Ho abusato di lei

Scritto da , il 2012-05-09, genere incesti

Il fattaccio accadde l'estate scorsa in un tranquillo paesetto della campagna laziale. Io ho trentatre anni e vivo e lavoro a Roma, tuttavia sin da bambino ho passato le mie estati nel paese d'origine dei miei genitori. Lì abbiamo una casa per le vacanze ed un importante pezzo della famiglia tra cui i genitori di mia madre ed uno dei fratelli con la zia e le due cuginette. Anche l'altro zio Carlo ha una casa per le vacanze ma vive stabilmente al nord ormai da molti anni. La cosa che o sempre apprezzato della mia famiglia è l'unità e la voglia di ritrovarsi tutti insieme durante le feste. Sia mia madre che gli zii hanno poi trasmesso a tutti i figli un particolare attaccamento a questo bel paesino dove puntualmente ci ritroviamo. Qui vengo a raccontarvi cio che successe l'estate scorsa: Come d'abitudine i miei cugini Sara e Marco fuggono da Padova appena finite le scuole per venire a passare l'estate qui. Loro amano molto tornare qui e ritrovarsi con nonna che gli prepara dei pranzi con i fiocchi e li vizia in ogni cosa; d'altronde sono i sui nipoti preferiti proprio perche vivendo lontano non li vede spesso.
Per il resto escono con gli amici del posto e gli altri ragazzi che, come loro, vengono parcheggiati dai genitori durante l'estate. D'altro canto a loro va benissimo cosi, si divertono e sono molto piu liberi non essendo soggetti al controllo da parte dei genitori. Inoltre c'è da dire che in questo paese non c'è deliquenza e quindi anche i gentori si sentono apposto con la coscienza sapendo che in teoria non puo succedergli nulla.
Le sere di solito vengono passate al bar oppure intorno al chiosco del parchetto dove convivono tutte le generazioni del paese, dalle famiglie con i figli piccoli agli anziani che si dilettano in lunghe passeggiate serali e si ingozzano di coni gelato.
Poi ci sono almeno tre gruppi di ragazzi che si dividono principalmente per fascie d'età.
C'è la combriccola dei teenager che raggruppa più o meno una trentina di ragazzi compresi tra i diciassette ed i venti. Poi ci sono i venticinquenni che si vedono poco e se ne vanno sempre in giro verso mete serali piu ambite come Roma e Ostia; questi sono suddivisi in una piu sottogruppi da massimo cinque prsone, i posti di una macchina per intenderci. Infine ci siamo noi, cosiddetti veterani, qualc'uno gia sposato, qualc'un altro fidanzato ed infine i single incalliti come me. Noi amiamo restare nel paese e passare le serate a discutere sui massimi sistemi tra qualche partita al calcio balilla e cene organizzate all'ultimo momento durante l'aperitivo. Al massimo per quelli come me, sempre in cerca di un'anima gemella, c'è sempre qualche pub in una cittadina a non piu di mezz'ora di macchina. Alcuni sabati quelli del gruppo di Sara e Marco ci implorano di accompagnarli in una discoteca che si trova in periferia; purtroppo solo un paio tra loro hanno gia la patente e quindi raramente si trovano tutti un posto per andare... In questo io mi rendo sempre abbastanza disponibile visto che ogni tanto due salti in disco non mi dispiacciono. Inoltre i sabati sera rimedio sempre qualche bella ripassatina con qualche quarantenne divorziata che ha voglia di farsi fottere a dovere e viene a ballare con la scusa di una rimpatriata tra vecchie amiche. Un sabato come molti altri vedo il classico agitamento tra le fila della combriccola di Sara... si preparavano per andare a ballare e come ogni volta ecco che Sara e Marco vengono ad implorarmi di accompagnarli. Niente di male visto che comunque avevo gia deciso con qualche amico scapolo come me di andare. Concordo l'ora e gli raccomando di rimanere nei paraggi. Di certo non muoio dall'idea di avere i cuginetti appresso ma d'altronde mi rivenivano in mente le classiche raccomandazioni di mio zio "tienili d'occhio tu che sei grande". Amche se mi ripetevo che ormai era venuto il momento di crescere per tutti e due: Sara ha 17 anni e Marco 19; io a quell'età me ne andavo in giro per mezza Italia con i miei amici... comunque non spetta a me criticare le nuove generazioni.
