Cena di natale.

Scritto da , il 2022-01-05, genere tradimenti


Ciao, sono di nuovo Anna, in realtà Anna Silvia, di anni 48. Torno qui dopo un po' di tempo perché mi sono ripromessa di offrirvi solo la verità. E quindi racconto solo le cose che mi succedono, come ho premesso nei due racconti già pubblicati. Nelle festività natalizie sono stata da alcuni miei parenti a Roma. Ero con mio marito e siamo stati a casa di una mia zia, Ornella. Lei ha due nipoti, Franco di 18 anni e Matteo di 21. Non li vedevo da qualche anno e si sono fatti davvero molto belli. In particolare, Matteo, un bruno piuttosto palestrato, ha acceso di nuovo le mie fantasie.
Mentre eravamo a cena da zia Ornella, Matteo era a tavola di fronte a me e tra il primo e il secondo si è alzato per una telefonata recandosi in cucina.
Io l'ho raggiunto per fare i piatti - la zia è anziana e mi sono offerta di lavarli io per poi passare alla seconda portata - e mentre ero davanti al lavandino, ho visto Matteo che discuteva con un amico, probabilmente si organizzava per uscire nel dopo cena.
Lì ho notato che doveva avere davvero un bel cazzo, visto che dal jeans stretto si vedeva una grossa protuberanza. Naturalmente i miei confronti sono sempre con l'uccello di mio marito, che dai suoi pantaloni non è che si veda molto. Invece questo ragazzo aveva un pacco che si vedeva molto bene. Il mio pensiero è stato il solito: come cavolo sono stata sfigata a non avere un uomo con un cazzo bello grande. Da lì, mi è venuto il solito bollore che quasi mi faceva perdere il controllo che ho, da donna matura e responsabile quale sono. Ho cominciato a fare cose strane, che poi il giorno dopo mi sono pentita di aver fatto.
Appena terminata la telefonata, ho chiesto a Matteo se avesse la ragazza, e mentre lo chiedevo gli guardavo il cazzo incantata. In effetti lo squadravo dall'alto verso il basso e viceversa, perché anche il suo corpo era notevole, con la maglietta attillata che esibiva addominali scolpiti e un bel pettorale. Insomma, mi sono fatta sgamare, perchè Matteo, dopo avermi risposto che aveva lasciato da poco la sua fidanzata, ha preso ad accarezzarsi l'uccello e sorridermi. Insomma, la situazione dell'essere ammirato e desiderato da una quasi cinquantenne, lo eccitava.
Ho cominciato a sentirmi bagnata e mi sono girata dall'altro lato, continuando a lavare i piatti.
A quel punto lui si è allontanato, poi è tornato in cucina. Il jeans che indossava era di quelli a vita bassa, che quasi ti cadono di dosso, e ho notato, tornando a posare il mio sguardo lì, che ora la parte inferiore dell'addome era scoperta, poiché la maglietta era piuttosto corta. Non solo. Mi stava venendo un colpo, perché dal pantalone usciva un pezzo del suo cazzo enorme, in erezione. Lui faceva il disinvolto, fingendo di fare esercizi di scratching, con la schiena all'indietro, in modo da farmi vedere la imponente verga che fuoriusciva con una pazzesca cappella scoperta.
Non capivo più niente, avrei voluto tirarglielo fuori e prenderlo in bocca. Ero probabilmente viola in viso quando gli ho detto: "Matteo, ma questo pantalone è indecente!". Lui allora si è ricomposto, nel senso che ha smesso di praticare l'esercizio che gli serviva per attirare ancora di più l'attenzione sul suo attrezzo.
"Scusa, non mi ero accorto". Intanto il cazzo continuava a vedersi per almeno un quarto.
Il ragazzo era arrapato e anche io, nonostante facessi per nasconderlo e sdrammatizzare la situazione sorridendogli. E' stato più forte di me, gli sono andata incontro e gli ho detto: "Ma figurati, è la natura, anche se con questi jeans di oggi devi stare attento".
Ero praticamente nemmeno a un passo da lui, col mio vestitino che esibiva il mio grosso seno, che sentivo quasi di scoppiare, coi capezzoli in tiro. Me li ha guardati con sguardo di sfida. A quel punto, ridendo, gli ho detto: "Devi trovarti una ragazza nuova, bello, eh". E nel farlo, come la peggior troia, gli ho appoggiato la mano sull'uccello. Sono stati pochi secondi ma in quel brevissimo lasso di tempo ho potuto godere del toccare quella verga di acciaio.
Lui, di stucco, restava lì fermo, mentre io lo abbandonavo per tornare a tavola. Per il resto della cena, giuro, non gli ho offerto mai il mio sguardo, tranne una volta. Mentre lui era evidentemente a disagio,. A fine cena, un amico è venuto a prenderlo per uscire, noi siamo rimasti ancora un po' con la zia e poi siamo andati via.

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