Maledetto covid 4 sesto capitolo
di
Amoreepsiche
genere
etero
Racconto di fantasia. Sono graditi critiche suggerimenti e consigli.
Buona lettura
-Vieni cara, questo è l’ultimo cambio
Mi spoglio nuovamente e attendo di ricevere i nuovi vestiti
-stavolta Anna però sta a te sceglierli… fino ad ora ti sei dimostrata disponibile, obbediente… intelligente… scegli tu adesso che moglie vuoi essere, che donna vuoi essere
Sul divano tre abiti, uno molto elegante, verde, abbastanza lungo per essere serio ma non troppo e dare un tocco di sensualità. Una tutina sportiva bianca, tipo fitness, con shorts e top, e un miniabito blu elettrico, con una profonda scollatura a cuore e senza spalline. Poi un corsetto di lucida pelle nera steccato, con sotto seno e allacciatura posteriore a lacci, una tuta in latex nero lucido con due buchi all’altezza dei seni e aperta al cavallo, un completino intimo bianco in pizzo, un perizoma nero aperto al cavallo, un paio di calze nere con relativo reggicalze, una specie di body fatto di fettucce in pelle e anelli e ganci in metallo, un paio di manette, un guinzaglio, una benda.
Guardo tutte queste cose in silenzio. Una strana pace dentro di me, che non conoscevo.
Lascio che sia la mia pancia a guidare la scelta che cade sul corsetto nero poi le calze col reggicalze… e il collare che avevo appena tolto.
-sono pronta
Le due donne mi guardano stupite
-sei sicura
-si
-davvero vuoi scendere così?
-si, sono sicura
La mia risposta è risoluta e non accetta repliche
-allora dobbiamo aggiungere un paio di accessori… prima di tutto le scarpe, ecco metti queste
Mia suocera mi passa una scatola di Louboutin. Un colpo al cuore. Sono le mie, quelle che mi avevano regalato i miei suoceri in vista del matrimonio e che non avevo mai più messo dopo averle indossate quel giorno. Come può averle qui lei? Le avevo a casa io, ne sono sicura, ero stata tentata di prenderle per questi giorni a casa dei miei suoceri, così, in segno di gratitudine. Marco! Non può essere stato che lui! Era tutto programmato… le indosso mentre tutte le mie certezze svaniscono.
-ora metti le mani dietro
Obbedisco non so se per rassegnazione o per curiosità o perché comincio ad eccitarmi. Le manette si chiudono ai miei polsi. E non reagisco nemmeno quando la signora Marica mi aggancia il guinzaglio al collare.
-andiamo, sei pronta per l’ultima sorpresa
Seguo docile le due donne pronta per l’ultima e definitiva umiliazione. Giunte in fondo alla scala si fermano e mi bendano. Ora il mondo è fuori. Sono totalmente nelle loro mani. Vengo guidata nella stanza dove mia suocera mi ordina di rimanere ferma e zitta. Attendo con ansia che succeda qualcosa. Nessuno parla, nessuno si muove, un tempo che sembra non finire mai riempito solo dal ritmo costante del mio cuore. Pu pum… pu pum… pu pum... poi il rumore della macchina fotografica. Rumore di corpi che si muovono, leggeri, evanescenti. E un tocco, una mano sul viso, una carezza… un dito che scorre sul braccio… brividi… cerco di capire ma è troppo leggero il contatto… un altro dito si posa sulle labbra, delicato… poi scende sul mento ne disegna il profilo fino alla gola e non si ferma, continua giù, verso il solco del seno. Il respiro si fa più affannato, il cuore accelera i battiti. Pu pum.. pu pum.. pu pum.. un bacio sulla spalla poi un altro, è un uomo, forse mio suocero forse il suo amico… le mani si fanno più intraprendenti, scivolano sul seno, lo toccano, lo accarezzano, lo stringono ma non raggiungono mai i capezzoli. È una tortura, il mio corpo vuole di più… pu pum pu pum pu pum… e il sedere, un’altra mano lo accarezza, di donna, le lunghe unghie ne percorrono la rotondità del gluteo, leggere… si spostano sull’altro… e lo artigliano, si richiudono sulla carne come zampe di aquila che ghermiscono la preda. Una fitta, dolore che mi strappa un urlo… poi di nuovo quiete… carezze a lenire il dolore… e una lingua, li dove le unghie hanno scavato la mia carne. Calda, morbida, vellutata… spingo il sedere indietro per favorirne il contatto… e mani che si aggiungono alle mani, sulle gambe, i polpacci e più su le cosce… le accarezzano ne tastano la consistenza, salgono fino a sfiorare il cespuglio di peli che ormai è zuppo di piacere… e sciaff, un dolore intenso, uno schiaffo al seno che mi toglie il respiro e sciaff, un altro… contraggo i muscoli della pancia, stringo i pugni serro i denti… ma non emetto alcun lamento… è una sfida tra loro e me. Poi nuove carezze altri baci… altre mani… di donna… sfiorano i capezzoli, ci giocano… scosse elettriche si propagano nel corpo togliendomi il respiro… pupum pupum pupum… il cuore ormai è impazzito. Gocce di piacere si staccano dal mio ventre rigandomi le cosce, una mano le raccoglie e me le porge alla bocca… è il sapore del mio corpo, è il sapore del mio piacere e ne gusto ogni sfumatura. Una mano sconosciuta si impossessa di un capezzolo, lo gira tra le dita, lo tira e… una fitta quando il metallo freddo si chiude sul capezzolo, cosa mi hanno messo? Fa male!!! ma cerco di resistere… e poi l’altro… stesso trattamento stesso dolore.
