Il Coinquilino

di
genere
dominazione

Avevo appena cominciato l'università ed ero molto eccitato di andare a vivere da solo lontano da casa. Avevo scelto una facoltà ad un'università di Bologna, dove avrei sicuramente fatto nuove conoscenze, e avrei visto il Mondo sotto una nuova luce. Appena arrivato nella nuova casa, scoprii che dopo qualche giorno sarebbe arrivato un ragazzo a vivere con me. Ho pensato che sarebbe stato bello condividere lo spazio con un'altra persona. Quando è entrato per la prima volta, mi sembrava un ragazzo molto tranquillo, per bene. La mia vita procedeva tranquillamente all'università, e iniziai ad avere più confidenza con il mio coinquilino. Si chiamava Fabio, aveva i capelli rossastri e vestiva alla moda. Un giorno mi trovavo in casa, che studiavo al PC. Fabio rientra, abbastanza sudato, e dice che era andato a fare una corsetta. Si siede sulla poltrona e appoggia i piedi sul tavolino. Mi piaceva quella situazione, ma mai quanto nel momento in cui si toglie le scarpe, rimanendo con le piantone davanti a me. Io ero sbalordito a quella vista, e solo il fatto di vedere i suoi calzini sudati davanti a me mi inebriava il cervello. Sentivo l'odore dei suoi piedi, e questo mi eccitava tantissimo. Ancora di più mi eccitava il fatto che lui non si curava della puzza. Ad un certo punto si toglie i calzini, senza neanche alzare lo sguardo. Io ero esterrefatto. Continuavo a studiare sul PC, mentre guardavo i suoi piedi sudati sul tavolino. Pensavo che la situazione fosse assurda, e che sicuramente lui si rendesse conto del fatto che le sue estremità erano vicinissime alla mia faccia. Continuava ad usare il telefono, mentre io stavo esplodendo.
"Vedo che gradisci" dice lui ridendo. Io ho un sussulto. "Cosa?" Chiedo. "Vedo che ti piace l'odore dei miei piedi sudati". Io persi un battito. Cosa voleva dire? Avevo fatto intendere qualcosa? "Di cosa parli scusa?" Chiesi io. "Eddai, non fare il finto tonto. I miei piedi adesso puzzano da morirez e tu non hai detto nulla, e li hai a 10 centimetri dalla faccia. È ovvio che ti piacciono". Lui rideva e aveva un tono amichevole. "Non ti ho detto niente... Perché non mi danno fastidio effettivamente" adesso il mio sguardo era fisso sulle piantone fisse sul tavolino. I suoi piedi erano grandi e abbastanza larghi. "Quindi ti piacciono?" Chiese lui. Io ero pietrificato. "Beh... Sì, mi piacciono". Non sapevo perché l'avevo detto,adesso ero nei guai. "Non c'è niente di male, scommetto che ti piacerebbe guardarli più da vicino. Io non sapevo proprio che dire. Continuavo a fissare i suoi piedi, mentre morivo dalla voglia di sottomettermi. "Perché non li annusi?" Ormai la situazione era disperata, mi sembrava surreale e io feci quello che non mi sarei mai aspettato. Mi avvicinai ai piedi e diedi una forte annusata. Fabi scoppiò a ridere. "Dai, non avere paura." Disse. Io inziai ad annusare più profondamente. Erano sudatissimi, e sapevano di calzini sporchi. Fabio tornò a guardare il teledono. Io non aprivo bocca, continuavo solo ad annusare. "Bravo cagnolino" disse lui con indifferenza. Questa frase mi fece esplodere il pisello nelle mutande. Fabio ritrasse i piedi dal tavolino e mi guardò negli occhi. "ascolta, visto che vai matto per il sudore dei miei piedi, penso che ti piacerebbe diventare il mio schiavetto mentre viviamo insieme."
"Si, va bene." Dissi io mentre ero praticamente in ginocchio. Fabio rimise i piedi sul tavolino. "Bene, adesso continua ad annusare, ne parleremo meglio domani."
scritto il
2022-03-05
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