EVA & PAT: La ragazza dei castelli di sabbia (Parte 1 di 2)

Scritto da , il 2022-03-03, genere pulp

[Episodio apocrifo sulla "Saga della Serenissima" di Patrizia V.
Racconto multi-genere: orgia, saffico, dominazione, prime esperienze, umoristico, gay, sentimentale...ma soprattutto, è un apologo dolceamaro sulla Diversità.]



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LA RAGAZZA DEI CASTELLI DI SABBIA (giorno 1)
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Che bello: due giorni di vacanza in assoluta libertà dagli impegni!
Per due giorni niente incarichi dall'Agenzia, niente russi che cercano di farmi la pelle, niente trans che si vogliono vendicare, e niente Angela che devo massacrare di botte (beh, quello è sempre un piacere...)
Due giorni in cui voglio solo rosolarmi al sole sulla spiaggia di Bellaria, in compagnia di Eva.
In verità con noi ci sarebbe anche Jasmine...ma solo quando siamo a bordo della Serenissima; per tutto il resto è come se non esistesse, dato che non mette piede a terra. Paura della folla. Deve avere anche un nome scientifico, che però adesso non mi viene in mente...
- «Enoclofobia.»
- «Giusto, grazie, Eva...»
(!!...E come faceva a sapere cosa stavo pensando?! La mia olandesina sta diventando sempre più diabolica...)
- «Eva...Hai per caso dei poteri telepatici?»
- «Ma no, ho solo applicato il metodo deduttivo di Auguste Dupin...Hai mai letto l'incipit di "I delitti della Rue Morgue"?»
Che nervi quando fa l'intellettuale...Meglio andare a farmi un giro, se no alla "morgue" ce la mando io...

*****

Vado al bar a prendermi una bibita. Mentre sono al bancone, una mano mi si posa sulla spalla.
- «Ciao, Patrizia! Piccolo il mondo, eh?»
Ma guarda chi si rivede...LINO, il bidello della scuola dove insegnavo!
- «Lino! Quanto tempo!...Come mai qui?»
- «Che devo dirti, Pat...Le spiagge sono sempre un buon terreno di caccia...»
- «Hai già adocchiato qualche bel maschione? Attento a non rubarmi le prede da sotto i denti...»
- «Ah!Ah! Tranquilla, sarà difficile che ci buttiamo sullo stesso esemplare...»
Difatti, per chi non lo sapesse, il simpatico Lino è un GAY ATTIVO. Più di una volta mi ha aiutato a togliermi dai guai, ai tempi della scuola.
Mi lascia il suo numero di telefonino e poi ci salutiamo. Magari prima di ripartire lo chiamo per berci un drink insieme.

*****

Torno da Eva sotto il nostro ombrellone.
Noto che poco lontano da noi si è formato un assembramento di persone, manco ci fosse Angelina Jolie che prende il sole nuda.
Incuriosite, ci avviciniamo alla calca.
Scopriamo che stanno ammirando una costruzione di sabbia che riproduce la Torre di Pisa. Wow. Un lavoro davvero spettacolare.
L'autrice dell'opera è una ragazzina magra dai capelli a caschetto biondi, che continua a lavorare con indifferenza.
Dev'essere un'artista di strada che campa con l'esibizione del proprio talento. Infatti il suo cestello delle offerte è pieno di ben meritate mance.
Di solito non sono una che lascia oboli, comunque stavolta un biglietto da 10 mi sento di depositarlo.

Dopo aver contemplato la sua opera, inizio a rimirare anche la ragazzina.
Ha un fisico gracile, con poco seno ma un culetto ben fatto. Il viso è pienotto, da bambola, con lentiggini giovanili sulle guance. Un tipino intrigante. Stuzzica la mia fantasia di corruttrice di giovinette.
- «Stai facendo pensieri impuri, Pat?», mi sussurra Eva.
Di rimando, faccio un sogghigno malizioso. Yeah, un bocconcino così vale almeno un tentativo di infilarmi nel suo bikini.

Mi avvicino a lei e abbozzo un dialogo per tastare il terreno.
- «Un gran bel lavoro, complimenti. Hai fatto qualche scuola d'arte?»
Ma la ragazzina mi ignora totalmente, continuando a lavorare coi suoi attrezzi.
- «Ehi, ti ho fatto una domanda!»
Niente; non mi degna nemmeno di uno sguardo.
- «Diavolo...Tu avresti proprio bisogno di imparare un po' di educazione, smorfiosetta!», sbotto irritata.
- «Aspetta, Pat...Non te ne sei accorta?», mi dice Eva.
- «Accorta di che?»
- «È sordomuta!»