-fa male? Più o meno del vuoto lasciato da Marco?
La domanda di mio suocero è come uno schiaffo in pieno viso che alimenta il mio proposito. Voglio andare fino in fondo. Cerco di estraniarmi dal dolore ai capezzoli pensando al cazzo di mio suocero, così grande e grosso chissà com’è averlo dentro… serro istintivamente le gambe al pensiero ma uno schiaffo sulle cosce e l’ordine perentorio di allargarle mi riporta alla posizione iniziale. Qualcuno appoggia un oggetto alla mia vagina e senza fatica lo spinge all’interno. Una pallina o qualcosa di simile che dopo poco comincia a vibrare. Istintivamente chiudo nuovamente le gambe nel tentativo di resistere al piacere e una sberla mi colpisce il sedere. Forte, secca, a mano aperta, certamente di un uomo. Urlo per il dolore che però si mescola con l’intenso piacere generato da quel corpo dentro di me. Anzi mi accorgo che il dolore amplifica il piacere. Che esplode in un intenso orgasmo che mi scuote da capo a piedi. È il primo ma so con certezza che non sarà certamente l’unico. Una mano sulla schiena mi spinge a muovermi in avanti fino a che mi trovo contro un tavolo credo. Infatti, vengo fatta piegare in avanti col seno appoggiato al ripiano. Sono scomoda con le mani legate dietro la schiena e le braccia cominciano a farmi male. Le pinze ai capezzoli poi mi obbligano a star ferma per non sentirmeli strappare. Ora il mio sedere è completamente esposto e indifeso e la cosa mi spaventa. Cos’hanno intenzione di fare? Delle mani sconosciute mi spalmano dell’olio. Un massaggio delicato e accurato. Ogni centimetro dei miei glutei viene passato ripetutamente con l’olio, poi il massaggio si fa più intraprendente e si sposta al perineo e all’ano. Il solo contatto del dito con quella parte del mio corpo fa esplodere un nuovo orgasmo. A fatica riprendo il controllo ma subito qualcosa torna a premere sull’ano, un oggetto che pian piano viene spinto dentro di me
-ahhhhh
Il dolore è insopportabile
-basta vi prego basta
Cerco di sollevarmi da quella posizione ma due mani forti mi tengono incollata al piano del tavolo mentre l’oggetto continua ad allargarmi sempre di più. Piango implorando pietà ma sono parole al vento. Il mio carnefice vuole completare l’opera, un’ultima spinta e l’oggetto si incastra nell’ano. Mi sento violata, spingo per espellere quel doloroso corpo estraneo ma una mano lo tiene fisso dentro.
-rilassati, vedrai poi ti piacerà… e non potrai più farne a meno…
Cerco di controllare il respiro e di concentrarmi sul piacere che comunque pervade il mio corpo. La pallina continua a vibrare nell’utero e le pinze che mi stringono i capezzoli cominciano a darmi meno fastidio anzi mi rimandano un piacevolissimo dolore che cerco di aumentare con piccoli movimenti del busto. Concentrata su questi movimenti anche il dolore all’ano pian piano passa.
Mi fanno rialzare e camminare per la stanza. Due passi e una nuova piacevolissima sensazione mi attraversa generata dall’oggetto che ho nel culo, contraggo e rilasso i muscoli sfinterici aumentando così il piacere. Penso a quelle volte che Marco ha accennato alla possibilità di avere rapporti anali ma che io ho fermamente rifiutato motivandone la sconvenienza per motivi igienici, fisici, morali. Se quello che provo è solo l’inizio del piacere che ne deriva mi maledico per il tempo perso. Questo pensiero mi riporta a Marco… perché non ci sei? Perché mi hai lasciata sola? Hai programmato tutto fin dall’inizio, non c’è nessuna febbre, nessun virus… volevi umiliarmi, farmi soffrire… no, non ci riuscirai perché questa cosa mi piace, sto godendo come tu non sei mai riuscito a farmi godere… e presto proverò cosa vuol dire essere scopata da un vero cazzo, anzi chiederò di essere scopata in contemporanea da tutti e due i cazzi uno in figa e uno nel culo, proverò un piacere immenso e sarò felice. Si, felice, perché finalmente potrò godere come voglio con chi voglio senza il peso della colpa per averti tradito. Mi hai fatto puttana e puttana sarò… e ci farò anche parecchi soldi. Mentre faccio questi pensieri vengo fatta sedere sul tavolo, finalmente mi liberano i polsi dalle manette che vengono però legati a delle corde immobilizzandomi al tavolo poi mi appoggiano i piedi su dei supporti, credo sulle spalliere di due seggiole. Vengo così a trovarmi in una posizione esposta, come fossi dal ginecologo, gambe aperte e vagina in mostra. Una mano esperta, credo di mio suocero mi toglie l’oggetto che ho infilato nella vagina e comincia un piacevolissimo massaggio poi mi passa una spugna con dell’acqua calda… mi sta lavando… rumore di forbici, mi vogliono depilare… lascio fare pensando alla faccia di mio marito quando vedrà la sua donna così cambiata… la schiuma da barba e il rasoio… sensazioni contrastanti, il timore di essere tagliata, e il piacere della lama che scorre sulla pelle. Ancora la spugna che mi tampona, mi toglie i residui di schiuma… e olio profumato a lenire la pelle. Mi godo il delicato massaggio e la piacevole sensazione di fresco data dall’essere depilata.
