Il mio papà 6 - Consiglio per le ragazze che compiono 18 anni.💋🤰

Scritto da , il 2022-07-15, genere incesti

Alice racconta ancora:

Quelle erano state (Almeno sino a quel momento) le ore più belle di tutta la mia giovane vita.

Con papà avevo sperimentato tutti (Quasi tutti) i giuochi che gli vedevo fare con la mamma sin da quando da piccola venivo svegliata dalle sue grida ed andavo a spiarli mentre facevano l'amore.

Nel tempo di quasi tre intere giornate (incluse le notti) avevo imparato a succhiargli il cazzo come piaceva a lui ed a mia volta, ero stata accontentata nella curiosità di sapere cosa facesse gridare così forte la mamma quando lui la leccava tra le cosce.

E poi i grugniti del mio papà quando lei gli succhiava il cazzo facendogli perdere ogni contatto con la realtà "Succhia troia.. succhiami il cazzo e fammi sborrare.. bevi.. bevi.. bevi tutto il nettare e fammi godere.. troia!-

Erano le stesse parole, pronunciate con la stessa lussuriosa enfasi di quando io stessa ripetevo con la bocca gli stessi gesti che per anni avevo visto fare a mia madre.

E poi, il senso di pieno che avevo dentro di me mentre mi montava e mentre coi suoi fiotti bollenti pervadeva ogni spazio del mio accogliente corpo e della mia conturbata mente.

Dopo ogni esplosione di piacere, qualunque ne fosse stato l'elemento scatenante "Il cazzo dentro di me, nella mia bocca o nel mio orifizio anale piuttosto che la sua lingua in ogni anfratto del mio corpo per estrarmi anche l'anima nel delirio dei sensi." ci ritrovavamo languidamente abbracciati in una specie di dormiveglia a causa della stanchezza o dell'ora tarda.

In quello stato di torpore, la mia mente vagava e seppure incapace di organizzare un pensiero compiuto, capivo di essere una figlia privilegiata capace di carpire, dal rapporto con mio padre il meglio che una figlia potesse avere.

E mi venivano in mente le mie amiche o le migliaia.. milioni di ragazze che vittime di pregiudizi ancestrali o religiosi, non si rendono conto di ciò che perdono non riuscendo neanche ad immaginare il potenziale che si nasconde dietro il freddo rapporto col proprio genitore.

In quei momenti capivo che il desiderio per mio padre frustrato da mille tabù e pregiudizi era lo stesso che lui aveva nei miei confronti.

Come avrebbe potuto altrimenti svilupparsi quell'intesa alla sola presenza di alcune lacrime e di un improbabile amore perduto.

Lui era già dentro di me, dei miei sogni e dei miei desideri ed io ero già dentro di lui anche se non se ne rendeva conto.

E pensavo alle mie amiche!

Pensavo a loro e di come avrei potuto aiutarle a scoprire le chiavi per aprire le porte della felicità che erano davvero così vicine a loro.

"Amiche mie.. ragazze che avete già raggiunto l'età del libero arbitrio, aprite la vostra mente, aguzzate la vista, fiutate gli odori intorno a voi, osservato ogni gesto, ascoltate il tono di ogni parole e può darsi che in tutto questo, riusciate a trovare la stessa chiave che che ho in mano io in questo momento!"

Dio mio che giorni!

Che ore!

Che momenti!

Sono successe tante cose e così tutte insieme che non riesco neppure a dargli un ordine o ricordarle tutte.

Mi ha riempita, scaldata e fatta godere una infinità di volte!

Mi ha fatto bere litri del suo gustosissimo nettare mentre a sua volta, si dissetava dalla mia fonte trascinandomi in situazioni di estasi assoluta.

Mi ave a chiavata sul letto della mamma nelle sue medesime posture.

Mi aveva chiavata sul tavolo della cucina, su quello del tinello e sul divano in soggiorno.

Si era fatto cavalcare come fosse il mio stallone ed io la sua amazzone, sul tappeto del soggiorno e quello accanto al suo letto.

Mi aveva fatto bere la sua cremina mentre eravamo sotto lo scroscio della doccia.

Mi aveva leccata facendomi vibrare come corde di violino in ogni lembo di pelle inclusa la rosellina nascosta nel luogo più segreto tra le natiche.

Mi aveva persino fatta male tormentandomi la clitoride mentre da dietro, come fossi la sua cagna mi inculava.

Dio mio.. dio mio.. quanta goduria, quanto seme schizzato da quei testicoli sempre gonfi e quanti umori coltati tra le grandi labbra o squirtati senza che io neanche ne conoscessi l'esistenza.

Da quel giorno, aveva smesso in casa di indossare pantaloni, fuseaux o pigiami ma solo minigonne con niente sotto.

Volevo essere sempre pronta per lui!

Ed in effetti in casa non erano rari i casi in cui riuscivamo ad appartarci per dare sfogo alla nostra libidine sempre a fior di pelle.

"Ca va sans dire" con quanta facilità riuscivamo a scatenarci quando eravamo in casa da soli io e lui.

Riuscivamo però a "Consumare" furtivamente anche quando la mamma era in casa magari impegnata nei lavori in cucina, in altre faccende domestiche o nel suo studio per motivi di lavoro.

Erano toccate furtive, veloci pompini o sveltine appoggiati a qualche tavolo.

Un giorno eravamo persino stati sorpresi mentre io, seduta ed impalata su di lui davanti al computer, fingevamo di fare una ricerca: "ragazzi, basta con lo studio, la cena è già servita a tavola.

Per tre anni, senza un attimo di tregua e senza il minimo calo di desiderio, la tresca tra me e mio padre era proceduta in un incredibile crescendo di libidine.

In quei tre anni i miei studi universitari procedevano con profitto.

Oltre mio padre, nella mia vita era entrato il mio fidanzato sul punto di laurearsi e che, come già detto, aveva uno scarsissimo interesse per le questioni sessuali.

A rompere la "Monotonia" se così si può dire dei rapporti con un unico maschio (Mio padre) vi era il ginecologo amico di quel bastardo del mio ex prof. il quale, ad ogni visita ginecologica di controllo, non mancava mai di farmi assaggiare il suo cazzo che al confronto con quello di mio padre, era poco più che un biscottino.

Il mio fidanzato che, come già detto era di famiglia facoltosa, si era fatto coraggio e superando la sua incredibile timidezza, era riuscito a venire a conoscere i miei genitori e chiedermi in sposa.

Anche i suoi quando avevano conosciuto me e la mia famiglia, erano entusiasti della scelta del loro unico figlio.

Lui si era laureato brillantemente mentre a me mancavano due anni per la fine del mio corso universitario.

I suoi avevano insistito affinché ci sposassimo prima della mia laurea.

Mancavano circa due settimane quando ero andata da mia madre e con l'aria più felice del mondo l'avevo abbracciata e le avevo bisbigliato nell'orecchio: "Mamma.. sono incinta.. aspetto un bambino!"

A quella rivelazione, mi aveva stretta a se e dopo avermi baciata sulla fronte aveva risposto: "Glielo hai già detto a tuo padre?" "Non ancora!" Diglielo subito cucciola che sarà contentissimo di sapere che ti accompagnerà sull'altare con in grembo un vostro bambino!"

"Come un nostro bambino? Cosa ne sai tu mamma?!" "Non preoccuparti cucciola.. io so tutto tra te e tuo padre sin dal primo giorno e sono stata molto felice quando lui me l'aveva detto." "Mamma! Mamma! Che meraviglia.. che meraviglia! Grazie.. grazie di aver permesso che questo avvenisse!"

segue



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