Un supporto materno - Capitolo 1

di
genere
incesti

Marianna entrò nella stanza di suo figlio ventunenne con quella stessa sensazione di strana fibrillazione che l'aveva accompagnata nei mesi precedenti. La porta era socchiusa, il letto disfatto, la sedia piena di vestiti rovesciati sopra e le tapparelle della finistre lasciavano entrare alcuni timidi raggi di sole che illuminavano debolmente tutto quello che Marianna vedeva.

Non voleva accendere la luce perché l'avrebbe fatta sentire colta in fragrante mentre rovistava tra le cose di Lorenzo, ma d'altra parte, non era disposta ad evitarsi quel giro perlustrativo che da mesi si ripeteva almeno una volta a settimana. Puntualmente, si prometteva di lasciar perdere, ma poi, ogni volta, tornava a controllare se anche quella settimana c'era quel che cercava. Era diventato normale per lei e non farlo, l'avrebbe lasciata con una curiosità troppo alta con la quale convivere. Non era mai stata una donna paziente, tantomeno capace di tenere a bada i propri desideri. In più, ritrovare ogni settimana la conferma di quel che cercava aveva cominciato a darle un certo piacere che non avrebbe dovuto provare e una soddisfazione del tutto inusuale per una madre. Era perfettamente consapevole di non dover provare quelle emozioni, eppure, non riusciva a controllarle e a placarle. Anzi, per mesi aveva provato a sopprimerle del tutto ma comunque, puntualmente, voleva confermare nella stanza di suo figlio quello che aveva già scoperto ma che con fatica aveva compreso e tentato di accettare.

Quando Marianna alzò il materasso di Lorenzo, trovò allo stesso posto di sempre quel piccolo quaderno rosso che continuava a consultare periodicamente da quando mesi prima lo aveva per caso notato sporgere dal lato sinistro del materasso mentre faceva le normali pulizie di casa. Dopo essersi guardata attorno con il terrore di essere scoperta da suo figlio mentre lo prendeva in mano, si sentì una completa idiota per quell'atteggiamento adolescenziale che stava avendo. Lorenzo non era nemmeno in casa e quindi, non avrebbe di certo potuto interromperla durante il misfatto. A quel punto, Marianna raccolse il quaderno e lo aprì direttamente sulle pagine centrali che avevano all'interno le solite tre foto stampate su carta.

In quelle tre foto, Marianna riconosceva ogni settimana, i propri tratti, la propria fisionomia, il proprio corpo nudo. Non che avesse bisogno di riconoscerlo, visto che lo conosceva fin troppo bene da 48 anni. Eppure, vedere quelle sue foto che pensava di conservare al sicuro sul pc di suo marito, la stupiva ogni settimana. In qualche modo, suo figlio Lorenzo se ne era impossessato e le custodiva gelosamente sempre nello stesso punto sotto il materasso. Quello che Marianna controllava, era la posizione del quaderno che ogni volta non coincideva con quella della settimana precedente. Ciò significava che Lorenzo prendeva spesso quelle foto e se le riguardava almeno una volta ogni sette giorni, quando Marianna accorreva a confermare il rito.

Marianna riposizionò tutto al suo posto e uscì velocemente dalla camera di suo figlio come se fosse inseguita. Quando fu finalmente fuori, di nuovo sul divano del salone, si abbandonò ad un sorriso soddisfatto e appagato. Nonostante avesse cercato di mentire a se stessa per mesi, sapeva cosa facesse Lorenzo con quelle foto.
Ci si masturbava, non c'era alcun dubbio. Questa era l'unica possibile risposta al motivo per cui suo figlio conservava da mesi, forse da anni, delle foto di sua madre nuda sotto il materasso.

All'inizio, la cosa aveva quasi spaventato Marianna. Pensare a suo figlio segarsi con le sue foto l'aveva scioccata per settimane, chiedendosi come fosse possibile che un figlio di 21 anni provasse cose del genere per una madre di 48. Si era chiesta a lungo dove avesse sbagliato, come poteva aiutare quel degenerato di suo figlio a capire che era del tutto innaturale avere certi pensieri e che probabilmente aveva bisogno di aiuto psicologico. Eppure, più il tempo passava, più aveva potuto osservare che suo figlio non aveva alcun disturbo. La sua vita sessuale non dava segni di problemi dato che erano molte le ragazze con cui entrava in contatto e che frequentava. Pian piano, si era convinta che fosse solo una fase post-adolescenziale e aveva finito semplicemente per monitorare settimanalmente la presenza di quelle foto.