Qualcosa però è cambiato, sta per succedere qualcosa perché il silenzio nella stanza si è fatto assoluto… percepisco la presenza di una persona, immagino mio suocero e mi preparo a riceverlo, non ho mai scopato con nessun altro che non sia Marco e la differenza di dimensioni è importante… pupum pupum pupum… due mani a tenermi le cosce… pupum pupum pupum… una lingua… pupumpupumpupum… il cuore batte a mille, di chi è questa lingua, di chi sono queste mani?... non mi sembra mio suocero, è il signor Matteo… però… non può essere che lui, non c’è nessun altro uomo stasera… o forse… è arrivato qualcun altro, uno due, quante persone si sono aggiunte alla festa? E chi sono? Ma qualcosa nella mia testa… ho come la sensazione di conoscere queste mani, ma nessuno mi ha mai toccato così in mezzo alle cosce… la lingua… trattengo il fiato per gustarmi il piacere che quella lingua mi sta dando… Marco… sembrano le sue mani… ma lui non c’è, è isolato… però… è il signor Matteo, non può essere che lui, se fosse arrivato qualcun altro mi sarei accorta… che bello
-continua, continua così, mi piace… lì ecco si… leccami lì…
Guido lo sconosciuto dove maggiore sento il piacere, ed è sublime. Vorrei non terminasse mai. Non ho mai provato questa cosa ma giuro che da ora in poi la pretenderò ogni volta.
-così così cosììììì
Un altro dirompente orgasmo mi travolge. Quando finalmente mi quieto l’uomo cambia posizione… è in piedi, mi apre la figa… e si infila tutto dentro di me, in un colpo solo, rubandomi il fiato. Riprendo a respirare quando comincia un lento dentro fuori dentro fuori. La sensazione di un già provato cresce, ma non poter vedere chi è l’uomo che mi sta scopando, aumenta il mio piacere. Non è Marco, non è mio suocero è certamente il signor Matteo o chissà, forse un altro uomo, non mi interessa, basta che continui a fami godere. Lunghi minuti dove però quel cazzo troppo stretto non riesce a darmi il piacere che voglio. Forse se ne accorgono perché mi slegano le mani e mi fanno inginocchiare sul divano col busto appoggiato allo schienale.
-non azzardarti a toglierti la benda
Dietro di me la voce dura di mio suocero. L’eccitazione cresce alimentata dalla paura. Mi toglie da dietro quel tappo che ormai avevo accettato. Ecco, ora mi incula, rilassati, rilassati continuo a ripetermi, rilassati. Ma non è il cazzo grosso di mio suocero che si infila deciso, è più stretto, lo stesso che mi ha scopato fino a poco fa… chi è quest’uomo che si prende i miei buchi? Sono sempre più convinta che sia il signor Matteo… certo, non può essere che lui, non bello, timido, schivo, ha trovato nel lavoro il modo di vedere, e certo anche usare, ragazze e donne disposte a farsi fotografare nude. E sua moglie compensa in esuberanza questa pochezza… Forse è solo un modo per prepararmi a un cazzo più grosso, quello di mio suocero. Un piccolo gesto di umanità prima di sfondarmi definitivamente le viscere.
-brava la mia nuora… ti piace essere inculata vero? Però adesso ti concentri anche su questi, prendi…
Sento appoggiarsi alle mani due cazzi che afferro prontamente. Sono caldi, duri, grossi… quindi… sono tre!!! O mio Dio, sono tre!!! Mio suocero, il signor Matteo e… chi è la terza persona? La razionalità mi mette in allarme ma il piacere che provo in questo momento cancella subito la preoccupazione, muovo le mani avanti e indietro e mi gusto quel tocco, più ancora che il cazzo in culo. Quanto mi piace avere un cazzo in mano, mi sembra di essere padrona del piacere altrui, mi sembra di avere in pugno l’uomo, è come se avessi il potere nelle mie mani. Ora però il lavoro dell’uomo dietro di me comincia a dare i suoi frutti e sento crescere sempre più il piacere. I peli del pube dell’uomo mi solleticano la pelle depilata, sento le palle sbattere sulla vagina, spingo il bacino indietro ogni volta che l’uomo entra in me. Ciak ciak ciak, il rumore delle carni che si scontrano è la colonna sonora del momento cui presto si aggiungono i miei sospiri. Non riesco a trattenermi dall’incitare l’uomo
-così così spingi fammelo sentire bene… scopami il culo… voglio godere…
Sono al limite dell’orgasmo ma voglio resistere per continuare a godere di quel cazzo nel culo.
-mettimelo in bocca, voglio un cazzo in bocca…
Le parole scorrono libere dalla mia bocca ispirate da una volontà che non conosco, mi sento libera, finalmente donna.
