Smetterò di sognare?

Scritto da , il 2022-07-25, genere sentimentali

[Experience - L. Einaudi]

Appena illuminato e appoggiato ad una colonna Andrea sta fumando una sigaretta. Guarda la brace, ci soffia sopra. Poco movimento, qualcuno attraversa le porte scorrevoli. Lui osserva. Un innato modo di studiare le persone, di tradurne abbigliamento, movimenti ed espressioni in vite. Paziente aspetta di rivedere quello sguardo. Non avrebbe dovuto attendere troppo, le informazioni che Emma gli aveva dato erano precise e dettagliate ‘Se l’aereo è in orario, considerando i tempi tecnici vedrai che sarà all’uscita verso le 19:45. È completamente libera per un paio di giorni. Sei in debito per questa preziosa informazione stronzo!’. Aveva sorriso quando gli era arrivato quel messaggio la mattina stessa, aveva sorriso di cuore.
Andrea guarda l’ora sono le 19:48 e appena alza lo sguardo riconosce quell’inconfondibile passo. Le era bastato quel giorno in aereo per imprimerselo in testa. Cammina verso di lui, ma non l’ha ancora visto. Il sole è basso e le è contro. Sta per svoltare a destra ma sente una voce “Chissà se mai mi sveglierò”. Rallenta, gira la testa in cerca della fonte di quella voce, si ferma cambiando espressione del volto. Inizia ad apparire quel suo meraviglioso sorriso. Alza la mano a riparare gli occhi. Lo vede ed esclama “Sognatore!”. Lui le si avvicina, le porge la mano e dice “Piacere Andrea”. “Scemo” risponde lei ridendo. Lui capisce che è stata una buona sorpresa e la guarda inclinare la testa con fare interrogativo “Come hai fatto a sapere che arrivavo oggi a quest’ora?”. “Coi video ti ho mandato un trojan che m’inoltra il tuo calendar. Sono un abile stalker sai!?”. “Mi sa che non so tante cose di te”, risponde Beatriz. “Si, infatti” le dice, continuando poi “Proprio per questo, sapendo dalla tua agenda che non hai impegni, avrei organizzato di conoscerci meglio”. Beatriz lo guarda di sottecchi dicendo “Chi conosci che ti ha passato tutte queste informazioni su di me?”. “Oh è una storia lunga, poi te la racconto” prontamente le risponde lui prendendole il trolley e facendole strada verso la sua automobile. Tutto è stato così naturale tra loro due sin dal primo momento. Non servivano inviti ufficiali, non c’erano formalismi. Formalismi … dopo quanto lui le aveva inviato ogni più piccolo pudore era ormai andato.
Beatriz lo osservava. Andrea era vestito sobriamente con dei pantaloni blu, leggeri ma attillati che mettevano in mostra quel suo bel posteriore. A suo pensare doveva essere ben sodo, ma andava verificato quanto prima. Sopra una camicia di lino bianco, con il collo alla coreana, con un’apertura che arrivava di poco sopra i pettorali. Le maniche lunghe, ma non chiuse ai polsini, lasciavano vedere dei braccialetti sul polso destro e un bell’orologio a quello sinistro. La scollatura faceva intravedere dei pettorali lisci. Emanava un buon profumo che Beatriz non riusciva a riconoscere, un profumo speziato, molto mascolino.
Andrea l’aveva trovata come immaginava, ma era facile vista che Beatriz era avvolta nella divisa. Un po’ stanca per le molte ore di volo, tuttavia il suo volto era solare come il giorno in cui si conobbero. Il suo sguardo provocante anche se non quanto la sua camminata.
“Non ti chiedo che idee hai per stasera, perché le immagino, ma dove mi porti me lo puoi dire?”.
“Certo madame. Ho affittato per l’occasione una casa in periferia dove troverai del cibo, la possibilità di rilassarti, una doccia, una piscina. Il tutto isolato nel verde. Molto isolato”
“Pensi di riuscire a farmi urlare?” Gli dice sorridendo maliziosa.
