Tanta voglia di noi

Scritto da , il 2022-09-06, genere sentimentali

È una fresca serata di un venerdì di primavera. Si sente il cinguettio degli uccellini, il rumore
di qualche auto in lontananza, il rumore della brezza che premeva sui fiori di pesco appena
sbocciati.
Le giornate si sono allungate, sono ormai le 19 passate ma c'è ancora tanta luce. Mi sento
accaldata, irrequieta,sono sola in casa:Sandro, che è solito rientrare per le 18,ha telefonato:
“Riunione di consiglio, mi dispiace tesoro farò tardi”. Gli ho risposto che non c'erano
problemi, ero abituata a quel tipo di imprevisti, ma non quella sera. Quella sera bramavo di
vederlo. Assorta nel mio rammarico, persa nelle mie fantasie vengo interrotta da un suono
flebile, la vibrazione del mio cellulare. Guardo distratta, ma mi accorgo che è Sandro, un
SMS inaspettato :”piccola, mi dispiace davvero, so che per te è importante oggi, troverò il
modo di farmi perdonare, bacio, S.”.
-Perdonare-, quella parola era la prima volta che la sentivo pronunciare; ha scelto un ottimo
momento:il nostro secondo anniversario.
Erano 6 giorni che programmavo la cena perfetta, la serata perfetta, la scopata perfetta, e
sembra sia andato tutto in fumo, compreso l arrosto, che ormai esula completamente dai
miei pensieri. Riesco solo a pensare a quando Sandro rientrerà , a quel suo petto gonfio
costretto nella camicia. Al suo irresistibile collo avvolto nella cravatta color lavanda che gli
dona tanto. Immagino di liberarlo, di baciare quelle vene pulsanti e di lasciarmi inebriare dal
profumo del suo dopobarba:sapeva di maschio,era forte e deciso proprio come lui, il mio
uomo.
Sono ormai le 20,un altro SMS;è Sandro, mi avvisa che tempo di un ora, di sbrigare una
commissione, sarà tutto mio.
Inizio a prepararmi: completino nuovo, calze nere, capelli raccolti, due spruzzi del mio
profumo sexy alla vaniglia, tacchi alti. Più mi vesto, più mi sale il desiderio di essere svestita,
se così si può dire visto quanta poca stoffa avevo addosso. Riesco quasi a vedere le sue
grandi mani sui miei fianchi, la sua lingua sui miei seni e quasi percepisco la presenza del
suo membro che scalpita per uscire. Un bacio, poi un altro, poi un altro ancora… ed in quel
momento, le mie fantasie vengono interrotte da un rumore familiare:sono le 21 passate da
poco, e le chiavi di Sandro hanno appena fatto ingresso nella toppa della porta di casa, allo
stesso modo in cui desideravo che il suo membro si facesse strada nel mio corpo. Mi
precipito fuori dalla camera da letto e mi stendo sul divano.
Entra, mi vede accaldata, ma non ha la minima idea di cosa mi passi per la testa, o forse si.
Rimane per un attimo fermo sulla porta,come se avesse avuto una visione, con una bottiglia
del mio vino bianco preferito nella mano destra, la valigetta nella sinistra. Di colpo si
riprende, lascia la valigetta e la giacca all'ingresso e si avvia alla cucina, apre il vino, si
allenta la cravatta, prende due calici e viene verso di me. Sono lì, in lingerie nera, molto
vedo e poco non vedo, tacchi alti proprio come piacciono a lui.
Sente odore di bruciato, mi chiede spiegazioni: “amore, ho bruciato la cena, ho qualcosa da
farmi perdonare anche io”, rispondo con aria quasi delusa.
“Non preoccuparti,mangerò te e se avrò ancora fame, mangerò il dessert che è nel frigo"
incalza lui con aria maliziosa.
Si siede sul divano accanto a me, mi da un lungo bacio e poi versa il vino nei calici.
“come è andata la riunione? “ gli chiedo.
Bene, solite discussioni sulla riorganizzazione delle risorse, cose noiose, vuoi davvero
continuare a parlare? “mi zittisce con aria impaziente.
Vorrei portare avanti il discorso ancora un po per tenerlo sulle spine, ma è tutto il giorno che
aspetto, non resisto più neanche io.
“No”, gli rispondo con tono deciso. “Brindiamo, a noi e a questa splendida serata”
-cin, rumore di cristallo che si sfiora con un altro cristalloBeviamo
qualcosa, ridiamo, ci punzecchiamo.Accarezza dolcemente le mie gambe.Mi toglie
I tacchi ed una per volta mi sfila le calze nere autoreggenti con quella fantasia che
finalmente riconosce:mele ha regalate lui per natale. Con i mie piedi ormai nudi nizio con
aria maliziosa ad accarezzare il suo membro che si erige dai pantaloni, lo vedo pulsare. La
