Memorie di una matrigna 2

Scritto da , il 2012-03-21, genere prime esperienze

Andai in bagno per darmi una ripulita, una rinfrescata al mio viso. Avevo appena ingoiata il suo sperma, la mia bocca era ancora pregna del suo sapore e non lo avrei cambiato con nulla al mondo; il ragazzo aveva una venuta molto, veramente molto abbondante e questo non mi dispiaceva affatto.
Pensai a come far proseguire nel migliore dei modi il primo pomeriggio di sesso con il mio 21enne figliastro, tornai in camera mia ancora completamente nuda e mi sdraiai sul letto in attesa del mio giovane amante.
Mi lasciai cullare dalla freschezza delle lenzuola di raso, accarezzai il mio corpo, in attesa del suo ingresso.
Giò entrò, anch’egli completamente nudo, ammirai il suo fisico asciutto e muscoloso, il suo pene moscio ma completamente scappellato si muoveva al ritmo lento del suo passo. Mi raggiunse sul letto e si sdraiò al mio fianco. Mi baciò in bocca con tutta la passione di chi lo fa per la prima volta. La sua mano iniziò ad accarezzarmi il corpo, dal collo scendeva lenta verso i seni, li accarezzava e li palpava mentre le nostre lingue si strusciavano in profondi baci. La sua mano proseguì la lenta corsa, attraversò la setosa morbidezza del ventre e arrivò al pube. Aprii le gambe e la sua mano si insinuò tra le calde labbra ormai zuppe di umori. Continuammo a baciarci come due ragazzi in amore, la mia mano guidò la sua insegnandogli come si tocca il sesso di una donna. Imparò molto presto come si fa a dare piacere usando le dita, la mia micetta era ormai fradicia e fui costretta a fermarlo prima che le sue dita mi conducessero all’apice del piacere.

-Giò, ora sai come toccare una donna, adesso devi imparare a leccare la fica, mettiti in ginocchio sul tappeto-

Obbedì silenzioso e io mi sdraiai a gambe larghe col sedere sul bordo del letto, offrendogli il mio sesso bollente e voglioso. Gli spiegai a parole come leccare per bene una passerina e a quel punto non mi restava che scoprire se avesse capito tutte le dritte che gli avevo dato. Giò avvicinò il suo volto, mi baciò delicatamente la fichetta inebriandosi del suo profumo. La sua lingua si incuneò tra le labbra gonfie di desiderio e iniziò a leccarmela delicatamente dal basso verso l’alto e viceversa per tutta la sua lunghezza dal buchino fino al clito gustando per la prima volta in vita sua il prezioso nettare di una donna. Si fermò, stacco la sua bocca dal mio fiore, con le dita aprì i petali carnosi e rimase per lunghi attimi immobile scrutando ogni millimetro della mia patatina. La accarezzo, scappucciò il clitoride ammirandolo spuntare piccolo e duro tra quei lembi di pelle poi il suo dito medio scivolò verso il basso trovando la calda apertura del piacere, vi si intrufolò di nuovo dentro e prese a muoverlo in tutte le direzioni frugandomi per bene. Gemevo di piacere a attendevo con ansia la sua calda lingua. L’attesa durò poco, posò di nuovo le sue labbra sulla fichettina e iniziò a lapparmi lentamente il clito mentre il suo dito esplorava ogni anfratto della grotta. Il ragazzo stava imparando veramente bene, aveva messo in pratica tutti i miei consigli e lo incitavo a continuare tra i gemiti di puro piacere. Le mie mani scorrevano tra i suoi capelli, spingevo la sua testa sul mio sesso e lui mi assecondava leccandomi sempre più forte. Era da una vita che non ricevevo sesso orale e le lussuriose attenzioni di quella bocca inesperta mi stavano letteralmente portando al settimo cielo.

-Ora, adesso tesoro è ora… fai come ti ho detto!-

Giò aprì maggiormente le labbra attorno al clito e prese a titillarlo velocemente, con la punta della lingua, con movimenti rapidi e pesanti. Raggiunsi l’orgasmo, un orgasmo intenso, profondo, sconvolgente e liberatorio. Si staccò dal mio sesso con l’espressione soddisfatta di chi, per la prima volta nella sua vita, ha fatto venire una donna. Si rialzò mostrandomi il suo sesso in piena erezione. Leccarmela lo aveva eccitato e non poco, era pronto a scoparmi, ma io avevo bisogno di un attimo di tregua per riprendermi e lo inviati a sdraiarsi di nuovo con me.