-wow amore, nostra nuora si sta rivelando una vera sorpresa… dovete venire più spesso a trovarci
Vorrei risponderle ma un cazzo si infila prontamente nella mia bocca. Non è quello di mio suocero che è ancora saldamente nella mia mano. Lo riconosco da quanto è grosso. È un po’ più piccolo, ma abbastanza lungo da soffocarmi quando lo spinge tutto in gola, procurandomi dei conati di vomito. Cerco di capire di chi sia ma il continuo martellare del cazzo nel culo sta ormai dando i suoi frutti. Parte dalla pancia per prorogarsi in tutto il corpo. Uno tsunami di energia incontrollata mi travolge scuotendomi tutta. Vibro, mi agito, sbuffo come un toro agitato, grugnisco e gemo fino all’urlo soffocato quando l’orgasmo esplode libero e prolungato. Dietro di me l’uomo si ritrae liberandomi l’ano e infilandosi nella vagina. Ricomincia a pompare con sempre più vigore fino a quando spruzza tutto il suo seme dentro di me aggiungendo piacere al piacere. Sono travolta dal piacere che tocca ogni piccola parte del mio corpo. Provo sensazioni mai provate prima, sono emozionata, felice, realizzata… sono esausta. Un applauso parte dai presenti che si complimentano con me
-brava la nostra Anna, finalmente ti sei lasciata andare… ma… non credere di essere libera
Mi fanno alzare e mi legano le mani a delle catene che vengono tirate verso l’alto. Poi mi legano i piedi a qualcosa che mi obbliga a tenere le gambe aperte. Infine, mi tolgono la benda. Faccio fatica a riabituarmi alla luce ma dopo poco torno a vedere chiaramente. Vicino a me mio suocero, nudo, col suo grosso cazzo in tiro. In piedi in mezzo alla stanza mia suocera. Indossa il corsetto nero che avevo provato la sera del fattaccio, le gambe inguainate in calze autoreggenti nere e ai piedi delle scarpe rosse col tacco a spillo. Poco dietro il signor Matteo, anche lui completamente nudo, con un cazzo in tiro dalle discrete dimensioni. Al suo fianco la moglie, anche lei nuda, se non fosse per le autoreggenti nere, le scarpe color oro e una strana mutanda nera da cui spicca un finto fallo discretamente lungo. Con sollievo ripenso al terzo uomo, quello che mi ha scopato e un sorriso mi si disegna sulla bocca. Pochi attimi e realizzo che non può essere lei perché il cazzo che mi ha scopato era decisamente vero, caldo vivo. Era di un uomo che però non è più in questa stanza
-chi è l’uomo che mi ha scopata?
La domanda è secca, quasi violenta
-un uomo…
-non sto scherzando, è un bel gioco, mi è piaciuto molto, ma adesso basta giocare… ditemi chi è l’uomo che mi ha scopato
-cosa importa… hai goduto, l’hai detto tu, cosa cambia sapere chi è stato… un nostro amico… o forse il vicino di casa… magari uno che conosci anche tu… o perché no tuo marito, nostro figlio… quel che conta è che hai goduto. Vedi, quel che ti è successo oggi non capita a tutti, tu sei fortunata perché hai scoperto un mondo che fino a ieri ti sei negata. Il sesso non è un bene prezioso da tenere nascosto bensì un elemento vitale da vivere in pienezza e libertà e tu oggi l’hai sperimentato, e oggi è solo l’inizio di una strada che ti porterà ad incontrare nuova gente, nuove vite regalandoti piaceri sconosciuti. Non crucciarti di chi è quel cazzo che ti ha dato tanto piacere, fosse anche quello di Andrea che importa? Adesso però scusaci ma tocca a noi prenderci un po’ di piacere, dopotutto è mezzanotte passata e come dice il proverbio “chi scopa il primo dell’anno scopa tutto l’anno”
Rimango appesa in quella posizione a croce ripensando alle parole di mio suocero. Andrea… se fosse veramente Andrea a scoparmi?... ma lui è in isolamento, non può essere… un altro uomo, magari uno che mi conosce… che vergogna… ma quale vergogna, mio suocero ha ragione, non è di questo che devo vergognarmi ma, piuttosto, di non essermi mai confrontata con Andrea… perché però Andrea mi avrebbe scopata senza farsi vedere? Che motivo c’era di tenermi bendata… era qualcun altro, si, qualcuno che mi conosce… ma chi? Quante domande, quanti dubbi. Mi distraggo guardando le due coppie. Gli uomini in piedi mentre le rispettive mogli in ginocchio davanti a loro si dedicano con immenso piacere a succhiare i cazzi dei mariti. Il rumore delle bocche, il risucchio, i mugugni riempiono la stanza. Qualche minuto e la scena cambia. Anna si mette a pecorina mentre Marica la penetra da dietro col cazzo finto. Gli uomini si danno il cambio e tornano a spingere il cazzo in gola alle donne una dell’altro. Vedere queste persone che fanno sesso risveglia i sensi. Un formicolio torna a farsi sentire li in basso mentre i capezzoli spuntano birichini. Vorrei toccarmi ma non posso, vorrei stringermi i seni ma non posso… la scena cambia ancora. Mia suocera si siede sul divano a gambe larghe offrendo la figa a mio suocero che in ginocchio tra le sue gambe, con grande gioia prende a leccarla. Rimango scioccata quando vedo la signora Marica lubrificare bene il fallo finto e inginocchiarsi dietro mio suocero. Non sono pronta a questo, non può essere… e invece accade… la donna allarga bene le chiappe di mio suocero e senza fatica gli infila l’osceno oggetto nel culo. È l’istinto che mi fa stringere le chiappe come se quel fallo l’avessero messo nel mio di culo. Tutto quello che ho sempre creduto viene stravolto da quel gesto. Qualcuno direbbe “tuo suocero te l’ha messo nel culo” ma è lui questa volta che l’ha preso nel culo… e come gli piace!...
