Condividere una casa 4

Scritto da , il 2021-09-13, genere dominazione

(ho fatto un errore nel copie incolla)

Il giorno dopo come da ordini di Veronica e Katia, che stava appena entrando in casa e nel suo nuovo ruolo nei miei confronti, svegliai le mie 2 coinquiline all'orario richiesto. Andai alle 11 a bussare alla porta di Katia e le chiesi se potevo portarle il caffe, cosa che lei non volle e mi disse di andare via (io le parlavo attraverso la porta chiusa). Katia si preparo' rapidamente ed uscì, non la vidi neanche di sfuggita. Nel frattempo io ero a pulire cucina, salotto e corridoio, tutto il piano terra senza usare l'aspirapolvere per non far rumore. Alle 12 era or di svegliare Veronica. Volevo sorprenderla allora preparai in un vassoio la colazione, un cappuccino ed un cornetto ed andai a bussare alla sua porta.
io:"Sono le 12 Veronica"
V:"si lo so, vattene sono sveglia"
io"ho preparato un vassio con la colazione, te lo lascia qui fuori la porta"
V:"..vattene ho detto"
scendo e torno ai miei compiti di casa sempre facendo attenzione a non fare rumore. Quando sento la doccia aprirsi capisco che posso iniziare a passare l'aspirapolvere. Mentre ero occupato a passare l'aspirapolvere sulle scale, Veronica lascia la sua camera passa davanti a me senza degnarmi di uno sguardo o una parola ed esce a fare un giro. io continuo nella pulizia e quando passo fuori la stanza di Veronica trovo il vassoio a terra vuoto, segno che aveva gradito la mia attenzione.

