La serva

Scritto da , il 2022-08-15, genere feticismo

Rientrai nella stanza e rimasi in piedi nel mezzo. Lei era in ginocchio e mi fissava torva. Ero nudo fino alle ginocchia. Sotto, quei cazzo di calzini alti, che mi fasciavano i piedi, le caviglie e le gambe. Le cosce pelose erano nude e il mio batacchio oscillava a ogni movimento. La guardai negli occhi. Lei indossava un reggiseno di pizzo nero, che le teneva su quel pesante davanzale, delle autoreggenti di nylon e delle decolleté nere. Totalmente depilata. Mi sedetti sul letto e le chiesi:
"Guardi il mio cazzo?"
"Sì"
"Vieni a quattro zampe fino qua"
Rimasi seduto e aprii le gambe, mentre lei gattonava fino a me.
Le dissi: "Ti piacciono queste calze?"
"Sì"
"Leccami i piedi"
Annuì e cominciò a carezzarmi le gambe e i piedi. Poi prese in mano il mio piede destro e se lo portò alla bocca. Mise in bocca l'alluce e lo succhiò attraverso la calza, mentre con le mani accarezzava il tallone. Poi prese in mano il piede sinistro e succhiò tutte le dita attraverso la calza. Sentivo la sua lingua morbida coccolare ogni singolo dito.
Le dissi: "Leccami le caviglie"
Lei mi annusò le gambe e cominciò a leccare.
"Tu devi venerare il mio cazzo. La mia mazza. Ti sfonderò come una serva"
La sua lingua salì su per le mie gambe e arrivò all'interno coscia. Le sue mani carezzavano le mie caviglie avvolte nelle calze.
"Tu vuoi il mio cazzo?"
E lei, guardandomi negli occhi: "Sì"
"Dillo allora. Dillo"
"Voglio il tuo cazzo. Lo voglio"
"Assaggialo"
Mi guardò con gli occhi da cerbiatta, si mise in bocca il glande e la sua lingua cominciò a scorrere veloce su di esso. Poi chinando la testa se lo infilò dentro fino alla base.
"Tu devi venerare il mio cazzo"
Continuò a succhiare vigorosamente la mia asta che si inturgidiva, finché non le dissi:
"Più forte. Fammi vedere che hai sete, avanti. Succhialo più veloce"
Prese ad andare su e giù con la testa, con le labbra che scorrevano sull'asta furiosamente. Cominciai ad ansimare, mentre guardavo la foga con cui succhiava la mia mazza. Una biancheria elegante ed un corpo sensuale per un comportamento da animale. Mi piaceva.
"Ora ti voglio sfondare. Dì che lo vuoi!"
Si tolse il cazzo di bocca e disse: "Lo voglio!"
"Cosa vuoi?"
"Voglio il tuo cazzo dentro!"
"Mettiti sul letto a quattro zampe come un animale"
Lei si mise a pecorina con ancora indosso le decolleté, e quel reggiseno stretto che le teneva ferme le mammelle. Le misi le mani sui fianchi e la penetrai. Cominciai ad andare avanti e indietro coi fianchi, dolcemente, ma facendo scorrere tutto il mio cazzo attraverso le sue labbra.
"Dillo che vuoi essere sfondata!"
Gemette: "Voglio essere sfondata"
Il mio cazzo entrò dentro il suo sesso umido fino alle palle.
"Voglio sentirti pregare di essere sfondata"
Lei dondolava sulle ginocchia a ogni spinta e prese a gemere: "Ti prego dammelo... Ti prego..."
"Dillo che vuoi essere sfondata! Dillo!"
la sua voce era flebile come se piagnucolasse: "Ti prego..."
"Dillo!" E le detti una spinta vigorosa.
"Sfondami! Sfondami ti prego! Voglio essere sfondata!"
Cominciai a entrare e uscire dalla sua fica umida, sempre più freneticamente, con forza.
"Ti prego dammelo" Le botte dei miei fianchi sui suoi glutei erano vigorose. Uno stallone con i calzini fino al ginocchio che montava con forza una giumenta con reggiseno, calze di nylon e scarpe coi tacchi alti.
Lei cominciò a ripetere: "Voglio essere sfondata! Voglio essere sfondata!"
"Prendilo tutto!"
"Spaccami in due!"
Il mio cazzo la stava trapanando furiosamente e lei cominciò a urlare:
"Voglio essere sfondata! Voglio il tuo cazzo!" era a quattro zampe e urlava senza freni.
"Ti sfondo!"
"Dammelo! Sfondami!"
Le strappai le coppe del reggiseno facendo uscire le sue tette e quelle presero a ciondolare e a vibrare. La tennevo violentemente per i fianchi mentre la penetrazione era sempre più irruenta, sbattendo le palle contro il suo perineo. Le sue tette oscillavano pendendo dal petto gonfie di latte. I suoi piedi fini si allungavano tesi nelle calze fino ai tacchi alti.
"Dammelo! Voglio il tuo cazzo! Dammelo!"
E mentre lei urlava come una cagna la inondai di sperma, tanto che gocciolò sulle lenzuola. Rimasi a stringerle i fianchi. L'orgasmo era stato tanto forte che non mi ero ancora ripreso. Quando sfilai il cazzo da dentro di lei, i nostri sessi erano fradici dei nostri liquidi. La guardai mentre era ancora lì, a quattro zampe, con la fica gocciolante.
Poi fece per scendere dal letto e mise il ginocchio, con la calza di nylon, proprio sulla macchia di sperma che era sul lenzuolo.

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