Così fan tutte PARTE 1 (una troia in più nell'harem di mio cognato)

di
genere
tradimenti

Racconto questa storia perché spero di poter essere di aiuto a chi la leggerà. Mi chiamo Francesca e ho trentatré anni. Sono sposata da cinque anni con Alessio, mio compagno di università. Mi sono sempre considerata una donna onesta (fedele); ho sempre condannato quelle che tradivano il proprio uomo e ho sempre criticato quelli che dicono: «le donne sono tutte troie» e «la danno come il pane» (qualsia cosa voglia dire; il pane lo regalano secondo questi?). Una delle persone con cui ho maggiormente discusso è il fratello maggiore di mio marito. Lui e i suoi luoghi comuni sulle donne, l’inevitabilità del tradimento e la facilità con qui noi allarghiamo le gambe. Alessio cercava di mediare tra me e lui, ma nessuno dei due aveva la minima intenzione di fare un passo indietro sulle proprie posizioni.
Tre anni fa, però, è cambiato tutto.
Achille, mio cognato, ci aveva chiesto ospitalità per un paio di settimane. Ci disse che la compagna l’aveva cacciato perché si era fatto una collega ed era stato scoperto e licenziato dal suo datore di lavoro, nonché marito di lei. Io mi stavo godendo il momento contenta che il suo modo di vivere avesse avuto quel risultato.
Sulle prime io mi sono opposta alla sua richiesta, ma avevamo bisogno di un po’ di liquidità per risistemare casa e facendogli pagare l’affitto ci saremmo riusciti. Achille ci promise che avrebbe dato metà dell’ultimo stipendio (non era affatto poco).
Per due o tre settimane di ospitalità avremmo rimesso a nuovo la casa e in più avrei dimostrato ad Achille come si comporta una donna fedele… o così almeno credevo. L’unica cosa che aggiunse era di non dire nulla ad Angelica, ma tanto non la sentivamo quasi mai perciò non c’erano problemi.
La prima settimana è trascorsa tranquilla. Mio marito andava in ufficio, mentre io e mio cognato restavamo a casa. Io lavoravo da casa come web-designer, mentre Achille si girava i pollici; aveva detto di aver trovato un impego da rider che lo impegnava solo la sera. Mentre lo guardavo stravaccato sul divano non riuscivo a trattenere dei risolini: da banchiere a porta pizze (senza offesa per chi fa questo lavoro).
Già con l’inizio della seconda settimana la situazione comincia a complicarsi. Mentre ero impegnata nel lavoro ho sentito un rumore di acqua provenire dal bagno. All’inizio la cosa mi aveva sorpreso, non avevo previsto che si sarebbe fatto la doccia da noi. Poi il rumore si è fermato, ho aspettato un pochino e sono andata controllare come aveva lasciato il bagno. Passando davanti alla mia camera da letto l’ho beccato che frugava nel mio cassetto della biancheria intima.

- “Che fai porco” urlo irrompendo nella stanza.
- Lui si alza di scatto e rimane con il cazzo ciondolante tra le gambe. “Scusa stavo cercando qualcosa per cambiarmi.
- Gli do le spalle subito. “E la cerchi tra le mie mutande e i miei reggiseno”

Non sentendo risposta ho cominciato ad innervosirmi. Non mi piaceva quella situazione, la trovavo compromettente. Poi tutto precipita; un cazzo comincia a strusciarsi sul mio sedere, mi sono girata subito per colpirlo ma lui mi ha bloccata entrambe le braccia e mi teneva ferma davanti a lui.

- “Che vuoi fare?” e lo guardo arrabbiata.
- Mi da un bacio sulle labbra, poi mi fissa divertito “Vediamo chi dei due ha ragione” e mi infila il pene tra le cosce.

La vestaglia impedisce che la mia pelle tocchi il suo cazzo, ma aumenta anche l’attrito del gesto. All’inizio cerco di divincolarmi, ma resto sorpresa delle sue non trascurabili dimensioni; di certo superiori a quelle di mio marito.

- “Si chiama thigh-job” e comacina a muoversi sempre più veloce.

