Mary -4- le sorprese - la seconda-
di
Marilena C.
genere
dominazione
Era ormai una settimana che il mio cell non riceveva chiamate o messaggi, o meglio, non da parte di chi mi aspettavo, da quei numeri che accendevano in me l'adrenalina. Alimentata dalla paura o ancora di più dal terrore di essere ancora coinvolta nei turpi desideri di uomini che si sfogavano servendosi di me.
Il mio essere donna, femmina che con gli iniziali tentativi di opporsi all'abuso non faceva altro, invece, che alimentare il loro desiderio, eccitati all'inverosimile, decisi più che mai a sfogarsi tra le carni femminili calde e avvolgenti che se ben stimolate cedono al piacere intenso concedendosi totalmente.
Una pazzia: salire in auto e raggiungere Piero in ufficio? Pensare di organizzare l'occasione anche con una bugia a mio marito? Ero arrivata a tal punto? Temevo me stessa.
Perché ne lui ne Nicholas si facevano vivi? Non gli ero piaciuta? Eppure mentre mi scopavano, mi prendevano, godevano del mio calore di femmina eccitata come non mai, mi era parso l'esatto contrario. Allora perché?
Cosa avrei potuto dire a mio marito? Cosa inventare?
Potevo dirgli che al Convegno sul turismo, mentre andavamo a pranzo avevo incontrato un'amica, per esempio Paola, che poi aveva preso la strada della consacrazione come suora e di cui gli avevo parlato. In effetti dopo il primo anno in cui ero andata a trovarla nella Casa Madre del suo ordine, dopo che l'avevano trasferita non avevamo avuto più contatti: Succede! Rivedendoci avevamo deciso di passare una giornata insieme prima che lei ripartisse....!
Oppure inventare qualche altra storia..... ho sempre avuto fantasia. Poi.... noi donne.... Figuriamoci!
Ovviamente la paura di tutto questo era tanta, ma in certi momenti il desiderio non lasciava spazio a nient'altro e non si placava neanche dopo aver fatti l'amore con il mio dolcissimo lui, al quale ho anche proposto un giochino erotico in cui lui mi costringeva. Ci ha provato ma non è proprio nelle sue corde. Non gli appartiene. Ribellandomi gli ho fatto anche male. Completamente diverso dagli altri due che mi hanno usata come e quando hanno voluto.
Non era una decisione da prendere d'impulso:
-Marilena, pensaci bene! Rifletti su cosa stai per fare-.
Questo era il mantra che ripetevo a me stessa, ma il desiderio si faceva sempre più pressanti, la pelle, le carni entravano senza bussare costringendomi ad anteporre le loro esigenze a tutto il resto. I litigi con mio marito erano più frequenti, nel pensiero gli chiedevo di aiutarmi, ma assolutamente nella realtà, non facevo a lui il minimo accenno a quello che stavo vivendo.
La paura che si venisse a sapere in giro della mia vera natura di donna, di femmina non così difficile da conquistare, da possedere, con cui soddisfarsi dopo aver vinto senza grossissime difficoltà, i miei iniziali tentativi di difesa, che mani sapienti, sapendo dove e come toccarmi, annullavano presto. La mia natura di femmina che si concede totalmente dall'attimo in cui inizio a godere dei piaceri che un maschio “duro”, potente, prepotente, deciso a non rinunciare a fare i suoi porci comodi mi fa sentire.
Una Marilena venuta fuori, come ho già scritto, da ragazza, da giovane studentessa, dopo un'adolescenza come tante altre, tranquilla, senza particolari scossoni e che adesso, da adulta si riaffacciava a causa di due episodi scatenanti non certo banali: l'aver soddisfatto uno sconosciuto con una parte del proprio corpo concessa poco anche all'uomo che ama per intensi dolori durante la penetrazione, la cui durata non le consentiva di assaporare il piacere dopo il dolore iniziale dovuto al fatto che il marito non riusciva a resistere alla stretta di quelle chiappe meravigliose attorno al cazzo, Marilena, invece, che posseduta in quel modo in un bagno pubblico, aveva provato un piacere sconosciuto per la lunga durata e intensità pazzesca di quel cazzone tra le natiche. Complice la mano che in contemporanea la frugava tra le cosce in modo impertinente, insistente senza delicatezza e sconti. Poi una Marilena pesantemente palpeggiata tra la gente che di nulla si accorgeva mentre era sotto braccio al marito ignaro di tutto ed ancora, l'essere stata costretta a concedersi completamente a casa sua agli autori delle due “bravate”, la medesima situazione vissuta in quell'autobus da ragazza con l'uomo che una volta scesi le ha “conosciuto” la bocca.
Neanche a dirsi.... l'indomani mattina, mentre rassettavo casa, un watsap sempre con la foto delle cosce che sotto il tavolo imprigionavano la mano accompagnava un messaggio:
-domani stiamo insieme, io non guido, quindi verrò con un amico. Preparati! Conosco la tua macchina. Quando sei parcheggiata ci affianchiamo un attimo, scendi e sali in auto con noi-
Mi indicava luogo ed ora in cui mi sarei dovuta far trovare con l'auto parcheggiata. Era una via anonima e ben trafficata, per quanto traffico ci possa essere in un paesotto, di uno degli abitati vicini. Conosceva i luoghi ed aveva le idee ben chiare. Unico problema, forse, la presenza di uno Studio tecnico per cui avevo svolto un lavoro, abbozzi di un progetto, considerati i miei studi alle superiori, ma avrei fatto attenzione.