La macchina di Andrea è una Model S Plaid nera, interni neri. Beatriz lo squadra, guarda l’auto e chiede “Noleggiata anche questa?”. Andrea non risponde, sorride, le apre la porta, la fa salire. Tra una chiacchiera e l’altra, mezz’ora trascorse senza accorgersene, quando arrivarono di fronte ad un grande cancello fatto di legno e metallo. Andrea pigiò sul telecomando che si spalancò su un viale lastricato. Dal viale si vedeva la piscina appena illuminata da piccole e luci. Era attigua alla casa delimitata da piccoli dossi verdi e da vegetazione. “Se pensavi d’impressionarmi ci sei riuscito” dice lei continuando a guardare la piscina. “E non hai visto ancora nulla … Ops, scusa hai già visto la cosa più impressionante” dice lui ridendo.
Non era una casa, ma una villa che si sviluppava tutta al piano terra con ampie vetrate. Arredata finemente e con gran gusto. Tutto era perfettamente contestualizzato.
“Avrai fame, almeno credo. Ho preparato qualcosa di fresco. Intanto se vuoi approfittare della doccia ti faccio strada”. L’accompagna dall’altro lato della villa. Attraversano un salone, dove Beatriz vede delle grandi porte a vetro che portavano direttamente alla piscina, e subito dopo lui le indica un’ampia stanza da letto dicendo “Qui puoi mettere le tue cose”. Entrano e Andrea va oltre, verso un’altra porta “E qui c’è il bagno. Io vado a preparare la tavola, tu fai con comodo”.
Il bagno è molto grande. La doccia è accogliente. Da un lato la parete, dall’altro il cristallo. È lunga, talmente lunga che non c’è la porta. Il soffione dalla parte opposta rispetto all’ingresso. Beatriz si spoglia, si guarda allo specchio, si piace. Approfitta per eliminare rapidamente qualche pelo di troppo e poi si mette sotto quel meraviglioso getto d’acqua. Le luci possono cambiare colore. Lei mette l’azzurro perché le da una sensazione di fresco e ne ha bisogno vista la giornata calda. Si asciuga, si tampona i capelli, decide di non asciugarli perché farebbe aspettare troppo Andrea, pensa che quello sarebbe capace di addormentarsi e sorride al pensiero. Si sfiora il seno ancora bello sodo e decide di non mettere il reggiseno. Sceglie le mutandine che secondo lei potrebbero piacere di più a lui. Infila un vestito, lo chiude in vita con la cintura e indossa delle scarpe col tacco dello stesso colore della cintura. Trucca un po’ gli occhi e mette del lucidalabbra.
Quando torna da Andrea lo trova a bordo piscina. Ha messo la cena su un tavolino basso e tutt’attorno dei grossi cuscini. Vede che lui è scalzo e fa per togliersi le scarpe. “No, ti prego, arriva sino a qui con le scarpe, adoro vederti come cammini sui quei tacchi” le dice. Beatriz sorride e fa come le ha detto camminando sinuosamente verso di lui. Fuori ci sono anche dei diffusori che irradiano una musica ambient molto delicata. Sul tavolo varie pietanze, tutte fredde. A colpo d’occhio Beatriz riconosce dell’avocado con il salmone affumicato ed il riso venere, del caviale, degli scampi crudi su un letto di ghiaccio, verdure in pinzimonio, ostriche, carpaccio di pesce spada. Giù del tavolino, in dei secchielli col ghiaccio, vino ed acqua.
“Tutto ciò è compreso nell’affitto?” Chiede Beatriz sorridendo e, sempre sorridendo, Andrea risponde “Qui non è servito cucinare un granché; amo dilettarmi in cucina, quindi, no, ho preparato io. Lei si toglie le scarpe e si accomodano sui cuscini. Continuano i discorsi iniziati in auto, a raccontarsi di loro, a ridere e scherzare. Gli sguardi sono sempre più compici. Entrambi desiderano la stessa cosa, ma l’attesa è meravigliosa in una serata del genere. Tutto finché andrea non prende uno scampo ed imbocca Beatriz. Guarda le sue labbra avvolgere il crostaceo. Le sente appoggiarsi alle sue dita, sente che le sue dita sono un tutt’uno con l’animale. Si guardano mentre lui le disegna il labbro con l’indice. Si avvicina, inclinano leggermente la testa e, finalmente, le loro labbra si assaggiano. Un bacio dolce ma allo stesso tempo caricato dall’attesa. Lei gli mette la mano alla base del collo. Infila le dita tra i capelli. Le fronti si appoggiano l’una all’altra. Si baciano di nuovo. Lui passa la punta all’angolo della bocca di Beatriz, lei gli accarezza di lato la lingua con la sua. Gli morde il labbro inferiore, gli sussurra all’orecchio ciò che desidera da giorni.