Buona lettura
-Vieni cara, questo è l’ultimo cambio
Mi spoglio nuovamente e attendo di ricevere i nuovi vestiti
-stavolta Anna però sta a te sceglierli… fino ad ora ti sei dimostrata disponibile, obbediente… intelligente… scegli tu adesso che moglie vuoi essere, che donna vuoi essere
Sul divano tre abiti, uno molto elegante, verde, abbastanza lungo per essere serio ma non troppo e dare un tocco di sensualità. Una tutina sportiva bianca, tipo fitness, con shorts e top, e un miniabito blu elettrico, con una profonda scollatura a cuore e senza spalline. Poi un corsetto di lucida pelle nera steccato, con sotto seno e allacciatura posteriore a lacci, una tuta in latex nero lucido con due buchi all’altezza dei seni e aperta al cavallo, un completino intimo bianco in pizzo, un perizoma nero aperto al cavallo, un paio di calze nere con relativo reggicalze, una specie di body fatto di fettucce in pelle e anelli e ganci in metallo, un paio di manette, un guinzaglio, una benda.
Guardo tutte queste cose in silenzio. Una strana pace dentro di me, che non conoscevo.
Lascio che sia la mia pancia a guidare la scelta che cade sul corsetto nero poi le calze col reggicalze… e il collare che avevo appena tolto.
-sono pronta
Le due donne mi guardano stupite
-sei sicura
-si
-davvero vuoi scendere così?
-si, sono sicura
La mia risposta è risoluta e non accetta repliche
-allora dobbiamo aggiungere un paio di accessori… prima di tutto le scarpe, ecco metti queste
Mia suocera mi passa una scatola di Louboutin. Un colpo al cuore. Sono le mie, quelle che mi avevano regalato i miei suoceri in vista del matrimonio e che non avevo mai più messo dopo averle indossate quel giorno. Come può averle qui lei? Le avevo a casa io, ne sono sicura, ero stata tentata di prenderle per questi giorni a casa dei miei suoceri, così, in segno di gratitudine. Marco! Non può essere stato che lui! Era tutto programmato… le indosso mentre tutte le mie certezze svaniscono.
-ora metti le mani dietro
Obbedisco non so se per rassegnazione o per curiosità o perché comincio ad eccitarmi. Le manette si chiudono ai miei polsi. E non reagisco nemmeno quando la signora Marica mi aggancia il guinzaglio al collare.
-andiamo, sei pronta per l’ultima sorpresa
Seguo docile le due donne pronta per l’ultima e definitiva umiliazione. Giunte in fondo alla scala si fermano e mi bendano. Ora il mondo è fuori. Sono totalmente nelle loro mani. Vengo guidata nella stanza dove mia suocera mi ordina di rimanere ferma e zitta. Attendo con ansia che succeda qualcosa. Nessuno parla, nessuno si muove, un tempo che sembra non finire mai riempito solo dal ritmo costante del mio cuore. Pu pum… pu pum… pu pum... poi il rumore della macchina fotografica. Rumore di corpi che si muovono, leggeri, evanescenti. E un tocco, una mano sul viso, una carezza… un dito che scorre sul braccio… brividi… cerco di capire ma è troppo leggero il contatto… un altro dito si posa sulle labbra, delicato… poi scende sul mento ne disegna il profilo fino alla gola e non si ferma, continua giù, verso il solco del seno. Il respiro si fa più affannato, il cuore accelera i battiti. Pu pum.. pu pum.. pu pum.. un bacio sulla spalla poi un altro, è un uomo, forse mio suocero forse il suo amico… le mani si fanno più intraprendenti, scivolano sul seno, lo toccano, lo accarezzano, lo stringono ma non raggiungono mai i capezzoli. È una tortura, il mio corpo vuole di più… pu pum pu pum pu pum… e il sedere, un’altra mano lo accarezza, di donna, le lunghe unghie ne percorrono la rotondità del gluteo, leggere… si spostano sull’altro… e lo artigliano, si richiudono sulla carne come zampe di aquila che ghermiscono la preda. Una fitta, dolore che mi strappa un urlo… poi di nuovo quiete… carezze a lenire il dolore… e una lingua, li dove le unghie hanno scavato la mia carne. Calda, morbida, vellutata… spingo il sedere indietro per favorirne il contatto… e mani che si aggiungono alle mani, sulle gambe, i polpacci e più su le cosce… le accarezzano ne tastano la consistenza, salgono fino a sfiorare il cespuglio di peli che ormai è zuppo di piacere… e sciaff, un dolore intenso, uno schiaffo al seno che mi toglie il respiro e sciaff, un altro… contraggo i muscoli della pancia, stringo i pugni serro i denti… ma non emetto alcun lamento… è una sfida tra loro e me. Poi nuove carezze altri baci… altre mani… di donna… sfiorano i capezzoli, ci giocano… scosse elettriche si propagano nel corpo togliendomi il respiro… pupum pupum pupum… il cuore ormai è impazzito. Gocce di piacere si staccano dal mio ventre rigandomi le cosce, una mano le raccoglie e me le porge alla bocca… è il sapore del mio corpo, è il sapore del mio piacere e ne gusto ogni sfumatura. Una mano sconosciuta si impossessa di un capezzolo, lo gira tra le dita, lo tira e… una fitta quando il metallo freddo si chiude sul capezzolo, cosa mi hanno messo? Fa male!!! ma cerco di resistere… e poi l’altro… stesso trattamento stesso dolore.