Non avevo il tempo di pensare ad altro; ho detto a mio marito che Paola mi aveva telefonato e avendole anticipato il rientro in sede, mi proponeva di vederci l'indomani. La sua risposta:
-Porto la bambina da mamma, la riprendo di pomeriggio e ti aspettiamo a casa-.
Ho immaginato che i pantaloni femminili non fossero a loro particolarmente graditi e per evitare eventuali strappi agli indumenti per foga o miei istintivi tentativi di difesa...... vestitino verde in lana leggera con scollo a barca che copriva tutte le cosce fino a metà ginocchio,sapendo che seduta si sarebbe sollevato ma non più di tanto, bretelline del reggiseno visibili, autoreggenti e mutandine con la parte superiore del triangolino che lasciava intravvedere un po' di pelo. Un soprabitino leggero a coprire.
Non mi aspettavo che la macchina sulla quale sarei salita da lì a poco, arrivasse dal senso opposto di marcia.
Tagliando la corsia si è posizionata a fianco alla mia in una sorta di 69 tra auto. Lo spazio c'era, tra dov'ero io ferma e la carreggiata un'auto in doppia fila ci stava senza problemi.
Quella macchina era strana: Casa costruttrice molto nota, modello comune ma, con posto guida sulla destra: all'inglese. Giusto lo spazio di aprire la mia portiera ed infilarmi sul posto accanto all'autista, davvero attimi di secondi e siamo partiti. Subito un:
-WOWWW gran bella figona!-
Complimento rivoltomi da chi guidava, seguito da:
-te l'avevo detto...........! Sapevo che ti sarebbe piaciuta da subito-.
Ho immediatamente riconosciuto il ragazzino seduto dietro. Era lui al matrimonio che seduto a fianco alla madre aveva scattato le foto sotto il tavolo dopo che si era chinato a raccogliere qualcosa che gli era caduto precedentemente. Aveva visto ….. e dopo che si è riaccomodato, con il cellulare in mano, mani sotto la tovaglia ha scattato centrando l'obiettivo. Dopodiché, non perdendomi di vista, ha immortalato l'attimo in cui nel cortile alla foto di gruppo, un'altra mi si infilava da dietro tra le gambe. E ancora sento il dito che nonostante i vestiti riesce a separarmi le labbra della figa e accarezzarmi.
Sempre il ragazzo alla guida, che poteva avere 24/25 anni:
-Tu sei Marilena, io sono Jimmy (Gianmario), lui lo conosci. È Thomas. Sei davvero molto bella!.-.
Ho provato subito a cambiare argomento chiedendo come mai l'auto avesse la guida a destra. Mi has risposto che l'ha comprata da un suo collega inglese. Lavoriamo insieme all'aeroporto militare interforze di …...... ho chiesto se si trovasse bene con la guida sulla destra, mi ha risposto:
-questione di abitudine-.
Mi ha invitato a provare, ma per non far danni ho declinato l'invito.
Rivolgendosi al ragazzino seduto dietro:
-Oh... Thomas... oggi ci divertiamo davvero-.
Poi, a me senza preambolo ne mezze misure:
-secondo me, scopi davvero molto bene-.
Non sapevo dove posare lo sguardo, devo essere diventata rosso fuoco in viso anche per la risposta di Thomas.
-mi piacciono moltissimo le donne adulte, sposate, spesso quando scopano si lasciano andare completamente sopratutto se non lo fanno bene con il marito-.
Poi Jimmy a me, ridacchiando:
-cosa c'è? Sei timida? Sei diventata rossa. Ma daiiiii... siamo qui per scoparti e vedrai che sarai soddisfatta anche tu.-
Sarei voluta scomparire, ma l'umido cominciava a impregnare la mia intimità.
Sempre Jimmy a me:
-che scusa hai tirato fuori con tuo marito?-
Gli ho risposto raccontandogli della mia amica Paola. Al che, lui:
-Possiamo sempre andare a prenderla. Facciamo un bel quartetto.-
gli ho chiarito che era la scusa per mio marito. Paola esisteva davvero , ma non sapevo dove fosse.
Lui ha sottolineato che aveva già avuto occasione di fottersi una suora, non particolarmente giovane ma ancora “molto ben messa”(parole sue) e che un'altra se la sarebbe fatta volentieri.
Ha aggiunto tanto è proprio a ….. (la città in cui si era svolto il convegno) che stiamo andando
La sua mano sinistra si stacca dal volante, mi si poggia sulla coscia, mentre Thomas da dietro mi soppesa i seni, poi con una mano che si infila nella scollatura riesce ad afferrarne uno superando anche la barriera della coppa del reggiseno. Con l'indice gioca con il mio capezzolo. Intanto la mano sinistra di Jimmy, scesa fino al ginocchio, risalendo lungo la coscia si porta su il vestito fino a sopra la balza delle autoreggenti per infilarsi tra le cosce nella loro parte nuda polposa e morbida vicina all'intimità. Proprio com'era successo al matrimonio con Piero che prima di spostare con il dito l'elastico delle mutandine e cominciare a giocare con la figa, si era goduto quelle mie polposità.