Acc...Sentivo proprio la mancanza della mia gaffe quotidiana...
Eva si inginocchia di fronte a lei, in modo che possa guardarla in faccia.
- «Ciao...Per caso sai leggere il labiale?»
Annuisce.
- «Come ti chiami?»
Scrive "TINA" sulla sabbia con un dito.
- «Piacere di conoscerti, Tina. Io sono Eva, e questa è la mia amica Pat.»
Mi fa un cenno di saluto con la testa, poi torna a dedicarsi alla sua opera.
- «Ciao, Tina. Mi spiace di averti detto quelle cose, non potevo sapere che...»
- «Di certo prima non ti aveva sentito», ridacchia Eva, «Né ti può sentire adesso, se non richiami la sua attenzione sulle tue labbra!»
- «Ah già, che stupida...»
Le poso una mano sulla spalla...

...e subito dopo, incredibilmente, lei reagisce come se le avessi versato addosso dell'acido solforico:
- «HHYYYYYYYYYYYKKKK!!!»
Lancia un grido stridulo, acutissimo, che mi perfora i timpani. Ma a gelarmi il sangue è la sua espressione: TERRORE. Terrore puro.
Non capisco, l'ho solo sfiorata...
- «Ehi, ehi, buona...Non ti faccio niente, guarda...», dico sollevando le mani...ma lei non si calma, e si rannicchia tremante contro la torre di sabbia.
- «Eva...Perché fa così?»
- «Non lo so, Pat, sono sorpresa quanto te. Forse è meglio lasciarla da sola finché non si tranquillizza.»
- «Sì, lo credo anch'io...»

Torniamo sotto il nostro ombrellone, tenendo un occhio verso la ragazzina. Sembra essersi calmata.
- «Cacchio, ho ancora la pelle d'oca per quel suo strillo...Chissà cosa le era passato per la testa...»
- «Nessuno può saperlo. Il sistema di percezioni di una persona sordomuta è completamente diverso da quello di noi "normali". Pensaci, Pat: passare l'intera vita senza sentire nessun suono...Come puoi ridurti, alla lunga?»
- «Però è strano che una persona così menomata sia tanto brava a modellare la sabbia...»
- «No, affatto. Molti autistici sviluppano delle abilità straordinarie proprio per riflesso del loro handicap. Probabilmente la sordità di Tina l'ha indotta a concentrarsi intensamente su quel tipo di talento.»
- «Insomma...qui abbiamo una "RAIN WOMAN" che, invece di saper ricordare a memoria le carte da gioco di 10 mazzi, sa fare costruzioni incredibili con la sabbia?»
- «Sì, qualcosa del genere. Con ciò intendi mollare l'osso, Pat?»
- «Al contrario; la trovo sempre più interessante. Più tardi voglio scoprire qualcosa in più, su di lei.»

*****

Ormai il sole è al tramonto e la spiaggia inizia a spopolarsi; è il momento buono per tentare un secondo approccio.
Raccogliamo le nostre cose e facciamo i primi passi verso Tina...quando vediamo che viene avvicinata da tre ragazzotti.
A giudicare dagli orologi e dai ninnoli di lusso, si direbbero dei figli di papà pieni di grana.

I tre circondano la ragazza con un fare tutt'altro che cordiale. Io ed Eva siamo distanti, ma tendendo le orecchie possiamo sentire i loro discorsi.
- «Ehilà, minorata...Ci stavi aspettando anche stasera, sì?»
- «Cosa hai fabbricato, oggi?...Oh-la-là, la Torre di Piscia! Sai perché si chiama così?», dice il secondo orinandoci sopra.
- «Ma è tutta storta, guarda come pende...pende...PENDEEE!», dice il terzo appoggiandosi alla torre finché non crolla.
- «Ops!...Ma tanto a te non serviva più, vero? Guarda quanta grana che avevi già raccattato...», dice afferrando il cestello coi soldi delle offerte.
- «NHM! NHM!», biascica lei supplichevole, tendendo una mano verso il cestello.
- «Che c'è, lo rivuoi? Bene, allora sai già cosa devi fare...Muoviti!»
Dopo di che, il terzetto si dirige verso una cabina, e lei li segue a ruota.
La faccenda puzza di BULLISMO lontano un miglio. E se c'è una cosa che non sopporto, sono proprio i prepotenti.