Grida il mio nome e poi sento dell’umido tra le gambe. Lui mi lascia e si butta sul letto matrimoniale. Guardo il pigiama e vedo una chiazza giallognola al disotto della mia zona pubica. Corro in bagno e mi tolgo il corpo del reato; lavo la zona incriminata per cancellare l’accaduto, ma scopro che le mie mutandine si sono bagnate. La prima cosa che penso è che sia sperma, però capisco subito che lui non c’entra. Ho avuto un piccolo orgasmo. Fisso la mia immagine chiedendomi come mi possa essere eccitata nel subire questa cose da un altro uomo. Mi ripeto che sono una donna seria e che non faccio queste cose. Esco dal bagno pronta a dirne quattro a quello stronzo, ma me lo trovo fuori e resto imbambolata.

- “Se non ha significato niente per te, me ne andrò appena arriva mio fratello. Ma se ti è piaciuta… resto” e se ne va ancora nudo.

Io non riesco a dire una parola, ma la cosa che mi stupisce di più è che non sono felice che se ne vada. Il pomeriggio passa con una tensione che non riuscivo a sopportare.
Il ritorno di mio marito sembra distendere tutti. Io corro per salutarlo e accoglierlo come sempre, ma anche Achille si precipita e lo accoglie calorosamente.

- “Non sai che ho fatto con tua moglie…” ridacchia sibillino, ma non gli dà il tempo di chiedere spiegazioni che lo interrompe “Scusa, ma devo scappare che le pizze non si consegnano da sole” ed esce lasciando la porta aperte.

Mio marito fa una faccia stranita, ma lo bacio e lui torna tranquillo. Per maggiore sicurezza gli dico che i punti di vista di Achille sulla fedeltà sono inconciliabili con i miei e finiamo per discutere sempre; lui alza le spalle e mi sorride. La cena va alla grande ed il dopo-cena anche meglio. Facciamo un sacco di sesso sfrenato, forse anche per lenire il mio senso di colpa per aver permesso a mio cognato di restare.

Il giorno seguente la coso cambiano definitivamente. Alessio mi da un bacio sulla guancia svegliandomi delicatamente e mi dice che esce per andare a lavorare. Io lo bacio, ma lo saluto a mezza bocca. Il vantaggio di fare il mio lavoro è che scelgo io quando alzarmi, anche se devo ammettere che: più tardi inizio, più tardi finisco.
Mi rigiro nel letto ancora un po’ stanca, infondo ci abbiamo dato dentro come conigli. Ad un tratto sento che le lenzuola si muovono, ma non gli do troppa importanza. Mi metto su un fianco e torno a sonicchiare ignara di quello che sarebbe successo.

- “Sei pronta per il secondo round?” sibila una voce alle mie spalle.

Senza che me ne accorga mi ritrovo supina con Achille che mi tiene per i polsi. È seduto sul mio ventre e non mi lascia via di fuga.

- “Perciò sei una a cui piace essere dominata?”
- “Ora hai passato il segno! Fuori dal mio letto e da casa mia!”

Mentre lo minaccio, mi rendo conto che siamo entrambi nudi: io perché ho fatto sesso e lui perché lo vuole fare. Quando smetto di muovermi lui mi bacia con la lingua.

- Mi fissa con la sua aria da stronzo “Se non mi hai cacciato vuol dire che non ti dispiace provare altri piselli” e mi sputa in faccia.

Il mio corpo freme e, all’inizio, penso che sia paura. Quando il suo bacino scende facendo toccare glande e clitoride, capisco che si tratta di eccitazione.

- “Non può una situazione del genere darmi piacere” mi ripeto mentalmente, ma lui, non so come, se ne accorge.
- “Se vuoi che ti scopi devi chiamarmi Leprotto”
- “No mai! Quello è il nomignolo di mio marito”

Achille strofina il pene contro la mia vagina e io mi sciolgo tutta perdendo ogni voglia di oppormi. Capito che mi sono arresa, lui mi libera per mettersi comodo.
Una spinta decisa e la mie certezze crollano. La mia fica viene dilatata più del solito e glielo faccio capire con gemiti sguaiati. Mi scopa per parecchio, o a me è sembrato tanto, e mi strizza le tette sputandomi in faccia di tanto in tanto.

