Omaggio a zio Renato (seconda parte)

di
genere
gay

Omaggio a zio Renato (seconda parte).
Come avevo descritto Renato nel primo racconto, non fa forse pienamente luce sulla sua persona.
La sua carica sessuale mi aveva coinvolto totalmente.
La sua brutalità e il suo sadismo nel possedermi mi aveva totalmente sottomesso a questo brutale stallone.
La stanza segreta (genialmente nascosta e sapientemente arredata) del suo meraviglioso rustico di campagna dove io, prima di concedermi a lui mi trasformavo in donna, era diventata il mio regno.
La descrivo ancora (come ho fatto nel primo racconto "Omaggio a zio Renato").
Il D'Annunzio non avrebbe saputo fare di meglio:
Al centro troneggiava una vasca in stile liberty con rubinetteria dorata.
Armadi e mobili porta biancheria erano ovunque.
Una scarpiera esageratamente grande faceva intravedere al suo interno decine di calzature femminili di ogni tipo.
La prima volta mi disse: "Qui hai tutto l'occorrente: lingerie femminile di ogni genere. Le scarpe più sexy, calze, reggicalze, guepiere, gonne corsetti e minigonne. Seni in lattice, reggiseni, i migliori trucchi per il viso e le creme più costose. Parrucche corte, medie, lunghe. Cerette lamette e creme depilatorie e sali pregiati da bagno. Gioielli veri e i migliori profumi".
Ricordo ancora l'eccitazione che si impadronì di me e il folle desiderio di essere posseduto/a da quel maschio intrigante.
Dopo la prima volta, (per i curiosi consiglio di leggere il mio primo racconto) ci vedevamo spessissimo. Ogni volta era più bella della precedente.
Una sera, a cena, mi disse che mi stava proponendo qualcosa di superlativo.
Avevo i brividi.
La sua fantasia erotica era senza limiti. Tremavo dal desiderio.
Mi disse: "Ormai ci vediamo da un mese. Ti trovi bene con me? Soddisfo i tuoi desideri?"
Risposi un po' imbarazzato: "Penso che non potrei più fare a meno di te. Mi hai totalmente sottomesso. Non faccio altro che pensare al modo in cui mi possiedi e... passerei la vita a letto con te".
Notai una smorfia di soddisfazione sul suo viso.
Disse: " che ne dici di MOVIMENTARE un po' la cosa tra di noi?"
Non capivo.
Proseguì: "Vedi... ho degli amici.. ai quali ho parlato di te.. che ti vorrebbero conoscere. Per carità.. aspetta.. SOLO conoscere.."
Ci rimasi un po' male.
C'era qualcosa di strano nella sua espressione.
Era preso da una strana euforia.
Presi coraggio e dissi: "cosa dovrei fare?"
Rispose: "sabato prossimo saranno qui da me a cena. Sono in quattro. Sulla cinquantina. Tutti begli uomini. Educati, eleganti, e... curiosi. Curiosi di vederti.
Io dissi: "non stiamo bene insieme solo io e te? Cosa dovrei fare a questa cena?"
"Nulla di particolare. Cucinerò io. Tu dovresti solo servire in tavola ed essere gentile con loro. Mangerai prima. Vedi.. queste persone mi hanno fatto dei grandi favori e non potevo dire di no". Naturalmente dovrai dare il massimo di te stessa nel prepararti per l'occasione. Dovrai essere bellissima. Dovrai farti guardare e desiderare. Nient'altro. Promesso".
Dopo aver bevuto parecchio accettai.
Vedevo la sua eccitazione. Qualcosa non mi tornava, ma ero curiosa di vedere cosa sarebbe successo.
La cena era per le 21 di sabato.
Andai da lui alle 15.
Iniziai come sempre con un interminabile bagno.
Feci un uso esagerato di essenze pregiate e sali da bagno.
Ci misi poi più di un'ora a depilarmi maniacalmente in ogni parte del corpo.
Poi un altro bagno.
Poi creme ovunque. In abbondanza.
Scelsi un profumo fantastico: Shumukh. Considerato probabilmente il profumo più caro al mondo, prodotto dal marchio di lusso The Spirit of Dubai.
Ne versai parecchio sul palmo della mano e poi, delicatamente, mi massaggiai l'orifizio anale.
Optai, come spesso facevo, per il nero: calze velate nere di squisita fattura, reggicalze, minuscolo tanga.
Scelsi ancora una parrucca nera corta, a caschetto.
Dopo essermi truccato in modo perfetto, aver indossato elegantissimi gioielli e un abitino corto nero, mi ammirai allo specchio.
Il seno di lattice, sotto l'attillatissimo ed elegante abitino, mi rendeva molto desiderabile.
Un metro e settantacinque, tonica e bellissima.