La loro cabina è proprio di fianco alla nostra. Dalle fessure tra le pareti divisorie, si può sbirciare quel che accade all'interno.
Vediamo i tre bulli che strappano il bikini di dosso alla ragazza, poi la fanno inginocchiare e le sfoderano gli uccelli davanti al viso.
- «Oplà! Dai, mongoloide, infila questo giù per la gola, così magari dopo ti torna la voce!»
- «Speriamo di no...Chissà che cretinate direbbe se potesse parlare, questa scema!», commenta un altro dandole pressioni sulle orecchie con la cappella.
Uno dopo l'altro i tre merdosi se lo fanno intostare scopandole la bocca a turno. La ragazza è totalmente passiva; si lascia fare di tutto senza reagire.

Poi uno la fa alzare prendendola per un orecchio, quindi le solleva una gamba e la penetra sul davanti. Tina sembra quasi...ASSENTE, non dimostra la minima emozione; né piacere né disgusto.
- «Che c'è; non ti piace così? Sei sorda anche dalla fica?»
- «Allora vediamo se dal culo ci sente meglio!», sghignazza un altro mettendosi alle sue spalle a cazzo teso.
Dà un affondo secco e la incula senza troppi riguardi. La giovane spalanca la bocca senza emettere un suono, ma la sua espressione è eloquente di quanto le stanno facendo male.
Io sono scossa da fremiti di rabbia, sto quasi per fiondarmi nell'altra cabina a fare un macello...ma Eva mi fa segno "Calma" con la mano.

I tre vigliacchi si danno il cambio a pistonarla in tutti i buchi. Vanno avanti così per un po', finché vengono tutti e tre quasi allo stesso tempo, mirando col cazzo alle orecchie di Tina.
- «Tieni, sorda...Ecco la medicina giusta per sturarti le orecchie!»
- «Macché...Le è finita tutta direttamente nel cervello, ahahah!»
Soddisfatti, si puliscono il cazzo con le banconote del cestello, e infine glielo rendono.
- «Grazie di tutto, ritardata...E adesso levati dalle palle, che non ci servi più!»
- «Già...Almeno fino a domani, ahahah!»
Sempre con aria assente, Tina si rimette il bikini ed esce dalla cabina dei tre bastardi.

Io ho il sangue alla testa. Ho una voglia matta di prendere il fucile subacqueo e sparare un arpione nel culo di quegli stronzi.
Respiro a fondo per farmi sbollire. Nel frattempo Eva mi fissa in silenzio.
- «Perché mi stai guardando così, Eva?»
- «Mi stavo chiedendo cosa intendi fare adesso, Pat.»
- «Cosa intendo fare? NIENTE. Non sono affari miei, giusto?»
- «Giusto, Pat.»
- «Cioè...Chi sono io? Madre Teresa? Non è compito mio risolvere i mali del mondo.»
- «Giusto, Pat.»
- «E poi, cazzo...Quella cretina deve imparare a farsi rispettare da sola, senza pensare di essere circondata da buoni samaritani che la difendono. Ho ragione o no?»
- «Giusto, Pat.»
- «Eva...Vaffanculo!»
- «Perché?»
- «Mi stai assecondando come si fa coi matti. Non lo sopporto.»
L'olandesina sospira.
- «È perché ti conosco, Pat. Dietro tutta questa manfrina nichilista, hai già preso una decisione.»
- «E sentiamo: cos'è che avrei "già deciso", secondo te?»
- «Di dare una mano a quella poveraccia, naturalmente.»
- «Ma neanche per idea! Stavolta sei proprio fuori strada, Freud dei poveri!»

*****

Manco a dirlo, 5 minuti dopo sono già lì alla torre di sabbia, dove la biondina sta radunando le sue cose. (Non mi volto verso Eva, che sicuramente starà ridacchiando alle mie spalle.)
Mi chino davanti a Tina in modo che possa leggermi le labbra:
- «Ehi, senti...Anche noi stiamo per andare via, forse possiamo darti un passaggio...Tu dove abiti?»
Ci pensa un attimo...poi mi dà un foglietto con un indirizzo.
- «Ah, che fortuna...Andiamo proprio da quella parte», dico mentendo.
Fa segno "OK" con una mano.
- «Bene, vieni. L'auto è da questa parte...»
Faccio per sfiorarla...e subito lei si irrigidisce come la volta scorsa. Mi fermo subito, prima che lanci un altro urlo strazia-timpani.