sua mano sinistra accarezza curiosa l'interno della mia coscia destra: sento il desiderio che
trasuda dalla punta di ogni suo dito.
Mi bagno.
Si espande per la stanza il mio profumo di donna.
Cedo.
Gli sfilo il calice dalla mano e lo poggio insieme al mio sul tavolino. Sposto tutto il
complemento di arredo più indietro, avverto che potremmo fare danni.
Una sola spinta e sono cavalcioni su di lui: è caldo, bramoso, eccitato. Mi bacia la bocca, poi
scende sul collo, fino a quel punto lì, a sinistra sotto l orecchio che sa che mi fa impazzire;mi
stringe a sé e con un singolo gesto mi libera dalla morsa del reggiseno, affonda il viso nel
mio petto, respira e cattura parte della mia essenza.
Sfilo la cravatta.
Un bottone alla volta va via anche la camicia:bacio I suoi pettorali scolpiti mentre le sue
possenti mani si impossessano dei miei fianchi.
Stringe forte, tanto da farmi sentire un piccolo brivido di dolore che mi fa sobbalzare il tanto
che basta ad avere lo spazio necessario per strapparmi di dosso gli slip. Li porta al viso,
cattura ancora una volta la mia essenza.
Mi bagno ancora di più.
I nostri corpi sudati sono sempre più vicini ad essere una cosa sola.
Quel brivido mi mette appetito, strappo via i pantaloni, tiro via i boxer bianchi chiazzati dalla
felicità di avermi visto e Lui è li.
Eretto in tutto il suo splendore che si mostra fiero. Lo bacio, lo accarezzo dolcemente per
non perdermi neanche un movimento.
Sandro mi interrompe, scivola giù dal divano.:”prima voglio assaporati, voglio gustarti:
dopotutto questa è la mia cena. “
Tira fuori la lingua e inizia a godere di ogni boccone della portata principale.
Godo.
Sento la sua lingua calda sul clitoride, ci sa fare, avvampo, gemo, urlo, non mi trattengo. E
lui non si nega, con un dito dentro di me lecca le mie labbra, sono in estasi, vorrei non
smettesse ma… lo blocco:”ho fame anch'io”.
Lo riporto con violenza sul divano, mi bacia, sento i capezzoli irrigidirsi sempre di più.
Salgo in groppa, comando io.
Cavalchiamo. Sono avvolta da tutta la sua forza. Sento nell’aria il suo desiderio
Sento il calore del suo membro dentro di me, lo sento godere e mi eccito ancora di più,
spingo forte, voglio sentire tutto.
Mi mordicchia I capezzoli, si lascia andare al mio ritmo.
Gode. Godo. Godiamo.
Sento la cappella sfregare ogni mio punto, ogni mia parete. La sento gonfiarsi e pulsare
sempre di più, ma non si arrende ci da dentro. Hop, hop, poi uno scatto: “riposati piccola”, mi
dice con aria soddisfatta mentre mi spinge sotto di sé.
Siamo nel pieno dell eccitamento, i miei fluidi sono percepibili alle orecchie, ciaff ciaff ciaff,
una melodia che apprezziamo entrambi. Con due dita dentro di me mi bacia. Bacia il collo, i
seni, i capezzoli ormai duri come roccia. Porta le dita alla mia bocca, le bacio, le bagno,
torna a darci dentro.
È di nuovo carico. Entra.Mi martella. Mi manca il respiro, ci da dentro.
Lo sento, su e giù, dentro fuori, fuori e dentro. Due corpi fusi alla perfezione.
Urlo, non mi trattengo, so che adora quando faccio così. “dammelo tutto” e ancora “madre di
dio, si”.
Madre di dio, parole in codice. Tradotto? “sto godendo, non fermarti, vengo”.
Al suono di quella frase Sandro diventa ancora più vigoroso, spinge spinge spinge. La
cappella è sempre più grande, la sento muoversi.
Vengo. Viene. Veniamo.
I respiri affannosi di entrambi si fondono in un perfetto inno alla gloria. Mi bacia ancora una
volta, vedo il suo petto gonfiarsi affannato e il suo membro rilassarsi.
Vede i miei fluidi mischiati ai suoi abbandonare lentamente il mio corpo.
Dopo qualche minuto i ritmi cardiaci si placano.
Sono le 22.50,nessuno dei due ha ancora cenato.
Indosso i miei slip e la camicia di Sandro senza abbottonarla. Sandro infila i suoi boxer
bianchi. Ci dirigiamo in cucina,abbiamo fame davvero adesso.
Mangiamo le patate, che sono riuscita a salvare non so come, e le accompagniamo con
altro vino e qualche crackers.
Stuzzichiamo un po di dessert ma qualcosa, forse la panna, stimola la fantasia di Sandro.
Mi afferma da dietro, mi annusa il collo, prende possesso del mio sedere e lo strizza.
“Piccola, ricominciamo? “.

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