Elenia (Seconda parte)

di
genere
dominazione

Altri due colpi di lingua bastarono ad Elenia per venire copiosamente. Un orgasmo intenso, un brivido nelle pareti vaginali espanse, anche se non era appagata. Avrebbe voluto di più. Decise che bisognava dar seguito allo spettacolo. Gli diede uno scossone rigirandolo su un fianco con la pianta dello stivaletto.
-"Alzati stronzo, non abbiamo finito" e lo sollevò a mezzobusto per il cappuccio.
L'uomo biascicò qualcosa impaurito facendo fatica a tirarsi su. Gli fece cenno di seguirla, intimandogli di stare ben attento a non sgattaiolare via, altrimenti sarebbe stato peggio una volta riacciuffato. Salirono al sesto piano di una mansarda ben arredata. Il rumore degli stivaletti sul parquet echeggiava in tutto l'appartamento. Elenia mise un po' di musica di sottofondo mentre l'uomo si massaggiava la guancia dilaniata dal calcio; nella penombra filtrava la luce soffusa dai faretti del soppalco illuminando il rivolo di sangue dal volto. L'odore della sostanza ematica, quella visione, frammista all'odore del sangue suscitarono una forte eccitazione in Elenia che per "l'occasione" era rimasta solamente in perizoma. Alzò la gamba per un calcio laterale con il piede a martello e bloccò la gola dell'uomo facendogli reclinare la testa sul bordo del divano.
-"È un ordine e non ti puoi esimere. Lecca i miei piedi smaltati, stupido, prima che ti schiaffeggi con essi!".
Incredulo l'uomo capí che non poteva rifiutarsi. Cominciò dalla pianta, spazzolando tutte le dita fino al dorso e alle caviglie. Elenia sentí il clitoride implorarle pietà. La pressione sanguigna lo facevano gonfiare, iniziò a sfiorarlo prima lentamente poi a strofinarlo con foga. Due dita. Le portò alla bocca, le assaporò e le infilò in fica. Due orgasmi di fila. I peli erano tutti impiastricciati dei suoi umori. Fu in quell'attimo, quando i suoi occhi erano chiusi e le sue membra si donavano al piacere intenso che l'uomo, in un momento di lucidità le diede un pugno nel ventre. Elenia incassò il colpo meravigliata ed indietreggiò. Si era per un attimo piegata per il dolore abbastanza intenso. Fu solo una frazione di secondo. Uno scatto di ira animalesca miscelata agli orgasmi multipli ancora intensi. Lo guardò fulminandolo con lo sguardo della tigre. L'uomo ebbe timore. Ed era fondato. Sotto la luce dei faretti la gamba sembrava una spada invisibile e letale, di una bellezza diafana mentre fendeva di netto il volto dell'uomo da un lato all'altro con la pianta e il dorso del piede. Otto colpi di dritto e rovescio. Era tramortito. Elenia inspirò. Raccolse tutte le sue forze, sollevò in alto la gamba tenendo la caviglia con la mano e gridò: "yaaaah!". La gamba si abbassò vertiginosamente ed il tallone si abbatté sulla testa dell'uomo. Lo aveva mandato nel mondo dei sogni. Elenia respirava ancora a fatica per via del colpo all'addome ma ad un tratto qualcosa alle spalle catturò la sua attenzione. Un'ombra. Era qualcuno.
-"Hai fatto un buon lavoro Elenia, quasi quanto me."
Non riconobbe subito la voce.
Sentí un fruscío nel vuoto, quasi un battito d'ali. Si sentí avvolgere da un tessuto spiegato e riavvolto su di lei. Era un mantello. Fu presa dal panico ma la stessa voce le sussurrò di stare tranquilla. Le arrivò ovattata per via del mantello che la copriva. Non la riconobbe ancora. Le luci si spensero. Elenia avvertí che quella figura misteriosa l'avvinghiava a sé senza violenza, dolcemente. Provò a scostare nel buio il mantello. Tastò la testa di quella figura. Un materiale strano. Due protuberanze a punta catturarono la sua attenzione. Dalla finestra faceva capolino la luce di una luna bellissima. Riuscì a liberarsi del mantello e rimase a bocca aperta. Si trovò di fronte un uomo mascherato che indossava una maglia a lupetto grigia.
-"Che cazzo ci fa Batman a casa mia?" e sorrise.