- «Strana, però, questa sua reazione: quando quei tre balordi l'hanno molestata, lei non ha fatto una piega», dico rivolgendomi ad Eva.
- «Non ne sono sicura...ma credo che lei abbia paura solo del contatto di mani FEMMINILI. Forse è un trauma d'infanzia, chissà.»
- «Ah, andiamo bene! Insomma, da tutti questi sforzi non si rimedierà nemmeno una palpata di tette?»
Eva ridacchia battendosi le nocche sulla fronte. Meglio non chiederle spiegazioni di quel gesto.

*****

Avevamo noleggiato un'auto per muoverci in città in questi due giorni, e con quella partiamo in direzione della casa di Tina.
A metà del percorso, la piccola mi batte su una spalla indicandomi un negozio di alimentari. Mi fermo...e lei salta giù dall'auto lasciando spalancata la portiera. Riesco a richiuderla appena in tempo prima che un camion me la tranci via.
- «Accidenti a lei...e accidenti a me! Ma cosa mi è saltato in mente di fare da balia a quella svitata!»
- «Uhmm...»
- «"Uhmm"? È tutto qui ciò che hai da dire, psicologa dei miei coglioni?»
- «Quella "svitata" sembra non avere la minima nozione di come ci si muove in un ambiente sociale. Questo è strano anche per una sordomuta.»
- «E quindi?...»
- «E quindi restiamo ancora un po' con lei. Io ho una mezza teoria, ma mi servono più informazioni.»

Un paio di minuti dopo la giovinetta ritorna.
Mi cade l'occhio sulla sua borsa della spesa: un po' di pane, un pezzo di formaggio, qualche uovo e...TRE BOTTIGLIE DI WHISKY?!
- «Ehi, Eva...A quanto pare soffre pure di alcolismo, la piccola handicappata!»
Da dietro, la ragazzina mi passa un foglietto:
"Si dice 'DISABILE', ignorante!"
Mi volto verso di lei:
- «Ehi, credevo che tu non ci sentissi!»
Mi passa un altro foglietto:
"Infatti ho letto il tuo labiale sullo specchietto retrovisore."
Ohibo'. La piccola è più sveglia di quanto credessi. Probabilmente Eva ha ragione: una menomazione fa sviluppare enormemente tutti gli altri sensi per sopperire al deficit. Credo che la nostra giovane amica sia piena di sorprese.

*****

Poco dopo arriviamo a casa sua, una casupola fatiscente alla periferia di Bellaria.
Appena entriamo ci si presenta davanti una donna sulla quarantina che dev'essere la madre di Tina.
La mia prima impressione è tutt'altro che positiva. Non è una brutta donna, però è trasandata. Una bellezza invecchiata male, sfiorita per mancanza di cura. Mi dà l'idea di una ex-mignotta sul viale del tramonto.
- «Alla buon'ora, stupida!», esclama fiondandosi subito su una bottiglia, «Dov'è il resto dei soldi?»
Tina glieli porge, e immediatamente la donna glieli strappa di mano.
- «Tutto qui?! Io dico che ti sei imboscata qualche pezzo da 20, brutta imbrogliona...Ma dopo facciamo i conti!»
Le molla uno sberlotto sulla nuca. Non fa male, ma fa trasparire un profondo disprezzo.

Poi guarda me ed Eva di sottecchi, come se si accorgesse solo adesso della nostra presenza.
- «E voi due chi cazzo siete? Altra gente del servizio sociale?»
- «Siamo solo delle amiche di sua figlia, signora...»
- «Amiche? A questa disgraziata non servono amiche, le basto io!», ribatte acida.
Si fa una trangugiata di whisky, poi strattona Tina per un braccio in modo da farsi guardare in faccia.
- «Vai in cucina e prepara qualcosa da mangiare. Muoviti, brutta deficiente!», le dice spintonandola in malo modo.