Andrea le propone di andare in acqua. Si alzano. Lui le fa scendere le bretelle del vestito che si fermano ai gomiti. Con le dita le fa passare sopra scoprendole i seni. Le si slaccia la cintura. Il vestito scivola a terra facendola rimanere solo con una brasiliana color bordeaux. Infila le scarpe e gli fa una piccola passerella andando verso l’interno della casa per poi tornare indietro. Andrea è in estasi e pensa quanto lei lo conosca così bene. Si toglie i pantaloni. Lei si toglie le scarpe e poi va verso di lui per aiutarlo a togliere la camicia. Per mano scendono i gradini della piscina. La temperatura dell’acqua è perfetta. Andrea si appoggia al bordo dove l’acqua arriva all’ombelico di Beatriz. La accoglie tra le sue braccia. Si baciano con passione.
Dalle case si diffondono il brano Experience.
Lei sente che ad ogni bacio il membro lui preme di più. Assapora le sue labbra carnose, con le mani scende sulle sue natiche a tastare quando aveva ipotizzato poco prima. Effettivamente erano sode, muscolose. Gli fa scorrere giù i boxer, lui l’aiuta.
Al pianoforte le prime note.
Sott’acqua impugna quella membro duro e caldo mentre la fa impazzire quando le bacia il collo. Lo sente pulsare per lei. Le mani di Andrea scorrono sui suoi fianchi e poi scendono sulle sue natiche, quelle che attirarono la sua attenzione il primo giorno che la vide. Le dita s’infilano tra di esse, le aprono. L’acqua sciaborda sotto i loro movimenti. Beatriz sente bagnarsi l’interno del suo sesso. Afferra i capelli di Andrea e lo bacia con trasporto.
Il violoncello si fa sentire
Lui le accarezza la schiena, mentre i seni di lei premono su suoi pettorali. I capezzoli sono duri ed è così piacevole sentirti strusciare sui suoi muscoli bagnati dall’acqua. Inizia ad armeggiare con la brasiliana, ma Andrea deve immergersi per toglierle gli slip. Sotto all’acqua è buio e non riesce a vedere lo spettacolo che si trova davanti. Ma lo accarezza. Le accarezza il monte di venere finendo si spogliarla.
L’arco accarezza le corde del violino
Andrea si rialza, mente Beatriz appoggia il piede sinistro allo scalino. Con una mano indirizza l’oggetto del desiderio in quella fessura pronta ad essere esplorata. Il glande le apre la vulva e si fa strada in lei che stringe forte i capelli bagnati di lui. Andrea spinge il bacino verso l’alto ed il suo sesso la penetra facilmente. Una mano di Beatriz stringe la natica di Andrea e la spinge come a dire “Di più, di più”. Andrea la deflora facendo scorrere lentamente il suo cazzo. Beatriz geme e ora abbassa il suo bacino, e ora lo sposta in alto.
L’incedere del violìno aumenta.
Segue il ritmo di Andrea finchè non sente prossimo l’orgasmo. Sbatte su di lui, lo fa affondare tutto in lei. Torna a torturargli il labbro inferiore mentre si aggrappa forte al suo collo. Ora la testa va all’indietro mentre Andrea le sorregge la schiena che s’inarca per l’effetto di una scossa che le divampa dentro facendola gemere. Gode Beatriz, gode di quel momento, di quel membro che la sta riempendo, di quell’uomo che le sta rivoltando l’anima.
Il suono del violino e del violoncello arriva al culmine.
Si lascia andare, si appoggia a lui mentre la sua fica continua ad avvolgere quel meraviglioso cazzo. Le ultime note del brano accompagnano gli occhi di lei che non si staccano da quelli di Andrea. Lui la guarda, l’ha sentita fremere e venire su di lui. L’ha sentita sua. Gli ultimi tocchi sui tasti del piano le ultime passate degli archetti, mentre le dita dei musicisti rallentano sino a fermarsi. Lei sente che nel bacio che le sta dando c’è il l’inizio della seconda parte della serata e sorride ancora una volta mentre lo ricambia.

Questo racconto di è stato letto 6 5 2 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.