Quella sera quindi partimmo alla volta della discoteca, in macchina eravamo io ed un mio caro amico e dietro ospitavo Sara e Marco; altri del mio gruppo avevano preso la macchina ed ospitavano a loro volta ragazzini ipereccitati al pensiero che stavano andando a ballare... "roba da adulti!"
Rimasi alquanto perplesso vedendo che Sara, come la maggior parte delle sue coetanee, si era andata a cambiare per la serata ed indossava un vestitino da sera bianco che arrivava appena un palmo sopra al ginocchio, poi aveva indossato una micro giacca aperta ed un reggiseno che le moltipliava a dispisura le forme del seno; per finire scarpa aperta grigia con buoni dieci centimetri di tacco.
Pensai fra me e me che stasera il suo neofidanzatino se la sarebbe goduta un bel po con tutta quell'abbondanza. Non è che Sara sia una modella ma comunque vestita in quel modo sapeva il fatto suo.
Durante il viaggio qualche battuta e qualche discorso venne fuori che quella sera era il compleanno di Francesca, una delle amiche si Sara, ed avevano quindi deciso di mettersi tutte in tiro per bene.
La sera cominciò molto bene, subito io ed il mio amico conoscemmo due studentesse romane che passavano il week end in un paese limitrofo a casa di un'amica; entrambe stavano terminando gli studi di lettere e quindi avevano deciso di passare l'estate nel tranquillo paesino dell'amica per aver modo di studiare e preparare gli ultimi esami. In compenso ci dissero che non si sarebbero fatte mancare qualche serata in discoteca e quakche cena con "nuovi amici" come ci chiamarono.
La serta trascorreva tra un ballo, una strusciatina e qualche coktail offerto alle due donzelle. Mentre ero in pista ogni tanto mi imbattevo in qualche ragazzo della combriccola di Sara e mi resi conto che ci stavano dando veramente sotto con l'alchool. Vidi anche passare Marco che portava nascosta sotto la giacca una bottiglia di wisky; lui si mise a ridere e mi fece cenno di offrirmi un sorso, io la presi e mi versai un dito di wisky nella coca cola già corretta che stavo bevendo... poi mi girai per ridare la bottiglia a Marco e mi accorsi che praticamente erano tutti li i ragazzi del paese, diedi qualche pacca a destra e a manca e qualche battuta del tipo "ma questa è roba di contrabbando?"; orgogliosi mi risposero che erano riusciti a portarsi dentro una cassa intera di super'alcolici con la scusa di far entrare la torta per Francesca. Erano tutti fortemente alterati dall'alcool e se la stavano proprio godendo. Mi resi conto però che non mancava nessuno al di fuori proprio di Sara ed il ragazzo... Con fare ingenuo chiesi a Marco "ma Sara dov'è?" lui mi fece cenno con l'indice alla tepia come a dire "quella è scema" e disse "Sara sta ubriachissima, sta ai tavoli con Peppe (il ragazzo)". Li per li non mi preoccupai pensando che comunque era con il ragazzo.
Di li a poco cominciai di nuovo a flirtare con la studentessa che mi stavo coltivando fino a che non ci ritrovammo con le lingue avvinghiate l'un l'altra a pomiciare come due adolescenti. Eravamo nella zona dei tavoli ed io le tenevo un braccio serato dietro la schiena, spinta verso la colonna e le spingevo la lingua in gola; lei rispondeva bene e con l'altra mano mi passava la mano dal fianco fino al pacco e poi ancora dinuovo a palparmi il culo... Da quel momento capii che la serata stava prendendo la giusta piega; quella sera mi sarei scopato per bene la studentessa in calore... Soddisfatto pensai che quell'estate mi sarei fatto un mucchio di belle scopate, lei non era niente male: alta, capelli neri lisci ed un fisico niente male, sue tettine piccole ma sporgenti ed un culetto che cominciava con un bel tribale a triangolo impresso tra le natiche e le due fossette del fondoschiena; gia pregustavo quando l'avrei presa per i fianchi da dietro e l'avrei scopata appoggiata al mobile d'ingresso di casa dei miei; l'avrei sbattuta da dietro con il cazzo affondato in quella bella figa che immaginavo essere circondata da un bel pelo nero poco arricciato. Cominciavo ad eccitarmi, quella sera stessa avrei potuto riportarmela a casa visto che i miei non c'erano ed avrei potuto dare sfogo a quellq fantasia.