Successivamente però, qualcos'altro era accaduto. Ripensandoci, verificando ogni settimana la presenza di quelle foto, Marianna aveva cominciato ad avere pensieri che non immaginava avrebbe mai potuto provare. Nelle settimane che si susseguivano, aveva cominciato a sentirsi lusingata da quelle attenzioni. Si sentiva apprezzata, desiderata, piaciuta da una persona che sicuramente non avrebbe dovuto provare determinati sentimenti, ma che se li provava confermava ancor di più la bellezza di Marianna.

In effetti, Marianna era una bella donna per avere 48 anni. Dalla statura e corporatura, era quella che si direbbe la tipica donna mediterranea, dalle curve generose, con il seno prosperoso e misurabile con una quarta abbondante e i fianchi larghi. Nonostante avesse qualche chilo di troppo che si accumulava sotto forma di cellulite, non era definibile grassa e il suo sedere era carnoso ma non tanto da risultare troppo grosso. Il suo maggiore difetto era il naso eccessivamente pronunciato che divideva in due il viso in maniera poco uniforme ed equilibrata. A causa di quel naso, non si era mai sentita particolarmente bella e aveva avuto problemi ad accettare il proprio corpo da bambina, prima ancora di sviluppare come donna. Seppure questi fossero problemi del passato, in lei era rimasta sempre una mentalità di inadeguatezza che le avance che riceveva occasionalmente non colmavano. Però, da quando aveva trovato le sue foto nude nella stanza di suo figlio, uno strano sentimento di lusinga l'aveva pervasa. L'idea di piacere ad un giovane uomo di 21 anni, oltretutto suo figlio, l'aveva fatta sentire attraente ed apprezzata. Inoltre, tra quelle tre foto, non c'era solo il suo corpo, ma anche un primo piano del suo volto che inquadrava a malapena la spaccatura del seno nudo. Questi pensieri però, furono interrotti dal rumore delle chiavi inserirsi nella porta dell'ingresso.

"ciao Ma, sono tornato!" Aveva esclamato Lorenzo entrando in casa e sfilando il giubotto di dosso.

"Ciao tesoro." Rispose Marianna dal salone, ancora assorta nei suoi pensieri riguardo l'ennesima conferma di quanto suo figlio fosse eccitato da lei.

Lorenzo si diresse subito in camera sua senza dire altro e Marianna rimase immobile a pensare a quanto la facesse stare bene l'idea che suo figlio si masturbasse pensando a lei. Mentre aveva queste idee perverse in mente, si malediceva per formularle e benediva suo figlio per averle, una contraddizione a cui non riusciva a trovare rimedio. Essere apprezzata da Lorenzo la faceva sentire così bene che le bastava quello, era felice di essere vista come una donna eccitante proprio dall'uomo a cui lei teneva più al mondo, ma sapeva che non ci poteva essere nulla tra loro. Sapeva di essere l'oggeto di un desiderio inarrivabile e proibito per suo figlio e proprio questo le metteva una strana eccitazione a cui faceva sempre più fatica resistere, non tanto perché volesse soddisfare un proprio desiderio sessuale, ma perché voleva in qualche modo che suo figlio riconoscesse la propria attrazione direttamente davanti a lei ammettendolo.

D'altra parte però, c'era anche dell'altro. Se Lorenzo comunque dimostrava la capacità di non essere così ossessionato dalla madre ma solo attratto, Marianna si sentì tranquillizzata al riguardo e cominciò a pensare di essere la fantasia erotica più inarrivabile per suo figlio. E siccome gli voleva bene, pian piano, nella sua mente cominciò a farsi largo l'idea che dopotutto, qualche soddisfazione in più avrebbe pure potuto concedergliela a quel ragazzo e che non avrebbero fatto nulla di male, in fondo.

Marianna si sdraiò sul divano in preda a quei pensieri completamente stravolta.
Nel frattempo, Lorenzo, in camera sua, tirò fuorì le foto di sua madre e si immerse in una delle sue sessioni di masturbazione sognando di poter immergere il viso nelle calde e morbide tette di sua madre, respirando quella sensazione di perversione incestuosa e intenso godimento come faceva ormai da mesi.
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scritto il
2021-10-25
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