Ultimai indossando le scarpe; decollete stiletto nero con tacco 12.
Ora ero perfetta.
Fantastica.
Come tutte le volte, il risultato era strabiliante.
Nello specchio vedevo una donna. Una splendida donna che non aspettava altro che essere montata dal suo uomo.
Ore 20.30!
Velocemente scesi le scale e arrivai in cucina.
Renato aveva preparato tutto. Uno chef d'eccezione.
La scelta dei cibi era infinita.
I vini migliori d'Europa erano a disposizione.
Renato disse: "sei proprio un gran pezzo di fica!" Non smetteva di girarmi intorno colmo di ammirazione. "bevi qualcosa tesoro? Dai.. così ti rilassi un po'.."
Il culo mi pulsava dal desiderio. Avrei voluto trascorrere con Renato una fantastica notte di sesso sfrenato.
Bevvi un doppio whisky. Tutto di un fiato. Mi sentii più a mio agio.
Lo desideravo. Sognavo il dopocena con lui. Sognavo la sua nerchia enorme, dura e venosa che mi avrebbe preso. Sognavo la sua gigantesca cappella che avrei succhiato avidamente. Avevo voglia del suo sperma.
L'eccitazione stava salendo.
Alle 21 in punto suonarono alla porta.
Renato disse: "vai ad accoglierli tesoro! Io do gli ultimi ritocchi alla tavola.."
Aprii la porta.
I quattro uomini, atletici e molto eleganti, entrarono e si profusero tutti in un baciamano galante.
"Buonasera! sei splendida! Come ti chiami?"
"Reginella" risposi ridendo forse un po' troppo.
"Che magnifico nome! Ti si addice proprio!"
Non potei fare a meno di vedere, in tutti e quattro, un evidentissimo ingrossarsi nella patta dei pantaloni..
"prego.. accomodatevi" dissi. E li accompagnai in sala da pranzo.
"Renato! Amico mio! disse il più alto dei quattro..
"Amici!" disse Renato con entusiasmo. ""E' un vero piacere avervi qui tutti, stasera.."
"Renato! disse Antonino (così si chiamava quello che sembrava il capo del gruppetto).
"Ci avevi detto di Reginella ma.. siamo rimasti tutti affascinati dalla sua bellezza! Devi essere più preciso la prossima volta!"
"Accomodatevi!" rispose Renato un po' imbarazzato.
"Reginella! Inizia a portare le vivande! Svelta!"
Rimasi alquanto interdetta. Mi trattava come una serva..
Ad ogni modo servii a tavola. E lo feci bene; servii il vino riempiendo svariati bicchieri. Il gruppo beveva molto. Anche il mio Renato.
Per due ore rimasero a tavola.
Servii alla fine il dessert, il caffè e i liquori.
Anche con i superalcolici non scherzavano affatto.
Alla fine della cena, con sigari Avana come giusta conclusione, Antonino disse:
"Bravo Renato! io e i miei amici siamo rimasti molto soddisfatti! Ora ci devi venire a trovare tu giù al Sud! Ma la stella della serata è Reginella! Comunque Renato, quelle piccole pendenze che avevi nei nostri confronti, dopo questa nottata saranno sicuramente cancellati!". Ebbi un brivido. Cosa voleva dire? Chi era quella gente?
"Mostraci la casa Renato! Ti sei sistemato bene! E abbiamo faticato non poco a trovarti!"
Il cuore mi batteva forte.
Qualcosa non andava.
"Prego!" disse Renato, accompagnandoli nella visita.
Io restai un po' indietro.
Antonino disse:"Reginella! Stai avanti anche tu! Così io e i miei amici ammiriamo lo splendido culo che hai!"
Mi sforzai di sorridere.
Giunti alla faraonica camera da letto di Renato, entrammo.
Silenzio.
Nessuno parlava.
Ci pensò Renato: "Bene.. allora come pattuito vi lascio soli con Reginella.."
Il panico si impossessò di me. "Renato! Cosa significa? Dove vai?"
"Silenzio signorina!" disse Antonino. "Non vorrai farci arrabbiare?"
Renato uscì e il più basso dei quattro chiuse la porta a doppia mandata.
Si tolsero le giacche. Tutti portavano una fondina ascellare.
Cominciarono a spogliarsi, guardandomi pieni di desiderio.
Mi si fecero intorno.
Uno mi girò di scatto ammirando il mio fondoschiena e ansimando rumorosamente.
La manata sul culo arrivò improvvisa. Violenta.
Gli altri cominciarono a fare lo stesso.
"Cazzo che culo sodo! Non vedo l'ora di mangiartelo tesoro!"
"Spogliati! Ma tieni le scarpe le calze e il reggicalze! E' un ordine!"