-allora come sono andato?- mi chiese accarezzandomi il viso
-ehi non si fanno queste domande a una signora!- risposi con tono scherzoso- comunque, per essere la prima volta hai fatto un ottimo lavoro- Lo baciai in bocca sentendo il sapore del mio sesso dentro di lui.

-ti posso scopare Sara?-
-tra un attimo lo facciamo tesoro, dammi solo qualche minuto per riprendermi dall’orgasmo, però visto che per te è la prima volta e io sono nel mio periodo fertile ti metto il preservativo, non vorrei che in preda all’eccitazione mi venissi dentro ok?
-ok Sara-

Passammo lunghi, stupendi minuti a baciarci teneramente poi dal cassetto del comodino presi un preservativo, lo aprii e mi avvicinai al suo pene. Era durissimo come se dal pompino precedente fosse passato chissà quanto tempo. Gli srotolai il vestitino in lattice e mi misi a pecorina pensando che sarebbe stata la posizione più semplice da fare per un principiante.
Giò si mise in piedi ai bordi del letto dietro di me, prese in mano il suo pene e poso la cappella sulla mia fessurrina inzuppata. Iniziò a spingerlo dentro in modo abbastanza deciso, mi prese saldamente per i fianchi e lo spinse dentro senza tanti complimenti. Preso dalla foga del momento si scordò i consigli che gli avevo elargito e iniziò a montarmi con tutta la forza che aveva in corpo assestandomi colpi veloci, forti e cruenti. Sentirlo dentro di me era una sensazione favolosa ma ero ben conscia che in quel modo sarebbe durato pochissimo, dovevo insegnargli a scopare e per farlo dovevo interromperlo.

-Giò fermati, ora cambiamo posizione-

Per fortuna mi diede retta e mollò la presa. Lo invitai a sdraiarsi e mi misi a cavalcioni sopra di lui, presi in mano il suo cazzo pesante e durissimo e posai la cappella sulla mia fessurrina. Scesi piano impalandomi completamente sulla sua verga eretta. Lo sentivo scivolare piano piano dentro di me, centimetro dopo centimetro mi sentivo riempita. Presi a scoparlo dolcemente con movimenti lenti ma decisi mentre le mie dita trastullavano il clito duro e voglioso di attenzioni. Mentre scopavamo Giò continuò ad ammirare il mio corpo accarezzandolo e palpandolo come stesse cercando un tesoro nascosto. Adoravo guardare le sue espressioni mentre il mio corpo gli regalava il piacere che per tanto, troppo tempo, aveva solo sognato di provare.

-Ricorda Giò, è così che si fa godere una donna, scordati i film porno e impara a usare bene il cazzo, così, come sto facendo io ora. Gli dissi passandomi le mani nei capelli mentre il mio bacino si muoveva sinuoso e sensuale.

Non ottenni risposta ma dalla sua espressione capii che aveva capito.

Continuai a scoparlo lenta e decisa tenendo tutto il suo cazzo dentro di me, mi sentivo piena, mi sentivo donna. I miei umori colavano inzuppandogli il pelo e i grossi coglioni. Mi guardavo riflessa nel grande specchio dell’armadio, mi vedevo come una amazzone alla monta del suo destriero. Presi a scoparlo con più vigore e i suoi lamenti di piacere si fecero più concitati e profondi mentre sentivo le sue mani mi accarezzavano ovunque riuscivano ad arrivare.
Mi sentivo ormai vicina all’orgasmo quando inaspettatamente Giò mi tirò a se baciandomi con passione e mi capovolse senza uscire da me. Mi ritrovai supina a gambe spalancate in balia della sua ardente passione. Prese a scoparmi con forza, con tutto il vigore che un giovane maschio può avere in corpo. Serrai le mie esili gambe attorno alla sua vita stringendolo a me mentre lui mi montava in modo sublime mostrandomi il suo lato più selvaggio e animale.

-Fottimi, adoro il tuo cazzo… fottimi…fammi godere-

Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima che il mio corpo venisse sconvolto da un orgasmo lungo e intenso. Con la stessa irruenza di un fiume in piena una ondata di piacere percorse il mio corpo dalla testa ai piedi. Appena iniziai a rilassarmi dalla tensione dell’orgasmo Giò mi assestò un paio di colpi violenti e venne restando saldamente aggrappato al mio corpo come un leone sulla preda appena catturata. Si sfilò dal mio corpo e si sdraiò di fianco a me, gli tolsi il preservativo pieno di sborra e con la bocca pulii il suo cazzo che andava perdendo la sua virile possenza. Restammo sul letto nudi e abbracciati come due amanti, in perfetta sintonia parlammo della vita, dell’amore, del sesso finché non venne sera.

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