- qui adesso ci sei tu e io non ce la faccio più. Troviamo un posto appartato e ti dai da fare con la bocca. La giornata è lunga-
È così che ci siamo ritrovati in un posto isolato, riparato da degli alberi di eucalipti e da dei mucchi di terra. Jimmy si è abbassato pantaloni e mutande alle caviglie. Gambe muscolosissime, da gorilla, pelosissime, pene ricurvo verso l'alto non grossissimo o lunghissimo, ma prendendomi il polso e facendomelo afferrare l'ho sentito d'acciaio. I primi vai e vieni della mano su quel cazzo li ha guidati lui tenendomi sempre il polso, poi, senza ragionare su quello che stavo facendo ho continuato da sola, anche perché Thomas, sceso dalla macchina aveva aperto il mio sportello e in piedi m frugava tra le cosce o mi strizzava le tette, baciandomi e inserendomi la lingua in bocca-.
Ci è voluto poco che Jimmy mi facesse avvicinare la bocca al cazzo prendendomi dietro la nuca. Ho iniziato a succhiarlo.
Così, distesa quasi sul fianco, davo culo e figa a Thomas che alzandomi il vestito si è chinato per affondare la faccia tra le mie natiche. Con la lingua arrivava all'ano e alla figa 16/17ene, ma ci sapeva fare.
Mi hanno “accesa e mi sono concessa; come ahimè mi capita praticamente ogni volta che mi “ prendono”.
Thomas alzandosi me lo ha schiaffato in figa. Entrambi hanno sborrato dopo pochi minuti, uno dopo l'altro. Mi sono resa conto che non mi hanno dato il tempo di poter essere anch'io almeno un po' appagata. Quando sono usciti da me stava cominciando a montarmi l'orgasmo.
-porci, bastardi delinquenti. Avete pensato solo a voi stessi. MAIALI!-
gliel'ho gridato quasi in faccia, al che, Jimmy:
-È colpa tua. Sei tropo calda; troppo bona; troppo femmina. Lo so che ne vorresti ancora, dammi il tempo di riprendermi e vedrai se non ti incendio la figa.-
Thomas, in aggiunta:
-mi stava risucchiando il cazzo-.
Poi risistematosi e riprendendo posto dietro il sedile di Jimmy, ha assistito allo spettacolo con l'amico che reclinando il mio per farmi distendere infilandomi due dita in vagina muovendo la mano con velocità impressionante. In pochi minuti mi ha fatto squirtare.. urlavo, stringevo le cosce per cercare di rallentare i movimenti di quella mano e le due dita che mi si infilavano fino alle più recondite profondità. Gli tenevo il poso con due mani per calmarlo, sono venuta muovendomi come un'indemoniata. Certo, avrei preferito godermi un cazzo, ma sono venuta.
Siamo ripartiti e dopo una quarantina di minuti in cui ho ripetutamente sentito le mani di Thomas da dietro sulle tette e Jimmy a fianco tra le cosce.
Di passaggio ci siamo infilati sulla strada dell'aeroporto militare in cui Jimmy Lavorava e superata la sbarra ci siamo fermati in una delle prime casupole da cui è venuto fuori un tizio che si è avvicinato alla macchina dal mio lato. Jimmy, abbassando il finestrino lo ha salutato. Con un “ ciao Toni. Al che lui:
- e questa? Dove l'avete trovata?-
Jimmy:
-poi ti raccontiamo-.
Quel bastardo di Thomas afferrando un lembo del mio vestito lo tirava con la mano nascosta vicino all'aggancio della cintura di sicurezza. Tirava il tanto giusto da far sembrare che ero io che preferivo tenerlo così per voler mettere completamente in mostra le cosce. Fino alle mutandine. L'altra mano del ragazzo, infilata nella scollatura del vestito.
Il tizio, Toni, non guardava certo in faccia i suoi due amici. Con lo sguardo mi stava consumando le gambe; mi stava già scopando.
Ho cercato di impedire che la sua mano arrivasse alla mia intimità al di sopra delle mutande; al che lui:
-stai calma; ti sto solo esplorando....per il momento!-
risata dei tre.
-Ci segui?- Gli ha chiesto Jimmy.
Toni: - si, prendo la jeep-.
Tra il muro che divideva l'area della Base dalla strada pubblica e la rete in metallo alta che cingeva l'aerostazione militare, c'era una stradina sterrata che svoltando a sinistra continuando a costeggiare la rete, si inoltrava nelle campagne circostanti. Dopo alcuni minuti ci siamo fermati dove lo sterrato si allargava. A non più di cinquanta metri da un bestione; un aereo militare che stava all'interno della rete. Le piste erano a distanza e in lontananza si vedevano alcune persone intente a fare qualcosa. La distanza non permetteva di capire cosa stessero facendo e quindi anche da lì, loro non capivano cosa noi stessimo combinando, anche perché eravamo riparati dalle nostre stesse auto.