-fa male? Più o meno del vuoto lasciato da Marco?
La domanda di mio suocero è come uno schiaffo in pieno viso che alimenta il mio proposito. Voglio andare fino in fondo. Cerco di estraniarmi dal dolore ai capezzoli pensando al cazzo di mio suocero, così grande e grosso chissà com’è averlo dentro… serro istintivamente le gambe al pensiero ma uno schiaffo sulle cosce e l’ordine perentorio di allargarle mi riporta alla posizione iniziale. Qualcuno appoggia un oggetto alla mia vagina e senza fatica lo spinge all’interno. Una pallina o qualcosa di simile che dopo poco comincia a vibrare. Istintivamente chiudo nuovamente le gambe nel tentativo di resistere al piacere e una sberla mi colpisce il sedere. Forte, secca, a mano aperta, certamente di un uomo. Urlo per il dolore che però si mescola con l’intenso piacere generato da quel corpo dentro di me. Anzi mi accorgo che il dolore amplifica il piacere. Che esplode in un intenso orgasmo che mi scuote da capo a piedi. È il primo ma so con certezza che non sarà certamente l’unico. Una mano sulla schiena mi spinge a muovermi in avanti fino a che mi trovo contro un tavolo credo. Infatti, vengo fatta piegare in avanti col seno appoggiato al ripiano. Sono scomoda con le mani legate dietro la schiena e le braccia cominciano a farmi male. Le pinze ai capezzoli poi mi obbligano a star ferma per non sentirmeli strappare. Ora il mio sedere è completamente esposto e indifeso e la cosa mi spaventa. Cos’hanno intenzione di fare? Delle mani sconosciute mi spalmano dell’olio. Un massaggio delicato e accurato. Ogni centimetro dei miei glutei viene passato ripetutamente con l’olio, poi il massaggio si fa più intraprendente e si sposta al perineo e all’ano. Il solo contatto del dito con quella parte del mio corpo fa esplodere un nuovo orgasmo. A fatica riprendo il controllo ma subito qualcosa torna a premere sull’ano, un oggetto che pian piano viene spinto dentro di me
-ahhhhh
Il dolore è insopportabile
-basta vi prego basta
Cerco di sollevarmi da quella posizione ma due mani forti mi tengono incollata al piano del tavolo mentre l’oggetto continua ad allargarmi sempre di più. Piango implorando pietà ma sono parole al vento. Il mio carnefice vuole completare l’opera, un’ultima spinta e l’oggetto si incastra nell’ano. Mi sento violata, spingo per espellere quel doloroso corpo estraneo ma una mano lo tiene fisso dentro.
-rilassati, vedrai poi ti piacerà… e non potrai più farne a meno…
Cerco di controllare il respiro e di concentrarmi sul piacere che comunque pervade il mio corpo. La pallina continua a vibrare nell’utero e le pinze che mi stringono i capezzoli cominciano a darmi meno fastidio anzi mi rimandano un piacevolissimo dolore che cerco di aumentare con piccoli movimenti del busto. Concentrata su questi movimenti anche il dolore all’ano pian piano passa.
Mi fanno rialzare e camminare per la stanza. Due passi e una nuova piacevolissima sensazione mi attraversa generata dall’oggetto che ho nel culo, contraggo e rilasso i muscoli sfinterici aumentando così il piacere. Penso a quelle volte che Marco ha accennato alla possibilità di avere rapporti anali ma che io ho fermamente rifiutato motivandone la sconvenienza per motivi igienici, fisici, morali. Se quello che provo è solo l’inizio del piacere che ne deriva mi maledico per il tempo perso. Questo pensiero mi riporta a Marco… perché non ci sei? Perché mi hai lasciata sola? Hai programmato tutto fin dall’inizio, non c’è nessuna febbre, nessun virus… volevi umiliarmi, farmi soffrire… no, non ci riuscirai perché questa cosa mi piace, sto godendo come tu non sei mai riuscito a farmi godere… e presto proverò cosa vuol dire essere scopata da un vero cazzo, anzi chiederò di essere scopata in contemporanea da tutti e due i cazzi uno in figa e uno nel culo, proverò un piacere immenso e sarò felice. Si, felice, perché finalmente potrò godere come voglio con chi voglio senza il peso della colpa per averti tradito. Mi hai fatto puttana e puttana sarò… e ci farò anche parecchi soldi. Mentre faccio questi pensieri vengo fatta sedere sul tavolo, finalmente mi liberano i polsi dalle manette che vengono però legati a delle corde immobilizzandomi al tavolo poi mi appoggiano i piedi su dei supporti, credo sulle spalliere di due seggiole. Vengo così a trovarmi in una posizione esposta, come fossi dal ginecologo, gambe aperte e vagina in mostra. Una mano esperta, credo di mio suocero mi toglie l’oggetto che ho infilato nella vagina e comincia un piacevolissimo massaggio poi mi passa una spugna con dell’acqua calda… mi sta lavando… rumore di forbici, mi vogliono depilare… lascio fare pensando alla faccia di mio marito quando vedrà la sua donna così cambiata… la schiuma da barba e il rasoio… sensazioni contrastanti, il timore di essere tagliata, e il piacere della lama che scorre sulla pelle. Ancora la spugna che mi tampona, mi toglie i residui di schiuma… e olio profumato a lenire la pelle. Mi godo il delicato massaggio e la piacevole sensazione di fresco data dall’essere depilata.