Ad un certo punto però tutto andò a rotoli; maledetta la sua amica che aveva ricevuto una inaspettata palpata dal mio amico e si era indignata; La venne a chiamare con aria scossa e guardando anche me come fossi il peggiore dei maiali pervertiti su questa terra. Disse alla sua amica che voleva andarsene e che il mio amico era un porco... Lei mi guardò, fece un sorriso e spallucce come per dire "mi dispiace ma non posso restare", mi salutò con due baci sulle guance! Che troia, due secondi prima mi stava palpando il pacco indurito e me lo avrebbe succhiatto a dovere, e due secondi dopo mi stava salutando con un distaccato bacio sulle guance! Capii che non ci sarebbe stato futuro. Mi voltai ed il finto sorriso che mi ero stampato in faccia fu rimpiazzato da un grigno di odio nei confronti del mio amico che aveva rovinato tutto solo perche probabilmente era troppo ubriaco per trattenersi dall'infilare una mano diretta sotto la gonna della sua studentessa... Gliene avrei dette quattro quella sera ma fui troppo scosso da quello che vidi girandomi.
Peppe stava pomiciandosi a dovere Sara, lei era semisdraiata su una poltronciana appartata dei tavoli e lui le era praticamente addosso intento a ficcargli la lingua in bocca e a succhiargli le labbra, intanto le palpava una tetta con la mano libera mentre con l'altra si appoggiava allo schienale della poltroncina per sorreggersi sopra Sara.
Stetti li a godermi un po la scena tanto ero abbastanza distante per non essere scorto. Mi resi conto che Sara era completamente alla sua mercè, non rispondeva e piuttosto aveva le braccia che gli penzolavano oltre dai braccioli della poltroncina, era completamente sfatta di alcool.
Lui non sembrava curarsene e stava divertendosi a palparla; ad un tratto le passo la mano dal seno sul fianco per finire tra le coscie di Sara che inerme lasciò andare le gambe che si aprirono in maniera rilasciata. Sara aveva le mutandine al vento completamente visibili sotto la mano di Peppe che andava su e giu accarezzandola brutalmente tra le gambe. Iniziò a sbirciare un lato della mutandina bianca di Sara fino a che sollevo l'elastico ed infilò la mano sotto. Rimasi allibito, le stava raspando la fica con la mano in discoteca senza curarsi che qualc'uno avrebbe potuto vederli; se avesse continuato, se la sarebbe scopata li in diretta difronte a tutti. Cominciò visibilmente ad infilare le dita su e giu dentro la fichetta muovendle dentro e fuori rapidamente e brutalmente... L'indomai Sara avrebbe avuto la patatina in fiamme pensai.
Rimasi a vedermi la scena sperando che qulac'uno interrompesse quell'abuso ma niente.
Alla fine decisi che non potevo essere io ad andare li e quindi pensai bene di coinvolgere Francesca.
Andai dove avevo lasciata la combriccola a bere il wisky e distrattamente, come se fosse una domanda di routine chiesi a Francesca "hai visto Sara percasp?" lei mi rispose "Sara era ubriaca fradicia, l'abbiamo lasciata a dormire ai tavoli fino a che non ce ne andiamo, però se tu te ne stai andando forse è meglio riportarla a casa"; "ok" le dissi "la vai a chiamare, io intanto vado a riprendere la macchina", lei si allontanò in direzione dei tavoli. Uscendo dissi a Marco che stavamo andandocene, lui mi disse che sarebbe rimasto con gli altri e che tanto aveva il posto in macchina con Alberto per tornare. Incrociai anche il mio amico che intanto stava facendo il simpatico con una bella bionda sulla quarantina che si vedeva a colpo d'occhio che aveva una voglia di cazzo che si sarebbe scopata una palina del tram... in breve mi fece cenno di andare e non preoccuparsi, lui si sarebbe "ben arrangiato con quella".
Seduto in macchina davanti la discoteca arrivarono di li a poco Peppe e Francesca che trascinavano a forza Sara. La caricammo in macchina sul sedile anteriore che avevo provveduto prontamente a distendere leggermente.
Partii lanciando uno sgurado di rimprovero a Peppe che distolse lo sguardo per la vergogna; probabilmente aveva capito che lo avevo visto o che Francesca mi avesse raccontato.
