Autostop proficuo

Scritto da , il 2012-07-27, genere etero


Ciao sono Simona ho 21 anni e abito sul lago, frequento il primo anno all'università e per andarci devo prendere il pullmann.
Due settimane fa, avevo un'esame da dare e c'era sciopero dei mezzi pubblici, la mattina mi accompagnò mio padre, prima di andare al lavoro, in città insieme alla mia cara ed intima amica e compagna di università Daniela perchè anche lei aveva lo stesso esame.
Si era ad inizio estate e faceva abbastanza caldo, e quel giorno indossavo un abito rosso, stretch corto a mezza gamba abbastanza scollato, e sandali a tacco alto.
Alle 12,40 finimmo l'esame e non sapendo come tornare a casa decidemmo di andare a piedi verso la vicina strada del lago sperando passasse qualche conoscente per accompagnarci a casa.
Sul ciglio della strada io e Daniela facevamo l'autostop ma passavano poche auto e non si fermava nessuno. Io e Daniela ridendo tirammo su un po' il vestito, come si fa nei film, con la speranza che vedendo un po' di cosce qualcuno ci desse un passaggio. Dopo alcune auto che rallentavano senza fermarsi, finalmente un'anima buona si fermò. L'auto era una Jaguar ultimo tipo e avvicinateci al finestrino per chiedere se ci portava a casa, rimasi stupita riconoscendo nel guidatore Massimo, il figlio del titolare della ditta dove lavorava mio padre. Era rimasto vedovo sei o sette mesi prima, la moglie era morta dopo una breve malattia. Massimo era stato mio compagno di giochi e mia prima cotta verso i sedici anni, da ragazzi anche se lui aveva 5 anni più di me, poi ci eravamo persi di vista perchè era andato a studiare all'estero, ora lo ritrovavo in una situazione imbarazzante. Ci chiese cosa facevamo sulla strada, risposi dicendo che facevamo l'autostop per via dello scipero dei mezzi pubblici.
Salimmo in macchina, mi accomodai sul sedile davanti a fianco a lui, chiacchieravamo del più e del meno ricordando i tempi passati e l'infanzia. Mi fece dei complimenti e apprezzamenti confessandomi che gli era spiaciuto moltissimo non vedermi più, ci aveva fatto anche un pensierno quando era tornato poi aveva conosciuto Linda che aveva sposato.
Mi fece una carezza sul viso e disse che ero bellissima e che ero stata sempre bella anche da ragazza.
Ringraziai per il complimento e incontrai i suoi occhi che mi fissarono teneramente poi mi accorsi che guardava fra la mia scollatura, il mio seno abbondante scendendo con lo sguardo verso le mie cosce scoperte a metà. Capii che gli piacevo ma anche lui piaceva a me. Mi girai indietro a guardare Daniela che mi fece l'occhiolino. Massimo ci fece la proposta di andare con lui nella sua villa sul lago dicendoci che prima avremmo pranzato, vista l'ora, poi avremmo potuto prendere il sole in terrazza. Accettammo ma prima avrei dovuto telefonare a mia madre, cosa che feci col suo cellurare, dicendo che sarei tornata a casa dopo le sei, ora in cui finiva lo sciopero.
Arrivammo a casa sua, entrò in garage salimmo le scale e ci ritrovammo direttamente nel grandissimo salone che dava sul lago, ci fece sedere al tavolo da pranzo e portò da mangiare e bere. Finito di pranzare, Massimo chiese se volevamo dei bikini, li indossammo e ci accomodammo sui lettini, allineati uno di fianco all'altro, in terrazza. C'era un bel sole caldo
a quell'ora, ogni tanto aprivo gli occhi guardavo Massimo e notavo che mi guardava con evidente desiderio poiché attraverso i suoi slip si vedeva il gonfiore della sua eccitazione.
Ero eccitata anch'io, desideravo Massimo ricordando i tempi trascorsi ma non avevo il coraggio di confessarlo per non turbare i suoi sentimenti, era trascorso troppo poco tempo dalla scomparsa di sua moglie.
Ma tutto diventò più facile allorché fu lui a fare il primo passo, si alzò dal lettino e mi invitò a visitare la villa, accettai e chiesi a Daniela se voleva unirsi a noi, rispose di no, preferiva rimanere a prendere il sole.
Mi portò dapprima in giardino, mi appoggiò il suo braccio sulla mia spalla carezzandomi il mento ed io gradii subito appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Mi appoggiò le sue labbra su una guancia e mi baciò lievemente, io girai la testa lentamente e aprii le mie labbra che incontrarono le sue per un bacio sensuale passionale cercando le nostre lingue che s'intrecciarono.
