Caterina la lurida schiava puttana 2

Scritto da , il 2021-08-04, genere dominazione

Aspettando che uscissero, bevemmo due bicchieri di un buon Barolo d'annata. Dopo un'oretta di concitata discussione si apri la porta della camera da letto e vidi uscire Caterina con un passo deciso, di quelli di una donna arrabbiata ma anche consapevole. Sì avvio sul divano, si sedette spostando il vestitino dal culo, aprì finalmente quelle cazzo di gambe le alzò puntando le scarpe decisamente verso l'alto e nel frattempo il marito si sedette in disparte dall'altra parte della tavola." D'ora in poi sarò la vostra lurida schiava puttana e sarò sottomessa ad ogni vostro sporco bisogno".
Sotto la cucitura dei collant aveva un paio di mutandine di pizzo nero che comunque disturbavano la visuale.
" questa è l'ultima volta che metti le mutandine, troia, dovrai avere sempre un paio di calze ma niente intimo!".
"si padrone!".
Ci alziamo e prendemmo la zoccola uno davanti e l'altro dietro. Mentre io le accarezzavo le gambe snelle in quelle calze calde e la leccavo al centro del suo piacere odorando tutti i suoi umori che erano tanti e si mischiavano nei tessuti delle mutandine e delle calze, il capo da dietro le leccava il collo e con le mani si fece spazio nel vestitino andando a torturarle i capezzoli liberando le tette in fuori a bella vista. La puttana era calda, eccitata e guardava con insistenza il marito mentre già la cessa sborrava di piacere." Questa è opera tua, cornuto, guarda tua moglie che si fa scopare e si diverte!" gli disse.
La mia lingua stava bagnando ogni cosa e le stava procurando un piacere intenso che la faceva respirare già solo a tratti. Fremeva con quelle gambe a troia che non si abbassavano di un centimetro. Una vera troia che fino ad allora era stata fedele ma che desiderava tanto cazzo dentro. Le strappai le calze al centro e spostate le mutandine affondai la lingua in una figona bagnata da sopra a sotto. Si sentiva il rumore quando la mia lingua entrava e quando bevevo tutto quello che usciva da Caterina. Ansimava come una cagna e guardando sempre il marito si eccitò tanto da venire bagnandomi il viso di qualche gocciolina selvaggia. Fu allora che comandai al marito di togliersi i pantaloni e le mutande e di mettersi a pecora sul divano accanto alla moglie. Mi sorprese quel "sì padrone" senza aggiungere altro. Era eccitato anche lui, il cornuto, e sapeva quello che lo aspettava.
Mentre il suo capo si piazzava davanti a quello splendore di figa della mogliettina, io misi un bel po' di lubrificante nel buchetto del marito e poi dissi ad alta voce "adesso vi fottiamo tutti e due".
Sandro, il capo del marito si chiama così, tirò fuori un cazzone grosso da paura più grande del mio che comunque si è fatto sempre rispettare ovunque. "Adesso ti chiavo, puttana" disse lui e affondò l'uccellone nel cratere della vacca che era già lubrificato a dovere. Caterina emise un grido e poi fu fottuta a dovere mentre io mi feci spazio nello sfintere del cornuto e me lo chiavai per bene mentre lui aveva il cazzo dritto rassegnato a godere dei gemiti della sua mogliettina troia oltre che al piacere dì sentirsi sodomizzato come un cane. Si guardavano i due e più si guardavano e più godevano. Erano fottuti e lo sapevano e per questo avevano deciso che la soluzione migliore era goderne il più possibile.
Sandro affondava colpi sempre più forti dentro Caterina. Lei aveva sempre le gambe alte anche se mostrava qualche cedimento. Lui la bombardava con il suo cazzone e non le dava tregua. Lei lo innaffiava in un'estasi multiorgasmica che non aveva mai provato e che le faceva perdere la testa." Si scopamii porco, voglio essere scopata tutta la vita." Io venni copiosamente nel culo del cornuto e mi scaraventai nella bocca della puttana che cominciò a succhiare tutta l'asta senza fermarsi un attimo e ansimando di puro piacere. Sandro le apri letteralmente la figa che sputava ogni volta che la affondava con il pisellone fino a quando ad un tratto si irrigidì e dicendole che l'avrebbe messa incinta le sborrò nella passerona tutto il suo caldo seme facendola venire un'altra volta ancora con il mio cazzo in bocca che per reazione le spruzzò tutto in gola." Perché un troione come te deve per forza arrivare a farsi ricattare, puttana!". Avevamo ancora i cazzi dentro di lei e non li togliemmo fino a quando le pisciammo contemporaneamente la bocca e la figa. La puttana non era sorpresa, chiuse gli occhi godendo nella vagina e ingoiando tutto quello che era possibile ingoiare visto lo spruzzo forte che le invadeva il palato e la gola. Il marito che nel frattempo si menava il cazzo, spruzzò copiosamente anche lui imbrattando il divano. Le scattai delle foto, in quella posizione in cui era rimasta per tutto il tempo. Le gambe sempre alte a zoccola. Le feci aprire la bocca e spalancare la lingua mentre la fotografavo.
" adesso tu rimani qua sul divano e noi ci andiamo a fottere la tua mogliettina sul lettone". Quindi Sandro l'ha presa in braccio è quello fu il momento in cui lei unì di nuovo le gambe. La fece accomodare sul letto e io chiusi la porta. Cominciamo a palparla come si deve baciandola dove capitava e nonostante l'odore intenso del piscio che aveva ricevuto. Finalmente le sfilai le scarpe e solo a guardarle quei piedi straordinari infilati in quelle calze con la cucitura sulle dita mi vende duro di marmo. La toccavo la baciavo la leccavo, la spogliavo facendola rimanere soltanto con le calze e cominciamo a fotterle la bocca a turno mentre lei gemeva di nuovo a gambe spalancate. Abbiamo chiavato Caterina in tutti i suoi buchi, prima alternandoci tra bocca e figa, poi facendole anche il culo, il mio trofeo per quella domenica. A pecora con le gambe piegate il culo alto montai Caterina nel culo con foga mentre aveva il cazzone di Sandro nella figa. Più che scopata veniva picchiata con i cazzi che spingevano e colpivano a volte insieme in altre alternativamente le stantuffavano l'anima. Catenina che era già venuta molte volte sul divano, urlava e veniva pensando anche al maritino che sul divano ascoltava impotente col cazzone in mano. Le siamo venuti dentro altre 6 volte, tre in bocca ancora due nella figona completamente devastata e sempre pulsante ed io nel suo culo, un paradiso sognato da tempo fottuto e riempito finalmente come meritava.
Erano le 10 di sera, era il momento di andare. Prima di farlo, su Caterina che giaceva sul letto a cosce aperte mantenute dalle mani con la bocca aperta e la lingua spalancata sparammo un'ultima dose di piscio caldo un po' dappertutto: in faccia sulle tette sulla fessa mirando in alto sui piedi appesi e facendo la collare.con arte su tutta la calza.
" riceverai ordini in chat, schiava!" - " usatemi, padroni ho tanto bisogno...".

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