Il primo allenamento

Scritto da , il 2022-09-19, genere masturbazione

“Hai i lacci delle scarpe troppo tirati. Non devi sentire tensione sul collo del piede. Inoltre, perché non si sciolgano durante la corsa, infilali sotto le stringhe in basso. Da quanto hai detto che hai iniziato a correre?”

“Da qualche mese”

“Riguardo all’abbigliamento ti consiglio di non vestirti troppo. Quando inizia la stagione più rigida, se senti un po’ di freddo prima di partire è bene; poi correndo ti scaldi. Ripara il petto dall’aria se c’è vento freddo, meglio con un wind-stopper, anche smanicato. Corri con i pantaloni lunghi già dalle prime frescure. Meglio che i muscoli delle gambe siano sempre ben riparati e caldi. Vedo che ti depili ed bene per l’ossigenazione del muscolo.”

Sorrido pensando a quanto carine sarebbe le mie gambe senza ceretta, belle villose “Yes coach” dico facendo il saluto militare.

“Forza, partiamo. Inizia con una corsetta blanda per scaldarti. Fai tu la cadenza, io mi appaio a te”.

Sapessi come vorrei appaiarmi con te! Devo proprio ringraziare Giulia per avermi consigliato di non iniziare a correre da sola, ma di affiliarmi a qualche squadra. Di farmi insegnare ed accompagnare. “Iscriviti con Le Lepri” mi aveva detto. “Con la tessera hai l’assicurazione e anche un allenatore che ti insegna quantomeno a non farti male. Sai, ormai sei sulla soglia dei quaranta”. L’ho subito apostrofata con un forte e distinto “Stronza”. Poi mi ha detto “Ti fa anche delle tabelle per migliorarti. La squadra ha tre allenatori. Chissà che capiti con Andrea. Ha seguito anche me”. “E’ bravo?” le ho chiesto. “Bravissimo!” mi ha risposto con un sorriso su cui ho tentato d’indagare senza però ottenere riscontro. Il riserbo di Giulia mi ha resa ancor più curiosa, curiosità che oggi ha avuto finalmente una risposta. Oddio quanto voglio migliorare! A questo pensiero sorrido tra me e me mentre corriamo ad andatura leggera nel parco adiacente al campo di atletica. Devo ancora rompere il fiato nonostante andiamo piano. Sti chiletti di troppo andranno giù prima o poi!?

“Ora mi fai vedere a che andatura vai quando corri da sola?”

Cazzo! Pure la voce dal tono basso e leggermente roca doveva avere!? Mentre vibrano in me le note della sua voce le mie gambe aumentano il ritmo. Andrea in certi momenti mi segue in altri si affianca a me. Mi sento tanto figa a farmi vedere con lui accanto. Osserva come corro, ma spero credano che mi stia guardando il culo. Dopo circa cinque minuti a questo ritmo mi dice “Ora ti faccio un test per capire se è il ritmo corretto per te”. Si ti prego, testami! Dentro di me rido a questi pensieri.

Mi dice “Raccontami qualcosa. Qualunque cosa”. Lo guardo con sguardo interrogativo, così lui aggiunge “Devo capire se riesci a parlare finchè corri, non è per conoscere i cavoli tuoi. Mi puoi anche dire una filastrocca”

“Dunque, stamattina mi sono svegliata alle 6:30” prendo fiato “Ho fatto la doccia e poi la colazione” prendo fiato “Sono andata al lavoro” prendo fiato “E … “

“OK, ferma, ho capito. Stai andando troppo forte rallenta un po’. Stai faticando a parlare correndo, quindi, per il tipo di allenamento odierno ti stai affaticando un po’ troppo. Questo è un modo che puoi usare anche tu per capirlo, senza bisogno di misurare i battiti o l’ossigenazione”.

Rallento come mi ha detto. Dopo poco lui riprende “Al mattino dedichi più tempo alla doccia o alla colazione?”

“Il tempo al mattino è quasi tutto per doccia e preparativi. Faccio solo una colazione frugale che poi completo una volta che arrivo in ufficio”.

“Vedi? Ora riesci a parlare, correre e respirare. Ottimo. Ora torniamo verso il campo dove facciamo degli esercizi e qualche allungo”

Allora mi provochi … facciamo esercizi e allunghi. Come te lo allungherei! Anna ora basta con questi pensieri o sai come va a finire. Anna 1 e Anna 2 continuano a dibattere per poi rimanere estasiate dal culo sodo e muscoloso di Andrea. Concordano su quanto dev’essere eccitante nel premere le dita su quelle natiche per spingere il bacino a …. “Anna, ci sei?”

