà più. Considerarlo un pagamento alternativo una tantum. Spero continuerai ad aiutare mio figlio. E grazie... per tutto. È stato bellissimo."

Di tutta risposta la ringraziai anche io però... una tantum. È stata solo la scopata di una volta... peccato.

Da due mesi le cose vanno avanti come sempre. Io aiuto il figlio con i compiti, lei viene a prenderlo e mi paga di nuovo regolarmente. Ci scambiamo sguardi complici ma nessuno dei due ha intenzione di fare altro, abbiamo compreso che è stata solo la pazzia di un giorno e tale dovrà rimanere

Io però sono due mesi che sto male. Sto male perchè Chiara mi manca da morire. Non si tratta di una cosa solo perversa, quella scopata bellissima rimane ma è diventata un fatto secondario: mi manca lei, il suo profumo, la sua pelle, i suoi occhi verdi che guardano intensamente i miei. Quando ci incontriamo, anche di sfuggita, mi sento all'improvviso felice e gioioso. Le mie giornate migliorano se so di averla incontrata.

Sì Chiara, mi sono innamorato di te e non so come dirtelo. Non so neanche se mai te lo dirò, perchè il nostro è un amore impossibile. Tu hai la tua famiglia e la tua vita. Quel giorno è stato bellissimo, non penso succederà di nuovo. Per ora mi basta sapere che ogni giorno potrò vederti anche solo da lontano quando vieni a prendere tuo figlio Giuseppe, mi farà stare bene comunque

Questo racconto non credo ti arriverà mai ma se lo stai leggendo e ti sei riconosciuta sappi una cosa:

Ti amo Chiara. Ti amo da morire. E non so come dirtelo di persona...

Questo racconto di è stato letto 6 7 1 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.