Farsi fottere la fidanzata napoletana da un leghista polentone

di
genere
tradimenti

Lucio e Filomena (detta Mena), rispettivamente 32 e 31 anni, erano fidanzati da molto tempo. Entrambi napoletani, erano andati a vivere a Milano per motivi di lavoro. Lei aveva trovato impiego come insegnante e lui come ingegnere in un'azienda. Durante i primi mesi a Milano, l'ambientamento non era stato per niente facile. In azienda, Lucio avvertiva una certa ostilità, soprattutto da parte di un collega che si chiamava Riccardo. Un leghista della prima ora, bresciano, che lavorava a Milano da alcuni anni. Riccardo odiava i meridionali, e in particolar modo i napoletani. Era sempre molto scortese con Lucio, e quest'ultimo ne soffriva. Al tempo stesso, però, Lucio era intrigato dall'idea che Riccardo potesse andare a letto con Mena. Lucio aveva infatti tendenze cuck (mai realizzate), e fantasticava spesso. A volte, a letto, esponeva le sue fantasie a Mena. Si eccitavano, facevano l'amore con maggior passione, ma poi finiva lì. Da quando Lucio aveva conosciuto Riccardo, però, le sue fantasie erano diventate più frequenti, e aveva cominciato ad avanzare a Mena richieste esplicite. Sì, insomma, voleva farsi mettere le corna. "Lucio, tu si scem'...tu nun staje bbuon' ca' capa..." si sentiva rispondere dalla fidanzata. Però, a letto, quando fantasticavano, si eccitavano entrambi. Dopo mesi e mesi di richieste, Mena acconsentì a provare la nuova esperienza che, da tempo, era il sogno di Lucio. "Io l'ho capito che, se non ti togli 'sto sfizio, non mi fai stare quieta. Ma vorrei sapere perchè proprio con questo Riccardo". "Perchè è autoritario, un po' stronzo, e crede di essere superiore a noi meridionali. Mi eccita l'idea di saperti a letto con un tizio del genere". "E perchè?". "Perchè, una volta nella vita, voglio fare qualcosa di sbagliato. E vedere l'effetto che fa". "Lucio, tu veramente nun staje bbuon' ca' capa...". Ricevette insperatamente l'assenso della sua donna, e il giorno dopo parlò con Riccardo, prendendolo in disparte dopo il lavoro. Non fu facile spiegargli le sue debolezze. Il suo collega, dapprima si insospettì. Poi, si incuriosì. Infine, si sorprese. "Cioè, fammi capire...vuoi che ti trombo la tipa?". "Sì...". "Ahahahahah...a Napoli siete generosi, ahahahah! Ma, è scopabile almeno? O è un cesso?". "Mena è una bella ragazza. Mora, mediterranea, con una bella quarta di reggiseno. Non è molto alta, non ha il fisico da modella, come molte ragazze qui da voi al Nord. Però è molto bella". "Interessante...e tu te la vuoi far ciulare?". "Sì". "Ahahahhahaah!". La sera dopo, Riccardo andò a trovarli, dopo cena. Mena, molto tesa, aveva un vestitino celeste, abbastanza corto, che evidenziava le sue forme mediterranee. Riccardo la osservò compiaciuto. Si presentarono, dinanzi allo sguardo emozionato di Lucio. Riccardo, piuttosto baldanzoso, disse "beh, conosciamo tutti il motivo della mia visita" e Lucio "certo, e non voglio sottrarvi tempo prezioso". Mena lo guardò, lui le disse "su, tranquilla..." e lei si diresse in camera con Riccardo. Era davvero un bell'uomo, Riccardo. 