Toni mi ha letteralmente tirata fuori dalla macchina. In piedi, ero appoggiata allo sportello posteriore chiuso, davo le spalle, anzi praticamente il sedere a Thomas seduto dentro, al quale non è stato difficile abbassare il finestrino e cominciare a toccarmi.
Toni intanto mi ha infilato la mano tra le cosce e in un attimo avevo due dita in vagina.
Thomas mi accarezzava l'esterno coscia non potendo arrivare alla figa già impegnata dalla mano del porco che avevo addosso davanti, il culo schiacciato sulla lamiera dello sportello e la nuca poggiata al bordo del tettuccio dell'auto.
Colui che mi martoriava la figa, avvicinando la bocca all'orecchio:
-sei bollente e stretta. Mi piaci molto! So cosa vuoi, un bel cazzone che ti allarghi bene questa gran bella patatona e io ti accontento, ma prima abbassami la lampo, tiramelo fuori e massaggiamelo un po' con la tua dolce manina.-
Così ho fatto, mordendomi il labbro inferiore visto l'effetto delle dita in figa. Ho iniziato a masturbarlo era grosso e corto. Premendomi su una spalla mi ha fatto capire che dovevo inchinarmi per un pompino. La ribellione era inutile; l'ho succhiato per un po' Mi ha tirata su e portandomi verso il cofano mi a messa a 90. Non ha perso altro tempo: ho sentito le mutandine strappate e credo se le sia messe in tasca come trofeo; puntando il glande all'ingresso della vagina ha dato un colpo secco; micidiale. Era dentro. Mi ha fatto male, ho urlato, ho pensato dopo ai tipi a distanza, ma nessuno è arrivato. Mi stavo godendo un altro cazzo estraneo e l'estraneo che abusava di me si godeva la mia figa, il mio calore di femmina eccitata. È uscito dalla figa e un altro urlo l'ho buttato fuori mentre mi spaccava le natiche. Non è durato molto, ma mi ha dato modo di avere un orgasmo potente mentre mi sborrava dentro. Con la pancia, le tette , la guancia appoggiata al cofano l'ho sentito sfilarsi e allontanarsi, subito Thomas mi ha trascinato dentro la macchina, dietro, lui seduto e io gli ero sopra a cavalcarlo, uno di fronte all'altra, gli ho preso io il cazzo e me lo sono infilata in figa muovendo da subito i fianchi per sentirlo e per farmi sentire. Con le mani mi impastava i seni, affondandoci poi in mezzo la faccia, succhiandomi i capezzoli, gli ballavo sul cazzo volevo farlo godere e venire e con un “ SIIII COSIIIII DAIII TROOOIIIIAAAAAAAA” mi ha dato il suo seme e io gli ho allagato i peli pubici.
Toccava a Jimmy. Dopo essersi indurito il cazzo nella mia bocca mi ha distesa sul sedile anteriore, anche lui eccitato all'inverosimile:
-apri le gambe. Ooohhhhsssii.... hai delle cosce favolose, in mezzo ci si sta divinamente!-
Mi sono goduta quella scopata da subito. Da appena il suo cazzo mi ha invaso la vagina. Mi riempiva. Ben lubrificata lo sentivo scivolare dentro. Sentivo che le mie carni gli si modellavano attorno.
Lui:
-Cazzooo sei fantasticaaa siiiii che scopataaaaaaa!!!-
Muovevo le cosce, il culo, i fianchi. Sentivo i suoi rantoli dentro le mie orecchie. Gemevo. Le mie gambe attorcigliate alle sue. Non volevo che uscisse, anzi lo volevo più dentro.
Credo di aver pronunciato anche un:
-SSSIIIIIIII DAIIIIIII ANCORAAAAA-
e in risposta lui:
-Sii dai troiaaaa goditi il cazzooooooo. Sei nata per scopare!-
Mi sono sembrati centinaia gli schizzi di sperma che mi hanno riempito l'utero. Come frustate. Il mio orgasmo è stato pazzesco. Da rischiare davvero di legarmi a lui per sempre.
Non so quanto sono rimasta rannicchiata si quel sedile. Li ho sentiti parlare.
Toni:
-se me la lasci per stanotte, ti condono completamente il debito. Per adesso te ne condono una piccola parte.. e ringrazia lei per questo.-
Alla risposta di Jimmy: - per me... va bene. Stanotte è tutta tua!- mi sono fiondata fuori con le residue forze che mi erano rimaste.
-DEVO TORNARE A CASA. Ho un marito e una figlia che mi aspettano.- lo dicevo quasi piangente. I tre si sono guardati stupiti dalla mia reazione.
Sempre Jimmy e Toni: - Va bene! Va bene... Jimmy ha aggiunto:- tanto sappiamo dove e come trovarla e prenderla-
Toni: -La voglio! Una femmina come questa va goduta bene e a lungo.-
Jimmy: -Promesso!-
Toni è andato via un po' imprecando.
Parlavano come se io fossi un oggetto di loro proprietà e su questo io non ho minimamente protestato o controbattuto.
Prima di rientrare siamo finiti a casa di Jimmy e lì... altre scopate e altri orgasmi sul comodo letto matrimoniale.