Qualcosa però è cambiato, sta per succedere qualcosa perché il silenzio nella stanza si è fatto assoluto… percepisco la presenza di una persona, immagino mio suocero e mi preparo a riceverlo, non ho mai scopato con nessun altro che non sia Marco e la differenza di dimensioni è importante… pupum pupum pupum… due mani a tenermi le cosce… pupum pupum pupum… una lingua… pupumpupumpupum… il cuore batte a mille, di chi è questa lingua, di chi sono queste mani?... non mi sembra mio suocero, è il signor Matteo… però… non può essere che lui, non c’è nessun altro uomo stasera… o forse… è arrivato qualcun altro, uno due, quante persone si sono aggiunte alla festa? E chi sono? Ma qualcosa nella mia testa… ho come la sensazione di conoscere queste mani, ma nessuno mi ha mai toccato così in mezzo alle cosce… la lingua… trattengo il fiato per gustarmi il piacere che quella lingua mi sta dando… Marco… sembrano le sue mani… ma lui non c’è, è isolato… però… è il signor Matteo, non può essere che lui, se fosse arrivato qualcun altro mi sarei accorta… che bello
-continua, continua così, mi piace… lì ecco si… leccami lì…
Guido lo sconosciuto dove maggiore sento il piacere, ed è sublime. Vorrei non terminasse mai. Non ho mai provato questa cosa ma giuro che da ora in poi la pretenderò ogni volta.
-così così cosììììì
Un altro dirompente orgasmo mi travolge. Quando finalmente mi quieto l’uomo cambia posizione… è in piedi, mi apre la figa… e si infila tutto dentro di me, in un colpo solo, rubandomi il fiato. Riprendo a respirare quando comincia un lento dentro fuori dentro fuori. La sensazione di un già provato cresce, ma non poter vedere chi è l’uomo che mi sta scopando, aumenta il mio piacere. Non è Marco, non è mio suocero è certamente il signor Matteo o chissà, forse un altro uomo, non mi interessa, basta che continui a fami godere. Lunghi minuti dove però quel cazzo troppo stretto non riesce a darmi il piacere che voglio. Forse se ne accorgono perché mi slegano le mani e mi fanno inginocchiare sul divano col busto appoggiato allo schienale.
-non azzardarti a toglierti la benda
Dietro di me la voce dura di mio suocero. L’eccitazione cresce alimentata dalla paura. Mi toglie da dietro quel tappo che ormai avevo accettato. Ecco, ora mi incula, rilassati, rilassati continuo a ripetermi, rilassati. Ma non è il cazzo grosso di mio suocero che si infila deciso, è più stretto, lo stesso che mi ha scopato fino a poco fa… chi è quest’uomo che si prende i miei buchi? Sono sempre più convinta che sia il signor Matteo… certo, non può essere che lui, non bello, timido, schivo, ha trovato nel lavoro il modo di vedere, e certo anche usare, ragazze e donne disposte a farsi fotografare nude. E sua moglie compensa in esuberanza questa pochezza… Forse è solo un modo per prepararmi a un cazzo più grosso, quello di mio suocero. Un piccolo gesto di umanità prima di sfondarmi definitivamente le viscere.
-brava la mia nuora… ti piace essere inculata vero? Però adesso ti concentri anche su questi, prendi…
Sento appoggiarsi alle mani due cazzi che afferro prontamente. Sono caldi, duri, grossi… quindi… sono tre!!! O mio Dio, sono tre!!! Mio suocero, il signor Matteo e… chi è la terza persona? La razionalità mi mette in allarme ma il piacere che provo in questo momento cancella subito la preoccupazione, muovo le mani avanti e indietro e mi gusto quel tocco, più ancora che il cazzo in culo. Quanto mi piace avere un cazzo in mano, mi sembra di essere padrona del piacere altrui, mi sembra di avere in pugno l’uomo, è come se avessi il potere nelle mie mani. Ora però il lavoro dell’uomo dietro di me comincia a dare i suoi frutti e sento crescere sempre più il piacere. I peli del pube dell’uomo mi solleticano la pelle depilata, sento le palle sbattere sulla vagina, spingo il bacino indietro ogni volta che l’uomo entra in me. Ciak ciak ciak, il rumore delle carni che si scontrano è la colonna sonora del momento cui presto si aggiungono i miei sospiri. Non riesco a trattenermi dall’incitare l’uomo
-così così spingi fammelo sentire bene… scopami il culo… voglio godere…
Sono al limite dell’orgasmo ma voglio resistere per continuare a godere di quel cazzo nel culo.
-mettimelo in bocca, voglio un cazzo in bocca…
Le parole scorrono libere dalla mia bocca ispirate da una volontà che non conosco, mi sento libera, finalmente donna.
