Una Storia di Lussuria - 2.

Scritto da , il 2021-09-11, genere etero

Premessa: tutti i personaggi ivi descritti sono di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Chiedo inoltre scusa per i vari errori di battitura che possono essermi sfuggiti.
E infine ringrazio tantissimo chi ha commentato e anche chi ha solo letto, sono contenta abbiate gradito!



Due settimane. Due settimane da quando ho perso la verginità con Severino e il sesso con lui, per me, era diventato una droga.
Avevo anche scoperto il modo per sgattaiolare da lui senza farmi vedere dagli occhi indiscreti dei vicini: abitavamo entrambi a pian terreno, bastava uscire dalla finestra ed entrare in casa sua, e il gioco era fatto. In fondo le finestre delle nostre camere davano su un campo coltivato a mais, nessuno mi avrebbe visto.

Per mia fortuna quell'estate non fui obbligata dai miei a seguirli in villeggiatura, quindi avevo davanti a me un mese intero per stare con lui. Già dal primo giorno di libertà andai da lui, e facemmo sesso per tutto il pomeriggio. Una cosa che adoravo fare, una volta venuti entrambi, era poggiare la testa al suo addome e giocherellare col suo pene guardando la tv, sdraiati a letto. Lo accarezzavo, lo baciavo e lo leccavo anche per ore, in attesa che tornasse marmo, e puntualmente accadeva.

Ricordo bene il nostro terzo giorno insieme. Passato interamente sotto le lenzuola. Ero intenta a baciargli la cappella mentre lui mi accarezzava i fianchi, per poi scendere sulle chiappe. Le impastava, le stringeva. Finché non si inumidí le dita e iniziò a titillarmi l'ano con leggeri tocchi circolari. Lo lasciai fare, quel tocco mi dava i brividi.
Continuava con il movimento, finché lentamente non inserí un dito, e capii: era giunto il momento di sverginarmi anche il culo; lo guardai vogliosa.
Capendo il mio sguardo d'assenso, il suo cazzo iniziò a divenire barzotto. Lo leccai con cura per tutta la lunghezza, succhiai la cappella ed inifine lo presi in bocca. Gli feci un pompino con i fiocchi, e lo resi duro. Lui nel frattempo continuava a prepararmi il culo con un dito. Per poi aggiungervi un secondo. Al secondo dito feci una smorfia di dolore: non sembrava particolarmente piacevole.
"Stai tranquilla Giadina. Ti piacerà, fa male solo la prima volta. Dai, mettiti a pecora"
Obbedii, anche se ero un po' nervosa.
Severino si mise dietro di me, si infilò un preservativo ed iniziò poi a massaggiarmi la schiena, la baciò e la leccò. Mi mise a mio agio, aiutandomi a rilassarmi. Arrivò ai glutei, li mordicchiò e li separò x arrivare al mio buchetto. Iniziò col leccarmi la figa, lappando come un gatto col latte. Poi salí, fino al culo, ed iniziò a leccarlo, cercando di penetrare con la lingua.
"O-oddio" gemetti. Era una sensazione strana ma eccitante. Eccitazione che crebbe e si mischiò alla paura quando sentii la cappella strusciare tra le chiappe. Tremai lievemente.
"Stai tranquilla. Sarò delicato" disse Severino, sputando sul cazzo per inumidirlo e puntandolo sul buco. Iniziò lentamente a fare entrare la cappella, mentre con una mano inizió a stimolarmi il clitoride. Mi morsi il labbro inferiore, il culo faceva male, ma le sue dita sul clito mi facevano impazzire. Una volta entrata la cappella si fermò, senza smettere di masturbarmi, e riprese ad entrare poco per volta, fermandosi ogni 2 o 3 centimetri, finché non fu interamente dentro di me.
"F-fa male" dissi.
Senza smettere di masturbarmi, stette fermo col cazzo piantato nel mio culo. "Lo so, devi solo abituarti. Vedrai, ti piacerà più che prenderlo in figa".
Aspettò qualche altro minuto, poi smise si masturbarmi e mise le sue mani sui miei fianchi. Iniziò dei lenti movimenti circolari col bacino, che toccarono dei punti deboli del mio culo: iniziava a piacermi.
Severino lo capí, ed iniziò a stantuffare lentamente, fuori e dentro il mio culo. Iniziai a gemere.
Si adagiò con il petto contro la mia schiena, arpionandomi le tette con le mani, e le strizzava mentre mi scopava. Ansimai come una porca.
"Troietta, lo sapevo ti sarebbe piaciuto il cazzo nel culo" gemette, strizzandomi i capezzoli e aumentando la velocità della scopata.
"O-oh si. Avevi ragione, mi piace, mi piace davvero" ansimai. "N-non ti fermare, spaccami il culo!"
Non se lo fece ripetere ed aumentò il ritmo. Le sue palle sbattevano contro la mia figa, schiaffeggiando il clitoride. Non resistetti a lungo, e venni urlando il suo nome.
"Vengo! Vengo, Severino! Il tuo cazzo mi fa impazzire! Severino!!"
Lo sentii grugnire nel mio orecchio mentre ne leccava il padiglione.
"Mmh, girati troia" esclamò, uscendo dal mio culo e togliendo il preservativo, lanciandolo sul comodino.
Mi voltai, stando inginocchiata, e presi in mano il suo cazzo, segandolo. Adorava venirmi in bocca.
Leccai la cappella, bagnata di umori, la misi in bocca, accarezzandola con la lingua, e la succhiai.
"Bevi troia, bevi!" Grugní. Mi prese la testa e la schiacciò contro l'inguine, innondandomi la bocca di sborra.
Ingoiai tutto, e raccolsi con un dito quella che mi era colata dalla bocca. Sorridendo da porca glielo misi in bocca; lo ripulí per poi prendermi il viso e baciarmi con ardore. Succhiammo le nostre lingue, scambiandoci la saliva, finchè un fiotto di sperma non colpí le nostre guance.
Ci voltammo perplessi.
Valentino, il fratello di Severino, era davanti a noi, da non so quanto, e ci aveva appena sborrato in faccia...

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