Anche un sandwich con il padrone di casa disteso supino io sopra di lui a cavallo e Thomas si godeva il mio culo.
Siamo venuti tutti e tre assieme e al ritorno tocchi, palpate, ma niente di più.
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
Il mio essere donna, femmina che con gli iniziali tentativi di opporsi all'abuso non faceva altro, invece, che alimentare il loro desiderio, eccitati all'inverosimile, decisi più che mai a sfogarsi tra le carni femminili calde e avvolgenti che se ben stimolate cedono al piacere intenso concedendosi totalmente.
Una pazzia: salire in auto e raggiungere Piero in ufficio? Pensare di organizzare l'occasione anche con una bugia a mio marito? Ero arrivata a tal punto? Temevo me stessa.
Perché ne lui ne Nicholas si facevano vivi? Non gli ero piaciuta? Eppure mentre mi scopavano, mi prendevano, godevano del mio calore di femmina eccitata come non mai, mi era parso l'esatto contrario. Allora perché?
Cosa avrei potuto dire a mio marito? Cosa inventare?
Potevo dirgli che al Convegno sul turismo, mentre andavamo a pranzo avevo incontrato un'amica, per esempio Paola, che poi aveva preso la strada della consacrazione come suora e di cui gli avevo parlato. In effetti dopo il primo anno in cui ero andata a trovarla nella Casa Madre del suo ordine, dopo che l'avevano trasferita non avevamo avuto più contatti: Succede! Rivedendoci avevamo deciso di passare una giornata insieme prima che lei ripartisse....!
Oppure inventare qualche altra storia..... ho sempre avuto fantasia. Poi.... noi donne.... Figuriamoci!
Ovviamente la paura di tutto questo era tanta, ma in certi momenti il desiderio non lasciava spazio a nient'altro e non si placava neanche dopo aver fatti l'amore con il mio dolcissimo lui, al quale ho anche proposto un giochino erotico in cui lui mi costringeva. Ci ha provato ma non è proprio nelle sue corde. Non gli appartiene. Ribellandomi gli ho fatto anche male. Completamente diverso dagli altri due che mi hanno usata come e quando hanno voluto.
Non era una decisione da prendere d'impulso:
-Marilena, pensaci bene! Rifletti su cosa stai per fare-.
Questo era il mantra che ripetevo a me stessa, ma il desiderio si faceva sempre più pressanti, la pelle, le carni entravano senza bussare costringendomi ad anteporre le loro esigenze a tutto il resto. I litigi con mio marito erano più frequenti, nel pensiero gli chiedevo di aiutarmi, ma assolutamente nella realtà, non facevo a lui il minimo accenno a quello che stavo vivendo.
La paura che si venisse a sapere in giro della mia vera natura di donna, di femmina non così difficile da conquistare, da possedere, con cui soddisfarsi dopo aver vinto senza grossissime difficoltà, i miei iniziali tentativi di difesa, che mani sapienti, sapendo dove e come toccarmi, annullavano presto. La mia natura di femmina che si concede totalmente dall'attimo in cui inizio a godere dei piaceri che un maschio “duro”, potente, prepotente, deciso a non rinunciare a fare i suoi porci comodi mi fa sentire.
Una Marilena venuta fuori, come ho già scritto, da ragazza, da giovane studentessa, dopo un'adolescenza come tante altre, tranquilla, senza particolari scossoni e che adesso, da adulta si riaffacciava a causa di due episodi scatenanti non certo banali: l'aver soddisfatto uno sconosciuto con una parte del proprio corpo concessa poco anche all'uomo che ama per intensi dolori durante la penetrazione, la cui durata non le consentiva di assaporare il piacere dopo il dolore iniziale dovuto al fatto che il marito non riusciva a resistere alla stretta di quelle chiappe meravigliose attorno al cazzo, Marilena, invece, che posseduta in quel modo in un bagno pubblico, aveva provato un piacere sconosciuto per la lunga durata e intensità pazzesca di quel cazzone tra le natiche. Complice la mano che in contemporanea la frugava tra le cosce in modo impertinente, insistente senza delicatezza e sconti. Poi una Marilena pesantemente palpeggiata tra la gente che di nulla si accorgeva mentre era sotto braccio al marito ignaro di tutto ed ancora, l'essere stata costretta a concedersi completamente a casa sua agli autori delle due “bravate”, la medesima situazione vissuta in quell'autobus da ragazza con l'uomo che una volta scesi le ha “conosciuto” la bocca.
Neanche a dirsi.... l'indomani mattina, mentre rassettavo casa, un watsap sempre con la foto delle cosce che sotto il tavolo imprigionavano la mano accompagnava un messaggio:
-domani stiamo insieme, io non guido, quindi verrò con un amico. Preparati! Conosco la tua macchina. Quando sei parcheggiata ci affianchiamo un attimo, scendi e sali in auto con noi-
Mi indicava luogo ed ora in cui mi sarei dovuta far trovare con l'auto parcheggiata. Era una via anonima e ben trafficata, per quanto traffico ci possa essere in un paesotto, di uno degli abitati vicini. Conosceva i luoghi ed aveva le idee ben chiare. Unico problema, forse, la presenza di uno Studio tecnico per cui avevo svolto un lavoro, abbozzi di un progetto, considerati i miei studi alle superiori, ma avrei fatto attenzione.
