Gli odori e i sapori di un bellissimo diciannovenne - 2

Scritto da , il 2021-07-23, genere gay

Daniele si svegliò, completamente nudo e con il muscoloso, bellissimo culo peloso ancora sporco di merda. Anche i peli pubici erano ancora impastati di merda, che non si era seccata, soprattutto per il sudore notturno del suo scroto. L'aria della tenda era irrespirabile, il fetore ti prendeva in gola.

Io mi era sciacquato la faccia in un ruscello vicino e mi ero lavato anche i denti, ma l'odore del culo e della cacca di Daniele non erano andati via. Non vi dico il sapore in bocca... Digerire la sua merda era stata un'impresa e non era ancora terminata...

Il bel Daniele si girò verso di me, le labbra carnose semiaperte erano a pochi centimetri dalla mia faccia: sentii una zaffata del suo alito pesante, di ragazzo appena sveglio dopo un sonno lungo e pesante. Daniele aprì la bocca e infilò la sua lingua nella mia bocca. Il sapore della sua saliva, l'odore del suo alito erano davvero pesantissimi, ma mi attizzarono molto. Iniziammo a limonare come forsennati e lui mi disse: "è stato bellissimo, Marco, davvero schifoso, ma al tempo stesso estremamente eccitante, penso di essermi innamorato di te e della tua voglia perversa di me... Quando lo vorrai, tutto il mio corpo sarà a tua disposizione. Da oggi e fino alla fine della route non mi laverò mai più perché tu possa sentire i miei odori e ti prometto che non cagherò e non piscerò mai più da solo, ma ogni volta che mi scapperà ti chiamerò perché tu possa guardarmi, annusarmi e godere delle mie feci, del mio piscio e della mia sborra che ti donerò a litri." Era dolcissimo e il contrasto, quasi la contraddizione tra il suo trasporto amoroso, la sua bellezza, da un lato, e i fetori corporali, i suoi umori intimi più rivoltanti dall'altro mi arrapava a dismisura.

"Ecco, ora ho bisogno di pisciare: me lo prendi in bocca, per favore?"

Aprì le cosce pelose porgendomi i suoi genitali sudati e sporchi della merda della sera prima. Affondai ancora una volta la faccia e la bocca in quel foltissimo cespuglio appiccicoso, in quel suo inguine vomitevole e fetido di adolescente un po' cresciuto. Inspirai profondamente le sue puzze mischiate di pene, di piscio, di smegma, di sborra rappresa e di merda irrancidita, presi in bocca il suo bel cazzo ancora un po' moscio e con la lingua e le labbra lo scappellai lentamente dal prepuzio grinzoso. Lo sentii inturgidirsi rapidamente nella mia bocca oscenamente vogliosa, con la destra gli tastavo lo scroto umido e appiccicoso, con le dita della mano sinistra iniziai a massaggiargli l'ano bagnato, e iniziai a penetrarlo con l'indice, una falange poi la seconda. Lui aveva cominciato a gemere molto forte, a dirmi delle porcate, a pregarmi di stimolargli la prostata con le dita, dall'uretra l'umore prostatico iniziò a sgorgare e a infradiciarmi la lingua e tutta la bocca con la sua consistenza molto vischiosa e il suo sapore salaticcio e acidulo.
Affondai anche il dito medio nel suo buco del culo e lo penetrai fino alla radice delle dita: la punta delle dita raggiunse il suo stronzo che si era formato nella notte nel suo retto e ne sentii la consistenza pastosa e calda: "Aaaahhh, sìììì, così mi fai cagare di nuovo, non resisto, Marco, succhiami l'ano che ti cago ancora in boccaaaa.. dai...".

L'idea di cagare dentro di me, di nutrirmi con la sua cacca lo eccitava enormemente, ma questa volta mi chinai in modo da avere faccia e naso vicinissimi al suo perineo che baciai con la lingua e aspettai per vedere il suo stronzo uscirgli dallo sfintere dilatato, per godermi quell'osceno spettacolo da vicino, per respirare ancora una volta i suoi fetori intestinali. Mi mollò praticamente in bocca un cagotto fetido e caldo che mi fece tossire.

Fu un vulcano: lo sfintere peloso si dilatò all'improvviso e uno stronzo tenero, umido, non più marrone scuro come la sera prima, ma leggermente più chiaro, incredibilmente lungo e abbondante uscì dal suo buco formando una ciambella che in parte si spappolò a contatto col suo culo e glielo immerdò tutto.

"Aaah, Daniele, sei davvero rivoltante, la tua merda puzza da morire, ma quanto hai mangiato per farne tanta? Dio mio, sto per vomitare a respirare la tua puzza." Avevo davvero qualche conato di vomito.

"Marco, ti prego spalmami di merda le palle e il cazzo, masturbami con la mia merda"

"Lo farò, ma non con le mani!!"

Aprii la bocca, affondai la lingua a cucchiaio nel suo stronzo pastoso e tenero e ne presi un'enorme boccata, attaccai le labbra piene di merda al suo scroto e lo presi in bocca, iniziai un massaggio con la lingua alla pelle rugosa del suo scroto e ai suoi peli pubblici a base di merda "fresca"; poi presi un altro boccone di merda e presi in bocca il suo cazzo ormai durissimo e fradicio di pre-sperma. Non mi staccai più dalla sua bega: succhiai lentamente la sua cappella affondata nella merda che mi riempiva la bocca, sciolsi quella schifo di impasto di merda e umori e lo poppai come da un biberon, deglutendo tutto, ingoiando quella rivoltante schifezza, tra le sue grida di piacere, fino all'esplosione del suo orgasmo. Un fiume di sborra densissima, filamentosa si mescolò, all'interno della mia bocca, agli ultimi residui della sua merda creando una crema marroncina che mi feci passare in ogni angolo della bocca prima di ingoiarla. La prima colazione più rivoltante e schifosa, ma anche più arrapante, della mia vita. Ero mostruosamente eccitato e avevo bisogno di sborrare, Daniele si tirò su schiacciando quel che rimaneva della sua merda con il perineo e il solco intergluteo; si girò, mi porse il culo con l'ano pulsante in bella vista e mi disse: "hai voglia di affondare il tuo cazzo nel mio culo pieno di cacca?"

Fu l'apoteosi, lo penetrai lentamente, era stretto, ma la merda viscida agevolò molto l'operazione, lo inculai quasi delicatamente, sentivo il calore del suo retto ancora parzialmente pieno di merda e soprattutto, l'appicicaticcio della sua cacca che fuoriusciva tutt'intorno al mio cazzo immerdandomi i peli pubici. Sborrai abbondantemente dentro al suo retto e ci accasciammo di nuovo esausti in un mare di merda puzzolente: la sua!

Lo baciai con la bocca e la faccia ridotta a una maschera marrone mefitica, gli affondai la lingua piena della sua merda in gola, succhiando la sua, frugando fra i suoi denti, non rifiutò e così per la prima volta assaporò anche lui le sue feci, ma mentre lo abbracciavo e gli passavo la sua merda in bocca fu cosso da una serie di conati di vomito: uno, due e ... al terzo mi riversò in bocca un sbocco di muco misto a succhi gastrici, mi stava praticamente vomitando in bocca. Non staccai la mia bocca dalla sua e presi anche quegli umori acidi, quel suo muco denso, lo risucchiai e lo ingoiai non prima di averlo assaporato.

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