L'uomo tolse la maschera dal volto e le sussurrò in un orecchio: "ciao Elenia, ho trovato la porta aperta e avevo visto del sangue per terra". E la baciò intensamente.
Elenia riconobbe la voce, lo guardò in po' stupita.
-"Benny ma… ".
L'uomo non le diede il tempo di finire la frase che le troncò in bocca le parole con la lingua. Cercò quella di Elenia in un intreccio di carne. Le labbra dei due si fondevano umide in un amplesso.
L'uomo carezzò i seni di Elenia carpendo i capezzoli che si facevano turgidi sotto i polpastrelli.
"Síííí…" sospirò impercettibilmente cercando nuovamente di stimolarsi la fica. L'uomo la bloccò e cominciò a masturbarla.
-"Possibile che devi pensare sempre al sesso, Benny?" esclamò quasi piccata.
-"Shhhh" le rispose mettendole un dito in bocca che lei succhiò avidamente. Si fece trascinare sul divano mentre l'uomo le scostava il perizoma nero e le leccava la fica succosa di umori.
-"Mhhhh, Benny, cazzo… faresti una cosa per me?"
-"Dimmi Elenia"
-"Rimettiti la maschera, mi eccito con Batman".
-"Ma non ti dava fastidio che penso sempre al sesso?"
-"Continua ti prego…"
L'uomo la portò sull'Olimpo del piacere slabbrandole la fica con la sua lingua. Le pareti vaginali sbattevano per le pulsazioni irrorate dal sangue caldo e dagli umori. L'uomo li gustava mentre ogni puntata di lingua era uno spasmo di godimento per Elenia. Il clitoride era un fuoco, una fiamma ardente sulla lingua dell'uomo. Elenia cercò il sesso di lui . Notò il rigonfiamento e strusciò la sua mano sui pantaloni strattonando la patta e slacciando la cinta. Sentí l'odore del sesso dell'uomo mascherato, avvertí le vene sull'asta e avviluppò le labbra sul membro senza scappellarlo ma facendoselo crescere in bocca. Con una mano segava e gustava, con l'altra gli massaggiava le palle. L'uomo sentí scorrere una goccia di liquido lubrificante per tutta l'asta intrisa della saliva di Elenia che succhiava il cazzo, lo baciava, lo leccava lucidando la cappella.
L'uomo si distese sul divano, sollevò Elenia e la fece adagiare sul suo cazzo. Lei si infilò il cazzo nella fica senza usare le mani.
"Scopami, Benny, scopami…"
L'uomo si muoveva dentro di lei lasciandosi andare al piacere più estremo dei sensi. "Sí, Elenia, sì, ohhhh".
Lei lo cavalcava con colpi cadenzati di bacino. Lui spingeva il cazzo sempre più forte. Ogni tanto lei lo lasciava strusciandogli la fica sul ventre.
Cambiarono posizione. Lui la penetrò in fica da dietro mentre la donna godeva pazzamente. Il sesso di Elenia si schiudeva e tratteneva, si schiudeva e tratteneva. I corpi avevano lasciato il loro posto. Erano una cosa sola. I sensi reclamavano a gran voce l'orgasmo all'unisono. Dodici rintocchi. L'uomo si alzò bloccando l'orgasmo di entrambi.
"Dove vai, fottimi, c'ero quasi… " disse Elenia.
"Un momento" disse l'uomo e si allontanò per poi tornare con una bottiglia di champagne. Ghiacciato.
Lo versò sul suo cazzo ancora in tiro. Accostò la bottiglia alla bocca di Elenia che sorseggiò.
-"Puoi dirmi perché sei venuto mascherato?"
-"Continua a bere Elenia, sboccia con la bocca". E intanto l'uomo aumentò i colpi del suo glande che schiumava voglia nell'anfratto di lei. Stava toccando il punto di non ritorno. Il seme stava salendo per tutta l'asta.
-"Fallo scoppiare", disse Elenia.
-"Fallo tu" rispose lui togliendosi la maschera.
Nell'apoteosi del piacere che stava giungendo le versò lo champagne sui seni.
Lei toccò il clitoride mentre il fiumiciattolo della bevanda scorreva verso il monte di Venere.
"Sí, sí, sí, sí" e l'uomo fermò il suo respiro.
Elenia provò una scossa alle gambe che cominciarono a tremare, percependo gli scatti eiaculatori dell'uomo.
-"Benny… cazzo io vengo…"
-"Buon compleanno Elenia!"
E vennero simultaneamente.
di
scritto il
2022-01-19
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