Capitolo 1 - L'Esposizione

di
genere
confessioni

La casa era deserta e silenziosa, il ticchettio dell'orologio in cucina l'unico suono che rompeva la quiete pomeridiana. Mia madre era uscita per la spesa, lasciandomi solo con il suo computer acceso e la cartella piena di foto delle vacanze. Le dita mi tremavano mentre scorrevo le immagini, il respiro che si faceva sempre più affannoso.
Feci velocemente log-in nel forum porno in cui ero solito esporla, con il cazzo già duro nei boxer, pulsante ad ogni foto che passava.

Nuova discussione.
*click*
Mia madre esposta per voi, graditi commenti degradanti e insulti
*click*

Scelsi la prima foto con cura: lei sdraiata al mare dell'anno prima, il costume a triangolo che le lasciava i fianchi scoperti. Censurai il viso con un programma di editing, lasciando solo il corpo - quel corpo che mi ossessionava da mesi. I seni erano troppo grossi per quel reggiseno, la carne pallida che fuoriusciva dai lati come pasta lievitata. L'elastico le segnava la pelle, lasciando solchi rosa che sapevo le duravano per ore. Le cosce erano leggermente aperte, l'ombra del costume bagnato che lasciava intuire i peli neri della sua figa.

Caricai l'immagine con il cuore in gola.

I commenti arrivarono in pochi secondi.

"Da scopare davanti al figlio"
"Che puttana tua mamma"
"Sembra una scrofa in calore"

Il cazzo durissimo mi premeva negli slip già umidi. Continuai a scorrere i commenti, ogni parola più oscena della precedente, mentre me la immaginavo costretta a leggerli ad alta voce.

L'eccitazione mi annebbiava la ragione. Scelsi un'immagine senza censura: mia madre in piedi sulla spiaggia, il costume slacciato sulla schiena, i seni quasi completamente esposti mentre si sistemava i capelli. Il vento le sollevava il pareo, mostrando un labbro di pelle scura tra le cosce piene. L'espressione del viso maliziosa rivolta al fortunato passante incaricato di farle da fotografo in quella circostanza.

Esitai per un istante.

"Che faccia da cagna"
"Le piace farsi guardare"

Avevo iniziato a toccarmi senza nemmeno rendermene conto, sovrastato dall'eccitazione di vedere mia madre umiliata, insultata, ridotta a un oggetto.

"Esponila come si deve, segaiolo"

Rimasi a bocca aperta di fronte all'ultimo commento. Mi alzai dalla sedia con ancora la mano sinistra ben infilata nelle mutande. Sul mobile dell'ingresso c'era la sua ventiquattrore di pelle rossa. Al suo interno, la patente di guida. Il suo sorriso composto, la scollatura della camicetta che mostrava l'inizio della valle tra i seni. Nome, cognome, altezza, data di nascita, indirizzo di casa.

Posai il piccolo documento rosa sul tavolo accanto al portatile, lo smartphone con la fotocamera aperta nella mano destra.

*click*

"Adesso sappiamo dove mandare i regali"
"Che sputtanata"
"Aspetta che te la riempio di sborra"

Stavo per venire, le palle che si stringevano, quando un messaggio privato apparve sullo schermo.

In allegato, la foto di mia madre scaricata dal sito dell'istituto dove lavorava come docente.

Il sangue mi si gelò nelle vene.

"Fai un video mentre sborri con la patente di tua madre e lecchi il suo perizoma sporco. Altrimenti, questa patente finisce sui gruppi della sua palestra e della scuola dove insegna. Hai cinque minuti."

Le dita mi tremarono sopra la tastiera. Dovevo rispondere, dovevo trovare una scusa, una via d'uscita. Ma il mio cazzo pulsava ancora, tradendomi. Ero eccitato all'idea di essere ricattato, di essere costretto a umiliarla ancora di più.

In bagno, il cestino della biancheria sporca emanava il suo odore. Il perizoma nero era in cima al mucchio, ancora umido del suo sudore quotidiano. Lo portai al naso e inspirai profondamente, i polmoni che si riempivano della sua essenza mentre l'erezione mi pulsava dolorosamente.

Tornai al computer, la patente stesa sulla scrivania, il suo sorriso che sembrava ora complice della mia depravazione. Mi spogliai completamente nudo e accesi la webcam.

"Tre minuti."

Il pube mi arrivava a malapena al tavolo della cucina sul quale avevo predisposto il documento. La mia mano destra teneva il perizoma sulla faccia, il sapore salato che mi riempiva la bocca mentre rileggevo i commenti alle sue foto sul sito.
Con la sinistra bastarono pochi colpi.
Un solo schizzo, sparato lento a favore di inquadratura e accompagnato da un gemito.

Inviai il video senza nemmeno guardarlo.

Con le gambe che ancora tremavano e l'odore di mia madre incollato al palato, seppi che quella era solo la prima di molte volte in cui avrei tradito la donna che mi aveva partorito. Al solo pensiero, il mio cazzetto spurgò le ultime gocce.
scritto il
2025-08-09
1 . 8 K
visite
1 9
voti
valutazione
5.2
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.