Non avevo il tempo di pensare ad altro; ho detto a mio marito che Paola mi aveva telefonato e avendole anticipato il rientro in sede, mi proponeva di vederci l'indomani. La sua risposta:
-Porto la bambina da mamma, la riprendo di pomeriggio e ti aspettiamo a casa-.
Ho immaginato che i pantaloni femminili non fossero a loro particolarmente graditi e per evitare eventuali strappi agli indumenti per foga o miei istintivi tentativi di difesa...... vestitino verde in lana leggera con scollo a barca che copriva tutte le cosce fino a metà ginocchio,sapendo che seduta si sarebbe sollevato ma non più di tanto, bretelline del reggiseno visibili, autoreggenti e mutandine con la parte superiore del triangolino che lasciava intravvedere un po' di pelo. Un soprabitino leggero a coprire.
Non mi aspettavo che la macchina sulla quale sarei salita da lì a poco, arrivasse dal senso opposto di marcia.
Tagliando la corsia si è posizionata a fianco alla mia in una sorta di 69 tra auto. Lo spazio c'era, tra dov'ero io ferma e la carreggiata un'auto in doppia fila ci stava senza problemi.
Quella macchina era strana: Casa costruttrice molto nota, modello comune ma, con posto guida sulla destra: all'inglese. Giusto lo spazio di aprire la mia portiera ed infilarmi sul posto accanto all'autista, davvero attimi di secondi e siamo partiti. Subito un:
-WOWWW gran bella figona!-
Complimento rivoltomi da chi guidava, seguito da:
-te l'avevo detto...........! Sapevo che ti sarebbe piaciuta da subito-.
Ho immediatamente riconosciuto il ragazzino seduto dietro. Era lui al matrimonio che seduto a fianco alla madre aveva scattato le foto sotto il tavolo dopo che si era chinato a raccogliere qualcosa che gli era caduto precedentemente. Aveva visto ….. e dopo che si è riaccomodato, con il cellulare in mano, mani sotto la tovaglia ha scattato centrando l'obiettivo. Dopodiché, non perdendomi di vista, ha immortalato l'attimo in cui nel cortile alla foto di gruppo, un'altra mi si infilava da dietro tra le gambe. E ancora sento il dito che nonostante i vestiti riesce a separarmi le labbra della figa e accarezzarmi.
Sempre il ragazzo alla guida, che poteva avere 24/25 anni:
-Tu sei Marilena, io sono Jimmy (Gianmario), lui lo conosci. È Thomas. Sei davvero molto bella!.-.
Ho provato subito a cambiare argomento chiedendo come mai l'auto avesse la guida a destra. Mi has risposto che l'ha comprata da un suo collega inglese. Lavoriamo insieme all'aeroporto militare interforze di …...... ho chiesto se si trovasse bene con la guida sulla destra, mi ha risposto:
-questione di abitudine-.
Mi ha invitato a provare, ma per non far danni ho declinato l'invito.
Rivolgendosi al ragazzino seduto dietro:
-Oh... Thomas... oggi ci divertiamo davvero-.
Poi, a me senza preambolo ne mezze misure:
-secondo me, scopi davvero molto bene-.
Non sapevo dove posare lo sguardo, devo essere diventata rosso fuoco in viso anche per la risposta di Thomas.
-mi piacciono moltissimo le donne adulte, sposate, spesso quando scopano si lasciano andare completamente sopratutto se non lo fanno bene con il marito-.
Poi Jimmy a me, ridacchiando:
-cosa c'è? Sei timida? Sei diventata rossa. Ma daiiiii... siamo qui per scoparti e vedrai che sarai soddisfatta anche tu.-
Sarei voluta scomparire, ma l'umido cominciava a impregnare la mia intimità.
Sempre Jimmy a me:
-che scusa hai tirato fuori con tuo marito?-
Gli ho risposto raccontandogli della mia amica Paola. Al che, lui:
-Possiamo sempre andare a prenderla. Facciamo un bel quartetto.-
gli ho chiarito che era la scusa per mio marito. Paola esisteva davvero , ma non sapevo dove fosse.
Lui ha sottolineato che aveva già avuto occasione di fottersi una suora, non particolarmente giovane ma ancora “molto ben messa”(parole sue) e che un'altra se la sarebbe fatta volentieri.
Ha aggiunto tanto è proprio a ….. (la città in cui si era svolto il convegno) che stiamo andando
La sua mano sinistra si stacca dal volante, mi si poggia sulla coscia, mentre Thomas da dietro mi soppesa i seni, poi con una mano che si infila nella scollatura riesce ad afferrarne uno superando anche la barriera della coppa del reggiseno. Con l'indice gioca con il mio capezzolo. Intanto la mano sinistra di Jimmy, scesa fino al ginocchio, risalendo lungo la coscia si porta su il vestito fino a sopra la balza delle autoreggenti per infilarsi tra le cosce nella loro parte nuda polposa e morbida vicina all'intimità. Proprio com'era successo al matrimonio con Piero che prima di spostare con il dito l'elastico delle mutandine e cominciare a giocare con la figa, si era goduto quelle mie polposità.