44 anni ben portati, alto, castano, con le spalle larghe. Mena aveva notato subito la sua avvenenza e, pur essendo in grande imbarazzo per quella situazione, pensò che, se proprio doveva essere, almeno aveva pescato un partner di bell'aspetto. Quando entrarono in camera, Lucio rimase fuori ad aspettare. La sua tendenza era quella di un waiting cuck, e non voleva guardare, ma immaginare. Giunti in camera, Riccardo chiese a Mena "è un'idea tua o sua? O di entrambi?". "Sua. Io gli voglio far togliere lo sfizio. E me lo voglio togliere pure io. Ma me metto scuorno". "Eh? Scuo...?". "Scuorno. Mi vergogno." "Ah...beh, lo capisco. Ma stai tranquilla. Facciamo con calma. Facciamo quello che ti senti di fare. Ti togli lo sfizio, come dici tu". "Io non l'ho mai tradito, ma lui si è preso 'sta fissazione ormai...che vuole provare le corna". "E tu fagliele provare...", disse Riccardo, allungando le mani sui seni di Mena. "Mah...che fai?". "Tocco...tocco le famose mozzarelle campane". "Sfotti, sfotti...", disse Mena, sorpresa dall'intraprendenza del leghista. Le mani di Riccardo palpeggiavano i suoi seni con avidità, e lei cominciava ad eccitarsi profondamente, al punto da lasciarsi stendere sul letto dal collega del suo fidanzato. Dopo essersi fatta ficcare la lingua in bocca, si fece spogliare con facilità. "Però...aveva ragione il cornuto...hai proprio due bei meloni..." disse Riccardo. Mena, malgrado l'imbarazzo, provò un certo piacere nel sentire quell'apprezzamento. Dopo essersi scaldati per bene, lui la penetrò. Era davvero dotato, e lei iniziò ad ansimare. "E brava la terroncella. Stai provando un vero cazzo del Nord. Un cazzo padano". Mena, mentre godeva, "nun ricer' strunzat'...". E Riccardo "dico solo la verità...mia cara terroncella..." e intanto stantuffava con decisione. Lucio origliava dietro la porta. Il suo cazzo era durissimo. Il suo sogno si stava finalmente realizzando. Mena era "in pasto" al leghista. "Ue', Bella Napoli, oggi sulla pizza ti sei fatta mettere il salame milanese, ehehhe", disse Riccardo, sghignazzando arrapato. "Ah...mmm..." fu il gemito eccitato di Mena, ormai incapace di articolare risposte alle provocazioni del polentone. "Vedo che voi napoletane siete abituate ad aprire le cosce...ihihih", proseguì Riccardo con irritante insolenza. In quell'istante, Lucio sborrò, e andò a sedersi in salotto, esausto. Riccardo continuò, cadenzando il ritmo dell'amplesso con sapiente e cinica maestria. "Bella Napoli, il forno che hai tra le cosce è rovente". "Mmm...ah...ah...ah...mmm..." ansimava Mena, eccitata ed umiliata. Quando finirono, lui si alzò soddisfatto e divertito, rivestendosi velocemente. Uscendo dalla stanza, non vide Lucio, che era corso in bagno a masturbarsi appena gli erano tornate un po' di energie. Riccardo andò via senza nemmeno salutare. Dopo qualche minuto, inviò un messaggio wazzup a Lucio. "Ciao, cornuto". Lucio, dopo la sega, entrò in camera da letto e trovò Mena che guardava il soffitto. "Come è andata? Hai goduto?". "Sì, Lucio. Ho goduto. Ho raggiunto l'orgasmo. E se lo vuoi sapere, Riccardo tiene un cazzo più lungo del tuo. Però tu si' nu' grande strunz'...". "Perchè?". "Pecchè chill' è n'omm' e' mmerd'...e stasera ma mis' a' ggir' comm' a 'na scem'...". "Cosa...cosa vuoi dire?". "Terroncella...Bella Napoli...a' pizza co' salame milanese...quanta cunferenza ca' sa' pigliat' chillu cretin'...Lucio, io stasera mi sono sentita una scema. Vedi come te lo dico, ti sei tolto lo sfizio...e mo' bbasta però!". "Ma, non ti è piaciuto? Non hai goduto?". "Ho goduto, lo ammetto. Ma io nun so' venuta a Milano pe' me fa' fa' scem' da nu' leghista. E stasera m'agg' fatt' fa' comm' a 'na cretina. Io lo sfizio te l'ho fatto togliere, però che sia la prima e l'ultima volta". Non ebbero mai più esperienze cuck, Lucio e Mena. Ma, tutte le volte che fecero l'amore, si eccitarono follemente nel ripensare a quella sera.
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2021-08-01
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