Beccata! “Scusa Andrea, mi sono distratta pensando alle spinte … alle spinte che dovrei dare con gli avampiedi”

“Si, esatto, con gli avampiedi” sottolina lui, ma penso di avere intravisto un mezzo sorriso su quelle labbra ciciottine da mordicchiare. Continua dicendo “Va bene, per stasera direi che è abbastanza”. Ci vediamo mercoledì o pensi di esserci anche domani?”

“Credo di riuscire a venire anche domani”

“Perfetto domani e mercoledì sono qui dalle 18. Ciao Anna”

“Ciao Andrea”

Lui si allontana verso un gruppo di ragazzi, io mi dirigo alle docce. Faccio con calma. Filippo è con mamma che gli farà anche la cena. Chissà abbiano messo qualcosa da parte anche per me, così una volta rientrata a casa potrò mangiare senza dovermi preparare nulla. Esco dagli spogliatoi. Un rapido sguardo al campo in cerca di Andrea. Oh se la testa gira! Non riesco a fermarla. Non vedo l’ora di tornare a casa e darmi un po’ di … pace.

Tutto come previsto. Filippo mi aspetta pronto con la cena già nel contenitore. Un bacio a lui ed uno a mamma “Scusa mamma, scappo. Grazie di tutto”. “Ciao Anna, vai piano. Ciao Filippo”. Da un bacio al suo nipotino e chiude la porta d’ingresso.

A casa posso scaldarmi nel microonde le melanzane alla parmigiana. Che fame! Le mangio con un po’ d’ingordigia mentre Filippo freme per giocare con me “Solo un po’ e poi subito a dormire altrimenti domani fatichi a svegliarti per andare a scuola”. Adoro stare con lui, ma stasera la mia testa non smette di pensare … a cosa mi ha insegnato Andrea. Alle dieci finalmente Filippo dorme profondamente. Alle dieci finalmente prendo la scatola del mio dildo. Lo estraggo e me lo porto a letto. Mi spoglio e mi distendo. Lo accarezzo e la mia micina inizia a miagolare. Socchiudo gli occhi. Con una mano mi accarezzo il seno mentre il capezzolo si gonfia. Accendo il mio giocattolo e lo passo sopra all’altro capezzolo. Mi mordo un labbro. Ho voglia, tanta voglia. La punta del dildo allarga le labbra sino a posarsi sotto al clitoride. Lo muovo piano. Le sue vibrazioni aumentano le mie secrezioni. Continuo a farlo premere appena sotto al clitoride, dove le due labbra si uniscono. Apro le gambe. Ne piego una. Passo sulla coscia la punta del dildo che lascia una strisciolina dei miei umori. La faccio scorrere per tornare tra le labbra. Dalla fica lo faccio salire a torturarmi il clito. Soffoco i gemiti mentre indice e medio divaricano le labbra. Inizio a premerlo sulla mia fica e faccio entrare la punta. Non riesco a soffocare un gridolino di piacere. Vorrei godere senza trattenere la gioia di arrivare all’orgasmo. Inizio l’auto-penetrazione, mentre ora sono indice e anulare che divaricano le labbra ed il medio che gioca col bottoncino gonfio e rosso. Inizio a contorcermi, muovo il bacino, divarico le gambe e le richiudo un po’. Spasmi di piacere mi fanno spalancare la bocca mentre godo in silenzio. Continuo a scoparmi e toccarmi mente mi prende un fantastico amplesso. Fantastico ma atroce allo stesso tempo per non poterlo liberare in tutto il suo impeto.

Comincio a rilassarmi. Mi ricompongo. Sto bene, ma sento di non essere soddisfatta pensando a cosa mi ha portato all’autoerotismo. Penso a quell’uomo che domani vorrò rivedere. Così mi metto un promemoria nel telefono per ricordarmi domattina di annullare l’appuntamento del dentista e di chiedere a mia mamma di andare a prendere a scuola Filippo. Sorrido a quei pensieri e quelli seguenti che coscienziosamente mi fanno allungare nuovamente la mano verso il mio gioccatolino.

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