- qui adesso ci sei tu e io non ce la faccio più. Troviamo un posto appartato e ti dai da fare con la bocca. La giornata è lunga-
È così che ci siamo ritrovati in un posto isolato, riparato da degli alberi di eucalipti e da dei mucchi di terra. Jimmy si è abbassato pantaloni e mutande alle caviglie. Gambe muscolosissime, da gorilla, pelosissime, pene ricurvo verso l'alto non grossissimo o lunghissimo, ma prendendomi il polso e facendomelo afferrare l'ho sentito d'acciaio. I primi vai e vieni della mano su quel cazzo li ha guidati lui tenendomi sempre il polso, poi, senza ragionare su quello che stavo facendo ho continuato da sola, anche perché Thomas, sceso dalla macchina aveva aperto il mio sportello e in piedi m frugava tra le cosce o mi strizzava le tette, baciandomi e inserendomi la lingua in bocca-.
Ci è voluto poco che Jimmy mi facesse avvicinare la bocca al cazzo prendendomi dietro la nuca. Ho iniziato a succhiarlo.
Così, distesa quasi sul fianco, davo culo e figa a Thomas che alzandomi il vestito si è chinato per affondare la faccia tra le mie natiche. Con la lingua arrivava all'ano e alla figa 16/17ene, ma ci sapeva fare.
Mi hanno “accesa e mi sono concessa; come ahimè mi capita praticamente ogni volta che mi “ prendono”.
Thomas alzandosi me lo ha schiaffato in figa. Entrambi hanno sborrato dopo pochi minuti, uno dopo l'altro. Mi sono resa conto che non mi hanno dato il tempo di poter essere anch'io almeno un po' appagata. Quando sono usciti da me stava cominciando a montarmi l'orgasmo.
-porci, bastardi delinquenti. Avete pensato solo a voi stessi. MAIALI!-
gliel'ho gridato quasi in faccia, al che, Jimmy:
-È colpa tua. Sei tropo calda; troppo bona; troppo femmina. Lo so che ne vorresti ancora, dammi il tempo di riprendermi e vedrai se non ti incendio la figa.-
Thomas, in aggiunta:
-mi stava risucchiando il cazzo-.
Poi risistematosi e riprendendo posto dietro il sedile di Jimmy, ha assistito allo spettacolo con l'amico che reclinando il mio per farmi distendere infilandomi due dita in vagina muovendo la mano con velocità impressionante. In pochi minuti mi ha fatto squirtare.. urlavo, stringevo le cosce per cercare di rallentare i movimenti di quella mano e le due dita che mi si infilavano fino alle più recondite profondità. Gli tenevo il poso con due mani per calmarlo, sono venuta muovendomi come un'indemoniata. Certo, avrei preferito godermi un cazzo, ma sono venuta.
Siamo ripartiti e dopo una quarantina di minuti in cui ho ripetutamente sentito le mani di Thomas da dietro sulle tette e Jimmy a fianco tra le cosce.
Di passaggio ci siamo infilati sulla strada dell'aeroporto militare in cui Jimmy Lavorava e superata la sbarra ci siamo fermati in una delle prime casupole da cui è venuto fuori un tizio che si è avvicinato alla macchina dal mio lato. Jimmy, abbassando il finestrino lo ha salutato. Con un “ ciao Toni. Al che lui:
- e questa? Dove l'avete trovata?-
Jimmy:
-poi ti raccontiamo-.
Quel bastardo di Thomas afferrando un lembo del mio vestito lo tirava con la mano nascosta vicino all'aggancio della cintura di sicurezza. Tirava il tanto giusto da far sembrare che ero io che preferivo tenerlo così per voler mettere completamente in mostra le cosce. Fino alle mutandine. L'altra mano del ragazzo, infilata nella scollatura del vestito.
Il tizio, Toni, non guardava certo in faccia i suoi due amici. Con lo sguardo mi stava consumando le gambe; mi stava già scopando.
Ho cercato di impedire che la sua mano arrivasse alla mia intimità al di sopra delle mutande; al che lui:
-stai calma; ti sto solo esplorando....per il momento!-
risata dei tre.
-Ci segui?- Gli ha chiesto Jimmy.
Toni: - si, prendo la jeep-.
Tra il muro che divideva l'area della Base dalla strada pubblica e la rete in metallo alta che cingeva l'aerostazione militare, c'era una stradina sterrata che svoltando a sinistra continuando a costeggiare la rete, si inoltrava nelle campagne circostanti. Dopo alcuni minuti ci siamo fermati dove lo sterrato si allargava. A non più di cinquanta metri da un bestione; un aereo militare che stava all'interno della rete. Le piste erano a distanza e in lontananza si vedevano alcune persone intente a fare qualcosa. La distanza non permetteva di capire cosa stessero facendo e quindi anche da lì, loro non capivano cosa noi stessimo combinando, anche perché eravamo riparati dalle nostre stesse auto.
Toni mi ha letteralmente tirata fuori dalla macchina. In piedi, ero appoggiata allo sportello posteriore chiuso, davo le spalle, anzi praticamente il sedere a Thomas seduto dentro, al quale non è stato difficile abbassare il finestrino e cominciare a toccarmi.
