Mistress Nerd 4

Scritto da , il 2021-07-29, genere dominazione

Tentai di riposare, ma non fu affatto semplice. Avevo il culo dolorante e continuavo a pensare che ero stato penetrato a ripetizione da una ragazzina che mi stava ricattando. Mi aveva pure causato molteplici orgasmi, che io li avessi voluti o no.
Si alzò e mi fece andare di là a guardare mentre si preparava. Io ero ancora nudo, lei si vestì come una ragazzina, sembrava ancora più giovane di quello che era.
“Ora vestiti tu, senza biancheria ovviamente. Provvederemo oggi.”
Mi rimisi quello che avevo senza slip e calzini.
“Ora, indosserai questo plug. Serve a ricordarti la tua condizione. Ah, oggi faremo un paio di giochini divertenti, stai al gioco e non provare a dirmi di no… sennò sai che succede.”
Mi fece calare i pantaloni e chinare, poi me lo spinse dentro. Era scomodo ma non sembrava potersi sfilare.”
Andammo prima in un bar per una colazione veloce, poi appena fuori, davanti a tutti, mi abbracciò e mi infilò la lingua in bocca.
Era un bacio osceno e vista la differenza di età sembrava che io stessi molestando una ragazzina.
In macchina mi disse “beh di che ti preoccupi? Siamo due adulti consenzienti…”
Mi fece andare in un centro commerciale aperto la domenica.
Entrò in un negozio di lingerie a buon mercato, prese diversi slip e mutandine, reggiseni, autoreggenti, ecc. me li fece pagare poi mi consegnó la busta.
“Non è bello che giri senza mutande, vai in bagno e mettiti slip, reggiseno, autoreggenti, fatti una foto e una foto al plug. Mandamele prima di uscire.”
Indossai tutto e feci le foto. Mi resi conto dopo che le stavo dando altro materiale per tenermi sotto ricatto.
Ora stavo passeggiando con lingerie da donna e un plug nel culo.
Entrò in un negozio di videogiochi, guardò diverse cose poi iniziò a chiamarmi papà e pretendere che le acquistassi una nuova console e videogiochi.
“Sei stato bravo, ora vediamo…”
Entrò in un altro negozio di lingerie, stavolta di più alto livello. Continuò a chiamarmi papà, tra lo stupore discreto delle commesse dato che stava acquistando solo lingerie ultra sexy, roba da squillo da alto bordo. Mi chiamava papà, mostrava pochi centimetri di tessuto che si supponeva avrebbero coperto le sue grazie poi le acquistava.
In cassa mi molló un bacio sulla guancia “grazie papà”.
Avevo appena fatto la figura del padre che comprava lingerie per una figlia con tendenze da troia.
Prendemmo del cibo da asporto e andammo a casa.
Mi fece spogliare e restare in mutandine e reggiseno.
Mise il cibo in tavola, poi fissò su una sedia il dildo con la ventosa che mi ero infilato la sera prima.
“Tu ora ti siederai qui, il plug dovrebbe averti rilassato abbastanza il buco”
Tolse il plug e con attenzione mi appoggiai sulla punta, lo feci entrare poi mi calai giù.
Mangiai sudando freddo, restando più fermo possibile. Lei mi provocó chiamandomi ancora papà e ringraziandomi per i regali.
“Ora te li faccio vedere resta pure seduto.”
Si spogliò nuda e cominciò a provare le varie cose. Alla fine tenne un reggiseno push up che le lasciava scoperti i capezzoli e un perizoma trasparente. Mi era venuto duro, me lo liberò dalle mutandine, poi spostò il suo perizoma e sali a cavalcioni facendosi infilare la figa.
Continuò a cavalcare sbattendomi in faccia le tette, ogni sobbalzo lo sentivo davanti sul cazzo e dietro nel culo.
Le venni dentro, lei si alzò e si sedette sul tavolo con le gambe spalancate davanti a me.
“Non prendo la pillola, mi hai appena sborrato dentro. Se vuoi diminuire le possibilità che io resti incinta ti conviene togliere più sperma che puoi.”
“Ma no puoi…”
Non avevo mai fatto niente del genere, mi faceva schifo il pensiero, ma fui preso dal panico. Mi misi a leccare e a pulire tutto con veemenza, tentando anche di infilare la lingua dentro.
“Vai con le dita, esplora, tira fuori tutto…”
Le infilai due o tre dita, tiravo fuori non so cosa e leccavo.
“Continua che sto vedendo”
Obbedii a quell’ordine e andai avanti con lingua e dita finché non venne.
Si alzò soddisfatta e mi disse di alzarmi che per questo weekend avevamo finito e potevo andare a casa.
Ero sconvolto e terrorizzato dall’idea che potevo averla messa incinta.
“Ma che hai? Lo vedi che sei un po’ coglione? Credevi sul serio che non prendessi la pillola? E che così si riducono le possibilità? Se ti avessi detto di leccarmi la figa sborrata avresti fatto storie e non ti saresti impegnato, invece così ci hai messo tutto te stesso… era buono? Spero di sì…”
Non sapevo se essere sollevato o se darmi del coglione a mia volta. Tornai a casa con il culo rotto e l’orgoglio distrutto.

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