Sogghignavano come animali guardandomi..
"Ora dovrai fare la brava con noi.. altrimenti ci arrabbiamo.."
"E ti sculacciamo!" disse un altro.
Ubbidii. Non avevo alternative.
Erano completamente nudi. Tutti e quattro possedevano dei cazzi spettacolari.
"Reginella! Abbiamo preso due pastiglie di Viagra a testa! Così ti ricorderai bene questa notte!" E ridevano.
Mi si fecero attorno.
Mi palpavano contemporaneamente.
In maniera rude.
Istintivamente mi abbassai. Mi si fecero ancora più vicini. Sentivo l'odore acre e selvatico dei loro cazzi. Cominciai.
Prima delicatamente e poi con maggior impegno cominciai a succhiare.
Quegli arnesi sembravano di marmo.
Si stavano eccitando sempre di più. "Brava Reginella! Hai capito cosa devi fare!"
Dopo un quarto d'ora di pompini, mi sollevarono di peso e mi gettarono sull'enorme letto di Renato:
"Ora ti tolgo le mutandine!" disse Antonino.
"Ho il reggicalze.. volevate che lo tenessi.."
"Nessun problema!" Il serramanico gli spuntò tra le mani. Impallidii.
Rapidissimo, tagliò il perizoma e lo sfilò.
"Svelta! Mettiti a pecorina" Urlò.
Lo feci. Sentii subito lingue saettanti che mi leccavano con energia il buco del culo. Mi vergogno a dirlo: mi piaceva..
Antonino fu il primo. Aspettavo con desiderio di ricevere in culo quel mega cazzo.
Usò la tecnica di Renato: si spalmò il membro durissimo di una sostanza molto oleosa e profumata.
Appoggiò l'enorme cappella al mio buco. Poi la tolse. Infilò dentro di me due dita.
Urlai. Lui rideva.
Poi, riappoggiò deciso la nerchia e, con un solo violentissimo colpo, spinse fino in fondo.
Io urlavo. Nessuno mi poteva sentire.
Cominciò a pompare. Lento e profondo. Poi più veloce e violento.
Urlava bestemmiando: "Prendi puttana! Ti piace il mio cazzo vero?"
Io rispondevo (e sinceramente): "Si! Fottimi! Continua! Ti prego! Non sborrare! Sono tua!" Urlavo sempre di più. Avevo le lacrime agli occhi. Mi faceva male ma mi piaceva: Troppo.
Antonino, senza fermarsi, disse: "forza amici! Unitevi alle danze!"
Mi trovai due cazzi durissimi in bocca. Desideravo una scorpacciata di sborra.
Il quarto mi baciava. La sua lingua sapeva di liquore e sigaro.
Mi piaceva.
Quattro uomini! Per me!
Si alternarono dentro di me. Si davano il cambio ogni dieci minuti.
Tutti erano degli eccellenti inculatori. Non ce n'era uno più bravo degli altri.
Per due ore non si fermarono. Io venni due volte con i loro cazzoni in culo.
Poi, sentii che Antonino (mi stava montando lui) accelerava la frequenza dell'inculata.
Diede quattro colpi. Violentissimi. Fino in fondo. Poi, urlando, disse "sbooorrro!!!"
Sentii il fiotto di sborra riempirmi. Bollente. Satanica.
Rimase dentro di me. Gli altri tre erano sdraiati di schiena davanti a me. Mi nutrivo di loro con grande abilità. Uno dopo l'altro, esplosero. Non ne persi una goccia. Tre sborrate copiose in bocca mi stavano nutrendo.
E quando finirono, ne volevo ancora.
Poi ricominciammo.
Non avrei più smesso.
Ogni tanto bevevamo Champagne. Parecchio.
Ero in Paradiso. O all'Inferno. Non so.
Al mattino se ne andarono.
Fecero la doccia e si rivestirono.
Neanche salutarono.
Dormii fino alle 14.
Mi svegliò Renato.
Disse: "Mi hai salvato...ora è tutto a posto".
Notò i miei glutei ancora arrossati per le violente sculacciate.
Erano evidenti anche tracce di morsi.
"Mi dispiace. Ti hanno trattata bene?"
"Abbastanza" dissi.
Non potevo dirgli che in realtà ero impazzita dal piacere che mi avevano dato quei quattro stalloni.
Le mie natiche erano parecchio rosse per le sculacciate di ore.
Renato si sdraiò vicino ame.
Gli sbottonai la patta e cominciai, avidamente, a fare quello che desideravo di più nella vita. Cibarmi della sborra di enormi uccelli, e prenderli in culo sino allo sfinimento.
Grazie Renato. reginella2462@virgilio.it















di
scritto il
2022-03-15
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