Tornando a casa cercai di chiamare Sara piu volte ma non rispondeva. La scossi fortemente ma come risultato lei scivolò lngo il sedile della macchina ed il suo vestitino si tirò automaticamente su fino a lasciare le coscie scoperte e leggermente aperte fino al linguine. Belle gambe pensai, liscissime, chiare e carnose; approfittai della scusa di scuoterla per poggiarle una mano sulla coscia interna appena sopra il ginocchio; lei non si svegliava, neanche con schiaffetti sulle guance, era completamente andata. Non mi preoccupai più di tanto perchè ogni tanto si muoveva e mugulava, era semplicemente ubriaca fradicia.
Cominciai a ripensare a quanto aveva fatto Peppe qualche minuto prima e cominciai ad eccitarmi al pensiero che avrei potuto farlo anche io; che trasgressione, toccare la fichetta bagnata di mia cugina senza consequenze.
Le poggiai una mano slla coscia e cominciai ad accarezzarle il linguine, poi le mutandine che erano umide; Potevo fralo, lei non si sarebbe accorta di nulla, alzai lentamente l'elastico laterale delle sue mutandine e feci scivolare prima la punta delle dita poi il palmo sul suo pube; sentivo il pelo corto e riccio della sua fica e comiciai ad eccitarmi seriamente; il cazzo spingeva dentro i miei pantaloni, scesi con la mano e toccai prima le morbide labbra della sua vaggina e sentii che erano umide; spinsi un dito tra le due labbra per fare in modo che si aprissero e lo feci scivolare sulle labbra piu interne che erano fardice e finalmente sentii la depressione scivolosa del suo buchetto sotto il mio polpastrello. Lentamente feci scivolare in alto ed in basso lungo il canale della sua fichetta non sapendo se potevo spingermi oltre. Alla fine mi decisi ed infilai dolcemente la punta dl dito dentro il buchetto; era caldissima, spinsi ancora piu in fondo, piu di mezzo dito era dentro e lo muovevo poco dentro e fuori lentemente.
Lei si mosse ed io per reazione istintiva tirai via la mano da quel paradiso.
Non avevo mai pensato a Sara in maniera sessualmente interessante anche se a volte guardavo con godimento le sue forme, ma quella sera l'avrei volentieri scopata, probabilmente per la trasgressione che comportava e per i bicchieri che avevo bevuto.
Comiciai a toccarmi e tirai il cazzo fuori mentre guidavo ormai sulla strada di campagna che ci riportava a casa; cominciai a masturbarmi pensando che potevo parcheggiare la macchina e scoparmi la mia cuginetta da un momento all'altro, ogni tando mi portavo il dito che avevo infilato nella sua fica al naso e mi riempivo i naso del suo odore di fica umida misto a sudore, poi continuavo a masturbarmi.
Ero follemente eccitato, cominciai a rallentare, entri nella prima stradina e fermai la macchina.
Continuavo a masturbarmi indeciso sul da farsi; non potevo scoparla ma almeno le avrei fatto assaggiare il mio cazzo; distesi completamente il suo sedile ed anche il mio, mi tirai verso il sedile posteriore della macchina fino a che il mio cazzo non fosse a portata della bocca di Sara; tirai il viso di Sara rivolto dalla mia parte ed inarcai leggermente la schiena in avanti fino ad appoggiare la cappella alla bocca di mia cugina. Tirando il mento un po in giu feci in modo da aprirle la bocca e comiciai a spingere la mia cappella umida nella sua bocca; entrò facilmente e sentii il calore di quella bocca avvolgere il mio glande; con la mano che mi restava libera presi a masturbarmi velocemente la parte del cazzo che restava fuori la bocca, ero deciso a finire cosi e sborrarle in bocca.
Tiravo su e giu con tre dita la pelle del mio cazzo tenendo la cappella dentro la sua bocca, sempre piu veloce per quasi cinque minuti ma la frenesia era troppa ed i dubbi su quello che stavo facendo cominciarono ad insinuarsi nella mia testa: "e se si fosse svegliata soffocata dal mio sperma?"; inoltre la posizione non era delle migliori.
Niente da fare, alla fine mi ricomposi, rialzai il mio sedile e ripartii.
Mi sentivo alquanto stupido, ero su punto di sborrarle tutto il mio sperma nella bocca e mi ero tirato indietro.
Arrivati sotto casa sua decisi di portarla dentro e riprovarci.