Passammo nella taverna direttamente dal giardino, mi chiese se gradivo qualcosa da bere, dissi di no e ci accomodammo sul divano spazioso, piegò la testa e baciò il mio seno semiscoperto, mi slacciò il reggiseno e con la lingua leccò tutt'intorno i capezzoli, osai anch'io allungando la mia mano verso i suoi slip gonfi, infilai la mano all'interno e la riempii col suo pene duro come il ferro, mossi la mano in su e giù poi mi inginocchiai sempre tenendolo in mano lo infilai in bocca e cominciai a leccarlo partendo dal glande andando fino in fondo, poco dopo sentii il caldo liquido spruzzarmi in bocca, continuando a succhiare ingoiai tutta la sborra.
Mi fece girare, mi sfilò i minuscoli slip fece appoggiare le mani sulla spalliera del divano e mi piegò alla pecorina, mi appoggiò il suo uccello alle grandi labbra umide, io aprii le gambe e lo sentii entrare dolcemente, i suoi movimenti erano lenti ma dosati, intanto mi aveva preso tra le sue mani le mie tette e le massaggiava, mi stringeva i capezzoli fino a farmi male ma lo lasciai fare, pochi minuti dopo giungemmo insieme all'orgasmo, tirò fuori dalla figa il cazzo e lo appoggiò al buco del culo ma non riuscendo ad entrare poichè non l'avevo mai fatto mi infilò il dito per poterlo allargare, riprovò e stavolta riusci' penetrandomi lentamente dapprima tenendo solo il glande dentro poi infilò tutto il suo cazzo che non era certo piccolo, allargai ancora di più le gambe e lo sentii arrivare fino alle reni, con colpi ben assestati spingendo piano mi fece godere al massimo perchè infilò anche il suo dito nella figa bagnata. Sentimmo dei rumori ma non badammo, alla porta vidi Daniela che stava per andar via quando lui la chiamò dicendole che se non avevo niente in contrario io, poteva unirsi a noi in un triangolo d'amore e di piacere. Daniela, naturalmente, accettò anche perchè io e lei avevamo avuto già delle piccole esperienze tra noi quando eravamo tutte e due senza ragazzo, eravamo intime ed affiatate, certo non eravamo arrivate a fare l'amore tra noi ma ci eravamo toccate e baciate in bocca con la lingua, parecchie volte, ed era stato bello.
Si avvicinò a me mentre avevo ancora il cazzo nel culo e si mise davanti, si sfilò il bikini e appoggiò la sua figa davanti alle mie labbra, con la lingua la leccai poi la infilai tra la fessura aperta e già bagnata, intanto Massimo era uscito dal mio culo e si era messo dietro a Daniela, la fece piegare poi fece stendere me sul divano in modo che Daniela mi leccasse la figa e lui penetrava daniela nella figa, tra gemiti di piacere e mugolii appassionati riuscimmo a venire tutti e tre insieme, mi misi a sedere sul divano stanca, mentre guardavo Daniela che si era girata per prendere in bocca il cazzo di Massimo a succhiare le ultime gocce di liquido, e leccare il suo glande tuttintorno. Si stese sul tappeto morbido e allargò le cosce in attesa di essere penetrata dall'uccello ancora duro di Massimo che non sembrava per niente stanco, alzò le gambe aperte in verticale e si lasciò infilare, i movimenti di Massimo erano diventati veloci e quasi violenti come piaceva a Daniela che gli gridava dai, dai, e così poco dopo la inondò col suo liquido, usci dalla figa e gli mise l'uccello sulla bocca che spruzzò le ultime gocce che Daniela ingoiò leccandosi le labbra. Massimo chiamò me e mi invitò a stendermi sopra di lui con la bocca sul suo cazzo in modo che lui mi leccasse la figa ed io lo mettessi in bocca, intanto Daniela si era messa dietro di me e leccava un po il mio culo e un po' le palle di Massimo che aveva, intanto, preso in mano le tette e me le sfregava una contro l'altra stringendomi i capezzoli, poco dopo sentii in bocca il sapore acre della sua sborra calda, e la sua lingua leccare il mio liquido che usciva copioso. Dopo aver fatto una doccia Massimo ci accompagnò a casa e ci scambiammo i nostri numeri di cellulare chissà, forse, per un prossimo incontro.

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