Katia torno' nel primo pomeriggio, io avevo appena finito di pulire tutto e di pranzare. Ero in camera mia quando la sentii entrare ed andare direttamente in salotto. Volevo approcciarla capire che tipa fosse veramente e che idea si era fatta senza Veronica davanti, allora scesi giu. La trovai distesa sul divano a leggere una rivista aveva dei jeans e delle scarpe tipo ballerina ai piedi, aveva delle calze color carne che facevano vedere le bellissime forme dei suoi piedi.
io:"ciao Katia"
K:"ciao" un attimo di pausa "ma sbaglio o dovresti rivolgerti a me in un altro modo?" gira la sesta verso di me girando pagina della rivista "ne devo parlare a Veronica" e sorride sadica.
io:"Padrona Katia, mi devo abituare" e sorrido cercando di sdrammatizzare
K:"cosa sorridi? non dovresti"
impietrisco
io:"ma...non"
K:"zitto, io non sono come Veronica, io non voglio avere a che fare con te non mi piaci"
io:"vuoi che me ne vado in camera? io non v.."
K:"si vattene..anzi aspetta"
si alza e sale in camera sua. torna con una busta non grandissima di plastica molto spessa.
K:"tieni, portatele in camerae puliscile" lasciando cadere per terra la busta di peso. io mi abbasso per raccoglierla e vedo che è piena di scarpe.
K:"no anzi, ma che camera, mettiti lí a terra" indicando terra in un angolo della stanza dietro la porta "devo vederti!"
io prendo la busta e vado a posizionarmi a terra nell'angolo che mi ha indicato.
io:"Padrona Katia, posso usare un panno pulito e dell'acqua con un po' di sapone per pulirle?"
K:"fai come ti pare basta che non me le rovini! cosa importante fallo in silenzio" intanto si è ridistesa sul divano.
prendo un paio di panni puliti e metto in una bacinella d'acqua un po' di sapone liquido e vado nel mio angolo. apro la busta e tiro fuori una alla volta tutte le scarpe, non sono molte, solo 4 paia, tutte decoltè scure, ma modelli che si differenziavano principalmente per il tacco e soprattutto per quanto erano state usate. le metto per terra in ordine ed inizio da quelle piu' sporche e usate: un paio di decoltè nere classiche con un tacco molto alto. avevano come tutte e 4 le paia una patina di polvere ovunque, piegate molto sulla punta per l'usura e dentro insieme alla polvere si vedevano le improntelasciate dall'adorabile piede della Dea Katia. prendo la scarpa e ci passo prima il panno asciutto, dentro e fuori la scarpa, anche la suola piena di pietruzze incastrare nel cuoio della suola e nella gomma dura del tacco. cerco di toglierle tutte un po' a fatica e spolverare il piu' possibile. Inumidiscoil panno e lo passo strofinando bene sulla pelle nera della parte esterna, sulle cusiture appena evidenti, e dentro specie sulla punta dove si era raccolta tanta polvere. dalla forma della scarpa usata riuscivo ad immaginare quel bellissimo piede come doveva calzarla, dove premeva, dove sudava..che meraviglia. Poi il tacco in tutta la sua lunghezza, con molta cura. Alla fine mi concentrai sulla suola e per farlo bagnai per bene il panno e lo strofinai meglio che potevo fino a fare in modo che passandoci la mano non restasse alcuna traccia di sporco. Volevo essere sicuro che qualora mi avesse chiesto di passare la lingua sotto la suola questa fosse la piu' pulita possibile. A furia di pulirle ad un certo punto iniziavo anche a riconoscerne l'odore di quei piedi favolosi, è come se scoprendole da quella coltre di polvere lasciassero poi uscire la fragranza celestiale lasciata dai piedi della Divina Katia.
Mentre le pulivo ad un certo punto si alza e se ne va in camera senza dirmi nulla, io non avevo il coraggio di farel e cose che mi stavano venendo in mente,con quelle scarpe,avevo troppa paura che tornasse all'improvvisa rapidamete e che finisse il mio sogno. Rimango a pulire per un paio d'ore, feci un lavoro eccellente, le ripulii tutte due volte. Non sapendo come fare a comunicare con Katia rimasi fermo a terra circondato dalle sue scarpe ora pulite, in attesa che tornasse in salotto o che sentissi qualche rumore. Me le guardavo ed ogni tanto ne riprendevo una e ricominciavo a pulirla un po'..ed ad avvicinarla furtivamente al naso ed alla bocca.
Ad un tratto sentii scendere le scale e Katia tornare in salotto, mi guarda:
K:"finito?"
io:"Si, Padrona Katia"
K:"la busta gettala pure, tu vammi a preparare qualcosa da mangiare che ho fame, lascia le scarpe li per ora."
io mi alzo e faccio quanto mi è richiesto. Mentre entro in salotto a portare la merenda da me preparata per Katia, rientra Veronica che senza parlare si sfila le scarpe all'ingresso lasciandole a terra e va in salotto dove nello stesso tempo entro io e appoggio sul tavolino vicino al divano il piatto con la merenda.
io:"Padrona Veronca, posso portare qualcosa?"
V:"no, anzi portami un the"
K:"ma guarda che verme, di te si ricorda e me no!"
V:"che intendi?cosa mi son persa?"
K:"questa merda prima è entrato e mi ha chiamato Katia come se stesse parlando con una sua amica"
Veronica mi guarda nervosa
V:"non è accettabile, questo non ha capito proprio niente, tu hai chiuso!"
io:" ma perchè?" supplichevole
K:"forse no dai, per una volta posso perdonarlo ma che non si verifichi piu', ma naturalmente dipende da come hai eseguito il compito che ti ho dato"
V:"che doveva fare? pulire casa giá lo sapeva e quello lo controlliamo insieme se vuoi.."
K:"no mi riverivo alla busta di scarpe che non uso da anni che gli ho dato da pulirmi"
V:"bene bene, vedo che subito l'hai messo a lavoro"
K:"si, valle a prendere merda schifosa"
vado a prendere il primo paio, e le appoggio a terra vicino i piedi di Katia, da dietro la testa mi arriva unno schiaffone fortissimo da Veronica che fa ridere Katia, cosi tanto da mettersi la mano sulla bocca per coprirla.
V:"a terra devi stare e con la bocca le devi portare qui, cagnaccio"
K:"ah ah ah, si come un cane me le devi portare tra i denti"
mi metto a 4 zampe e vado avanti e indietro altre 6 volte per portare tutte le scarpe vicino le mie Padrone.

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