Le frugai nella borsa per trovare le chiavi di casa, la caricai in spalla e la portai in casa faticosamente.
La distesi sul suo letto e ebbi la conferma che potevo farle di tutto visto che in tutto quel frambusto lei non si era svegliata.
Vedendola cosi distesa, ancora con le scarpe ai piedi e le gambe dolcemente divaricate mi venne voglia di scoparla in fica ma sarebbe stato veramente troppo, presi a masturbarmi dinuovo e dinuovo le infilai la cappella in bocca e continuai a masturbarmi; tuttavia, mentre mi menavo il cazzo, il pensiero non era rivolto alla sua bocca ma alla sua fica.
Avrei potuto fotterla solo un pò pensai, magari due tre colpi che mi avrebbero sicuramente aiutato a raggiungere l'orgasmo e poi le avrei scaricato tutto lo sperma in bocca.
Deciso a farlo le sfilai le mutandine e le divaricai le gambe per bene, mi piazzai sopra di lei reggendomi in alto con le braccia ed spinsi il cazzo dentro fino infondo, lei era inerme, lo tenni dentro cercando di spingerlo dentro il piu possibile, tenevo il mio cazzo dentro di lei con un desiderio irrefrenabile di scoparla fino infondo.
Estrassi lentamente e sentii l'umido sulla mia asta rinfrescarsi, lo rinfilai dentro e lo tenni fermo; Pensai che non potevo di certo venirle in fica e non avevo neanche preservativi con me, ad un tratto mi venne inmente la cosa piu trasgressiva di tutte; la girai, le alzai il vestito a scoprire il culo, allargai le sue natiche e sputai sul buchetto del suo culo, spalmai la mia salive con il pollice, finalmente era pronta, tenendomi a cavalcioni sopra il suo culo, allargai le natiche e mi aiutai con i pollici per appuntare il cazzo nel suo culo; spinsi ed entro con una certa facilità, cominciai a spingere il cazzo dentro e poi fuori fino a sdraiarmi completamente sopra di lei, ad ogni colpo sentivo il culo aprirsi ed accogliermi sempre di più, potevo finalmente svuotare tutto il mio seme dentro di lei eppure ormai avevo il chiodo fisso della sua fichetta.
Niente da fare dovevo scoparla in fica, lo avrei tirato fuori all'ultimo momento; tirai fuori il cazzo che ormai aveva allargato abbondntemente il suo ano, la rigirai e le divaricai le gambe e senza troppi convenevoli lo infilai dinuovo dentro la sua patatina; questa volta mi lasciai andare colpi su colpi me la stavo scopando in fica per bene, sentii l'orgasmo e pensai di dare ancora due colpi, cercai di trattenerlo, avrei dovuto tirarlo fuori ma sinceramente non ci pensai più di tanto diedi gli ultimi colpi ancora piu deciso a sfondarla di prima e gli riempii di sborra la fica.
Nel momento esatto in cui sentii l'ultimo schizzo di sperma uscire dal mio cazzo mi pentii di quello che avevo fatto e preso da rimorso tirai fuori il cazzo di colpo; un fiotto di sperma usci dalla sua fica e colò sul lenzuolo.
Ricordo il panico che mi prese negli istanti successivi, cercai subito dei fazzoletti e tentai di far fuoriuscire lo sperma infilando due dita fino infondo alla sua fica e ritirarle come per svuotarla; con la punta del dito potevo sentire infondo alla sua fica che era piena di umori e non potevo capire se era roba mia o sua, ma sicuramente i primi schizzi di sperma erano arrivati infondo, pensai e ripensai sperando di ricordarmi di averlo tirato fuori intempo ma no, ero sicuro che almeno all'inizio le avevo pomapato tutto restando con il cazzo ben piantato dentro di lei; avevo sicuramente combinato un pasticcio irreparabile.
Cercai di ripulire alla meglio e me ne andai a casa cercai di dormirci su ma da lì ad un mese di dormire non se ne parlò. Fortunatamente non l'avevo messa incinta ma mii ripeto tutt'ora che sono stato peramente incosciente a venirle dentro.
Nei giorni seguenti lei tutto fu normale eccetto per il fatto che Sara lasciò il suo ragazzo, chissà forse le aveva imputato qualche bruciore di troppo alla fica oppure le avevano raccontato quello che le aveva fatto in discoteca.

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