-wow amore, nostra nuora si sta rivelando una vera sorpresa… dovete venire più spesso a trovarci
Vorrei risponderle ma un cazzo si infila prontamente nella mia bocca. Non è quello di mio suocero che è ancora saldamente nella mia mano. Lo riconosco da quanto è grosso. È un po’ più piccolo, ma abbastanza lungo da soffocarmi quando lo spinge tutto in gola, procurandomi dei conati di vomito. Cerco di capire di chi sia ma il continuo martellare del cazzo nel culo sta ormai dando i suoi frutti. Parte dalla pancia per prorogarsi in tutto il corpo. Uno tsunami di energia incontrollata mi travolge scuotendomi tutta. Vibro, mi agito, sbuffo come un toro agitato, grugnisco e gemo fino all’urlo soffocato quando l’orgasmo esplode libero e prolungato. Dietro di me l’uomo si ritrae liberandomi l’ano e infilandosi nella vagina. Ricomincia a pompare con sempre più vigore fino a quando spruzza tutto il suo seme dentro di me aggiungendo piacere al piacere. Sono travolta dal piacere che tocca ogni piccola parte del mio corpo. Provo sensazioni mai provate prima, sono emozionata, felice, realizzata… sono esausta. Un applauso parte dai presenti che si complimentano con me
-brava la nostra Anna, finalmente ti sei lasciata andare… ma… non credere di essere libera
Mi fanno alzare e mi legano le mani a delle catene che vengono tirate verso l’alto. Poi mi legano i piedi a qualcosa che mi obbliga a tenere le gambe aperte. Infine, mi tolgono la benda. Faccio fatica a riabituarmi alla luce ma dopo poco torno a vedere chiaramente. Vicino a me mio suocero, nudo, col suo grosso cazzo in tiro. In piedi in mezzo alla stanza mia suocera. Indossa il corsetto nero che avevo provato la sera del fattaccio, le gambe inguainate in calze autoreggenti nere e ai piedi delle scarpe rosse col tacco a spillo. Poco dietro il signor Matteo, anche lui completamente nudo, con un cazzo in tiro dalle discrete dimensioni. Al suo fianco la moglie, anche lei nuda, se non fosse per le autoreggenti nere, le scarpe color oro e una strana mutanda nera da cui spicca un finto fallo discretamente lungo. Con sollievo ripenso al terzo uomo, quello che mi ha scopato e un sorriso mi si disegna sulla bocca. Pochi attimi e realizzo che non può essere lei perché il cazzo che mi ha scopato era decisamente vero, caldo vivo. Era di un uomo che però non è più in questa stanza
-chi è l’uomo che mi ha scopata?
La domanda è secca, quasi violenta
-un uomo…
-non sto scherzando, è un bel gioco, mi è piaciuto molto, ma adesso basta giocare… ditemi chi è l’uomo che mi ha scopato
-cosa importa… hai goduto, l’hai detto tu, cosa cambia sapere chi è stato… un nostro amico… o forse il vicino di casa… magari uno che conosci anche tu… o perché no tuo marito, nostro figlio… quel che conta è che hai goduto. Vedi, quel che ti è successo oggi non capita a tutti, tu sei fortunata perché hai scoperto un mondo che fino a ieri ti sei negata. Il sesso non è un bene prezioso da tenere nascosto bensì un elemento vitale da vivere in pienezza e libertà e tu oggi l’hai sperimentato, e oggi è solo l’inizio di una strada che ti porterà ad incontrare nuova gente, nuove vite regalandoti piaceri sconosciuti. Non crucciarti di chi è quel cazzo che ti ha dato tanto piacere, fosse anche quello di Andrea che importa? Adesso però scusaci ma tocca a noi prenderci un po’ di piacere, dopotutto è mezzanotte passata e come dice il proverbio “chi scopa il primo dell’anno scopa tutto l’anno”
Rimango appesa in quella posizione a croce ripensando alle parole di mio suocero. Andrea… se fosse veramente Andrea a scoparmi?... ma lui è in isolamento, non può essere… un altro uomo, magari uno che mi conosce… che vergogna… ma quale vergogna, mio suocero ha ragione, non è di questo che devo vergognarmi ma, piuttosto, di non essermi mai confrontata con Andrea… perché però Andrea mi avrebbe scopata senza farsi vedere? Che motivo c’era di tenermi bendata… era qualcun altro, si, qualcuno che mi conosce… ma chi? Quante domande, quanti dubbi. Mi distraggo guardando le due coppie. Gli uomini in piedi mentre le rispettive mogli in ginocchio davanti a loro si dedicano con immenso piacere a succhiare i cazzi dei mariti. Il rumore delle bocche, il risucchio, i mugugni riempiono la stanza. Qualche minuto e la scena cambia. Anna si mette a pecorina mentre Marica la penetra da dietro col cazzo finto. Gli uomini si danno il cambio e tornano a spingere il cazzo in gola alle donne una dell’altro. Vedere queste persone che fanno sesso risveglia i sensi. Un formicolio torna a farsi sentire li in basso mentre i capezzoli spuntano birichini. Vorrei toccarmi ma non posso, vorrei stringermi i seni ma non posso… la scena cambia ancora. Mia suocera si siede sul divano a gambe larghe offrendo la figa a mio suocero che in ginocchio tra le sue gambe, con grande gioia prende a leccarla. Rimango scioccata quando vedo la signora Marica lubrificare bene il fallo finto e inginocchiarsi dietro mio suocero. Non sono pronta a questo, non può essere… e invece accade… la donna allarga bene le chiappe di mio suocero e senza fatica gli infila l’osceno oggetto nel culo. È l’istinto che mi fa stringere le chiappe come se quel fallo l’avessero messo nel mio di culo. Tutto quello che ho sempre creduto viene stravolto da quel gesto. Qualcuno direbbe “tuo suocero te l’ha messo nel culo” ma è lui questa volta che l’ha preso nel culo… e come gli piace!...
7
voti
voti
valutazione
3
3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Maledetto covid 4 quinto capitoloracconto sucessivo
Maledetto covid 4 epilogo
Commenti dei lettori al racconto erotico