Sborro ancora una volta sui piedi di mia figlia troia: sono il suo cane

Scritto da , il 2022-05-06, genere feticismo

''Due sole parole: coglione pervertito''.

A parlare così è mia figlia Simona, 21 anni di troiaggine pura, di pura dominazione femminile. Sapevo che era una trappola, oh si che lo sapevo. E non ho fatto nulla. Ho ceduto. Ancora una volta ho ceduto. Proprio nel giorno in cui avrei dovuto restare accanto a mio figlio appena laureato, all'intera famiglia.

E' andata così. Dopo la discussione di laurea di mio figlio, Simona - accorgendosi che era tutta la mattinata che non smettevo di guardare i suoi piedi fatati nelle zeppe, le sue unghie con lo smalto rosa, piedi che muoveva sinuosamente come una puttana per sedurmi, sorridendomi dolcemente e facendomi segno come per dire ''Sei il mio cucciolo'' - ha detto che doveva salire un attimo in camera in albergo perché doveva prendere certe cose e doveva cambiarsi. A quel punto, rivolgendosi a me con un sorriso tentatore che la diceva tutta, aveva chiesto: ''Vieni con me, papi? Ci metto un minuto...'' Ero rimasto sorpreso, davanti a tutti, ma potevo forse dire di no?

Quella maiala di mia figlia, oh quella troia! Sono andato con lei, e non appena in camera quella puttana di cui sono lo schiavo fedele da quando ha compiuto 18 anni si è tolta le scarpe e ha detto: ''E adesso, maiale fallito, ti voglio subito ai miei piedi, ti voglio con il cazzo duro a masturbarti mentre mi lecchi i piedini ahahahha nel giorno in cui Giorgio si è laureato, ma pensa, così festeggiamo! I miei piedini fatati, i miei piedini sudati sulla tua faccia da loser ahahahaha ma guardati, sei solo un COGLIONE incestuoso''... E a quel punto tira fuori dalla valigia la catena e la maschera da schiavo....si era portata tutto questo per il viaggio, quindi sapeva - VOLEVA - che saremmo rimasti da soli e avremmo avuto un'altra sessione, un'altra dominazione in cui io sarei stato devoto ai suoi piedi: la mia droga, il senso della mia vita senza cui non posso vivere e per i quali il mio uccello diventa un palo di pietra durissimo. Mi maschera, mi mette il collare intorno al collo, quella catena nelle sue mani che sembrava un serpente velenoso e freddo.... e mi sono buttato ai suoi piedi, a leccare ad occhi chiusi e con il cazzo tra le mani il calore delle sue dita sudate in una calda giornata primaverile, in una camera d'albergo di una città universitaria veneta...le sue zeppe così vicine e così lontane, avrei voluto prenderle e reinfilargliele, per metter fine a tutto questo..ma non VOLEVO, non VOLEVO, perché io sono pazzo dei suoi piedi anche se forse è sbagliato, percHé è mia FIGLIA, cazzo è sangue del mio sangue, e io le lecco i piedi come uno schiavo qualunque, è la mia puttana anche se non la pago, perché il nostro amore non è solo sesso, ma qualcosa di più...sapevo che se avessi solo OSATO (ammesso che ne avessi avuta la volontà, e no, non ce l'avevo) proporle di rimettersi i sandali e di farla finita con tutto questo, almeno per quel giorno, sapevo che lei l'avrebbe presa male e probabilmente mi avrebbe privato dell'ardore delle sue unghie fatate e della sua vagina per chissà quanto tempo. E' vendicativa, la mia puttana figlia Simona, altroché.

E allora eccomi lì a continuare a leccare come un verme, sempre più infoiato, sempre più preso da quelle unghie e da quei piedi, e cambiavo posizione e intanto lei mi stuzzicava l'uccello sorridente con quei piedi da regina, lei che era sul letto della camera d'albergo...un trono...mentre io ero tutto suo, lei che mi sorrideva, lei che diceva ''ma guardati, sei solo un povero stronzo, un porco devoto dei miei piedini ahahahhaha lecca maiale, mugola di piacere ai piedi della tua puttana che hai cresciuto e su cui sborri senza sosta, vai, vai, voglio la tua lingua tra i miei piedi, ti voglio stordire....ti voglio MIO''....Devo sbrigarmi, giù mia moglie e il resto della famiglia comincerà ad insospettirsi...devo sbrigarmi e sempre più agitato, sempre più eccitato, la mia mano va su e giù lungo il mio membro maturo di 60 enne, mentre mia figlia non molla la mia faccia con i suoi piedini, ho il rosso sangue del suo smalto davanti agli occhi, mi fa impazzire, come fossi un toro. In quel momento vorrei solo toglierle le mutandine e il vestitino di pizzo nero, prenderla da dietro e sfondarle il culo, o se necessario anche la figa fresca che ho profanato...ma non c'è tempo...e così, mentre lei ancora sorride tra imbarazzata e perfida, angelo e demonio, amante e padrona, un fiume di sborra si riversa sui suoi piedi, un caldo fiume di seme maschile che si insinua tra i suoi interstizi luminosi...e proprio allora squilla il telefono - JUST IN TIME! - è mia moglie per chiederci dove siamo finiti e quanto ci vuole ancora.
E io, mentre le troietta mi guarda soddisfatta e mi toglie la catena facendomi segno di un pompino veloce e dicendomi ''bravo, cagnolone, sei sempre il solito cucciolo che non mi delude'', rispondo a mia moglie che stiamo arrivando...tutto questo mentre ancora dal mio cazzo gocciola sborra sui piedi di Simona, piedi che sono stati ''sverginati'' esattamente la notte in cui lei è diventata maggiorenne, sapete, per non correre rischi...mentre gocce di sborra cadono sul pavimento della camera...e io che piango lacrime di gioia perché ancora una volta ho onorato con il mio seme i piedi della mia regina e dea, lei che alla fine mi dà una ripassata sul cazzo con i piedini e mi ordina di asciugarle la sborra con la lingua ''è roba tua, stronzo'', e poi mi succhia l'uccello con le sue labbra di rossetto, vuole un altro orgasmo, e un altro ancora...ed è pronta a togliersi le mutande e a darmi il culo, lì, in quella stanza dall'albergo, mentre gli ultimi raggi del sole passano dalla finestra...io vorrei entrarle anche stasera di dietro e sfondarle il culo da puttana che si ritrova ma dobbiamo scendere, dobbiamo raggiungere gli altri, lo capisce anche lei...e così, a malincuore, le rimetto le zeppe, che ora non pesano più e si attaccano alla sborra appiccicosa che come lozione preziosa ha ammorbidito i piedi della mia puttana...

Scendiamo di sotto. Io con il cazzo svuotato e mia figlia con un'altra umiliazione del padre da vantare...mia moglie chiede ''Come mai tutto questo tempo? Dove eravate finiti?'' E io ''Beh, Simo doveva sistemarsi le scarpe e tra una cosa e l'altra si è perso tempo''.
Eravamo rimasti via una ventina di minuti, ma quel paradiso era stato talmente bello - come ogni volta - che sembrava essere durato solo pochi istanti...

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