Io mi sento ribollire il sangue. Sto per dare un parere a questa stronza, ma Eva mi trattiene. Tento allora un approccio diplomatico:
- «Signora...Sua figlia ha dei talenti speciali, ma temo che Lei non la aiuti a svilupparli, se la tratta così...»
Mi manda un'occhiataccia torva.
- «Ehi, saputella, non farmi prediche. Hai idea di quanto mi sia costato tirar su quello scherzo della natura? Tu non sai niente. "Talenti speciali"? Puah! L'unico talento che ha è quello di fare pompini per soldi. Saremmo già morte di fame, se non la mandassi ogni giorno in spiaggia a fare marchette ai turisti!»
- «A fare...marchette?!? Ma no, in spiaggia Tina guadagna costruen...»
Eva mi interrompe con un calcetto alla caviglia.
- «Mi state stufando, voi due sputasentenze. Se non siete del servizio sociale, non avete niente da fare qui. FUORI!»
- «Ci lasci almeno salutare Tina...»
- «La scialuterò io da parte voshtra. Ora levattevi dai pieddi!»
L'alcol comincia a farle trascinare la lingua. Meglio andarsene prima che diventi aggressiva.

*****

Appena usciamo, sento il bisogno di respirare a pieni polmoni un po' di aria pulita.
- «Hai capito quel che succede in questa casa, Eva?»
- «Sì. Mentre sua madre la crede fuori a battere, Tina invece porta a casa dei soldi con le sue creazioni di sabbia...e la donna li spende tutti in alcolici. E come ricompensa la ragazza viene riempita di sberle. Questo spiega la sua reazione terrorizzata quando avevi provato a toccarla: ormai Tina associa il contatto femminile alle botte che le rifila sempre sua madre.»
Che schifo. E io che pensavo di non essere una buona madre per la mia Giulia.
- «Ma perché non si ribella? E perché permette a quei tre bulli di usarle violenza?»
- «Ti sorprende? Non ha mai avuto amici, né una vita sociale...Probabilmente le attenzioni di quei bulli la fanno sentire in qualche modo "accettata" dal resto del mondo. E deve sottostare ai loro abusi, perché se tornasse a casa senza i soldi che le sequestrano, sua madre la ammazzerebbe di botte.»
Sono talmente nauseata che non riesco a dire una parola.

Risalendo in auto, troviamo un origami sul sedile. Uno stupendo cavallo alato. Immagino sia il ringraziamento di Tina per il passaggio.
- «Incredibile! E l'ha fatto in pochi secondi...usando solo un pezzo di carta strappato dal sacchetto del pane!»
- «E probabilmente questo è ancora niente...A quanto pare, Tina ha sviluppato la capacità di creare bellezza da qualsiasi cosa, dato che lei non possiede nulla.»
- «Un talento simile...ed è costretta a fare quella vita di merda. Dio ha proprio uno strano senso dell'umorismo.»
- «Non metterei in mezzo Dio...Vedi, secondo gli ultimi studi di Isaac Gobenkroft, l'attitudine che chiamiamo volgarmente "talento" è in realtà determinata da...»
- «Eva...»
- «Sì?»
- «Chiudi il becco!»
Spiacente, ma non sono dell'umore di ascoltare sermoni scientifici. Questa faccenda mi fa proprio salire la carogna. (E meno male che avrebbero dovuto essere due giorni di totale rilassatezza...)

*****

La sera ci ritroviamo a bordo della Serenissima.
Nessuna delle due sa cosa fare con la situazione di Tina; forse sarebbe meglio infischiarsene...ma non mi piace ritirarmi alle prime difficoltà di una sfida.
Ora però pensiamo alla cena; magari a stomaco pieno ci verrà in mente qualcosa.
Jasmine ha preparato un delizioso narvalo condendolo solo con alghe di mare che ha raccolto qui intorno. Yum! Non so proprio come faccia; la nostra piccola tunisina renderebbe squisito anche un ferro da stiro.

Come al solito, Jas mangia in silenzio e subito dopo si ritira nella sua cabina.
- «Sai, Eva? Tina mi ricorda un po' la nostra Jasmine...»
- «Jasmine? E come mai?»
- «Sì, insomma...Anche lei è taciturna, solitaria, introversa, talentuosa...»
Al che, Eva si illumina.
- «Pat...Sei un GENIO!», esclama appioppandomi un bacio e andando di corsa verso la cabina di Jas.
Io me ne rimango lì basita. Cazzo...Se c'è una cosa che può spiazzarti, è che ti dicano che sei un genio senza sapere il perché...

[FINE PRIMA PARTE]

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