- Il suo cazzo si ficca nella fica e ci sborra abbondantemente dentro “Siii! Leprotto mio riempimi tutta”

Finito di eiaculare, si solleva e resta seduto tra le mie gambe. Io gli lancio un’occhiata, ma poi giro la testa verso il soffitto e fisso il vuoto. Non riesco a credere a quello che è successo. Ho tradito mio marito con suo fratello, nella nostra casa, nel nostro letto e dalla mia fica esce sperma che non sarebbe mai dovuto entrare.

- “Ho vinto io! Tutti siamo fedifraghi e chi non lo è… semplicemente non ha ancora trovato con chi tradire”

Sento il letto che muove, ma non riesco a distogliere lo sguardo dal soffitto.

Mi alzo di scatto come se mi fossi svegliata da un sogno, guardo la sveglia e mi accorgo che è passata più di un’ora dalla scopata. Scendo dal letto e sento che sono ancora umida tra le gambe. Esco dalla camera e mi faccio una doccia, mi do una sistemata e cambio anche il letto. Resa presentabile, raggiungo la cucina; lui sta giocando con il telefonino e la cosa mi manda su tutte le furie.

- “Come hai potuto fare una cosa del genere a tuo fratelle?”
- “Be… lo dovresti chiedere prima a te stessa. Infondo, sei tu quella che non concepisce il tradimento. Io alla mia compagna ho messo un’infinità di corna e ora anche tu sei come me”

Deglutisco e resto in silenzio; una vita a fare la moralista e alla prima provocazione mi faccio scopare e dal peggiore per giunta.
Lui si avvicina e mi prende par mano, mi conduce sul divano e comincia a palparmi tutta. Non ci provo neanche a resistere…
Quando torna mio marito ci trova estremamente tranquilli e ci chiede come mai. Io, sorridendo, gli rispondo che abbiamo trovato un compromesso.

- Mentre Alessio è girato, Achille mi strizza una chiappa e mi sussurra “Ti ho riempito per bene il culo di compromesso”

Lo lascio fare perché è troppo eccitante, anche se rischia di farci scoprire. La cena prosegue tranquilla e mi rincuora che mio marito non pensi minimante che possa tradirlo con qualcun’altro.

I giorni seguenti per me si dimostrano una faticaccia: il girono sesso con Achille che mi tratta come una scrofa e la notte sesso con mio marito che mi tratta da principessa. Arrivo distrutta al sabato, ma dopo gironi di sesso continuo come non esserlo. A pranzo Achille svuota il sacco (o almeno in parte). Ci dice che non è stato cacciato di casa; lui e Angelica avevano deciso di fare un viaggio assieme, ma all’ultimo Angelica era stata richiamata al lavoro per un’emergenza. Non volendo rimanere da solo per le ferie, aveva escogita tutta questa storia per farsi una vacanza da noi; anche perché sapeva che non lo avrei mai accolto a braccia aperte.
Mio marito la prende abbastanza bene, anche se qualche scappellotto glielo tira. Io resto senza parole e appena restiamo soli gli chiedo spiegazioni.

- “Cosa vuoi sapere?”
- “Erano tutte frottole per farci compassione! Anche il tradimento?”
- Lui mi fissa e ride, poi si guarda attorno “Be… un tradimento c’è stato perciò quella non era una frottola”
- “Lo hai fatto per portarmi a letto…”
- “Ed è stato molto facile”, mi dà un bacio. “Quando sei libera fammi uno squillo che ci facciamo una scopata” e se ne va lasciandomi come una fessa.

Passano un paio di ore e io mi sento ancora confusa, ma poi mio marito ci lascia perché deve andare a fare delle commissioni. Io e Achille restiamo soli; lo prendo per mano e lo porto in camera da letto. Mentre il suo cazzo mi riempie la fica, riesco a pensa ad una sola cosa: C’È UNA TROIA IN PIÙ NELL’HAREM DI MIO COGNATO.

Morale della storia: in ogni donna c’è un traditrice e se non è venuta fuori è perché nessuno ancora è riuscito a tirarla fuori. Perciò, non preoccupativi delle scappatelle o di essere/avere l’amente: sono parti indispensabili della vita di una VERA donna o di un VERO uomo.
Questo è quello che racconterò a mio figlio. Sì! In questi tre anni ho avuto un figlio anche se non saprei di preciso chi sia il padre, ma queste non vi interessa.
scritto il
2022-06-14
6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.