Toni intanto mi ha infilato la mano tra le cosce e in un attimo avevo due dita in vagina.
Thomas mi accarezzava l'esterno coscia non potendo arrivare alla figa già impegnata dalla mano del porco che avevo addosso davanti, il culo schiacciato sulla lamiera dello sportello e la nuca poggiata al bordo del tettuccio dell'auto.
Colui che mi martoriava la figa, avvicinando la bocca all'orecchio:
-sei bollente e stretta. Mi piaci molto! So cosa vuoi, un bel cazzone che ti allarghi bene questa gran bella patatona e io ti accontento, ma prima abbassami la lampo, tiramelo fuori e massaggiamelo un po' con la tua dolce manina.-
Così ho fatto, mordendomi il labbro inferiore visto l'effetto delle dita in figa. Ho iniziato a masturbarlo era grosso e corto. Premendomi su una spalla mi ha fatto capire che dovevo inchinarmi per un pompino. La ribellione era inutile; l'ho succhiato per un po' Mi ha tirata su e portandomi verso il cofano mi a messa a 90. Non ha perso altro tempo: ho sentito le mutandine strappate e credo se le sia messe in tasca come trofeo; puntando il glande all'ingresso della vagina ha dato un colpo secco; micidiale. Era dentro. Mi ha fatto male, ho urlato, ho pensato dopo ai tipi a distanza, ma nessuno è arrivato. Mi stavo godendo un altro cazzo estraneo e l'estraneo che abusava di me si godeva la mia figa, il mio calore di femmina eccitata. È uscito dalla figa e un altro urlo l'ho buttato fuori mentre mi spaccava le natiche. Non è durato molto, ma mi ha dato modo di avere un orgasmo potente mentre mi sborrava dentro. Con la pancia, le tette , la guancia appoggiata al cofano l'ho sentito sfilarsi e allontanarsi, subito Thomas mi ha trascinato dentro la macchina, dietro, lui seduto e io gli ero sopra a cavalcarlo, uno di fronte all'altra, gli ho preso io il cazzo e me lo sono infilata in figa muovendo da subito i fianchi per sentirlo e per farmi sentire. Con le mani mi impastava i seni, affondandoci poi in mezzo la faccia, succhiandomi i capezzoli, gli ballavo sul cazzo volevo farlo godere e venire e con un “ SIIII COSIIIII DAIII TROOOIIIIAAAAAAAA” mi ha dato il suo seme e io gli ho allagato i peli pubici.
Toccava a Jimmy. Dopo essersi indurito il cazzo nella mia bocca mi ha distesa sul sedile anteriore, anche lui eccitato all'inverosimile:
-apri le gambe. Ooohhhhsssii.... hai delle cosce favolose, in mezzo ci si sta divinamente!-
Mi sono goduta quella scopata da subito. Da appena il suo cazzo mi ha invaso la vagina. Mi riempiva. Ben lubrificata lo sentivo scivolare dentro. Sentivo che le mie carni gli si modellavano attorno.
Lui:
-Cazzooo sei fantasticaaa siiiii che scopataaaaaaa!!!-
Muovevo le cosce, il culo, i fianchi. Sentivo i suoi rantoli dentro le mie orecchie. Gemevo. Le mie gambe attorcigliate alle sue. Non volevo che uscisse, anzi lo volevo più dentro.
Credo di aver pronunciato anche un:
-SSSIIIIIIII DAIIIIIII ANCORAAAAA-
e in risposta lui:
-Sii dai troiaaaa goditi il cazzooooooo. Sei nata per scopare!-
Mi sono sembrati centinaia gli schizzi di sperma che mi hanno riempito l'utero. Come frustate. Il mio orgasmo è stato pazzesco. Da rischiare davvero di legarmi a lui per sempre.
Non so quanto sono rimasta rannicchiata si quel sedile. Li ho sentiti parlare.
Toni:
-se me la lasci per stanotte, ti condono completamente il debito. Per adesso te ne condono una piccola parte.. e ringrazia lei per questo.-
Alla risposta di Jimmy: - per me... va bene. Stanotte è tutta tua!- mi sono fiondata fuori con le residue forze che mi erano rimaste.
-DEVO TORNARE A CASA. Ho un marito e una figlia che mi aspettano.- lo dicevo quasi piangente. I tre si sono guardati stupiti dalla mia reazione.
Sempre Jimmy e Toni: - Va bene! Va bene... Jimmy ha aggiunto:- tanto sappiamo dove e come trovarla e prenderla-
Toni: -La voglio! Una femmina come questa va goduta bene e a lungo.-
Jimmy: -Promesso!-
Toni è andato via un po' imprecando.
Parlavano come se io fossi un oggetto di loro proprietà e su questo io non ho minimamente protestato o controbattuto.
Prima di rientrare siamo finiti a casa di Jimmy e lì... altre scopate e altri orgasmi sul comodo letto matrimoniale.
Anche un sandwich con il padrone di casa disteso supino io sopra di lui a cavallo e Thomas si godeva il mio culo.
Siamo venuti tutti e tre assieme e al ritorno tocchi, palpate, ma niente di più.
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